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Sulle preghiere - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:07

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Sulle preghiere

Jasmina Cipriani, Firenze

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«Anche se può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, che qualcuno riesca a legare i cieli, che le maree cessino di fluire e rifluire o che il sole sorga a ovest, non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta»
(Sulle preghiere, RSND, 1, 306)

Dalla remota Isola di Sado in cui era esiliato, Nichiren scrive Sulle preghiere per rispondere ad alcune domande del discepolo Sairen-bo, in particolare riguardo la distinzione tra una preghiera basata sulle dottrine delle scuole più diffuse in Giappone a quell’epoca e una preghiera basata sul Sutra del Loto.
L’affermazione di Nichiren: «Non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta» (Ibidem) non lascia spazio ad alcun dubbio e conferma qual è il tipo di preghiera che ottiene sempre una risposta e che ci permette di conseguire uno stato vitale di felicità assoluta.
Egli spiega che è quella che abbraccia l’obiettivo di trasmettere la felicità intorno a noi, in altre parole è la preghiera che si accorda con l’intenzione del Budda. Il maestro Ikeda a riguardo scrive ne La nuova rivoluzione umana:

«Recitare Daimoku porta di sicuro tanti benefici. Ma quando la nostra preghiera, per esempio: “voglio vincere la mia malattia”, viene permeata da un profondo senso di missione, sperimentiamo una trasformazione sostanziale nella vita e nel profondo del nostro essere: quel voto ha innescato un meccanismo per trasformare il karma» (NRU, 24, 141)

Recentemente ho affrontato un periodo di grandi sfide interiori che mi ha costretto ogni giorno a chiedermi in quale direzione volessi dirigere la mia vita.
Le esperienze dei compagni e delle compagne di fede, e le parole di Nichiren e del maestro Ikeda, sono state la linfa vitale per “ricordarmi” che non esiste una preghiera senza risposta e ho determinato anche io di vincere per dimostrare agli altri il potere della pratica buddista.
Ogni giorno ho recitato Daimoku per continuare a credere nel Gohonzon e andando in profondità mi sono detta: “Se questo desiderio è giusto per la mia felicità e per kosen-rufu, si realizzerà senza ombra di dubbio!”. Questo pensiero ha trasformato la mia sofferenza e la paura di non realizzare in determinazione e fiducia di creare valore nella mia vita e nel mio ambiente. Inutile dire che l’impossibile si è realizzato!
Inoltre, quella sofferenza è diventata l’espediente per entrare in empatia con le altre persone, accrescendo il desiderio di vincere insieme agli altri. Così un’amica e un amico hanno iniziato a praticare e a partecipare alle riunioni della Soka Gakkai.
Ho imparato che la sofferenza può generare un immenso valore. Sensei scrive:

«Quando sorge il sole luminoso dello stato vitale dei Bodhisattva della Terra, il buio della sofferenza viene dissipato e siamo in grado di camminare con coraggio ed energia lungo il cammino sicuro della felicità» (Ibidem)

La mia determinazione è di approfondire sempre di più una preghiera permeata dall’obiettivo di “espandere la felicità intorno a me” e di vincere insieme, senza lasciare nessuno indietro!

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