GIORNO 1
Voliamo ancora più in alto come Bodhisattva della Terra
In apertura della Conferenza europea Suzanne Pritchard e Robert Harrap, co-presidenti della SGI Europa, hanno approfondito il significato del tema del 2025, Anno in cui volare ancora più in alto per una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo.
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Riguardo al significato del tema di quest’anno, il presidente Harada ha affermato nel suo recente editoriale che “volare” è una parola1 potente e piena di speranza (cfr. NR, 896), e l’immagine di “volare ancora più in alto” è davvero dinamica e fonte di grande ispirazione.
In questo momento è importante recitare Daimoku e riflettere sul significato che vogliamo dare a questo “volo”, sia nelle nostre vite personali sia nelle rispettive organizzazioni.
È noto a tutti che un aereo è in grado di volare solo superando la resistenza del vento che incontra al momento del decollo2.
Quindi, se in questo momento stiamo incontrando la resistenza del vento contrario non c’è che da rallegrarsi, perché sicuramente lo trasformeremo nella forza propulsiva per spiccare il volo.
Inoltre, in un recente incontro a Tokyo, il presidente Harada ha spiegato che quest’anno così importante, che segna il cinquantesimo anniversario della fondazione della SGI, per l’oroscopo cinese è l’anno del serpente.
I serpenti cambiano la loro pelle, e questo permette loro di crescere. Allo stesso modo, ha commentato, questo è il momento di una nuova crescita della SGI, e ovviamente questo vale anche in Europa.
L’inizio di questo nuovo anno quindi è il momento di abbandonare tutti gli aspetti del nostro “piccolo io” che non ci sono più utili e di rivelare ancora di più la nostra vera identità di Bodhisattva della Terra, condividendo il voto per la felicità di tutte le persone. Questo è il modo per “volare ancora più in alto”.
Il presidente Harada inoltre ha sottolineato «l’immenso significato e la profonda missione della lotta condivisa di maestro e discepolo che unisce Ikeda Sensei e i membri d’Europa».
Cos’è che consente sia a noi che alle nostre organizzazioni di volare più in alto? È proprio il fatto di basare tutto sul cuore di Sensei.
Per quanto abbiamo ricercato Sensei finora, quest’anno – in cui ci troviamo a metà strada nel decennio in cui Sensei ci ha chiamato a trasformare il destino dell’umanità – deve essere il momento in cui ricercare il maestro più di quanto abbiamo mai fatto prima.
Per far sì che tutti noi possiamo “volare ancora più in alto” come Bodhisattva della Terra, determiniamo di dedicare le nostre nobili vite a piantare i semi della pace della Legge mistica nelle nostre rispettive comunità locali, e in tutta Europa.
Come afferma il presidente Harada nel messaggio inviato per la conferenza:
«Abbattiamo con coraggio ogni muro che si erge davanti a noi e voliamo ancora più in alto per realizzare una crescita e un progresso senza precedenti, sia nella nostra vita che nell’espansione di kosen-rufu!»
Studiamo il Gosho ogni giorno per realizzare prove concrete di vittoria
Durante la prima giornata della Conferenza, il direttore della SGI Yoshiki Tanigawa ha sottolineato l’importanza di studiare mettendo in pratica l’insegnamento buddista nella vita quotidiana, come elemento essenziale per approfondire la fede e far avanzare kosen-rufu.
La comprensione dell’insegnamento buddista non avviene semplicemente leggendo il Gosho. È importante leggere e approfondire gli scritti di Nichiren nella nostra vita quotidiana, nel mezzo delle nostre lotte e sfide di tutti i giorni.Ne La nuova rivoluzione umana il maestro Ikeda scrive riguardo a ciò:
«“La ragione alimenta la fede e la fede è alla ricerca della ragione”, dichiarava il presidente Toda. In altre parole, se approfondite la conoscenza razionale, cioè dei princìpi buddisti, anche la vostra fede ne sarà approfondita. E, quando approfondite la fede, anche la vostra comprensione dei princìpi buddisti diviene più profonda. Il cuore umano sbanda facilmente. Anche la gioia più viva e vibrante col passar del tempo tende a raffreddarsi. È un triste dato di fatto, ma una volta che le persecuzioni sorgono, la gente comincia a nutrire dubbi sulla fede. […] Lo studio, quindi, illumina la via che dovremmo seguire dal punto di vista della fede in quanto seguaci del Buddismo» (NRU, 2, 21)
Il maestro Ikeda inoltre ha scritto:
«Lo studio buddista della Soka Gakkai è uno studio che ha scopi pratici. Il fine della lettura degli scritti del Daishonin e dello studio dei principi del Buddismo è incoraggiare la persona davanti a noi e far emergere la saggezza per superare i problemi, cosicché possiamo manifestare lo stato vitale di Buddità e aprire assieme la strada della grande vittoria. Se studiamo seriamente il Gosho, recitiamo e ispiriamo gli altri e li aiutiamo a vincere, la “saggezza della verità dell’insegnamento essenziale che funziona in accordo con le circostanze mutevoli” traboccherà incessantemente nelle nostre vite» (I giovani e gli scritti di Nichiren Daishonin, Esperia, 97)
Nello specifico, sono stati sottolineati degli aspetti fondamentali sull’atteggiamento da assumere quando leggiamo gli scritti di Nichiren Daishonin.
Innanzitutto, è diverso capire un insegnamento a livello razionale o comprenderlo con la fede, proprio come scrive il maestro Ikeda:
«Toda disse: “Dovreste leggere ogni riga del Gosho con una personale profonda convinzione della sua verità”. È diverso capire un insegnamento a livello razionale o comprenderlo con la fede: se applicate le parole del Daishonin nella vostra vita, arriverà sicuramente un momento in cui vi troverete a dire: “Ah, ecco a che cosa si riferisce!”, e ne coglierete completamente il significato» (BS, 162)
In secondo luogo, grazie allo studio del Gosho possiamo entrare in contatto con lo spirito di Nichiren Daishonin ed esserne ispirati.
Scrive il presidente Ikeda:
«“Non si tratta di cercare di capire il Gosho a livello intellettuale, ma di entrare in contatto con la vita di Nichiren Daishonin ed esserne ispirati. In questo modo, inizieremo a ricordare ciò che abbiamo imparato in passato, perché è certo che tutti voi avete studiato i suoi insegnamenti nelle vostre esistenze passate. Senza una simile ispirazione non possiamo tenere una vera lezione di Gosho. Dobbiamo studiare il Gosho con la serietà di un maestro spadaccino che affronta un intenso allenamento» (Traduzione provvisoria di una guida del presidente Toda citata in un discorso di Ikeda Sensei alla conferenza esecutiva dei responsabili della regione di Shin’etsu, 24 agosto 2007)
Creando un legame con la vita del Daishonin, leggendo i suoi scritti mentre ci impegniamo per kosen-rufu, espandiamo il nostro stato vitale. Possiamo far emergere un cuore da leone, una condizione interiore vasta come il cielo e profonda come il mare.
Anche la campagna di Osaka, che era stata vista come impossibile da vincere alla luce delle circostanze oggettive, fu invece vinta realizzando l’impossibile. La forza trainante dietro a ciò furono le lezioni sul Gosho in cui il maestro Ikeda infondeva tutte le sue energie e il suo spirito, che egli teneva ogni giorno dopo il Gongyo e il Daimoku della mattina presso la sede centrale del Kansai.
Le persone affrontano molte sfide sia personali che per kosen-rufu. Per vincere queste battaglie concrete, è fondamentale studiare il Gosho e realizzare con risolutezza grandi prove concrete di vittoria. Questo è ciò che significa lo “studio buddista messo in pratica”.
La lezione si è conclusa con l’invito a studiare il Gosho basandoci su questo atteggiamento e a diventare dei leader capaci in grado di guidare con convinzione gli altri verso la vittoria!




GIORNO 2
Riportiamo una sintesi di alcuni interventi durante il secondo giorno della Conferenza europea
I punti principali per realizzare kosen-rufu
Nel suo intervento il direttore della SGI Yoshiki Tanigawa ha messo in luce gli elementi principali per poter realizzare kosen-rufu in modo ancora più fruttuoso.
Gli elementi principali per poter realizzare kosen-rufu in modo ancora più potente e fruttuoso.Si possono riassumere in cinque punti:
- La preghiera è la sfida fondamentale per realizzare kosen-rufu
- L’unità di “diversi corpi, stessa mente” è la chiave per la vittoria
- La gioia di fare shakubuku con uno spirito generoso e una mente aperta
- Far crescere i giovani è la chiave per lo sviluppo eterno di kosen-rufu
- Costruire un’organizzazione forte incoraggiando con tutto il cuore ogni persona di fronte a noi
1. La preghiera è la sfida fondamentale per realizzare kosen-rufu
Fin da giovane, in ogni sfida che intraprendeva per kosen-rufu, Sensei sottolineava l’importanza di iniziare dalla preghiera e lo dimostrava con l’esempio.
Nel periodo pionieristico, sia durante la Campagna di Kamata che durante quella di Osaka in cui riuscì a ottenere un risultato senza precedenti nella propagazione del Buddismo, egli incoraggiò tutti a partire da una forte preghiera.
A questo proposito scrive:
«La prima cosa da fare è pregare: dal momento in cui cominciamo a farlo, le cose iniziano a muoversi. Più buia è la notte, più vicina è l’alba. Dall’istante in cui recitiamo Daimoku con grande e profonda decisione, il sole sorge nei nostri cuori. […] La preghiera è il sole della speranza. Affrontare ogni problema con una forte preghiera, risolverlo e di conseguenza elevare la nostra condizione vitale: questa è la via per “trasformare le illusioni e i desideri in Illuminazione”, come ci insegna il Buddismo del Daishonin. Una persona che decide seriamente di essere un leader dimostra un grande senso di responsabilità quando affronta difficoltà e sofferenze per il bene degli amici e per la propagazione della Legge. Senza dubbio questo è il comportamento di un bodhisattva. Non c’è sofferenza né avversità che un Bodhisattva della Terra non possa vincere. Pertanto, qualunque cosa accada, desidero che avanziate, passo dopo passo, recitando sempre Nam-myoho-renge-kyo con voce vibrante» (Cfr. NR, 177)
E in un’altra guida, scrive:
«La preghiera è il coraggio di non arrendersi. È una lotta per abbattere la nostra debolezza e la sfiducia in noi stessi che ci porta ad abbassare la testa pensando “è impossibile per me realizzare”. È l’azione con la quale imprimiamo nella profondità della nostra vita la convinzione che possiamo trasformare qualsiasi situazione, senza alcun dubbio» (NR, 619)
Recitando Daimoku, rafforziamo e consolidiamo sempre di più la nostra determinazione di vincere qualunque cosa accada. Questa è una sfida fondamentale. Ciò che più conta è recitare Daimoku con una forte convinzione che tutte le nostre preghiere avranno senza dubbio risposta. Nel Gosho, Nichiren Daishonin afferma:
«Se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede. Non è assolutamente colpa di Nichiren se non ottieni risposta. Quando l’acqua è limpida, la luna vi si riflette. Quando soffia il vento, gli alberi si agitano. La nostra mente è come l’acqua: una fede debole è come l’acqua torbida, una fede risoluta è come l’acqua limpida. Gli alberi sono come i princìpi e il vento che li agita è come la recitazione del sutra. Questo devi comprendere» (Risposta alla monaca laica Nichigon, RSND, 1, 957)
Le parole “se la tua preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede” esprimono la sua incrollabile convinzione che il Gohonzon e l’insegnamento del Daishonin hanno il potere assoluto per la vittoria. È essenziale avere questo tipo di convinzione assoluta che pulsa nel proprio cuore e che permea il proprio ichinen. La preghiera basata sulla forte convinzione è la chiave per aprire la strada a tutto.
Il maestro Ikeda scrive a riguardo:
«Quando recitiamo, è importante nutrire la salda convinzione che tutte le nostre preghiere riceveranno una risposta e recitare con intensità. I maestri e i discepoli, Bodhisattva della Terra impegnati insieme per kosen-rufu, uniscono i loro cuori nella recitazione del Daimoku: è grazie a ciò che le preghiere si realizzeranno infallibilmente. Se promettiamo sinceramente di realizzare kosen-rufu mentre recitiamo Daimoku, la nostra sarà una recitazione da Bodhisattva della Terra. In quel momento la nostra vita si aprirà e si allargherà a quella dei Bodhisattva della Terra» (NRU, 23, 297)
Come praticanti del Buddismo di Nichiren dovremmo incidere profondamente nei nostri cuori la convinzione che la nostra preghiera basata sul voto è la forza trainante più potente per ottenere la vittoria nelle sfide per realizzare kosen-rufu e per condurre i nostri compagni e le nostre compagne di fede alla felicità. Infatti, recitando Daimoku, la nostra vita viene permeata dalla natura di Budda e, di conseguenza, siamo in grado di far emergere la natura di Budda che risiede nella vita di tutti gli esseri viventi. Pertanto, recitare Daimoku è la sorgente fondamentale della forza per realizzare l’espansione di kosen-rufu e anche la nostra rivoluzione umana.
