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Senza mai smettere di crescere - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:58

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Senza mai smettere di crescere

Andrea Charallo, Roma

Vivere sotto la guida costante di sensei, dentro la Soka Gakkai, mi ha permesso di crescere piena di valore e di speranza. Prendermi cura degli altri e sfidarmi costantemente nell’offerta per kosen-rufu, senza aspettarmi niente in cambio, è stato determinante per la mia vita

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Vivere sotto la guida costante di sensei, dentro la Soka Gakkai, mi ha permesso di crescere piena di valore e di speranza. Prendermi cura degli altri e sfidarmi costantemente nell’offerta perkosen-rufu, senza aspettarmi niente in cambio, è stato determinante per la mia vita

Sono brasiliana e ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che faceva parte della Soka Gakkai. Tutto iniziò nel 1968 con mia nonna Ermelinda, una donna molto forte che lottava da sola contro la povertà e una situazione precaria. Mio nonno era malato di cuore e aveva la lebbra, perciò passava la maggior parte del tempo a letto.
In più, due dei suoi tre figli avevano disabilità mentali e l’unico sano, mio padre, viveva alla giornata senza nessun ideale.
Un giorno, mentre faceva le pulizie in un ufficio, mia nonna sentì due donne parlare di Buddismo. Alle parole “rivoluzione umana” chiese spiegazioni, e appena arrivata a casa iniziò a recitare Nam-myoho-renge-kyo.
Quando mio padre la vide seduta di fronte al muro che ripeteva quella frase, pensò che anche l’ultima persona equilibrata della casa fosse impazzita!
Qualche giorno dopo mia nonna ricevette il Gohonzon e le cose iniziarono a cambiare. Anche mio nonno e uno zio cominciarono a praticare. Mio nonno curò la sua malattia e i miei zii iniziarono a condurre vite normali, tanto che uno di loro diventò dipendente pubblico. A mio padre fu affidata una responsabilità nella Soka Gakkai e divenne un punto di riferimento nella sua zona. Mia nonna, che moriva dalla voglia di leggere le guide di sensei, imparò da sola a leggere e scrivere. Rideva sempre, era diventata una donna felice! Poi sono nata io, e in seguito mia sorella e i miei fratelli. Abbiamo avuto un’infanzia felice ma piena di difficoltà, spesso c’erano da mangiare solo pane e riso! Per fortuna vivere sotto la guida costante di sensei, dentro la Soka Gakkai, mi ha permesso di crescere piena di valore e di speranza. Prendermi cura degli altri e sfidarmi costantemente nell’offerta per kosen-rufu, senza aspettarmi niente in cambio, è stato determinante per la mia vita. Da piccola facevo parte del Gruppo futuro e così ebbi la possibilità di incontrare il presidente Ikeda quando visitò il Brasile, nel 1984. Avevo undici anni e partecipai al festival, creando un legame profondo con il mio maestro.
Sensei tornò in Brasile nel 1993, e insieme a pochi altri giovani ebbi di nuovo la fortuna di incontrarlo.
Dopo un po’ di tempo, i miei genitori caddero in depressione, mio padre non riusciva neanche ad alzarsi dal letto e lo stipendio mio e di mia sorella dovevano bastare a pagare le bollette e tutto il resto. I nostri debiti crescevano e decidemmo di sfidarci ancora di più nelle attività della Gakkai. Volevo trovare un lavoro dignitoso per dimostrare i benefici del Buddismo nella mia vita.
Il Brasile stava attraversando una grave crisi economica, ma poiché «non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta» (RSND, 1, 306), come afferma il Daishonin, riuscii a farmi assumere da un’importante multinazionale con un ottimo stipendio. Così, con profonda gratitudine, ho potuto ripagare i miei debiti e rilanciare l’offerta per kosen-rufu.
Inoltre in quel periodo conobbi un collega spagnolo che in seguito sarebbe diventato mio marito. Nel 2001 mi trasferii con lui a Madrid, ma poco a poco cominciai a rilassarmi nella pratica buddista. Per fortuna venne a trovarmi mia madre e mi diede una scossa: «Dov’è finito il voto che hai fatto a sensei? Alzati, andiamo a recitare Daimoku!». Così ho ripreso l’attività buddista e lo studio dello spagnolo, e grazie alle guide di sensei che ci esorta a sforzarci al massimo ovunque ci troviamo, alla fine sono riuscita a trovare un lavoro molto ben retribuito.
Nel frattempo però riaffiorava il karma familiare della dipendenza dall’alcol. Uno dei miei nonni era alcolista, mio padre lo era stato per un periodo e anche mio marito iniziò a tornare a casa ubriaco. Decisi di non lasciarmi trascinare da quella sofferenza. Mi svegliavo molto presto per recitare Daimoku prima del lavoro, e a casa mi sforzavo di non litigare. In quel periodo mi proposero la responsabilità del gruppo byakuren e di partecipare a un corso della SGI in Giappone, dove incontrai di nuovo sensei. Poco tempo dopo divenni responsabile del Gruppo futuro e in seguito vice responsabile nazionale dei giovani.
Nel 2012 ho divorziato da mio marito e mi sono ritrovata di nuovo ad affrontare problemi economici. Ho fatto tanto Daimoku perché non avevo neanche i soldi per la benzina per fare attività, e il beneficio non si è fatto attendere: mi è stato offerto un posto come “team leader” nella multinazionale dove lavoravo e il mio stipendio è notevolmente migliorato. Infatti, a una valutazione dei dipendenti effettuata dall’azienda, il mio punteggio era risultato il più alto.
Prima di trasferirmi in Italia, nel 2015, ho deciso di andare in Giappone per rinnovare il mio voto al Kosen-rufu Daiseido.
Quel giorno c’era anche mio fratello che partecipava a un corso della SGI e abbiamo avuto la più bella delle sorprese: sensei e la signora Kaneko sono passati a salutare i rappresentanti dei membri di tutto il mondo riuniti davanti al Daiseido!
Oggi la mia famiglia è molto unita. I miei genitori, che nel 2014 si erano separati, si sono rimessi insieme. Anche i miei fratelli e mia sorella sono responsabili della Soka Gakkai, hanno ottimi lavori e figli bellissimi. Mia nipote Sofia, di nove anni, partecipa al gruppo di ballo della SGI Brasile e la piccola Isabella, di tre anni, frequenta la scuola Soka.
Quanto a me, ho deciso di dare il massimo per contribuire al movimento di kosen-rufu in Italia. Non ho più paura di affrontare le difficoltà e voglio adempiere alla mia missione senza mai smettere di crescere. Desidero sviluppare sempre di più la mia fede, continuare a fare shakubuku e sforzarmi ogni giorno di diventare migliore.

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