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Sulla profezia del Budda - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:41

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Sulla profezia del Budda

Marta Arkerdar e Francesco Mecorio, rappresentanti nazionali della Divisione giovani, hanno commentato insieme al vice direttore Anna Conti il Gosho Sulla profezia del Budda spiegato da Katsuji Saito lo scorso luglio a Milano. Anna Conti ha aperto l’intervento sottolineando le grandi aspettative che il presidente Ikeda nutre nei confronti dei giovani: è grazie alle attività che li vede coinvolti in prima linea che possono manifestare le loro potenzialità

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Marta Arkerdar e Francesco Mecorio, rappresentanti nazionali della Divisione giovani, hanno commentato insieme al vice direttore Anna Conti il Gosho Sulla profezia del Budda spiegato da Katsuji Saito lo scorso luglio a Milano. Anna Conti ha aperto l’intervento sottolineando le grandi aspettative che il presidente Ikeda nutre nei confronti dei giovani: è grazie alle attività che li vede coinvolti in prima linea che possono manifestare le loro potenzialità

(brani scelti)

Il settimo volume del Sutra del Loto afferma: «Dopo la mia estinzione, nell’ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo in tutto Jambudvipa e non permettere mai che [la sua diffusione] sia interrotta». Da una parte è deplorevole che siano già trascorsi più di duemiladuecentoventi anni dalla morte del Budda. Quale karma negativo mi ha impedito di nascere durante la sua esistenza? Perché non ho potuto vedere i quattro ordini di saggi nel Primo giorno della Legge, o T’ien-t’ai e Dengyo nel Medio giorno? Dall’altra mi rallegro per la fortuna che mi ha permesso di nascere nell’ultimo periodo di cinquecento anni e di leggere queste veritiere parole del sutra.
Anche se fossi nato durante l’esistenza del Budda, non mi sarebbe servito a nulla, poiché coloro che abbracciarono i quattro gusti degli insegnamenti non avevano ancora sentito parlare del Sutra del Loto. […]
Quando si considera la fortuna di vivere nei tre differenti periodi, è chiaro che la mia supera non solo quella di Nagarjuna e Vasubandhu, ma anche quella di T’ien-t’ai e Dengyo. […] (RSND, 1, 352 – cfr. SND, 4, 21)
Ventun anni sono trascorsi da quando io, Nichiren, compresi questo principio [e cominciai a propagarlo]. Da allora ho sopportato persecuzioni giorno dopo giorno e mese dopo mese. Negli ultimi due o tre anni, fra le altre cose, sono stato quasi messo a morte. Le probabilità che io sopravviva a quest’anno o addirittura a questo mese sono una su diecimila. Se qualcuno dubita di quello che dico, faccia domande ai miei discepoli per sapere i particolari. […] (RSND, 1, 356 – cfr. SND, 4, 30)

Nella prefazione al primo volume della edizione italiana della Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin il presidente Ikeda spiega l’atteggiamento da tenere nello studio, l’importanza di mettere in pratica anche una sola frase, per migliorare la nostra vita quotidiana. Attraverso lo studio possiamo sviluppare la forza per superare tutte le difficoltà seguendo l’esempio di Nichiren Daishonin. Uno studio combattivo e attivo è la chiave per trasformare le nostre paure e vincere sulle nostre debolezze. Anche se ciò che studiamo non ci è immediatamente chiaro, l’importante è aprire il nostro cuore e attivare il nostro spirito di ricerca.

Cenni storici

Questa lettera è stata scritta nel maggio del 1273, quando Nichiren Daishonin aveva cinquantadue anni e si trovava in esilio a Ichinosawa, sull’isola di Sado. Il destinatario è sconosciuto, ma si pensa che, come per il Gosho La pratica dell’insegnamento del Budda, la lettera fosse destinata a tutti i suoi discepoli e viene considerata una sorta di testamento per realizzare concretamente la profezia del Budda nell’Ultimo giorno della Legge. Infatti, nelle condizioni difficilissime in cui Nichiren viveva, con la possibilità di morire in qualsiasi momento, egli afferma con grande convinzione che kosen-rufu sarà realizzato in tutto il mondo.

Il titolo

La traduzione letterale del titolo è “rivelare la profezia del Budda”. Rivelare la profezia del Budda equivale a realizzare kosen-rufu. Nichiren Daishonin dichiara di aver realizzato la profezia di Sha­kya­mu­ni proclamando Nam-myoho-renge-kyo e “predice” che sicuramente Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà in tutto il mondo. A loro volta i tre maestri nell’epoca attuale, Makiguchi, Toda e Ikeda, hanno realizzato la “profezia” del Daishonin di diffondere il Buddismo da Oriente verso Occidente.

Kosen-rufu

Kosen-rufu” si traduce letteralmente con “diffusione”. In senso più ampio, significa voler propagare il mandato del Budda attraverso il conseguimento la Buddità. E il risveglio di tante persone alla dignità della vita condurrà inevitabilmente alla realizzazione di una società pacifica. Per realizzare ciò, è fondamentale che un numero sempre maggiore di persone metta in pratica questa filosofia della vita. Tenendo sempre a mente i seguenti tre punti si può evitare di cadere nel puro proselitismo:
1. Mantenere la consapevolezza che il nostro obiettivo consiste nella realizzazione della volontà del Budda, cioè la realizzazione di kosen-rufu.
2. Mantenere la consapevolezza che la volontà del Budda non è altro che l’affermazione della dignità della vita, espandendo l’umanesimo, cioè la centralità della felicità dell’essere umano, e stabilendo un’autentica democrazia, ovvero l’uguaglianza tra tutti gli esseri umani.
3. Mantenere la consapevolezza che l’egocentrismo, che è alla base del settarismo, si supera grazie alla saggezza e al coraggio che sono innati in ognuno di noi.
Questi concetti sono anche alla base della Carta della Soka Gakkai Internazionale (www.sgi-italia.org/chi/carta.html).

La profezia

Nel capitolo “Re della Medicina” Sha­kya­mu­ni afferma: «Dopo la mia estinzione, nell’ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo [il Sutra del Loto] in tutto Jambud­vipa e non permettere mai che [la sua diffusione] sia interrotta, né dovrai permettere ai demoni malvagi, alla gente demoniaca, agli esseri celesti, ai draghi, agli yaksha o ai demoni kumbhanda di prendere il sopravvento!» (SDL, 23, 385). Questa affermazione è la “profezia” a cui si riferisce il titolo. L’ultimo periodo di cinquecento anni corrisponde all’Ultimo giorno della Legge, Jambudvipa indica il mondo dove vivono gli esseri umani e i demoni malvagi si riferiscono all’oscurità fondamentale.
In definitiva la profezia a cui si riferisce il Gosho consiste semplicemente nella richiesta di Sha­kya­mu­ni di propagare il Sutra del Loto nella nostra epoca corrotta e caotica, superando tutte le difficoltà che si presentano nella nostra vita quotidiana. Questa profezia si può concretizzare solo se ci impegniamo con tutti noi stessi per realizzarla e ci dedichiamo a kosen-rufu. In questo modo la nostra vita fiorirà e saremo in grado di superare tutte le difficoltà.
Nel commento a questo brano, scrive Daisaku Ikeda: «Il secondo atto di kosen-rufu è l’epoca in cui i fiori splendenti della creazione di valore basata sul Buddismo, sbocceranno grazie alle magnifiche imprese dei nostri membri Bodhisattva della Terra. Ho preparato accuratamente il palcoscenico per loro. […] I frutti di questa vittoria, della gloria e della buona fortuna sono condivisi da tutti i membri sparsi nel mondo e saranno trasmessi ai loro figli e discendenti delle generazioni future. Vorrei esprimere la mia viva gratitudine a ciascuno di voi» (BS, 129, 10).

Credere nella Buddità propria e altrui

Da una parte è deplorevole che siano già trascorsi più di duemiladuecento anni dalla morte del Budda. Quale karma negativo mi ha impedito di nascere durante la sua esistenza? Perché non ho potuto vedere i quattro ordini di saggi nel Primo giorno della Legge, o T’ien-t’ai e Dengyo nel Medio giorno? Dall’altra mi rallegro per la fortuna che mi ha permesso di nascere nell’ultimo periodo di cinquecento anni e di leggere queste veritiere parole del sutra.