Inoltre, come afferma il maestro Ikeda, recitare un Daimoku basato sul voto di realizzare kosen-rufu significa creare una comunicazione vita a vita tra maestro e discepolo attraverso le tre esistenze:
«Siete sempre nel mio cuore. Siamo legati dal Daimoku. Finché continuerete a lottare per kosen-rufu con la mia stessa determinazione, saremo uniti da un profondo legame. Questo è il legame che unisce maestro e discepolo. Nel Buddismo, la non dualità di maestro e discepolo è eterna e senza tempo, il che significa che saremo insieme non solo durante questa esistenza, ma anche nelle prossime» (NRU, 19, 208).
2- L’unità di “diversi corpi, stessa mente” è la chiave per la vittoria
Nel Gosho, riguardo all’unità di “diversi corpi, stessa mente” il Daishonin afferma:
«In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo stesso spirito di “diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren. Se è così, anche il grande desiderio di un’ampia propagazione potrà realizzarsi» (L’eredità della Legge fondamentale della vita, RSND, 1, 190)
In altre parole, l’unità di “diversi corpi, stessa mente” basata su una forte preghiera è il nucleo della propagazione di Nichiren Daishonin, e dove c’è tale unità kosen-rufu verrà sicuramente realizzato.
Tuttavia, anche se dentro di noi sappiamo quanto sia importante creare una meravigliosa unità, poiché è la chiave per la vittoria, ci possono essere delle persone con cui sentiamo di non riuscire a creare questa unità armoniosa. Il maestro Ikeda scrive a riguardo:
«Ma come si crea l’unità tra i membri? La chiave è la preghiera, recitare Daimoku con impegno. Quando incontriamo qualcuno con cui troviamo difficile avere a che fare, dobbiamo pregare sinceramente per quella persona. Quando litighiamo o ci scontriamo con qualcuno, significa che la condizione vitale di entrambi è bassa. Pregare per la felicità dell’altro ci aiuterà a elevare il nostro stato vitale. I conflitti emotivi sono frequentemente causati da malintesi, perciò è importante che parliamo l’uno con l’altro senza preconcetti. Dobbiamo avere il coraggio di impegnarci a dialogare tra noi. Non c’è alcuna ragione per cui due persone di fede che condividono lo scopo fondamentale di kosen-rufu non possano essere capaci di risolvere le proprie divergenze» (NRU, 9, 256)
Anche se sappiamo quanto è importante, non è facile realizzare l’unità. Per poter sviluppare l’unità superando le varie differenze, abbiamo bisogno di un asse, una colonna spirituale. Questo asse non è altro che lo spirito di “maestro e discepolo”. Un’autentica unità si crea quando ci impegniamo insieme ai nostri compagni di fede uniti dal voto di portare al maestro la nostra vittoria nello sviluppo di kosen-rufu, per renderlo felice. Attraverso l’unità di “diversi corpi, stessa mente”, ognuno di noi può superare dinamicamente i propri limiti e ottenere una grande vittoria!
3- Provare la gioia di fare shakubuku, con spirito generoso e mente aperta
Il terzo punto per poter realizzare kosen-rufu riguarda la gioia, il coraggio e la determinazione con cui condividiamo il Buddismo con gli altri.
Anche per lo shakubuku una forte preghiera è il punto di partenza. Il maestro Ikeda scrive:
«Riguardo alla propagazione, il presidente Toda spesso diceva: “La chiave è pregare sinceramente il Gohonzon. Non c’è nessun altro modo di diffondere il Buddismo!”. Dobbiamo pregare perché gli altri percepiscano il nostro sincero desiderio che diventino felici. “Per favore, permettimi di compiere la mia missione in questa vita come emissario del Budda!”: ecco quale dovrebbe essere la nostra preghiera» (Saggezza del Sutra del Loto, Esperia, vol. 3, 207)
È capitato a tutti di sfidarsi nel condividere il Buddismo con altre persone senza vedere i risultati sperati, e di sentirsi per questo frustrati. Ma il maestro Ikeda ci incoraggia con queste parole:
«Anche se la persona con la quale dialogate non inizia a praticare immediatamente, avete comunque piantato il seme della Buddità nel suo cuore, pertanto prima o poi abbraccerà questa fede. Fare in modo che le persone sentano parlare di questo Buddismo è la base della propagazione. […] Di solito ci si sente delusi e amareggiati se le persone con le quali abbiamo parlato sinceramente della pratica non abbracciano questa fede. Ma i benefici che otteniamo sono gli stessi, sia che facciamo in modo che esse ascoltino gli insegnamenti, sia che ci adoperiamo affinché sviluppino la fede in essi. La cosa importante è parlare chiaro e condividere gli insegnamenti buddisti corretti. […]
Il fatto che una persona che ha sentito parlare di Buddismo scelga di abbracciarlo o meno non vi riguarda. Ciò che importa è con quante persone condividiamo il Buddismo, spinti dal desiderio sincero di vederle felici. È certo molto importante anche il fatto di desiderare che esse inizino a praticare, se consideriamo che il nostro obiettivo è la felicità di ogni persona attraverso questa pratica. Tuttavia, non c’è motivo di amareggiarsi o di restare delusi se non dovessero farlo.
Provate a fare shakubuku a una persona. Se non va a buon fine, provate con altre due. Se ancora non funziona, provate con tre, cinque, dieci. E se ancora non va, allora fate shakubuku a venti persone. Se nessuno si dimostra interessato, provate a parlarne con trenta o quaranta. Il punto sta nel continuare a fare shakubuku con convinzione e un alto stato vitale. Tutti i vostri sforzi si tradurranno in benefici e buona fortuna, e trasformerete il vostro karma. Siamo tutti dei moderni Bodhisattva Mai Sprezzante, dei Bodhisattva della Terra. Stiamo tutti percorrendo la stessa strada suprema della pratica buddista di Nichiren Daishonin» (NRU, 25, 108).
Perciò, a prescindere dai risultati immediati, dobbiamo goderci gli sforzi che compiamo, mantenere uno spirito generoso e una mente aperta, e portare avanti le attività di propagazione con un senso di gratitudine, sorridenti e consapevoli che non c’è onore più grande in questa esistenza che parlare agli altri della Legge mistica, anche solo con poche parole. Attraverso la pratica di shakubuku possiamo forgiare una forte condizione vitale che ci permette di trasformare qualsiasi tipo di karma in fonte di felicità, senza lasciarci sconfiggere da nulla.
