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Il cambiamento climatico - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:08

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Il cambiamento climatico

Ogni mese i membri del Gruppo studenti di ogni zona d’Italia si incontrano per realizzare riunioni mensili in cui poter approfondire i temi della proposta di pace pubblicata dal presidente della Soka Gakkai Internazionale, Daisaku Ikeda. In questo mese approfondiremo il tema del cambiamento climatico

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«Mutua inclusione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni” significa che la vita, in ogni singolo istante, abbraccia il corpo e la mente, l’io e l’ambiente di tutti gli esseri senzienti dei Dieci mondi e anche di tutti gli esseri insenzienti dei tremila regni: le piante, il cielo e la terra, fino al più piccolo granello di polvere. La vita in ogni singolo istante permea l’intero regno dei fenomeni e si manifesta in ognuno di essi. Risvegliarsi a questa verità è di per sé la relazione di mutua inclusione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni» (Nichiren Daishonin, Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 3)

Dalla prospettiva del Buddismo, non c’è alcuna distinzione tra la nostra vita e l’ambiente, come spiega il principio di esho funi (non dualità di vita e ambiente): essi sono interconnessi e, al mutare della qualità della prima, muta anche la qualità del secondo.
In questo senso, la stretta relazione tra noi e l’ambiente si palesa nelle piccole e grandi scelte che decidiamo di intraprendere ogni giorno, le quali influiscono, direttamente o indirettamente e in modo più o meno consapevole, sulle grandi tematiche legate alle emergenze globali.
Nella Proposta di pace 2022, riguardo al tema del cambiamento climatico, il presidente della Soka Gakkai Internazionale Daisaku Ikeda ha indicato alcune principali aree di intervento:

1. Rispetto dell’Accordo di Parigi: restare al di sotto della soglia di 1,5 gradi di aumento delle temperature entro il 2030, e di 2 gradi entro il 2050, raggiungendo così il traguardo di emissioni nette zero.

2. Favorire la cooperazione internazionale tra paesi: attraverso programmi di arricchimento delle relazioni diplomatiche tra stati e con la società civile.

3. Protezione dei beni comuni globali (global commons)[1]: attraverso l’istituzione di una sede all’interno dell’ONU guidata dalla società civile e con i giovani in prima linea.

4. Applicare un “approccio creativo”: nella Proposta di Pace 2022 si legge «un approccio creativo può imprimere un impulso nuovo alla soluzione di problemi apparentemente insormontabili».

5. Istituire un Consiglio giovani dell’ONU: allo scopo di dialogare e trasmettere ai massimi vertici delle Nazioni Unite idee e proposte sviluppate proprio dai giovani.

LA VISIONE BUDDISTA

Il maestro Ikeda scrive:

«Gli stati vitali distorti dell’avidità, della collera e della stupidità, che scaturiscono dall’ignoranza od oscurità, sono ciò che conduce a tragedie umane come la carestia, la guerra, le epidemie e la distruzione ambientale. Fino a quando non riusciremo a trionfare su questa ignoranza innata, non potremo trasformare il karma dell’umanità. Studiosi di rilievo in tutto il mondo concordano sul fatto che la trasformazione del genere umano sia oggi un imperativo indifferibile per il nostro mondo» (NR, 433)

Secondo la visione buddista i problemi globali sono imputabili alla tendenza delle persone di perseguire il proprio benessere, il potere, la fama o il piacere, ma questi in definitiva rappresentano, usando le parole del Daishonin, soltanto «una semplice prosperità acquisita in sogno, una gioia immaginaria» (Sovrano, maestro e genitore, RSND, 2, 36). Come spiega il presidente Ikeda, «sono aspirazioni transitorie e non conducono a una felicità duratura» (NR, 433)

Cosa posso fare io?

