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Tutto si armonizza per la nostra vittoria - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:32

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    Tutto si armonizza per la nostra vittoria

    Gabriele Galeotti, in arte Conte Galè

    Gabriele Galeotti, in arte Conte Galè, è uno degli speaker di punta di RTL 102.5, la prima radio d’Italia, e buddista da quasi quarant’anni. In questa intervista racconta di come ha iniziato e quali benefici il Buddismo ha fatto emergere anche in ambito professionale

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    Come hai conosciuto il Buddismo?

    Ho iniziato a praticare il Buddismo nel 1986 nella città dove vivo in parte tuttora, Firenze. Avevo già incontrato il Buddismo nel 1983 partecipando a una riunione a casa di un praticante e rimasi impressionato perché tutti entravano nell’appartamento togliendosi le scarpe, cosa che feci ovviamente anche io. 
    L’amico che mi aveva portato al primo incontro per tre anni continuò a parlarmi di Buddismo e alla fine, quando nel 1986 tornai in pianta stabile a Firenze, iniziai a praticare.

    Prima cosa avevi fatto?

    Prima di allora ero andato alla scuola di Teatro a Bologna facendo avanti e indietro tra Bologna e Firenze. Cominciai proprio perché era un periodo difficile e instabile. Avevo studiato come scenografo, costumista e fatto la scuola di Teatro, ma in quel mondo competitivo e precario dovevo capire cosa volevo veramente fare nella vita. 

    A che punto eri della tua vita?

    Avevo ventotto anni ed ero tormentato, soprattutto con me stesso. All’inizio mi uscì tanta sofferenza ma per fortuna non mi sono scoraggiato e decisi di continuare a provare, con il Daimoku.

    Cosa successe all’inizio della pratica? 

    Decisi di sfidare me stesso e tentai di entrare nella prestigiosa bottega attoriale di Vittorio Gassman ma, arrivato nella fase conclusiva dei provini, proprio al cospetto di Gassman, lui mi disse che ero già troppo personaggio e che non potevo andare bene per la Bottega. 
    Mi sembrò che il mondo mi crollasse addosso. Tuttavia, dopo un iniziale sconforto, decisi di non arrendermi e andai a Bologna dove riuscii a trovare un posto come scenografo.
    Oggi vedo quel rifiuto come una fortuna perché mi ha spinto a sperimentare la pratica buddista. 

    E con l’attività nella Soka Gakkai?

    Mi impegnai ancora di più a contribuire allo sviluppo di kosen-rufu in Italia. 
    Nel ’92 e nel ’94 venne il presidente Ikeda in Italia ed ebbi l’immensa fortuna di incontrarlo quando curai le scene e i costumi per lo spettacolo al Garden party nel parco del Centro culturale di Firenze. 
    Ho potuto mettere a disposizione per Sensei e per il Buddismo le mie capacità di scenografo e costumista, e subito dopo mi arrivò un ingaggio da RAI 1 proprio come scenografo e costumista.

    Quali incoraggiamenti ti hanno sostenuto in questo percorso?

    Tenevo nel cuore una guida, che mi aveva dato un responsabile, di mirare a dieci anni di pratica per poter realizzare dei veri cambiamenti interiori e prove concrete. Infatti, dopo quindici anni di pratica, venni contattato dal presidente di RTL 102.5, era il 2001. Feci subito uno stage in agosto e iniziammo poi a settembre. 
    Prima con Attenti a noi due e poi con Miseria e nobiltà, in cui il personaggio del Conte Galè ha trovato uno spazio che dura tuttora dopo più di vent’anni.

    Un traguardo eccezionale insomma…

    Questo percorso radiofonico, che continua ancora oggi, sono convinto che sia stato dovuto all’aver sempre perseverato. Per questo è arrivata l’opportunità giusta per me, la radio, l’ultima cosa che avrei immaginato per il percorso che avevo fatto, in cui però ho potuto mettere dentro tutte le mie capacità, tutta la mia formazione.  Questo dimostra che niente viene mai sprecato e che, se ci impegniamo a seguire le parole del Gosho e del maestro, tutto alla fine si armonizza per la nostra vittoria.

    Cosa hai portato del tuo essere buddista nel lavoro che fai? 

    Con i partner con cui ho lavorato negli anni, grazie alla pratica buddista, sono riuscito a stabilire un buon rapporto con tutti trovando una sinergia con ognuno. E con gli ascoltatori si è instaurato un legame speciale e quasi familiare. Nel Gosho Nichiren Daishonin scrive infatti: 

    «Il principale tra i 32 attributi del Budda è la sua voce pura e risonante…»  (La voce pura e risonante, RSND, 1, 297).

    Per me è stato importante poter leggere gli scritti di Nichiren Daishonin e del maestro Ikeda contenuti nelle riviste, in particolare Il Nuovo Rinascimento, che ha accompagnato tutta la mia pratica dalla sua fondazione nel 1982, poco prima che conoscessi il Buddismo.

    Cosa vorresti consigliare, infine, ai giovani di oggi che affrontano un mondo, per molti versi ancora più complicato di quello che hai sperimentato tu nel passato ? 

    Ai giovani vorrei dire che è molto importante avere degli obiettivi e sfidarsi nel poterli realizzare senza lasciarsi sconfiggere dalle difficoltà che incontriamo. 
    La cosa fondamentale è credere in noi stessi, il Buddismo insegna questa strada, non come slogan, ma profondamente. 
    La chiave è sconfiggere il dubbio e continuare a cercare la svolta nella nostra vita, continuando a sforzarci giorno dopo giorno.
    Può succedere in qualsiasi momento di essere presi da un grande sconforto, ma se continuiamo a credere nel potenziale che abbiamo dentro di noi e non molliamo, possiamo cambiare la nostra vita. 
    Nella mia esperienza ad esempio, non ho avuto molta fortuna all’inizio ma quando è arrivata l’occasione giusta ero più forte e consapevole del mio valore per poterla gestire a pieno. 
    Grazie al Buddismo anche gli ostacoli e le delusioni diventano grandi opportunità. Anche le persone che stanno intorno percepiscono questa forza e grazie alle esperienze che facciamo possiamo incoraggiarle e trasmettere la pratica buddista. 

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