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Scriviamo insieme un nuovo poema di maestro e discepolo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:20

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Scriviamo insieme un nuovo poema di maestro e discepolo

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Al calare del sipario di una sfida, segue sempre l’apertura del sipario di una nuova sfida, proprio come afferma il Daishonin: «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se la vostra determinazione cala anche solo un po’, i demoni prenderanno il sopravvento»

 

Più di ogni cosa desidero innanzitutto esprimere la mia vicinanza a tutte le persone colpite dal violento terremoto di magnitudo 6.7 che ha devastato l’isola di Hokkaido all’alba del 6 settembre.
Non solo, dopo il terremoto che a giugno ha colpito la parte settentrionale di Osaka, all’inizio di questo mese in diverse regioni giapponesi, tra cui il Kansai e il Chubu, si sono verificati disastri naturali come forti tempeste e inondazioni, in seguito a un violento tifone. Stanno proseguendo inoltre i lavori di ricostruzione delle zone del Giappone occidentale, in particolare quelle del Chugoku e dello Shikoku, che hanno subìto ingenti danni causati dall’alluvione di due mesi fa.
Anche nel resto del mondo si stanno verificando una dopo l’altra calamità naturali, come le forti scosse di terremoto che si susseguono in Indonesia, i frequenti incendi boschivi in America e le eruzioni vulcaniche nelle Hawaii.
Con il desiderio che nelle zone colpite da questi disastri naturali si possa tornare presto a condurre una vita tranquilla, sto inviando Daimoku con tutto me stesso ai preziosi amici che, con spirito indomito, stanno facendo ogni sforzo possibile per contribuire alla ricostruzione e alla rinascita.
La nostra è una preghiera basata sui princìpi di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” e “trasformare il veleno in medicina”, ed è in grado di raggiungere qualsiasi zona del Giappone e del mondo intero.
Nichiren Daishonin scrive: «Le sfortune […] si trasformeranno in fortuna. Raccogli tutta la tua fede e prega questo Gohonzon. Allora, che cosa non puo essere realizzato?» (RSND, 1, 366).
Proprio nei momenti di difficoltà e sofferenza, noi membri della Soka Gakkai raccogliamo il coraggio, la saggezza e la compassione e, per la felicità nostra e degli altri, nonché per la pace e la sicurezza delle nostre zone, espandiamo la rete delle persone che formulano il voto di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” e “trasformare il veleno in medicina”.
Ho saputo che ora, con il cambiamento di stagione, in Hokkaido le temperature si stanno abbassando in modo considerevole. Sto pregando con tutte le mie forze, ogni giorno, per la buona salute, la pace e la sicurezza dei miei cari compagni di fede.

Con lo spirito del “Conte di Montecristo”

Alcuni giorni fa, dopo molto tempo, mi sono recato nuovamente nella prefettura di Yamanashi. La mia famiglia Soka di Yamanashi è composta da “compagni di fede che mi commuovono” [titolo della canzone composta dal presidente Ikeda il 2 agosto 1978, n.d.t.] e che, costantemente uniti ai compagni di Tokyo, si impegnano con coraggio in ogni sfida per kosen-rufu. Lo slancio con cui questi membri, in particolare le donne, creano una gioiosa e armoniosa unità e avanzano sollevando un turbine di Daimoku, è fonte di grande fiducia e speranza.
In occasione della nostra visita, mia moglie e io abbiamo rivolto le nostre più sincere preghiere a tutti i defunti, per il loro indimenticabile impegno e contributo.
Yamanashi è il luogo in cui, sessantatré anni fa, si tenne insieme al mio maestro Josei Toda il corso all’aperto del Suiko-kai [gruppo dei giovani uomini creato da Toda insieme al Kayo-kai, n.d.t.]. Durante questa mia ultima visita, mentre attraversavo in auto il villaggio di Yamanakako, osservavo con nostalgia il luogo dove i giovani avevano organizzato una manifestazione sportiva di sumo. Fu un incontro che si tenne alla presenza del maestro Toda. Tutti si affrontavano facendo ardere nel loro cuore un autentico spirito combattivo. Sia Toda che io apprezzavamo molto il cosiddetto oshizumo [stile di combattimento sumo basato sulla spinta, n.d.t.].
Non dimenticherò mai il volto sorridente del mio maestro che, senza fare distinzioni tra vincitori e vinti, lanciava grida di incoraggiamento a tutti i giovani che insieme si sfidavano tirando fuori tutte le loro forze.
Intanto il Monte Fuji, come un imponente e magnifico sovrano, vegliava immobile sui miei ricordi del maestro Toda, splendenti come l’oro.
Nichiren Daishonin afferma: «Solo sconfiggendo un potente nemico si puo dimostrare la propria vera forza» (RSND, 1, 267).
Attraverso questo passo del Gosho, Toda incoraggiava i giovani che si stavano sfidando nell’affrontare dure prove.
La propria rivoluzione umana si può realizzare solo affrontando senza paura e senza mai indietreggiare il potente nemico, ovvero il proprio karma, rigoroso e inesorabile.
Shgor Yamamoto, celebre scrittore originario della prefettura di Yamanashi, che anche il maestro Toda apprezzava molto, scrive: «Osservando una persona che si rialza sempre ogni volta che cade, si viene incredibilmente incoraggiati».
Riflettendo, il protagonista del romanzo scritto dal maestro Toda, intitolato La rivoluzione umana, si chiama Gankutsu. Nel suo nome è racchiuso lo spirito tenace e indomito del Conte di Montecristo1.
Gankutsu infatti si dedicava con tutto se stesso a diffondere l’insegnamento corretto del suo maestro, rialzandosi sempre e comunque, per quante volte potesse cadere.
Vi è poi Shin’ichi Yamamoto, personaggio che compare all’interno de La rivoluzione umana, che io ho scritto come continuazione del romanzo del mio maestro.
Shin’ichi diventa poi il protagonista de La nuova rivoluzione umana, che descrive il grande sviluppo di kosen-rufu da lui realizzato dopo la scomparsa del suo maestro.
Il nome “Shin’ichi Yamamoto” racchiude un profondo significato; rappresenta infatti colui che rimane inamovibile come il Monte Fuji anche di fronte all’imperversare dei venti più impetuosi, eredita lo spirito combattivo del Conte di Montecristo e, per quante volte possa essere calpestato, continua a crescere, ergendosi imponente come il grande albero della vittoria di maestro e discepolo2.

