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Studiare il Buddismo in gioventù - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:00

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Studiare il Buddismo in gioventù

Per comprendere le dinamiche della vita e scegliere sempre la strada migliore è importante studiare la teoria buddista fin da giovani. Prima di tutto per non farsi sconfiggere dalle difficoltà

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Per comprendere le dinamiche della vita e scegliere sempre la strada migliore è importante studiare la teoria buddista fin da giovani. Prima di tutto per non farsi sconfiggere dalle difficoltà

L’educatore e diplomatico Inazo Nitobe (1862-1933), tra i primi a diffondere il pensiero occidentale in Giappone, disse: «È la filosofia che fa girare il mondo» e «Gli ideali che sorgono dalla purezza e dall’innocenza del periodo giovanile, quando si è liberi da ambizioni mondane e ancora incontaminati dal desiderio di fama e ricchezza, sono veramente nobili». È ben nota l’amicizia fra Nitobe e il nostro presidente fondatore Makiguchi e, a giudicare da queste frasi, anche le loro convinzioni erano in sintonia.
Gli ideali forgiati durante la gioventù brillano come diamanti, illuminando il nostro cuore e la nostra mente. A settembre in tutto il Giappone si tengono gli esami di Buddismo del secondo livello per la Divisione giovani. La filosofia suprema, che fa crescere persone di elevata umanità, è la filosofia del Buddismo di Nichiren Daishonin. Il potere e la passione dei giovani che possiedono questa filosofia impareggiabile plasmeranno il nuovo secolo.
Perché lo studio degli insegnamenti del Daishonin è così importante per i giovani? Potremmo addurre varie argomentazioni, ma credo che la risposta si possa riassumere nei tre punti seguenti.
Primo, lo studio buddista serve ad approfondire la fede. Non dimenticherò mai quella volta in cui Josei Toda, con profondo rincrescimento, osservò che la maggior parte dei suoi compagni aveva abbandonato la fede a causa delle pressioni delle autorità militari durante la Seconda guerra mondiale, e la causa principale era stata che non avevano basi solide e ben radicate negli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin.
«Mancando di studio – disse Toda – i membri non capirono profondamente il significato della fede. Si fecero spaventare e sconfiggere dalle persecuzioni. Fu una cosa veramente triste e sono del tutto determinato a impedire che tale errore si ripeta».
Lo studio è una torcia che illumina il sentiero della fede. Persino gli attacchi subdoli e complessi delle forze negative diventano chiari quando sono illuminati dalla luce brillante del Buddismo. Lo studio ci fornisce una cornice solida per la nostra fede e stimola la nostra rivoluzione umana. Per questo Toda nella sua opera di ricostruzione della Soka Gakkai nel dopoguerra si concentrò principalmente sullo studio, come dimostrano le sue approfondite serie di lezioni sul Sutra del Loto.
Secondo, lo studio dà un impulso al progresso di kosen-rufu. Il Gosho dimostra chiaramente la validità del Buddismo di Nichiren ed espone il metodo di propagazione basato sulla “refutazione dell’errato e la rivelazione del vero”. Ci insegna fin nei minimi dettagli che tipo di impegno sia richiesto alle persone che cercano di propagare ampiamente la Legge mistica, che qualità debba possedere un responsabile buddista e quale sia la chiave per far crescere successori capaci. Studiare il Gosho equivale a venire in contatto con lo spirito del Daishonin; significa ricevere un supremo incoraggiamento e una guida sulla fede e sulla propagazione del Buddismo direttamente dal Budda originale. Solo quando agiamo in accordo con il Gosho possiamo dire di aver veramente colto l’insegnamento del Buddismo del Daishonin. Lo studio senza pratica è privo di significato. Una conoscenza profonda dei princìpi buddisti è fonte di un coraggio infinito e aiuta la nostra capacità di realizzare il nostro supremo potenziale umano.
Terzo, lo studio è la chiave per l’affermazione di una nuova filosofia umanistica. Oggi ci troviamo di fronte a molti gravi problemi: la minaccia di una guerra nucleare, i conflitti etnici, i problemi ambientali e il crollo del sistema educativo. Le persone ricercano la pace e la felicità, ma la situazione si fa sempre più tetra e confusa ogni giorno che passa. Ciò deriva dalla mancanza di una filosofia che esponga la vera natura della vita e il suo funzionamento.
Ed è qui che subentra il Buddismo. Solo tornando a princìpi quali la suprema dignità della vita, la compassione, la non dualità di mente e corpo e l’inseparabilità della vita e del suo ambiente, possiamo iniziare ad aprire una strada verso un nuovo umanesimo.
La Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari di Toda, nel 1957, fu anche un’espressione dei princìpi colmi di compassione del Buddismo che cerca di proteggere l’umanità dai pericoli. Se i membri della Divisione giovani, i nostri lea­der del futuro, non avranno basi solide di filosofia buddista, non potrà esserci un futuro luminoso per la razza umana.

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La nostra è una filosofia suprema dedicata a recare felicità alle persone di tutto il mondo. Era ferma convinzione di Toda che i giovani paladini che abbracciavano il Buddismo del Daishonin sarebbero diventati leader mondiali nei vari campi delle attività umane.
La dedizione sincera che Toda riversava nelle sue lezioni sul Buddismo mi ricorda sempre la diligenza e l’intensità con la quale un abile schermidore pratica la sua arte.
Una volta egli andò a Osaka per tenere una lezione ma, date le sue precarie condizioni di salute, il responsabile del Dipartimento di studio era stato avvisato di essere pronto a sostituirlo. Ma quando giunse la sera Toda si alzò dal letto e disse: «Dopotutto penso che sarò io a tenere la lezione. Il sedicesimo capitolo del Sutra del Loto “Durata della vita” dice: “Io non ho tralasciato l’opera del Budda nemmeno per un solo istante” (SDL, 314). Un Budda si adopera continuamente per salvare tutti gli esseri che soffrono, senza prendersi mai un momento di riposo. Io ho fatto tutta questa strada per tenere una lezione e adesso non posso certo affidarla a qualcun altro. È mio desiderio tenere questa lezione anche se, facendolo, dovessi morire».
Dall’esempio del mio maestro, dalla sua decisione di mettere a repentaglio la sua salute e anche la sua vita pur di tenere una lezione di studio, ho imparato quanto sia serio e importante il compito di trasmettere il Buddismo del Daishonin.

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Da giovane studiavo il Gosho con diligenza, lo studiavo così intensamente che alla fine sapevo a memoria molti passi degli scritti principali. E questo studio ha costruito le fondamenta della mia vita attuale.
Gli esami di studio sono il miglior incoraggiamento che ci sia a studiare il Buddismo. Ai candidati dico: «Fate del vostro meglio! Possiate trascorrere un’estate di intenso lavoro e crescita che ricorderete con piacere negli anni a venire, mentre lottate per essere vincitori nella fede ed esperti senza rivali negli insegnamenti umanistici del Buddismo».

19 agosto 1998
(traduzione di Marialuisa Cellerino)

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