Apparentemente l’Ultimo giorno della Legge è un’epoca di declino e in questo passo Nichiren si rammarica di non essere nato nello stesso periodo dei suoi maestri nel Primo o nel Medio giorno della Legge, epoche meno corrotte e impure rispetto a quella attuale, ma subito dopo egli esprime la sua gioia per essere nato nell’Ultimo giorno della Legge, poiché questa è l’epoca fortunata in cui verrà diffuso l’insegnamento corretto, cioè Nam-myoho-renge-kyo.
La Legge mistica, in grado di far emergere la nostra Buddità, e la persona che realizza la propagazione, ovvero “il devoto del Sutra del Loto”, sono i requisiti fondamentali per vivere la condizione vitale del Budda e trasformare l’Ultimo giorno della Legge da epoca deprecabile e impura in epoca fortunata e gioiosa: ecco perché per noi è fondamentale la pratica di shakubuku.
L’oscurità fondamentale è chiamata anche “ignoranza” perché consiste nel non credere o nel non sapere che in noi o negli altri esiste la natura di Budda. La sua manifestazione nelle nostre vite equivale al sentirci incapaci di realizzare i nostri scopi e vincere sui nostri limiti e sulle nostre sofferenze, e nel ritenere altrettanto incapaci anche gli altri. Alla luce di ciò, shakubuku è l’azione che ci permette di riconoscere la Buddità in noi e negli altri e di dissipare l’oscurità. Quando parliamo a un’altra persona del Buddismo di Nichiren Daishonin è come se stessimo dicendole: «Io sono un Budda e anche tu sei un Budda». La profezia del Budda, il flusso di kosen-rufu, si realizza ogni volta che facciamo conoscere l’insegnamento del Daishonin agli altri, dando nel contempo prova concreta della sua validità con la nostra vita.

Alzarsi da soli

Ventun anni sono trascorsi da quando io, Nichiren, compresi questo principio [e cominciai a propagarlo]. Da allora ho sopportato persecuzioni giorno dopo giorno e mese dopo mese. Negli ultimi due o tre anni, fra le altre cose, sono stato quasi messo a morte. Le probabilità che io sopravviva a quest’anno o addirittura a questo mese sono una su diecimila. Se qualcuno dubita di quello che dico, faccia domande ai miei discepoli per sapere i particolari.

Nichiren in questo passo si riferisce alle lotte che ha affrontato per kosen-rufu e rivela il suo stato vitale puro e illuminato. Egli scrive di aver fondato il suo insegnamento ventun anni prima e di non averlo mai abbandonato. Una determinazione come la sua, quella di non abbandonare mai la pratica corretta (composta di fede, pratica per sé e per gli altri e studio) nonostante le difficoltà, è il punto di partenza che ci permette di trasformare l’Ultimo giorno della Legge. Il devoto del Sutra del Loto è Nichiren Daishonin che ha propagato la Legge. Il termine “devoto” indica colui che lotta, affronta e vince qualsiasi ostacolo. L’espressione “alzarsi da soli”, corrisponde a questo spirito combattivo di lottare fino alla fine. L’obiettivo di Nichiren Daishonin era il conseguimento della Buddità di tutta l’umanità, pertanto le sue sofferenze personali passano in secondo piano.
Scrive ancora Ikeda: «Le qualità essenziali del devoto del Sutra del Loto sono quelle di praticare gli insegnamenti del sutra nella propria vita e di mostrare la prova concreta manifestando così il potenziale del seme della Buddità. Per far sì che tutte le persone sviluppino il frutto del seme della Buddità nella loro vita, il devoto deve essere sorretto da una potente convinzione e sforzarsi con decisione di vincere sulle funzioni demoniache che si manifestano inevitabilmente nel corso di questa sfida. La lotta contro le funzioni demoniache è anche il punto di partenza della Soka Gakkai» (BS, 129, 8).
La nostra preghiera al Gohonzon è il profondo desiderio di manifestare ciò che veramente siamo, cioè Nam-myoho-renge-kyo; non è una richiesta, ma la promessa di rivelare la nostra vera natura. In qualunque epoca, kosen-rufu inizia con lo spirito di alzarsi da soli. Quando facciamo nostra questa decisione, la natura di Budda si manifesta nella nostra vita con tutto il suo potere illimitato.

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