Il trattato del Daishonin pubblicato in questo numero, conosciuto fino a oggi con il titolo La vera entità della vita, viene oggi presentato come Il vero aspetto di tutti i fenomeni. In questo articolo si affrontano i problemi di traduzione del titolo originale, Shoho jisso sho e i motivi delle scelte fatte
Perché in traduzione si è passati da “vera entità della vita” a “vero aspetto di tutti i fenomeni”? E perché la seconda traduzione sarebbe più corretta della prima? Iniziamo con qualche considerazione linguistica. L’espressione che prima veniva tradotta “vera entità della vita” in lingua originale si dice shoho jisso. È un’espressione che recitiamo tutte le volte che facciamo Gongyo. Sho significa tutti e ho significa fenomeni. Ho è lo stesso carattere che significa Legge. Infatti è la traduzione in cinese del termine sanscrito dharma che si usa per indicare sia la Legge che i fenomeni. Perché in sanscrito Legge e fenomeni si dicono con la stessa parola? Dharma è un sostantivo che viene dalla radice del verbo dhr che significa tenere, sostenere o portare. Quindi dharma dovrebbe significare grosso modo ciò che tiene o che porta qualcosa. Infatti la Legge, il Dharma con la D maiuscola, si può definire come quell’ordine fisico e morale che sostiene l’intero universo. Per fenomeni invece, i dharma con la d minuscola, si può intendere ciò che porta con sé le proprie caratteristiche distintive. Noi infatti siamo in grado di distinguere le cose, cioè i fenomeni o oggetti conoscibili, l’una dall’altra grazie al fatto che ci appaiono dotate di caratteristiche individuali. Jisso invece letteralmente significa vero Aspetto, con la A maiuscola, o vera caratteristica. Il so di jisso è esattamente lo stesso carattere di nyoze so, il primo fattore, l’aspetto, ossia l’insieme delle caratteristiche o attributi fisici che ci fanno distinguere un fenomeno da un altro. Quindi shoho jisso significa vero aspetto di tutti i fenomeni. Questa parentesi linguistica era indispensabile per poter comprendere meglio il significato che vero aspetto di tutti i fenomeni ha nell’insegnamento del Daishonin.
Che cosa si intende per vero aspetto nell’insegnamento buddista? Nel Buddismo una delle espressioni usate per definire la realtà assoluta o vera natura di tutte le cose è vacuità. Cosa si intende per vacuità? Si intende l’esser vuoti di qualcosa. Infatti nel Buddismo si dice solitamente che i fenomeni e le cose siano vuoti, ma vuoti di che cosa? I fenomeni sarabbero vuoti di esistenza in sé, di realtà indipendente o sostanzialità. Il Buddismo chiama questa sostanzialità natura propria. Cosa vuol dire che i fenomeni sono vuoti di esistenza in sé, cioè non hanno natura propria? Significa che non sorgono dal nulla e che quindi non esistono indipendentemente da tutte le altre cose. Perché? Se ci pensate bene la risposta è perché ogni cosa sorge dall’incontro di cause e circostanze, così come afferma il principio dell’interdipendenza (engi). Un seme per diventare fiore e sbocciare ha bisogno delle condizioni ambientali appropriate. Ecco perché si dice che un fenomeno non esiste in se stesso. Esso gode però di un’esistenza temporanea o transitoria. E questo è il motivo per cui si dice che un fenomeno non esiste in se stesso, cioè indipendentemente dagli altri, ma non è neanche inesistente, proprio perché gode comunque di un’esistenza temporanea. Il fatto che una cosa non esiste in se stessa ma non è neanche inesistente viene detto Via di mezzo o realtà mediana, che è la vacuità. Di mezzo rispetto a cosa? Di mezzo nel senso che questa realtà si trova tra i due estremi dell’esistenza e della non-esistenza. La vacuità non svuota quindi i fenomeni di un loro contenuto perché essi non sono dotati di alcuna natura propria. È la nostra mente che gliela conferisce erroneamente. Per vacuità si intende quindi la vera natura, il vero aspetto o caratteristica di tutti i fenomeni, cioè la loro realtà assoluta. Ecco perché il Daishonin dice che il vero aspetto di tutti i fenomeni è Nam-myoho-renge-kyo, cioè la Legge mistica che è la realtà assoluta.
Perché allora si parla di vero aspetto e non più di vacuità, vera natura o realtà assoluta di tutti i fenomeni? Qual è il legame con l’aspetto a cui si riferisce il primo dei dieci fattori, nyoze so? E qual è il significato di quel vero davanti ad aspetto?
Inutile dire che ogni cosa è al suo posto ed è stata esposta in un certo modo per un motivo preciso. Riguardo al primo fattore, per “aspetto” avevamo detto che si intendeva l’insieme delle caratteristiche o attributi fisici individuali di ciascun fenomeno. Ma questo riguarda il piano dell’apparenza. Infatti le caratteristiche distintive dei fenomeni ci portanto a credere che essi esistano indipendentemente dagli altri, che esistano in se stessi, che siano cioè dotati di una sostanzialità, di una realtà indipendente o natura propria. La nostra mente conferisce quindi alle cose un’unità e le tratta come oggetti che possono essere posseduti da un io. I fenomeni in realtà sono definibili solo grazie a tutti gli altri con cui si trovano in relazione: possiamo distinguere e dire bianco in virtù del fatto che vediamo altri colori. Inoltre, come dicevamo prima, le cose non nascono dal nulla, ma vengono prodotte da cause (in) e circostanze (en). L’aspetto di cui si parla in riferimento al primo fattore è quindi quello illusorio, costruito dalla mente che, per poter conoscere, discrimina, cioè fa delle distinzioni. In opposizione a questo aspetto frammentario si parla quindi di vero aspetto o caratteristica, cioè di quella realtà assoluta di cui parlavamo prima che ci rivela l’interdipendenza tra tutte le cose e che il Daishonin identifica con la Legge mistica.