Il Buddismo ha lo scopo di creare una società in cui persone diverse tra loro ma animate da un sincero spirito di ricerca possano trovare uno spazio per confrontarsi sulle soluzioni utili a superare sofferenze e avversità.
Come studenti Soka, non possiamo rinunciare alla sfida di costruire una società di questo tipo, a partire dal nostro ambiente più prossimo.
Nella Proposta di pace 2022 il maestro Ikeda scrive:

«Ascoltare le voci dei giovani non è facoltativo; è l’unica cosa logica da fare se ci preoccupiamo davvero del futuro del mondo. Gli esseri umani possiedono intrinsecamente la forza per superare qualsiasi difficoltà. Quando la gioventù si alza solidale e fiduciosa di poter determinare il futuro, questa consapevolezza e questo slancio rinnovato diverranno sicuramente la forza trainante che condurrà a un futuro luminoso» (Proposta di pace 2022)

Come studenti Soka, uniti al cuore dei tre presidenti Makiguchi, Toda e Ikeda, determiniamo di impegnarci a brillare come autentici leader delle persone comuni nei luoghi in cui ci troviamo. Risvegliandoci alla nostra missione di Bodhisattva della Terra, possiamo percepire il nostro ruolo di cittadini globali e, esattamente come siamo, possiamo attivarci per svolgere un ruolo maggiore nelle iniziative utili ad affrontare questa crisi, attraverso un dialogo sincero e aperto con gli altri.
Un dialogo sincero inizia dentro di noi, da una relazione con noi stessi: attraverso la recitazione del Daimoku (Nam-myoho-renge-kyo), possiamo far emergere dal profondo della nostra vita l’infinito potenziale umano di cui siamo dotati.

Spunti di riflessione per la riunione

1. Che cosa vi viene in mente quando si parla di crisi climatica? 

2. Quali sono le sensazioni che riscontrate, in voi e gli altri, quando se ne parla? 

3. Quali interventi potremmo mettere in atto nella nostra vita quotidiana per far fronte al problema? In che modo potremmo contribuire concretamente? 

4. Conoscete enti/iniziative locali che si occupano di contrastare il problema? In che modo?

5. Quali aspetti della sfida al cambiamento climatico ti danno più fiducia/sfiducia, e perché?


Avete spunti, riflessioni o osservazioni?
Scrivete a studenti@sgi-italia.org


Esperienza

Il mio contributo per kosen-rufu

di Matilde Baroni

Mi chiamo Matilde, ho ventotto anni e studio Scienze della comunicazione a Bologna.
Il mio cambiamento rispetto alle tematiche ambientali ha iniziato a verificarsi quando, nel 2019, mi trasferii a Milano. Prima di allora non mi ero mai curata delle conseguenze delle mie azioni sull’ambiente.
In quel periodo Vale, la persona che mi fece conoscere la pratica buddista, iniziò a farmi riflettere sul porre maggior attenzione su cose che prima ignoravo, come il consumo della plastica o dei prodotti animali. Ogni tanto seguivo il suo esempio, spinta dalla stima e fiducia nei suoi confronti più che per desiderio personale.

Poi è arrivata la pandemia: a giugno 2020 tornai a casa, in Emilia Romagna, avevo smesso di praticare e mi sentivo perduta e sconfitta dalla vita, senza sapere bene come ricominciare da capo. Pur avendo ripreso a praticare il Buddismo, faticavo a riprendere in mano la mia vita, mi sentivo senza scopo.
Nonostante la sofferenza continuai a praticare, sforzandomi sinceramente di trovare la mia strada. Piano piano iniziai a stare meglio, a pormi nuovi obiettivi, prima vaghi, poi sempre più chiari, ma ancora ciò che poteva essere il mio contributo per kosen-rufu mi rimaneva sconosciuto.

Una sera guardai un documentario sulla crisi climatica: vedere cosa stesse capitando al nostro pianeta mi riempì di orrore e di un senso di urgenza mai provato prima. Iniziai a documentarmi, a seguire divulgatori, a cercare di capire cosa si stesse facendo in merito. Più scoprivo, più il mio senso di angoscia aumentava, come anche il mio senso di impotenza: la maggior parte delle persone intorno a me non si curava del problema o, come me fino a poco prima, non ne era proprio consapevole, e questo mi faceva sentire più sola che mai.
Decisi di affidare tutto questo al Gohonzon: praticavo per la felicità dell’intera umanità, determinando di capire quali cause concrete potessi porre nella mia vita per la salvaguardia del pianeta, per kosen-rufu.
Nella Proposta di pace 2022, il maestro Ikeda scrive:

