Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Tutto parte da me - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:34

    440

    Stampa

    Tutto parte da me

    È difficile comprendere e vivere in prima persona concetti come quelli espressi nel famoso trattato del Daishonin in cui si parla di come rendere una società pacifica. Questo è ciò che ha vissuto in prima persona l’autore, un responsabile della SGI-USA, ma in questo articolo si intravedono anche le possibilità per far sì che il concetto di “adottare la dottrina corretta” diventi la bussola della rivoluzione umana di ogni individuo

    Dimensione del testo AA

    È difficile comprendere e vivere in prima persona concetti come quelli espressi nel famoso trattato del Daishonin in cui si parla di come rendere una società pacifica. Questo è ciò che ha vissuto in prima persona l’autore, un responsabile della SGI-USA, ma in questo articolo si intravedono anche le possibilità per far sì che il concetto di “adottare la dottrina corretta” diventi la bussola della rivoluzione umana di ogni individuo

    «Com’è triste che tutti gli uomini escano dalla porta dell’insegnamento corretto per sprofondare nella prigione di queste dottrine errate! Com’è sciocco che essi cadano uno dopo l’altro nelle spire delle dottrine malvagie e rimangano a lungo impigliati nella rete degli insegnamenti che offendono la Legge! Essi si smarriscono in queste nebbie e precipitano in basso fra le fiamme dell’inferno. Quanto devono affliggersi! Quanto devono soffrire! Perciò affrettatevi a cambiare i princìpi su cui si basa il vostro cuore e ad abbracciare l’unico vero veicolo, la sola buona dottrina [del Sutra del Loto]. Se lo farete, il triplice mondo diverrà la terra del Budda, e come potrà mai declinare una terra del Budda? Tutte le regioni nelle dieci direzioni diventeranno terre preziose, e come potrà mai essere distrutta una terra preziosa? In un paese che non conosce declino, in una terra che non conosce distruzione, il vostro corpo troverà pace e sicurezza e la vostra mente sarà calma e indisturbata. Dovete credere alle mie parole e rispettarle» (Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, RSND, 1, 26).
    Sono ormai più di quarant’anni che pratico nella SGI, eppure, ogni volta che leggo questo brano – che è considerato il punto di partenza e di arrivo del Buddismo di Nichiren – penso di essere stato tremendamente lento ad “affrettarmi a cambiare i princìpi su cui si basa il mio cuore”. Ho una serie di scusanti.
    Da occidentale, nato in un ambiente dove la cultura prevalente è quella cristiana, la mia visione del mondo era indubbiamente “non buddista”. Alcuni cardini del Buddismo come la non dualità dell’individuo col suo ambiente erano estranei al mio modo di pensare. Comunque, per quanto non avessi mai preso seriamente in considerazione il funzionamento di causa ed effetto, mi trovavo d’accordo con la spiegazione di questo principio.
    Nel mio caso il maggior ostacolo per “affrettarmi a cambiare” era la mia convinzione di non essere in grado e non aver bisogno di cambiare il mio modo di pensare e di comportarmi. Avevo deciso da tempo che le persone dovevano o accettarmi così com’ero, o non accettarmi affatto. Non mi era mai balenata l’idea che cambiare me stesso avrebbe prodotto cambiamenti a tutto tondo anche nel mio ambiente.
    Ero cresciuto a Chicago. Qui mi avevano sparato, accoltellato e rotto il naso sette volte. Poi, sono stato uno di quei due milioni di americani arruolati per la guerra del Vietnam. Non ho mai combattuto, ma i due anni passati nell’esercito hanno rafforzato la mia convinzione di essere solo contro tutti.
    Tornato negli Stati Uniti e congedato dal servizio militare mi sentivo perduto ed ero precipitato nelle fiamme dell’inferno. Seduto in un bar a West Holly­wood ebbi una conversazione con un uomo che aveva partecipato a una riunione buddista qualche settimana prima. Gli chiesi se era possibile partecipare a quella successiva, lui però era ancora alle prime armi nella pratica e mi rispose che… doveva chiedere il permesso!
    Alla riunione sentivo vibrare il mio cuore al suono della recitazione del Daimoku. Ma mi sentivo scettico verso quei giovani hippy che sottolineavano ogni frase che mi rivolgevano con “comunque”. Io e il mio accompagnatore ci sedemmo nella sala da pranzo che era così affollata da non poter vedere neanche il mobiletto dove era custodito il Gohonzon. Nonostante questo, finita la riunione, quando fu chiesto: «Chi vuole provare la pratica?», vidi alzarsi la mia mano.
    Era da un po’ di tempo che non seguivo nessuna religione e così pensai che avrei adottato e applicato con naturalezza gli insegnamenti del Buddismo. Quella notte mi trovai sdraiato nel letto a pensare: «Io non credo in Dio, ma se ci fosse davvero un Dio? Sarebbe in collera con me?».
    Mi risposi subito: «Se c’è un Dio allora è felice di ciò che sto facendo, perché questa è la cosa migliore che mi sia mai accaduta».
    Quando cominciai a praticare nel 1967 non c’era molto materiale disponibile in inglese, ma un passo del saggio Precetti per la gioventù del secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda mi colpì particolarmente: «Ci sono ancora tanti giovani che non sono capaci di avere compassione per i loro stessi genitori. Come possono pensare di avere cura di perfetti sconosciuti? Lo sforzo di superare la freddezza e l’indifferenza presenti nella nostra vita e di raggiungere lo stesso stato vitale compassionevole del Budda è l’essenza della rivoluzione umana» (Il Gosho e la vita quotidiana, Esperia 2006, vol. 1, pag. 22).
    Da questo capii che avevo bisogno di lavorare sul rapporto con mio padre che era molto conflittuale. Avevo solo due anni quando tornò dal fronte europeo durante la Seconda guerra mondiale e già allora sentii che avrei preferito pensare che fosse morto.
    Oggi invece sono grato che mio padre sia sopravvissuto ai numerosi attacchi di cuore e ictus, così ho avuto il tempo di diventare un figlio che è riuscito ad amare e rispettare suo padre così come era.

