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Storia della villa di Bellagio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:58

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Storia della villa di Bellagio

Dopo un lungo e appassionante lavoro di ricerca che ha visto la collaborazione di molte persone esce un’opera che ripercorre la storia della villa, oggi sede nazionale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Il testo – in italiano, inglese e giapponese – si alterna a illustrazioni, documenti talvolta inediti e fotografie. Pubblichiamo un estratto del capitolo Il restauro attuale.

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Dopo un lungo e appassionante lavoro di ricerca che ha visto la collaborazione di molte persone esce un’opera che ripercorre la storia della villa, oggi sede nazionale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Il testo – in italiano, inglese e giapponese – si alterna a illustrazioni, documenti talvolta inediti e fotografie. Pubblichiamo un estratto del capitolo Il restauro attuale.

«Nel 1985, quando per la prima volta fu messo piede all’interno del complesso, quello che subito apparve era che si trattava di un edificio molto aristocratico, pieno di tracce che segnalavano i proprietari che si erano succeduti nel corso del tempo, ma solo una porzione di villa mostrava segni di vita recente: qualche salone al piano terreno, alcune camere al piano superiore, una grande cucina […] il piazzale antistante era di brulla terra battuta.
«L’anno seguente fu commissionato il restauro […] Non si trattava di un semplice restauro conservativo, bensì di un’integrazione degli aspetti storico-architettonici con quelli sociali e funzionali, senza per questo attuare alcuna speculazione, come spesso è avvenuto e avviene tuttora, ad esempio nelle ville trasformate in mini appartamenti o in alberghi. Per quanto riguardava l’esterno il problema era quello di creare dal nulla un ambiente adeguato all’edificio senza per questo cadere in un “falso storico”.
«La progettazione doveva essere unitaria e la filosofia progettuale si concentrò quindi su quattro punti essenziali:

  1. tutelare tutto ciò che è originale;
  2. evitare assolutamente il falso storico;
  3. usare tecnologie tradizionali per produrre risultati innovativi;
  4. valorizzare l’originale con l’intervento moderno.

«[…] Elementi originali – il loggiato al piano terra, le volte e i peducci, l’altana e le finestre – sono stati valorizzati dagli interventi eseguiti, mentre le moderne te­cnologie si inseriscono dinamicamente nei volumi e negli spazi preesistenti. Accanto alla torre medievale, per esempio, è stato inserito un ascensore senza danneggiare affatto il manufatto storico.
«[…] Nel 1986 il terreno della villa […] era un cumulo di pietre e zolle con qualche raro albero qua e là. Come le antiche ville nobiliari avevano un parco, una “riserva alimentare” e un luogo di accoglienza, così il rispetto per l’alta tradizione della zona e per i visitatori di tutte le età hanno portato gli architetti a progettare queste tre zone. Il frutteto a destra del viale d’ingresso è la “riserva alimentare”; il grande parcheggio ombreggiato dagli alberi, i prati con le panchine e l’anfiteatro formano l’area aperta all’accoglienza e allo svago dei visitatori; infine il giardino all’italiana con la fontana e il labirinto di bosso, ricostruito sullo stile dei giardini tipici delle ville circostanti, è l’elemento che si collega storicamente e culturalmente alla tradizione umanistica del luogo».

Le Brache, villa di Bellagio – storia di una splendida dimora di campagna
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Edito dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai a cura di Elisabetta Cappugi,
72 pagine, 18 – In vendita presso i negozi Creacommercio e on-line all’indirizzo www.creacommercio.it

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