La rete della rivoluzione umana

Il grande storico inglese Arnold J. Toynbee (1889-1975), ha scritto la prefazione al primo volume della versione inglese del romanzo La rivoluzione umana. Questo accadde poco prima di iniziare i nostri dialoghi a Londra.
Durante i nostri incontri, Toynbee ha avuto parole di lode nei confronti dei maestri e discepoli Soka e del loro “coraggio di resistere con perseveranza agli attacchi”, della loro “costante tenacia” e della “onestà e lealtà espressa dal loro comportamento”. Ha inoltre affermato che “la Soka Gakkai è già un movimento su scala mondiale”, e ha espresso anche le sue aspettative che il nostro movimento della rivoluzione umana riesca a cambiare radicalmente i valori spirituali dell’umanità.
Non vi sono dubbi che anche Toynbee stia vegliando sorridente sui cittadini Soka di tutto il mondo che, superando ogni tipo di difficoltà, stanno avvolgendo il pianeta con la rete della rivoluzione umana.

La nostra sfida non avrà mai fine

L’8 settembre si è concluso il trentesimo e ultimo volume del romanzo La nuova rivoluzione umana, pubblicato a puntate sul Seikyo Shimbun.
Dal momento in cui iniziai a comporre la mia precedente opera [La rivoluzione umana, n.d.t.] a Okinawa, ho continuato a scrivere per cinquantaquattro anni.
È stata una sfida che avevo determinato di portare avanti “finché fossi vissuto”3 ma, grazie al beneficio di “avere una vita ancora più lunga”, avvolta dal Daimoku sincero di tutti i miei compagni di fede, sono riuscito a giungere al termine di questa opera, composta nel mezzo del grande progresso di kosen-rufu mondiale che avevo promesso di realizzare ai miei maestri Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda. La profonda emozione che provo in quanto loro discepolo è indescrivibile e le parole non sono sufficienti a esprimere la mia gratitudine nei loro confronti.
Ho saputo che anche in Hokkaido, nonostante si fosse appena verificato il terremoto, grazie alle preghiere di tutti i compagni di fede, a cominciare dal Gruppo donne, e all’impegno di tutte le persone coinvolte, l’8 settembre è stato possibile stampare e consegnare il giornale su cui era pubblicata l’ultima puntata de La nuova rivoluzione umana.
Desidero ringraziare ancora una volta dal profondo del cuore tutti coloro che, dietro le quinte, hanno sempre continuato a sostenermi in questa impresa, in Giappone e nel mondo intero.
Mi ha riempito di gratitudine sapere che in molti hanno affermato di provare un profondo senso di tristezza per il fatto che il romanzo sia giunto al termine. Tuttavia, la nostra sfida della rivoluzione umana, che portiamo avanti nell’unità di maestro e discepolo, non avrà mai fine.
Ricordo in modo vivido una scena a cui ho assistito un giorno, durante una deliziosa esibizione della banda musicale dei pifferi e dei tamburi. In fondo al palco vi era una ragazza che stava suonando con serietà uno strumento a percussione; per evitare che durante l’esibizione il suo strumento continuasse a risuonare troppo a lungo, vi pose rapidamente la mano per attutirne il riverbero. «Andiamo sempre avanti, senza crogiolarci nel riverbero, con rinnovata determinazione!».
L’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin è il principio della “causa originale” (giap. honnin-my, tradotto anche con “ricomincio da ora”).
Al calare del sipario di una sfida, segue sempre l’apertura del sipario di una nuova sfida, proprio come afferma il Daishonin: «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se la vostra determinazione cala anche solo un po’, i demoni prenderanno il sopravvento» (RSND, 1, 885).

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A settembre di venticinque anni fa, subito dopo aver iniziato a scrivere La nuova rivoluzione umana, tenni una conferenza presso l’Università di Harvard, dal titolo Il Buddismo mahayana e la civiltà del ventunesimo secolo.
In quell’occasione sottolineai che è fondamentale chiedersi se una religione renda le persone più forti o più deboli, migliori o peggiori, più sagge o più stolte.
Questi sono i requisiti principali di una religione. Una religione per il bene delle persone costituisce la forza motrice in grado di far crescere e sviluppare costantemente gli esseri umani – destinati a vivere immersi nelle correnti impetuose del cambiamento – e di aiutarli a diventare più forti, migliori e più saggi. Questa è la religione della rivoluzione umana.
Rispetto a ciò, anche Jim Garrison, ex presidente della John Dewey Society d’America, ha espresso parole di fiducia, affermando: «La rivoluzione umana permette a ogni singolo individuo di sviluppare nella realtà concreta le proprie preziose e insostituibili potenzialità, e di portare un contributo alla società. Di conseguenza la SGI, che sostiene e porta avanti il principio della rivoluzione umana, è “una religione che fa crescere e sviluppare costantemente gli esseri umani”».

Il viaggio del voto continua

Ho scritto La nuova rivoluzione umana con il desiderio sincero di dialogare, attraverso questo romanzo, con i giovani di tutto il mondo, da vita a vita, nello stesso modo in cui io, a mia volta, ho ricevuto una formazione “cuore a cuore” dal mio maestro presso l’università Toda.
Ciò che mi rende estremamente felice è vedere che, in accordo con il mio desiderio, giovani Bodhisattva della Terra di ogni parte del mondo stanno apprendendo lo spirito della rivoluzione umana e, facendo proprio il cuore di Shin’ichi Yamamoto, stanno realizzando grandi vittorie, mostrando brillanti prove concrete nella propria vita e nel movimento di kosen-rufu.
Il romanzo La rivoluzione umana si apre con il capitolo “Alba”, in cui il mio maestro si alza da solo lacerando l’oscurità causata dagli orrori della guerra, e si chiude con il capitolo “Una nuova alba”, in cui la missione del maestro viene ereditata dal suo discepolo, unito a lui da un legame di non dualità.
La nuova rivoluzione umana si apre con il capitolo “Aurora”; proprio come il sole del mattino sorge e si innalza nel cielo, così i maestri e i discepoli Soka hanno spiccato il volo verso kosen-rufu mondiale.
Facendo mio il cuore del maestro ho viaggiato in lungo e in largo per far sì che la luce della compassione del Buddismo potesse raggiungere ogni parte del mondo. Immergendomi tra le persone comuni ho creato turbini di dialogo.
L’ultimo capitolo, che chiude il romanzo, è intitolato “Il voto”.
Nel Gosho è scritto: «E mio desiderio che tutti i miei discepoli formulino un grande voto» (RSND, 1, 891), e ancora: «”Il grande voto” si riferisce alla propagazione del Sutra del Loto» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 113, 48).
Se ci alziamo con lo stesso grande voto del maestro di realizzare l’ampia propagazione della Legge, siamo in grado di far emergere una forza illimitata, il potenziale infinito dei nobili Bodhisattva della Terra.
Il sole del grande voto di maestro e discepolo, avvolgendo con i suoi raggi la nostra madre Terra, ha iniziato a risplendere ancora più radioso, diventando una sorgente di luce in grado di illuminare l’infinito futuro.
In ogni paese e territorio vi sono degli amici, delle persone comuni che attendono il Buddismo del Daishonin.
Questa è una nuova partenza pervasa di una rinnovata determinazione verso kosen-rufu mondiale, ovvero la pace nel mondo, a cui l’umanità tanto anela.

Io avanzo. Avanza anche tu.
Io lotto. Lotta anche tu.
Io vinco. Vinci anche tu.

Noi, insieme, stiamo scrivendo un nuovo poema epico dei maestri e discepoli Soka, diffondendo la grande luce della rivoluzione umana. Il viaggio del voto che realizziamo insieme, tu ed io, prosegue per l’eternità!

(15 settembre 2018)

1. In giapponese il nome Gankutsu ha la stessa pronuncia della traduzione giapponese del Conte di Montecristo.
2. Il nome Shin’ichi Yamamoto fu scelto da Josei Toda e significa letteralmente: shin: crescere, progredire, svilupparsi; ichi: uno; Yama: montagna; moto: albero.
3. Per approfondire vedi la Prefazione ai volumi de La nuova rivoluzione umana, pag. VII.

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