«Sebbene sia naturale che le persone, confuse e smarrite di fronte alle circostanze inimmaginabili che continuano a verificarsi, tendano a coglierne solo gli aspetti negativi, è essenziale individuare una fonte di speranza nelle iniziative intraprese per risolvere la crisi, impegnandosi a sostenerle e a espanderle»

Piano piano la paura si trasformò in determinazione, la determinazione in atti concreti: ho deciso di ridurre il consumo di prodotti animali, poi l’ho eliminato del tutto. Ho dimezzato l’utilizzo della macchina e ho cominciato ad andare a lavoro in bici. Ho ridotto drasticamente l’utilizzo di plastica comprando alimenti e prodotti sfusi, e tanti altri piccoli gesti di consapevolezza che prima ignoravo, creando abitudini che fossero costanti e sostenibili sul lungo periodo, sforzandomi sinceramente di migliorarle ogni giorno. Ho partecipato a manifestazioni e ho scoperto quante persone, giovani e adulte, stessero lottando per i diritti di questo pianeta, e ho sentito la speranza crescere in me. Ma ancora mi sembrava niente, solo una goccia nel mare.
Nella Proposta di Pace 2020 il maestro Ikeda riporta queste parole di Wangari Maathai:

«Anche se pensiamo che una particolare azione a livello individuale sia qualcosa di molto piccolo, provate a immaginarla ripetuta per molti milioni di volte e di certo farà la differenza» (Proposta di pace 2022)

E allora ho recitato Daimoku per avere coraggio e parlare di ciò che vedevo e sentivo con chi mi stava vicino. Ho tenuto quanti più dialoghi possibili per spiegare il motivo di tali scelte nella mia vita e per sensibilizzare le persone accanto a me sull’argomento: inizialmente ho trovato solo resistenza e scherno, poi curiosità, poi rispetto. Infine, attorno a me, ho visto sempre più persone che pian piano diventano consapevoli del fatto di poter fare la differenza, per quanto piccola.

Ad oggi continuo il mio percorso consapevole di poter fare sempre di più, sostenendo chi, in prima linea ogni giorno, si batte per i diritti di questo pianeta e contribuisce al cambiamento.
Spesso sono ancora molto spaventata e angosciata, ma anche piena di gioia. Durante questo percorso in cui mi sono risvegliata all’importanza di prendermi cura dell’ambiente, ho maturato anche la decisione su come costruire la mia vita.
Quest’anno ho iniziato l’università, con l’obiettivo di diventare un’esperta di sostenibilità ambientale e ottenere le competenze per offrire consulenza ai privati e al pubblico, guidata non solo dal desiderio di contribuire concretamente alla divulgazione del tema e alla sensibilizzazione sull’argomento, ma anche di farne un tema centrale nella mia vita.

Finalmente ho capito quale sia il mio contributo sincero a kosen-rufu.
So che ogni piccolo gesto fa la differenza e può incoraggiare altri a fare lo stesso, proprio come il Buddismo insegna. E allora avanzo insieme ai miei compagni per creare un mondo migliore, con le parole di Sensei incise nel cuore a darmi speranza ogni giorno:

«La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento del destino di una nazione e condurrà infine al cambiamento nel destino di tutta l’umanità» (Prefazione del romanzo La rivoluzione umana)


[1] Beni comuni globali (global commons): citati in questo contesto in quanto includono clima e biodiversità. Dal Treccani “L’insieme delle risorse, materiali e immateriali, utilizzate da più individui e che possono essere considerate patrimonio collettivo dell’umanità (in ingl. commons). […] Alla seconda categoria appartengono i b. c. cosiddetti globali come l’atmosfera, il clima, gli oceani, la sicurezza alimentare, la pace ma anche la conoscenza, i brevetti, Internet, tutti quei beni cioè frutto della creazione collettiva. Questi beni sono stati percepiti solo recentemente come b. c. globali, dal momento cioè in cui sono sempre più invasi ed espropriati, ridotti a merce, recintati ed inquinati, e il loro accesso sempre più minacciato.” https://www.treccani.it/enciclopedia/beni-comuni_%28Lessico-del-XXI-Secolo%29/

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