    Vivere come essere umano

    Le nostre attività come giovani erano incentrate sulla lettura della Rivoluzione umana, la storia della Soka Gakkai sotto la guida di Josei Toda scritta dal presidente Ikeda, la cui prefazione termina con la famosa frase: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità».
    Il presidente Ikeda dice che è nel cuore che si deve manifestare il principio di “stabilire il corretto insegnamento”. In altre parole senza una trasformazione interiore dell’individuo non può stabilirsi il corretto insegnamento.
    Leggiamo spesso che: «È il cuore che è importante» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889) ma ho impiegato molto tempo per capire quanto questo sia davvero essenziale per vivere un’esistenza significativa come essere umano. Nel Gosho, la parola tradotta con “cuore” può essere intesa anche come “mente” e il suo significato comprende sia l’aspetto emotivo quanto quello intellettuale, che sono elementi fondamentali della nostra psiche.
    Ho uno schema di pensiero lineare e il mio approccio iniziale alla legge di causalità andava di pari passo. Se pensavo a una conversazione me la immaginavo più o meno così: io dirò questo, e lui dirà quello; allora io dirò questo, lui dirà quello e alla fine litigheremo. Al massimo cercavo di prevedere come evitare il litigio, ma questo significava restare nell’ambito della mente, non del cuore, e questo non poteva creare la terra del Budda. Infatti continuavo a sentirmi pieno di risentimento anche se provavo a giustificarmi con me stesso e a volte riuscivo anche ad andare incontro all’altro.
    Il presidente Ikeda afferma: «Gli sforzi incessanti di ognuno di noi per compiere la propria rivoluzione umana all’interno della società sono i mezzi attraverso i quali possiamo cambiare il mondo che ci circonda, e rappresentano un’espressione moderna della “triplice trasformazione della terra”, un insegnamento esposto nel Sutra del Loto (cfr. SDL, 224-226). E questo perché, in definitiva, la trasformazione della terra dipende dalle persone che trasformano il proprio cuore e la propria mente. Quando i princìpi della verità e della giustizia trionfano, la terra – il posto dove viviamo – ne viene influenzata positivamente. Questo è il motivo per cui la lotta insita nel principio della “triplice trasformazione della terra” è in realtà un’implacabile battaglia perché prevalga la verità» (NR, 422, 3).
    La lotta è contro la mancanza di fede nella nostra Buddità e in quella degli altri: la sfiducia o l’incapacità di riconoscere il potenziale di ogni individuo è ciò che causa tutta una serie di malesseri e sofferenze in noi stessi e negli altri. Ognuno possiede i dieci mondi, dall’Inferno alla Buddità e, anche se ognuno di noi ha la tendenza a vivere in uno dei dieci, nessuno vive solo nelle condizioni vitali più basse.
    La mia tendenza karmica è la rabbia. Se ho uno stato vitale elevato, praticando costantemente, riesco a gestire la mia vecchia abitudine di infuriarmi o perdere le staffe nei rapporti con gli altri.
    Ho anche il problema di credere che: «Dato che sono sincero ho ragione». Da quest’idea inconscia ne deriva che: «Se non sei d’accordo con me, non solo hai torto, ma probabilmente, non sei neanche sincero». Sono arrivato a riconoscere chiaramente questo meccanismo e ho desiderato con tutto me stesso di abbandonarlo, ma se non sto attento ci posso sempre ricadere.
    Il presidente Ikeda, commentando il brano del Gosho Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese citato all’inizio, sottolinea che per creare una società pacifica non è tanto importante che tutti abbiano fede nel Sutra del Loto quanto piuttosto che lo spirito della filosofia esposta nel Sutra del Loto, dove si afferma che tutti gli individui sono Budda, prenda piede nella società. Auspica inoltre che concetti come la dignità e la santità della vita diventino i princìpi cardini intorno ai quali ruoti la società.
    Come suo discepolo posso dire che il mio senso di pace interiore e di sicurezza dipendono da quanto sono determinato a prestare ascolto a ciò che dice Nichiren e a metterlo in pratica non solo per me stesso ma anche per tutti gli esseri viventi. Il mio comportamento come essere umano sarà il parametro che voglio adottare per rendermi conto del progresso nella mia rivoluzione umana.

    ©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata