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Sulla strada della mia missione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:31

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Sulla strada della mia missione

Arianna Fantuzzi, Roma

Rimanendo salda nella fede e mantenendo una forte decisione di sentire il proprio valore, Arianna affronta le sfide sul posto di lavoro senza mai essere sconfitta

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Il 2022 è stato un anno molto duro per me dal punto di vista lavorativo. Subito dopo un’estate di benefici in cui avevo completato il Dottorato in Storia dell’arte e in cui mi ero sposata, mi trovai in una situazione in cui stavo affrontando tante spese e dovevo trovare velocemente un nuovo lavoro. Proprio in quel momento mi contattò una società che organizza mostre con cui avevo lavorato anni prima per chiedermi di tornare a collaborare. L’idea non mi entusiasmava: li avevo lasciati per lo scarso rispetto dimostrato nei confronti dei collaboratori e perché la qualità delle loro scelte artistiche era spesso discutibile.
Dopo molto Daimoku ho sentito che, partendo esattamente dal punto in cui ero, sfidandomi in quel lavoro avrei potuto percorrere la strada della mia missione. E che, anzi, proprio lì c’era bisogno di una persona che praticasse il Buddismo e creasse valore. Ho quindi determinato che quella società diventasse leader nel rispetto della dignità delle persone e ho messo subito in chiaro che non mi sarei fatta sfruttare, accettando solo condizioni lavorative che avrei considerato valide.
Contemporaneamente, nell’hombu in cui faccio attività ci siamo poste l’obiettivo di raddoppiare il numero delle giovani donne attive, che in quel momento erano sedici, e di creare un’attività divertente e allegra. Questa attività avrebbe sostenuto il mio stato vitale durante tutto l’anno!
Pochi mesi dopo aver iniziato a collaborare per la società, notai che lavoravo con efficienza ma senza entusiasmo. Ritenevo che i compiti che svolgevo non mi permettessero di esprimere appieno le mie capacità e mi sentivo “sprecata”.
Per trasformare questa tendenza ho iniziato a fare Daimoku la mattina per tirare fuori gioia e gratitudine. Nel frattempo continuavo a sforzarmi in direzione del mio obiettivo principale: lavorare nel mondo della ricerca universitaria.
Partecipavo a tutti i bandi per assegni di ricerca, ricevendo tuttavia un rifiuto dopo l’altro. Nonostante ciò continuavo a fare Daimoku pensando alle parole di Nichiren:

«Mantieniti saldo nella fede e realizza ciò che desideri» (Le spade del bene e del male RSND, 1, 401)

Durante una trasferta per una mostra internazionale ho avuto l’occasione di condividere il Buddismo con tutti i collaboratori della società. Inoltre, uno dei datori di lavoro mi chiese come riuscivo ad essere così tranquilla nel marasma che precedeva l’inaugurazione e ha recitato Daimoku insieme a me.
A giugno 2022 subii una grande delusione per non aver vinto un assegno di ricerca che sembrava tagliato su di me e precipitai nello sconforto. Continuavo a fare Daimoku, studiavo il Buddismo e cercavo i compagni di fede, ma sentivo un dolore profondissimo: era come se girassi a vuoto. Quel rifiuto aveva minato la fiducia in me stessa, spalancando la porta a una serie di paure. E al centro di queste paure c’era la certezza che non ci fosse per me un posto nel mondo. Mi vergognavo di questa sensazione e temevo di non poter incoraggiare gli altri. Chiesi un consiglio di fede e mi fu suggerito di “bombardare” di Daimoku il mio senso di sfiducia, fino a sentire di essere una Bodhisattva della Terra.
Mi sono allineata al cuore di Sensei, che ci loda sempre, e ho iniziato a fare due ore di Daimoku al giorno. Tutto questo mi ha portato a fare esperienza del mio valore, notando tutte le piccole cose belle che mi accadevano giornalmente. Dal senso di sconfitta sono emerse gioia e determinazione e una rinnovata fiducia nelle mie capacità.
Nel frattempo le giovani donne nell’hombu fiorivano, si alzavano da sole e ne emergevano di nuove, creando un’ondata di gioia.
Poi, a fine dicembre, un’altra grande difficoltà: il giorno in cui scadeva il contratto la datrice di lavoro mi informò senza preavviso che per tre mesi non avrebbero avuto bisogno di me. Come se non bastasse, mi chiedeva di riprendere a marzo lavorando più ore ma con lo stesso compenso. In quel momento, pensando alle giovani donne, ho deciso fermamente che avrei fatto un’esperienza per incoraggiarle. Ho risposto subito che non avrei accettato, consapevole che il mio forte Daimoku avrebbe fatto emergere la soluzione migliore.
Pochi giorni prima, infatti, con un tempismo incredibile, mi avevano contattata per propormi un lavoro come curatrice di un archivio d’artista appena costituito. Una posizione per me interessantissima!
A gennaio ho ottenuto inaspettatamente un contratto a tempo indeterminato, a condizioni che rispettavano il mio valore, e ho iniziato il 2023 con un trionfo. O meglio, due trionfi, perché a fine 2022 abbiamo raggiunto lo scopo di raddoppiare il numero delle giovani donne attive nell’hombu: da 16 a 32!
In seguito ho ripreso a collaborare con la precedente società, alle mie condizioni, perché intendo portare avanti l’obiettivo che diventi un posto in cui si rispetta il valore delle persone.
Mantengo ancora il mio sogno di fare ricerca a livello universitario: sento che tutti questi sono step che mi stanno portando in quella direzione e non vedo l’ora di scoprire cosa accadrà in futuro!
Ne La nuova rivoluzione umana Sensei scrive:

«Senza tribolazioni non ci sarebbe alcuna storia. Gli ostacoli forniscono carburante per la vittoria. […] La terra sotto la superficie è scura e il radicamento è un duro lavoro, ma quando una pianta è ben radicata, produrrà freschi germogli. Cresceranno gli steli e infine appariranno fiori rigogliosi. Dobbiamo preparare il terreno per quel tempo e attenderne la venuta. Non accettate di essere sconfitti, in nessun caso» (NRU, 22, 116)

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