Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Solo io posso dipingere il quadro della mia vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:54

851

Stampa

Solo io posso dipingere il quadro della mia vita

Francesca Baracani, Firenze

Francesca ha condiviso la sua esperienza al corso nazionale donne. Si è sfidata ad agire per la felicità degli altri condividendo il Buddismo ed è riuscita a superare le sue paure più profonde legate al lavoro e alla famiglia

Francesca Baracani
Dimensione del testo AA

Pratico dal 2017 e appartengo alla generazione dei Giovani gigli bianchi.
Vivevo una vita normale, tranquilla. Un marito, una bella casa, un buon lavoro e tante persone intorno a me. Desideravo tanto avere un figlio ma non riuscivamo ad averne ed è stato il motivo per cui ho iniziato a praticare.
Affrontavo terapie di fecondazione molto dolorose sotto ogni aspetto e, nonostante una volta sia rimasta incinta, la gravidanza purtroppo si interruppe al quarto mese. Soffrivo tantissimo. Passavano gli anni e continuavo a desiderare un figlio. Ma il Daimoku e le parole del maestro Ikeda lavoravano dentro di me, stavo liberando la mia vita dalla paura e cominciavo a conoscermi davvero.
Alla fine del 2021, pregando sinceramente, determinai gli obiettivi per il nuovo anno e non misi più quello di avere un figlio, ma di diventare una donna di valore.
Questa determinazione ha avuto un impatto fortissimo nella mia vita: da lì in poi tutto è cambiato.
Nei mesi successivi al Comune di Firenze, dove lavoro, veniva bandito un concorso per funzionario. Era arrivata l’occasione per mettermi alla prova e decisi di partecipare per due motivi: ripagare il debito di gratitudine nei confronti dei miei genitori e dedicare questa vittoria al mio maestro.
Ho recitato Daimoku e studiato tantissimo dedicandomi all’attività per kosen-rufu. Parlavo di Buddismo a tutte le persone che incontravo, consapevole che quelle azioni avrebbero portato benefici alla mia vita.
Partivo da una posizione svantaggiata; avendo pochi anni di anzianità lavorativa ero nelle ultime posizioni in graduatoria, e tuttavia vinsi il concorso portando una bella prova concreta che si basava unicamente sul merito e non sui titoli. Fu quella la mia vittoria, aver superato il mio limite dando valore alla mia vita.
Senonché una delle candidate, essendo la prima esclusa presentò ricorso al TAR chiedendo l’annullamento del bando di concorso, il ricorso venne accolto e l’intera procedura venne annullata. Sono stata malissimo perché sentivo di aver subìto una profonda ingiustizia. Ma la Legge mistica agisce ben oltre la legge dello Stato. Dovevo vincere la paura basandomi sulla fede e cominciai a recitare Daimoku ogni giorno con tutta me stessa.
Leggevo il volume 30 de La nuova rivoluzione umana che dice:

«Dobbiamo rimanere impavidi come una grande montagna anche se investiti dalla tempesta più feroce. Cosa abbiamo da temere? Noi, membri della Soka Gakkai, siamo andati avanti indossando l’“armatura della perseveranza” per diffondere la Legge mistica con dedizione e generosità, proprio come insegna il Daishonin. I maestri e i discepoli Soka, grazie a questa fede incrollabile, sono stati in grado di vincere in ogni occasione» (NRU, 30, 108)

Dovevo rimanere salda come il Monte Fuji, senza indietreggiare nemmeno di un passo.
Venne presentato appello al Consiglio di Stato, che avrebbe portato a una sentenza definitiva. Superata la rabbia, parlai di Buddismo a quella mia collega. Poi arrivò il verdetto del Consiglio di Stato e fu una vittoria: la graduatoria iniziale venne ripristinata e così anche la mia assunzione. Nel frattempo, io e mio marito comprendemmo che il nostro rapporto era finito.
Un giorno mentre recitavo Daimoku e leggevo il Gosho Risposta a Kyo’o, feci mia questa frase:

«La potente spada del Sutra del Loto deve essere brandita da un coraggioso nella fede, allora egli sarà forte come un demone armato di una mazza di ferro» (RSND, 1, 365)

La paura di rimanere sola era la prima cosa da affrontare. Ogni azione doveva venire dalla preghiera. Nonostante la grande sofferenza, in quei momenti sono riuscita a incoraggiare tante donne e due di loro, tra cui una collega, ricevettero il Gohonzon: pian piano anche il mio ambiente di lavoro stava cambiando. Cercavo di mettere in pratica le parole di Sensei e continuavo a fare attività.
Con mio marito decidemmo di separarci, pur rimanendo vicini anche nella sofferenza, come avevamo fatto fino a quel momento. Poi dal dolore è nato un nuovo rapporto basato su affetto e stima, e adesso lui non mi risponde più male, non mi critica più e io recito Daimoku per la sua felicità.
Era arrivato il momento di ricostruire tanti aspetti della mia vita, basando tutto sul Gohonzon. Uno dei desideri che avevo da sempre era acquistare una casa nel verde del mio quartiere da aprire per l’attività e sono riuscita ad acquistare una casa in un luogo meraviglioso.
Adesso voglio continuare a migliorare la mia vita approfondendo la non dualità di maestro discepolo con l’obiettivo di far emergere la mia Buddità, perché voglio diventare felice.
Come dice Sensei, “solo io posso dipingere il quadro della mia vita” e desidero avere una relazione di valore senza permettere più a nessuno di mancarmi di rispetto.
Noi donne dobbiamo decidere di diventare veramente forti.
Determino che, entro l’anno, il settore di cui sono responsabile e nel quale sono arrivati molti giovani si divida, e personalmente farò almeno uno shakubuku che riceva il Gohonzon. Desidero continuare ad approfondire l’offerta per kosen-rufu e che entro il 2030 arrivino tantissimi giovani, permettendo così alla nostra organizzazione di crescere e progredire realizzando il desiderio del nostro maestro.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata