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Tutti hanno il diritto di essere felici - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:44

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    Tutti hanno il diritto di essere felici

    Non siamo nati per soffrire, ma per gioire, per godere della nostra vita. Naturalmente essere felici non vuol dire assenza di problemi. Una volta scoperto che questa Legge funziona così bene, un Bodhisattva della Terra si diverte a far emergere le difficoltà per poterle affrontare. È come un surfista, più alta è l’onda, più si diverte

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    Non siamo nati per soffrire, ma per gioire, per godere della nostra vita. Naturalmente essere felici non vuol dire assenza di problemi. Una volta scoperto che questa Legge funziona così bene, un Bodhisattva della Terra si diverte a far emergere le difficoltà per poterle affrontare. È come un surfista, più alta è l’onda, più si diverte

    Il 28 aprile 1253 Nichiren Daishonin proclamò Nam-myoho-renge-kyo per realizzare la felicità di ogni persona, con il desiderio che si diffondesse in tutto il mondo. Egli ci ha lasciato il Daimoku e ha iscritto il Gohonzon per realizzare kosen-rufu, in altre parole la felicità di tutti.
    La chiave è praticare esattamente come insegna Nichiren. Egli scrive: «Coloro che si definiscono miei discepoli e praticano il Sutra del Loto devono tutti praticare come me. Se lo faranno, Shakyamuni, Molti Tesori e tutte le emanazioni di Shakyamuni nelle dieci direzioni, come pure le dieci fanciulle demoni, li proteggeranno» (RSND, 1, 867).
    Finora solo la Soka Gakkai sta portando avanti il grande desiderio del Budda, il suo voto di realizzare kosen-rufu. Uniti al presidente Ikeda, tutti noi stiamo propagando la Legge mistica con il desiderio che ognuno diventi felice.
    Ogni giorno tante persone si stanno impegnando nello shakubuku per far conoscere l’insegnamento di Nichiren a un amico dopo l’altro. Questa è l’unica cosa che conta, perché rende concreto il desiderio originale di Nichiren: per questo chi fa shakubuku è da lodare e apprezzare.
    Nella Nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda scrive: «Noi siamo nati in questo mondo per godere pienamente della vera felicità di cui parla il Daishonin. […] La vera felicità corrisponde alla gioia che si prova abbracciando la Legge mistica. Recitando Nam-myoho-renge-kyo e dedicandoci con impegno alla propagazione del Buddismo manifestiamo lo stato di Buddità che ci rende invincibili in qualsiasi prova della vita e trasformiamo il nostro ambiente nella “Terra della luce eternamente tranquilla”. Così potremo far scaturire da noi stessi una gioia illimitata e immensa, la “gioia senza limiti della Legge”. Per ottenere la vera felicità non vi è altra strada che la pratica di Nam-myoho-renge-kyo per sé e per gli altri» (La nuova rivoluzione umana, vol. 28, cap. 2 “La strada maestra”, p.ta 29).
    In questo momento è importante chiarire bene come praticare, come mantenere la giusta direzione, e ritornare allo spirito originale di Nichiren Daishonin.
    Tutti hanno il diritto di essere felici, di vivere bene. Non siamo nati per soffrire, ma per gioire, per godere della nostra vita. Naturalmente essere felici non vuol dire assenza di problemi. Una volta scoperto che questa Legge funziona così bene, un Bodhisattva della Terra si diverte a far emergere le difficoltà per poterle affrontare.
    È come un surfista, più alta è l’onda, più si diverte.
    Ognuno di noi ha scelto il proprio karma: con questa consapevolezza possiamo affrontare qualsiasi problema con gioia perché è un’occasione per migliorare.
    Ma come si fa a mantenere sempre al centro il desiderio della felicità di tutte le persone?
    Non dovremmo lasciarci influenzare dagli “otto venti”[ref]Otto venti: prosperità, declino, onore, disonore, lode, biasimo, sofferenza e piacere (RSND, 1, 705).[/ref] né dai “dieci eserciti del demone”[ref]Dieci eserciti del demone: desiderio, tristezza, fame e sete, attaccamento al piacere, sonno, paura, dubbio e rimpianto, collera, aspirazione alla fama e al guadagno, orgoglio e disprezzo (NR, giugno 1986, 10).[/ref]. Il demone del sesto cielo non rinuncia al suo dominio sul mondo di saha: è la lotta eterna tra oscurità e Buddità che avviene dentro di noi, e c’è sempre qualcosa o qualcuno che svolge la funzione di Devadatta per rompere l’armonia dei credenti, per allontanare le persone.
    Si può ragionare quanto si vuole, ma alla fine si torna sempre al punto di partenza, al voto del Daishonin.
    Il Gohonzon è la “formula” certa rivelata per la felicità di tutti gli esseri umani nell’Ultimo giorno della Legge, ma per farlo funzionare bisogna praticare con lo stesso intento di Nichiren. Per collegarsi al Gohonzon, per ricordarsi che tutto parte da lì, abbiamo il Daimoku. L’unico modo per fondere la nostra vita con il Gohonzon è pregare e agire per la felicità delle persone. Ma spesso tendiamo a ragionare con la nostra testa, a girare intorno al punto fondamentale… abbiamo il mezzo per diventare felici ma non lo utilizziamo.
    Eppure si tratta solo di credere, credere con tutto il cuore, proprio come scrive il Daishonin: «Tutto dipenderà indubbiamente dalla forza della tua fede. Avere fede è la base del Buddismo. […] Credere nel perfetto insegnamento significa risvegliare la fede attraverso la dottrina e fare della fede la base della pratica» (RSND, 1, 739).

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