Lo crediamo davvero e per questo desideriamo scoprire chi sono i giovanissimi praticanti in Italia. Cosa fanno? Quali esperienze stanno realizzando? Come possiamo sostenerli? “Piccoli e grandi Budda” vuole raccontare storie brevi che rispondano a queste domande, storie che ci auguriamo arriveranno numerose
Giocare senza riserve
Quando il gioco si fa duro, i Budda continuano a giocare. Simone racconta come ha realizzato un sogno “impossibile” e incoraggia a fare altrettanto
Ciao a tutti, io sono Simone e vorrei raccontare la mia esperienza con il Buddismo.
Mia madre è buddista da molto tempo e mio padre è diventato membro della Soka Gakkai un anno fa. Perciò sento praticare il Buddismo sin da quando stavo nella pancia di mamma.
Credo che questa religione sia molto importante per risolvere le proprie difficoltà e per superare gli ostacoli, qualsiasi ostacolo!
Anch’io l’ho sperimentato e devo dire che mi ha aiutato molto quando ne avevo bisogno. Vorrei raccontare un fatto in particolare: io gioco nella AS Roma, ma prima di entrarci bisogna superare dei provini e, prima ancora, è difficile essere chiamati a farli, i provini.
Ero a Trigoria, nell’estate 2008, a fare uno stage di una settimana. Giocai bene, ma non sapevo se mi avessero preso o no.
Tornato a casa, mamma mi suggerì di fare cinque minuti di Nam-myoho-renge-kyo con l’obiettivo di poter almeno essere chiamato a fare il provino. Recitai da cinque a quindici minuti di Daimoku tutti i giorni. Spesso la sera, col caldo dell’estate e la stanchezza di una giornata piena al mare, ma il mio desiderio era più forte del caldo e della stanchezza.
Dopo qualche giorno un dirigente della Roma chiamò mio padre dicendogli che dovevo andare a fare il provino. Quando tornai a casa, recitai un forte Daimoku, ma ancora non sapevo com’era andata. Mio padre mi disse che non mi aveva mai visto giocare così! Era sorpreso anche lui. Ma siccome non ero certo della risposta continuai a recitare quel Daimoku anche dopo. Così passata una settimana, la Roma ci chiamò e disse che ero stato preso. Che felicità!
Mi precipitai subito davanti al Gohonzon e ringraziai la vita per avermi regalato questa opportunità, recitando ancora con una gioia infinita e con tutto il cuore.
Questo è il terzo anno che gioco nella Roma. Ma la cosa più importante è continuare a sfidarsi da dentro.
Il mio consiglio perciò è: quando volete qualcosa, qualsiasi cosa, sperimentatelo questo Buddismo e vedrete che otterrete ottimi risultati.
Simone, 11 anni
• • •
Demoni e angeli
Il potere del Daimoku non conosce limiti, nemmeno di età. Mara racconta due esperienze di sconvolgente semplicità
Io sono Mara e recito Gongyo tutte le mattine da un anno. La mia è un’esperienza di scuola. Frequento la seconda media a Santa Marinella in provincia di Roma. All’inizio dell’anno scolastico ho avuto subito problemi di bullismo: delle ragazze più grandi di me mi minacciavano a parole e con sms, ero impaurita e disperata. Mi rivolsi al Gohonzon e desiderai profondamente la fine di questa storia nel migliore dei modi, fiduciosa di vincere e di trasformare le cause che avevo messo. Ci riuscii anche grazie alle parole e al Daimoku di Roberta e Luca, responsabili del gruppo Futuro di cui faccio parte. Le ragazze smisero di minacciarmi e con una di loro ho stretto amicizia. Questa è stata la mia più grande vittoria.
Ultimamente ho fatto un’altra esperienza. Nella mia scuola c’è un ragazzo che vive in una casa famiglia. Un giorno tre ragazzi l’hanno offeso e lui ha reagito in modo violento e aggressivo picchiandoli. Una professoressa mi venne a chiamare durante la ricreazione chiedendomi se potevo andare da lui. Quando lo vidi gli dissi di smetterla, lo portai nell’aula dei professori, gli presi una cioccolata calda e gli dissi che il suo comportamento non andava affatto bene. Lui furioso mi disse di voler evocare Satana ma io gli dissi che stava troppo in basso e che non poteva raggiungerlo. Mi disse allora che voleva evocare Dio e io gli dissi che era troppo in alto per raggiungerlo. Gli consigliai di pronunciare tante volte dentro di sé Nam-myoho-renge-kyo nei momenti difficili. Lui mi chiese: «Chi è questo?». Gli dissi che era la sua vita e la forza universale. Lui capì e io lo misi subito alla prova chiamando uno dei tre ragazzi che lo avevano offeso. Il ragazzo lo fissò e quando l’altro lo offese, iniziò a recitare tante volte dentro di sé. Il ragazzo chiese perché non reagiva e lui rispose che era superiore e non doveva rispondere.
Ho provato una grande gioia per aver raggiunto un obiettivo così grande! Ora anche gli altri ospiti della casa famiglia si stanno interessando al Buddismo.
Mara, 12 anni
• • •
Impegno, coraggio, solidarietà non sono ideali lontani, ma qualità che tutti possiedono, anche i giovanissimi, afferma Ikeda in questo messaggio rivolto a loro
Emerson è un famoso pensatore americano. All’età di otto anni perse il padre. Inoltre le sue condizioni di vita erano misere. Però, nonostante tutto continuava a sostenere la madre e studiava impegnandosi con tutto se stesso. Con grandi sforzi, riuscì a entrare presso la prestigiosa Università di Harvard. Poi senza alcun timore, costruì una nuova era per l’America.
Come mai il giovane Emerson non si perse d’animo? Poiché conosceva l’importanza del coraggio. Emerson affermava: «Quando c’è il coraggio, si può aprire una strada in qualsiasi momento».
Le persone coraggiose vincono. Il Daimoku è la sorgente del coraggio. Il Daimoku che tutti voi continuate a recitare, sia quando siete afflitti dall’amarezza sia quando siete soffocati dalla sofferenza, senza alcun dubbio permette di attingere all’infinito coraggio di non rassegnarsi mai.
Nichiren Daishonin scrive: «Il leone non teme nessun altro animale» (RSND, 1, 885). Inoltre insegna: «Il cucciolo del re leone diventerà un re leone» (RSND, 1, 288). I figli della Gakkai sono cuccioli del re leone. Perciò vi prego di vincere con grande coraggio, senza lasciare indietro nessuno.
Alla Divisione futuro
20 settembre 2010
Daisaku Ikeda