Inoltre può succedere anche che alcune persone a cui avevamo fatto shakubuku e che erano entrate a far parte della Soka Gakkai, si siano allontanate. Il maestro Ikeda ci ricorda questo:
«Ci sono casi in cui, pur facendo tutto il possibile e impegnandoci al massimo, la persona che stiamo sostenendo decida comunque di smettere di praticare. Tuttavia, non è colpa della persona che l’ha introdotta al Buddismo. Per esempio, immaginiamo che qualcuno abbia costruito un ponte che conduce alla felicità e dica a un amico di attraversarlo. L’amico lo ascolta e si incammina, per poi fermarsi a metà strada e tornare indietro. È una scelta dell’amico quella di non attraversare il ponte, è una sua decisione. Pertanto, non c’è motivo di sentirsi scoraggiati quando ciò accade» (NRU, 26, 171)
4- Far crescere i giovani è la chiave per lo sviluppo eterno di kosen-rufu
Far crescere i giovani è cruciale per la realizzazione di kosen-rufu, per quanto dinamica e solida sembri un’organizzazione, se i suoi giovani non stanno crescendo alla fine essa ristagnerà. Il maestro Ikeda ha sottolineato un punto importante per la loro crescita:
«Per educare i giovani è necessario trascorrere il proprio tempo con loro, parlare e lavorare insieme a loro. Bisogna condividere le nostre esperienze. Se si ha la passione di farli crescere come individui capaci, se si prega per loro e si fa del nostro meglio, si sta seminando un seme nei loro cuori. Sebbene non sia visibile ora, un giorno quel seme fiorirà in modo vigoroso» (Storie di vita, jazz e Buddismo, Esperia, 184)
E in un’altra occasione ha spiegato:
«Se sono oppressi dalle preoccupazioni, i giovani non possono dare libero gioco alle proprie capacità. Perciò è necessario ascoltarli attentamente, discutere con loro dei loro problemi e incoraggiarli a usare le difficoltà come occasioni per approfondire la loro fede. Se, per esempio, qualcuno stesse incontrando problemi sul lavoro a causa di difficoltà nei rapporti umani, dovremmo incoraggiarlo a impegnarsi nelle attività della Gakkai con lo scopo di risolvere quelle difficoltà. Se paragoniamo il nostro progresso verso la grande meta di kosen-rufu alla rivoluzione della terra attorno al sole, allora i nostri sforzi per risolvere i problemi personali e avere una risposta concreta alle nostre preghiere sono come la rotazione della terra attorno al proprio asse. La combinazione di questi due movimenti apre davanti a noi la strada verso la felicità.
In ogni caso ciò che conta è che curiamo i giovani come se fossero i nostri fratelli e le nostre sorelle minori. I giovani non cresceranno in un’organizzazione fredda e senza cuore» (NRU, 12, 31)
Mentre ci sfidiamo a rivoluzionare il nostro stato vitale, dovremmo incoraggiare calorosamente e con sincerità il maggior numero possibile di giovani e far crescere persone capaci per kosen-rufu.
5- Costruire un’organizzazione forte incoraggiando con tutto il cuore ogni persona
L’ultimo punto della lezione ha evidenziato quanto sia fondamentale prendersi cura di ogni singola persona. Il maestro Ikeda è sempre riuscito ad aprire un varco per l’espansione di kosen-rufu grazie alla massima sincerità con cui ha incoraggiato ogni persona. Egli scrive:
«Kosen-rufu comincia sempre con la rivoluzione umana di un singolo individuo. Una persona prende l’iniziativa con determinazione e incoraggia un’altra a fare lo stesso; poi ne ispirerà un’altra, e poi un’altra ancora. Il coraggio di un individuo richiama il coraggio degli altri. Questa catena di determinazione trasmessa da una persona all’altra, da cuore a cuore, è la chiave per lo sviluppo del nostro movimento» (NR, 486)
Nel maggio del 1956, con la storica “campagna di Osaka”, in cui fu realizzato l’impossibile, venne posta una pietra miliare senza precedenti nell’espansione di kosen-rufu: 11.111 famiglie si convertirono al Buddismo in un solo mese. Anche in quell’occasione, la causa fondamentale della vittoria è racchiusa negli sforzi compiuti da Ikeda Sensei che, in soli sei mesi, riuscì a incontrare a casa e incoraggiare ottomila membri, principalmente nella città di Osaka, fino a consumare tre biciclette.
Si può dire che gli incoraggiamenti del maestro Ikeda sulle visite a casa e sulle guide personali, basate su queste sue azioni risolute e instancabili, costituiscano una “formula per la vittoria” universale, che possiamo applicare a ogni nostra sfida per kosen-rufu. Egli scrive:
«Dobbiamo impegnarci a incontrare più famiglie possibile, anche solo una in più, e a offrire guide personali a quante più persone possiamo. In questo modo aiutiamo i nostri compagni di fede a diventare felici, a rafforzare l’organizzazione e a costruire delle solide fondamenta per la Soka Gakkai. È un errore pensare che esista un modo diverso o speciale per farlo. Per ottenere un buon raccolto, è necessario dissodare con cura il terreno con un aratro o una zappa. Allo stesso modo, per far crescere persone capaci dobbiamo nutrire e coltivare la loro crescita attraverso un impegno costante e tenace, offrendo loro guide e consigli personali» (NRU, 27, 192)
In conclusione, è stato ribadito che attraverso le sue vittorie per kosen-rufu, Sensei ha dimostrato che la chiave per la vittoria è incoraggiare con costanza e tenacia una persona dopo l’altra. Dovremmo imparare dal suo esempio e realizzare nel 2025 – “Anno in cui volare ancora più in alto per una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo” – degli straordinari risultati nell’espansione di kosen-rufu, mirando al centenario della fondazione nel 2030!
Incoraggiare la persona che abbiamo di fronte
Yumiko Kasanuki, vice direttrice della SGI, nel suo intervento ha parlato delle visite all’estero compiute dal maestro Ikeda nel 1981, viaggiando per oltre cinque mesi. Allora lei era responsabile delle giovani donne della Soka Gakkai e faceva parte della delegazione che accompagnava Ikeda Sensei
Le azioni del maestro Ikeda erano sempre focalizzate nell’incoraggiare chiunque incontrasse. Dalla mattina alla sera, camminando o viaggiando in treno, incoraggiava ogni singola persona che incontrava e creava legami di amicizia cuore a cuore, anche con il personale dell’hotel e gli chef che non erano membri della Soka Gakkai. Sensei incoraggiava ogni persona con tutto se stesso. Con il suo esempio, ci ha mostrato come vivere ogni attimo al massimo, con la consapevolezza che non sappiamo quando potremo incontrare di nuovo la persona che abbiamo di fronte, e quindi non possiamo perdere l’occasione di incoraggiarla. Sensei ci ha insegnato che il Buddismo consiste nel continuare a stare vicino alle persone che soffrono di più, nel rialzarsi insieme a loro, senza abbandonare mai nessuno.
In una guida intitolata Il potere dell’incoraggiamento, il maestro Ikeda scrive:
«Ciò che conta è la nostra profonda determinazione a incontrare e parlare con gli altri. In altre parole, si tratta della nostra sincera determinazione a prenderci la massima cura della persona con cui abbiamo stretto un legame. In una determinazione così sincera è racchiusa ogni cosa: compassione, fiducia, solidarietà e vittoria» (Traduzione provvisoria, dal Daibyakurenge di gennaio 2025)
Inoltre, alla riunione dei responsabili di centro di novembre 2024 è stato proiettato il video di un discorso in cui il maestro Ikeda afferma:
«[…] Ciò che conta davvero sono i piccoli incontri, come gli zadankai, le visite a casa e le guide personali. I leader veramente capaci sono coloro che sanno coinvolgere gli altri cuore a cuore, in un dialogo stimolante, ispirandoli con calorosi incoraggiamenti a ripartire con una nuova determinazione nella fede. La determinazione che nasce da queste interazioni tende a durare nel tempo. Diventa un catalizzatore, dando vita a una “reazione a catena” che si diffonde fino a toccare innumerevoli altre persone.
Ma solo l’impegno costante di incontrare e dialogare con ogni persona in modo sincero, cuore a cuore, può produrre una simile reazione a catena. Come da un’onda ne nascono altre decine di migliaia: in questo modo è stata costruita la Soka Gakkai, con impegno e costanza. Quindi, decidere di raddoppiare i nostri sforzi può creare un’altra potente reazione a catena. È lungo questo cammino che si trova l’eterno sviluppo di kosen-rufu. […] L’amicizia è forza. La forza fondamentale della Soka Gakkai è l’amicizia, la solidarietà tra le persone e una solida unità nella fede. La struttura organizzativa viene dopo: l’organizzazione è un mezzo per approfondire l’amicizia, la solidarietà e la fede. Le attività della Soka Gakkai per ampliare la rete di amicizia nelle comunità locali e nella società ci permettono di accumulare preziosi tesori nella vita quotidiana» (NR, 892)
«L’impegno costante di incontrare, dialogare e creare un legame sincero con ogni singola persona produrrà una reazione a catena, come da un’onda ne nascono altre decine di migliaia»: questa è la guida per il grande sviluppo di ogni zona che Sensei ci ha affidato.
In questo Anno in cui volare ancora più in alto per una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo, mettiamo in pratica queste parole del nostro maestro realizzando splendidi risultati nell’espansione di kosen-rufu e una grande crescita del Gruppo giovani!
Tutto inizia da una singola persona determinata
Ripercorrendo il volume 30 de La nuova rivoluzione umana, il responsabile giovani della SGI Mitsuo Nishikata ha riconfermato la missione e il significato di impegnarsi come membri del Gruppo giovani dopo la scomparsa di Ikeda Sensei. Di seguito una sintesi del suo discorso che ha ispirato tutti i partecipanti.
Nel trentesimo volume de La nuova rivoluzione umana, Ikeda Senesi scrive:
«Shin’ichi aveva atteso e creato il tempo opportuno per annunciare l’alba di una nuova era» (NRU, 30, 454).
Sensei ha sempre dato grande importanza al “tempo”, sia nel portare avanti le varie attività per kosen-rufu, sia nell’incoraggiare ogni compagno di fede.
Nel volume 30 il maestro Ikeda presenta le quattro calligrafie da lui realizzate il 3 e il 5 maggio 1979: “Grande montagna”, “Grande albero di ciliegio”, “Lotta condivisa” e “Giustizia”. Solo più tardi queste calligrafie furono rese pubbliche. La calligrafia di “Giustizia” fu presentata nell’ottobre 2004 e la calligrafia di “Lotta condivisa” nell’aprile 2009. Le calligrafie di “Grande montagna” e “Grande albero di ciliegio” vennero presentate per la prima volta alla riunione dei responsabili di centro di giugno 2010.
Quella riunione ha costituito un punto di svolta importante per noi discepoli di Ikeda Sensei: infatti è stata la prima riunione dei responsabili di centro a cui Sensei ha deciso di non partecipare. Queste due calligrafie sono state presentate per la prima volta insieme al messaggio in cui Sensei ha scritto:
«Per me è giunto il momento di dare i ritocchi finali al mio lavoro, e di lasciare ogni cosa a voi» (NR, 449)
Sempre nel capitolo “La grande montagna”, Shin’ichi Yamamoto afferma con risolutezza:
«La vera prova per i discepoli non consiste nello sforzarsi mentre ricevono guide e istruzioni ogni giorno dal loro maestro. Quella è la fase dell’allenamento. I discepoli vengono messi davvero alla prova quando il loro maestro non è più direttamente alla guida. […] Alzatevi con determinazione al mio posto! Ognuno di voi deve diventare “Shin’ichi”!» (Ibidem, 76)
È importante rendersi conto di quanto Sensei abbia aspettato e creato il “tempo giusto”.
A tal proposito è importante studiare il capitolo “Il voto” tenendo presente la prospettiva del “tempo” creato da Sensei.
La seconda metà del capitolo “La campana che annuncia l’alba” e i capitoli “Grida di vittoria” e “Il voto” racchiudono la storia di vent’anni kosen-rufu, dal 1981 al 2001.
Quei vent’anni sono stati senza dubbio un periodo in cui la Soka Gakkai è cresciuta fino a diventare una religione mondiale. Ikeda Sensei si concentrò nell’incoraggiare e nel far crescere i giovani, gettando le basi di kosen-rufu mondiale. E il capitolo “Il voto” inizia esattamente così:
«Le porte di una nuova era vengono aperte dai giovani. L’emergere di un flusso costante di giovani talenti che manifestano pienamente le proprie potenzialità è essenziale per lo sviluppo ininterrotto di qualsiasi organizzazione, società o nazione. Proprio per questo motivo Shin’ichi Yamamoto aveva sempre concentrato la sua attenzione e le sue energie sulla crescita dei giovani» (NRU, 30, 605)
In quei vent’anni, Ikeda Sensei viaggiò in tutta Europa e in altri paesi per piantare i semi della pace, e nel capitolo “Il voto” la consapevolezza e la determinazione di Shin’ichi sono descritte come segue:
«La divisione genera la divisione, ragion per cui è importante diffondere una filosofia che ci unisca e ci faccia tornare al comune denominatore della nostra umanità. Il mondo è costantemente in preda a cambiamenti sconvolgenti. Nessuna epoca rimane sempre uguale a se stessa; nessuna società si ferma. Persino gli scenari che sembrano eterni alla fine si scongelano. Shin’ichi Yamamoto nutriva una grande fiducia nel fatto che la storia dell’umanità si stesse dirigendo verso la pace e l’unità o, ancora meglio, era deciso a fare tutto il possibile per far sì che ciò accadesse» (NRU, 30, 669)
Considerando l’attuale situazione dell’Europa e del resto del mondo, questa guida è davvero importante per costruire la vera pace.
Nella scena finale del capitolo “Il voto” è descritta la riunione dei responsabili di centro di novembre 2001. Qui Shin’ichi lancia un appello ai giovani nel suo cuore:
«Andiamo avanti insieme! Lottiamo finché avremo vita. Avanziamo con fiducia e vigore facendo risuonare in alto il suono della seconda serie delle Sette Campane» (NRU, 30, 835)
Alla riunione generale per celebrare il 3 maggio, che si tenne un mese dopo la morte di Toda Sensei, il maestro Ikeda condivise la visione delle “sette campane” per scandire il ritmo del progresso di kosen-rufu ogni sette anni. Per questa visione Sensei prese ispirazione dalle parole di Toda, che aveva affermato: «Suoniamo una campana di kosen-rufu ogni sette anni e facciamo risuonare le “sette campane”!»
Sensei incoraggiò tutti a continuare ad avanzare con coraggio e convinzione seguendo questo ritmo di sette anni, sempre con lo sguardo rivolto al futuro.
Dopo la scomparsa di Toda, questa visione costituì un grande punto di riferimento che diede a tutti i compagni di fede la forza di andare avanti con ottimismo.
L’ultima scena che Sensei ha descritto nel capitolo “Il voto” risale al 2001, l’anno in cui è iniziato il secondo periodo delle sette campane.
«Quest’anno rappresenta una svolta importante poiché siamo a metà del secondo periodo delle sette campane, iniziato all’alba del ventunesimo secolo. Non è esagerato affermare che quest’anno determinerà il futuro di kosen-rufu non solo fino al 2030, centenario della fondazione della Soka Gakkai, ma oltre, verso il 2050», ha sottolineato Nishikata. In un mondo che sta affrontando il cambiamento climatico e la crisi globale, l’umanità si trova a un bivio tra “cooperazione” e “divisione”.
Ecco perché la nostra missione è sempre più importante, poiché mettiamo in pratica la filosofia umanistica del Buddismo e uniamo le persone di tutto il mondo, trascendendo ogni tipo di muro di divisione.
Alla fine del capitolo “Il voto”, Shin’ichi Yamamoto riporta le parole del suo maestro Josei Toda:
«Se c’è un nucleo di giovani, anzi, se anche c’è solo un unico vero discepolo, kosen-rufu si realizzerà sicuramente» (NRU, 30, 834)
Tutto inizia da una singola persona determinata.
Subito dopo la scomparsa di Toda, Ikeda Sensei convocò immediatamente una riunione straordinaria dei responsabili del Gruppo giovani uomini.
Durante l’incontro affermò:
«Sorprendiamo la società mostrando come il maestro Toda ha allenato e fatto crescere noi giovani! Mostriamo come la Soka Gakkai sta progredendo magnificamente!»
Questo fu il “voto del discepolo” che Ikeda Sensei formulò per primo dopo la morte del suo maestro. Un giovane si alzò per primo. Vedendo ciò, tutti i membri della Gakkai riuscirono ad avanzare.
Concludendo il suo intervento, Nishikata ha invitato i giovani d’Europa a determinare con forza di mostrare ancora una volta al mondo che se c’è un giovane che ha nel cuore il suo “eterno maestro”, le fondamenta della Soka Gakkai rimarranno incrollabili per l’eternità.
Inoltre ha sottolineato l’importanza di dialogare con gioia con i compagni di fede di ogni paese, rafforzando i legami tra membri del Gruppo giovani d’Europa per aprire la strada a uno sviluppo del movimento di kosen-rufu mondiale senza precedenti.





GIORNO 3
Avanziamo con lo spirito “Io sono la Soka Gakkai”
Durante la conferenza europea la vicedirettrice della SGI, Yumiko Kasanuki, ha ripercorso alcune tappe del cammino di pace tracciato dal maestro Ikeda nel periodo della fondazione della SGI. Di seguito una sintesi del suo intervento
Nel 1974, l’anno che precede la fondazione della SGI, Ikeda Sensei visitò uno dopo l’altro vari Paesi del mondo trascorrendo ben 102 giorni in viaggio.
Durante quel periodo, realizzò la sua prima visita in Cina, aprendo la porta dell’amicizia tra Giappone e Cina. Durante la sua prima visita in Unione Sovietica incontrò il Primo Ministro Kosygin. E nella sua seconda visita in Cina ebbe luogo l’unico, irripetibile incontro di Sensei con il premier Zhou Enlai.
Quando gli domandarono perché si recasse in un paese che negava la religione, il maestro Ikeda rispose che là c’erano persone che facevano parte della famiglia umana e che condividevano lo stesso desiderio di pace, affermò:
«Farò questo viaggio per costruire ponti di amicizia, unendo i cuori delle persone».
All’epoca i due blocchi di Stati Uniti e Unione Sovietica erano contrapposti nella Guerra fredda, mentre il conflitto tra Cina e Unione Sovietica minacciava di sfociare in una vera e propria guerra.
Sensei ha dedicato la sua vita a sanare le divisioni che affliggono il mondo, e a scongiurare una Terza Guerra mondiale.
Nell’anno successivo, il 1975, i viaggi di Sensei cominciarono da Los Angeles e New York, dove incontrò il Segretario Generale delle Nazioni Unite. A questo incontro seguì quello con Henry Kissinger, allora Segretario di Stato degli Stati Uniti, a Washington DC.
Dopo aver visitato l’Università di Chicago, tornò a Los Angeles e poi alle Hawaii, e finalmente a Guam, attraversando gli Stati Uniti per ben due volte.
La SGI è stata fondata durante questo periodo di lotta incessante da parte del maestro Ikeda, scandito da un’agenda molto serrata, tra cambiamenti continui di fuso orario e di clima. Prima del suo incontro con Kissinger, Sensei tenne una riunione con i giovani di Los Angeles.
La linea diplomatica portata avanti da Kissinger faceva sì che il mondo osservasse ogni sua mossa con molta attenzione. Alcuni affermarono che, data la sua figura di politico internazionale, sarebbe stato meglio parlargli in modo “morbido” della Soka Gakkai.
Dopo aver ascoltato attentamente le opinioni dei giovani, Sensei condivise la sua decisione in modo molto chiaro:
«Non c’è bisogno di preoccuparsi per questo. La mia stessa esistenza è la Soka Gakkai. Avanziamo con lo spirito di “Io sono la Soka Gakkai”».
L’approccio sincero e diretto di Sensei aprì il cuore di Kissinger il quale, una volta concluso il loro dialogo, disse: «Incontriamoci qualche volta. Teniamoci in contatto. Quando verrà in America, la prego di farmi visita». Questo spirito coraggioso è lo spirito di shakubuku ed è la fonte dello sviluppo della SGI e della nostra rete di amicizie che si è espansa in tutto il mondo.
Come aveva proposto Kissinger, si incontrarono in seguito molte volte e il loro dialogo è stato pubblicato in un libro.
“Io sono la Soka Gakkai”, e “io sono discepola/o di Sensei!”: con questo spirito parliamo con coraggio della grandezza di questo Buddismo, della Soka Gakkai e del maestro Ikeda.
A volte possiamo provare un senso di impotenza rispetto ai cambiamenti globali, ma Sensei ha affermato:
«Può sembrare impossibile realizzare un cambiamento in un singolo paese o addirittura nel mondo. Ma in fin dei conti non si tratta che di insiemi di persone, plasmati dal modo di pensare e di comportarsi di quelle stesse persone. Perciò una trasformazione interiore nel cuore e nella mente degli esseri umani è il punto di partenza di un cambiamento autentico non solo nella società, ma anche nel paese e nelle condizioni ambientali. Gli insegnamenti del Budda sono “il diario, giorno per giorno, della nostra esistenza”; tutto comincia dalla rivoluzione umana di una singola persona. […] Il mondo attuale vive sotto la minaccia delle armi nucleari e continua a essere afflitto dalla violenza; attacchi terroristici raccapriccianti e conflitti armati dilagano sempre più frequenti. Si può affermare che la sopravvivenza stessa dell’umanità dipende dal porre fine a questo circolo vizioso di diffidenza e odio.
Lo strumento più efficace per unire le persone è il dialogo, continuo e incessante. Il Sutra del Loto cita l’esempio del Bodhisattva Mai Sprezzante, la cui pratica consisteva nel parlare a tutti coloro che incontrava del loro potenziale della Buddità. Quando noi, con lo stesso spirito, ci impegniamo tenacemente a dialogare con le persone intorno a noi, senza mai arrenderci davanti a nessuno, non solo risvegliamo la nostra natura di Budda, ma anche quella della persona con cui stiamo parlando.
[…] Queste ondate di rivoluzione umana sono estremamente importanti e vengono sempre messe in moto dalla trasformazione interiore di una singola persona» (BS, 190).
Superare ogni ostacolo grazie alla fede
Nel discorso di chiusura della Conferenza europea, il direttore della SGI Yoshiki Tanigawa ha approfondito l’ultimo capitolo de La nuova rivoluzione umana, intitolato “Il voto”. Un capitolo che contiene molti incoraggiamenti fondamentali per questo momento che segna un nuovo inizio. Riportiamo una sintesi del suo intervento
Il maestro Ikeda riguardo all’atteggiamento nella fede scrive:
«Nel corso delle nostre lotte per kosen-rufu possiamo esser certi che si presenterà ogni sorta di difficoltà e sofferenze. La fede autentica ci consente di affrontare qualsiasi cosa accada senza paura e senza dubbi, e di percepire profondamente la vera natura di ogni evento doloroso con gli occhi della fede, riuscendo così a superare ogni ostacolo […] Più duramente continuiamo a lottare senza permettere alle difficoltà di sconfiggerci, più il nostro spirito ne verrà forgiato e rafforzato, e più diventeremo saggi e in grado di risvegliare il nostro potere intrinseco al fine di superare qualsiasi sfida. Allo stesso tempo, amplieremo il nostro stato vitale, il che ci consentirà di comprendere le sofferenze e le difficoltà degli altri, di entrare in empatia con coloro che stanno lottando e di sostenerli e incoraggiarli sinceramente.
Vivere senza lasciarsi demoralizzare dalla sofferenza, avanzando e sfidando senza paura i nostri problemi, significa dimostrare l’immenso potere del Buddismo di Nichiren. In altre parole, quando dedichiamo la nostra vita a kosen-rufu, il nostro karma si trasforma in una nobile missione, e i nostri problemi diventano inestimabili tesori del cuore» (NRU, 30, 681)
Scrive inoltre:
«La vita è una lotta implacabile contro il destino. Potrebbe accadere di perdere i nostri cari o di ammalarci noi stessi, oppure di ritrovarsi coinvolti in discordie familiari, di avere dei figli che si mettono nei guai, di rimanere disoccupati, di andare in bancarotta o di subire altre difficoltà finanziarie. Le sofferenze ci assalgono senza fine, come onde impetuose che si susseguono l’una dietro l’altra. Ecco perché pratichiamo il Buddismo di Nichiren, ecco perché dobbiamo diventare forti. Non c’è un destino avverso che non possiamo superare attraverso la fede.
Più duramente continuiamo a lottare senza permettere alle difficoltà di sconfiggerci, più il nostro spirito ne verrà forgiato e rafforzato, e più diventeremo saggi e in grado di risvegliare il nostro potere intrinseco al fine di superare qualsiasi sfida. Allo stesso tempo, amplieremo il nostro stato vitale, il che ci consentirà di comprendere le sofferenze e le difficoltà degli altri, di entrare in empatia con coloro che stanno lottando e di sostenerli e incoraggiarli sinceramente.
Vivere senza lasciarsi demoralizzare dalla sofferenza, avanzando e sfidando senza paura i nostri problemi, significa dimostrare l’immenso potere del Buddismo di Ni-chiren. In altre parole, quando dedichiamo la nostra vita a kosen rufu, il nostro karma si trasforma in una nobile missione, e i nostri problemi diventano inestimabili tesori del cuore» (Ibidem, 682-683)
Nessuna persona può evitare di affrontare vari tipi di karma e diversi problemi e sofferenze.
Nel capitolo “Il voto”, il maestro Ikeda racconta delle sue difficoltà in modo molto sincero. Scrive della perdita del suo amato figlio e della sua battaglia contro la malattia, e condivide i sentimenti che provava mentre affrontava quelle sfide. Ciò che conta è mantenere una “fede incrollabile” e una “convinzione incrollabile”, qualunque cosa accada, affrontare ogni ostacolo basandosi sulla fede e superarlo.
Come scrive Sensei:
«Durante una traversata oceanica si incontrano sicuramente forti tempeste e onde alte. Lo stesso accade nella vita. Anche come responsabili della Soka Gakkai, ci troveremo ad affrontare difficoltà nel corso della nostra esistenza. Potremmo lottare contro una malattia, subire un fallimento aziendale, perdere il lavoro o soffrire a causa di discordie familiari. Gli esseri umani non possono sottrarsi alle inevitabili sofferenze della vita. Pertanto, vivere significa affrontarle. Non bisogna vergognarsi di avere problemi. Qualunque siano le difficoltà e le sofferenze che stiamo sperimentando, non dovremmo fare altro che rimanere fedeli a noi stessi, così come siamo veramente. L’importante è possedere la forza per non lasciarsi sconfiggere, non arrendersi e non vacillare di fronte a nessuna sfida. Dovremmo avanzare con coraggio e gioia lungo il grande cammino di kosen-rufu, con la ferma decisione di trasformare il nostro karma» (NRU, 27, 340)
Assumere la guida in modo gioioso
Lo scopo della pratica buddista è che ognuno possa vivere un’esistenza gioiosa e il maestro Ikeda scrive a riguardo:
«Non dovete vivere la fede come un obbligo opprimente o come un condizionamento eccessivo. Non bisogna nemmeno dare consigli di fede che facciano sentire le persone appesantite nello spirito, che le demoralizzino o che facciano perdere la gioia di praticare. Recitare Gongyo e Daimoku porta benefici alla vostra vita, ma non significa che sarete puniti o che subirete conseguenze negative se non lo fate. Altrimenti, si potrebbe pensare che chi non ha mai praticato il Buddismo di Nichiren sia più fortunato di noi!
Il Daishonin insegna che nutrire una fede sincera nella Legge mistica e la recitazione anche di un solo Nam-myoho-renge-kyo sono fonte di benefici incommensurabili. Se siete animati da questa convinzione e dalla determinazione di sforzarvi nella pratica buddista con coraggio, fiducia e gioia, il vostro stato vitale si espanderà senza limiti e accumulerete una fortuna sempre maggiore. La nostra pratica buddista non è un obbligo; è il nostro più grande privilegio. La chiave per comprendere la fede nel Buddismo di Nichiren sta in questa sottile trasformazione nel nostro modo di pensare» (NRU, 30, 740)
I pionieri che presero parte alle sfide del maestro Ikeda e portarono a una svolta nel movimento di kosen-rufu, inclusa la campagna di Osaka in cui fu realizzato ciò che prima si riteneva impossibile, ricordano quei momenti in questo modo: «Non ho mai lottato in modo così serio per kosen-rufu come ho fatto in quelle campagne, e non ho mai sperimentato un’attività così gioiosa».
Inoltre, il maestro Ikeda nello stesso incoraggiamento sottolinea che:
«Non bisogna nemmeno dare consigli di fede che facciano sentire le persone appesantite nello spirito, che le demoralizzino o che facciano perdere la gioia di praticare» (Ibidem).
Egli spiega che dare una guida significa alleggerire il cuore dell’altro, non dire o fare qualcosa che faccia sentire i membri sotto pressione.
Le guide piene di convinzione basate sul Gosho, l’incoraggiamento sincero volto a risvegliare nei membri un senso di orgoglio per la nobile missione di poter lottare come Bodhisattva della Terra in questa epoca, e i responsabili che prendono l’iniziativa, pieni di vitalità: tutto questo costituisce la forza trainante per aprire una breccia tra gli ostacoli e realizzare una straordinaria espansione di kosen-rufu.
Trasformare il karma dell’umanità
L’ultimo elemento che è stato affrontato dal capitolo “Il voto” riguarda il fatto che molte persone, sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione, provano mancanza di speranza di fronte all’attuale situazione di guerra e conflitti.
Sembra non esserci una soluzione, nonostante stiamo pregando e ci stiamo impegnando ogni giorno per trasformare il karma dell’umanità.
«Nichiren Daishonin scrive: “Non ci sono terre pure e terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente”. Egli ci assicura che un luogo non è essenzialmente differente da un altro; possiamo trasformare il luogo in cui viviamo nel miglior ambiente possibile attraverso la nostra decisione interiore e il modo in cui guardiamo il mondo. La trasformazione interiore degli esseri umani, che sono gli agenti di ogni cambiamento, è la chiave per realizzare una società pacifica e prospera.
Il Daishonin dedicò tutta la sua esistenza all’obiettivo di adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese. “Adottare l’insegnamento corretto” significa consolidare nel cuore delle persone gli ideali del Buddismo, ovvero il rispetto per la dignità della vita e la compassione, grazie ai nostri sforzi finalizzati a diffondere il più possibile l’insegnamento della Legge mistica. “La pace nel paese” è la realizzazione di una società fiorente in cui regna una pace duratura che deriva proprio dall’adozione dell’insegnamento corretto.
La nostra missione religiosa di praticanti del Buddismo di Nichiren è anche un’azione sociale, quella di “adottare l’insegnamento corretto”, o kosen-rufu, che conduce in modo naturale alle azioni per concretizzare “la pace nel paese”. Senza l’adozione di un insegnamento corretto, non è possibile ottenere una vera pace. E senza contribuire alla pace, i nostri sforzi per adottare l’insegnamento corretto non arriverebbero allo scopo. Noi membri della Soka Gakkai, orgogliosi della nostra missione e fermamente radicati nella realtà, continuiamo il nostro graduale ma costante progresso per realizzare la visione di pace del Daishonin, raggiungendo una persona dopo l’altra grazie al dialogo. Qui si trova il percorso che porta all’autentica vittoria delle persone comuni» (NRU, 30 747)
La rete solidale Soka è volta a costruire la pace, e l’azione più importante è continuare a dialogare, con tenacia e perseveranza, con una persona dopo l’altra, e aiutarla a far emergere coraggio, speranza ed energia dinamica per avanzare. In diversi punti del capitolo Sensei riporta per iscritto la sua incrollabile convinzione nella realizzazione di kosen-rufu:
«Non si ottiene nulla se rinunciamo a provarci. La pace è una lotta contro la rassegnazione […] Non potremo ottenere le nostre vittorie o realizzare risultati eccelsi se non sviluppiamo saggezza e determinazione. Il Buddismo è vincere o perdere. Ed è così anche in ogni aspetto della vita. Per questo motivo noi della Soka Gakkai dobbiamo vincere. Vincere è l’unico modo per proteggere i membri e difendere la giustizia. Desidero che diventiate leader determinati e vittoriosi che proteggono risolutamente i membri, consentendo loro di diventare felici!» (NRU, 30, 748).







