Facile attendere il cambiamento dell’altro, quando in un gruppo siamo tanti. Oppure aspettare che sia il responsabile a prendere l’iniziativa. La visione che propone il Buddismo parte dal concetto opposto: ciascuno può illuminare il proprio ambiente con la sua unica luce straordinaria
Un antico motto cinese recita: «Comincio da me. Comincio da ora». Il processo per rendere il mondo un luogo migliore ha inizio proprio qui, proprio ora, nell’istante in cui ognuno di noi, invece di delegare a qualcun altro, intraprende un’azione positiva in prima persona.
Niji, letteralmente “a quel tempo”, è la parola con cui si apre il capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto, che recitiamo quotidianamente durante Gongyo, nel quale Shakyamuni si risveglia dalla meditazione e inizia a esporre la Legge all’assemblea che si è riunita davanti a lui. Il presidente Toda diceva che qui “tempo” ha un significato particolare: non indica una data ora o una certa stagione dell’anno, né ha niente a che fare con la tipica frase che apre le fiabe “C’era una volta…”; bensì indica il momento in cui il Budda, percependo che le persone lo desiderano ardentemente, appare per esporre il suo insegnamento. È il momento in cui il Budda dà inizio alla predicazione per salvare tutti gli esseri e in cui i discepoli sono pronti ad ascoltarlo: quello in cui i loro cuori sono in sintonia con quello del maestro e insieme si dedicano alla felicità del genere umano. “Quel tempo” arriva quando i discepoli di Nichiren pregano davanti al Gohonzon con determinazione e consapevolezza della propria missione. Afferma che se non decidiamo, non preghiamo e non agiamo, il nostro ambiente non cambierà minimamente, nemmeno dopo cinque o dieci anni. Nell’istante in cui affermiamo nel profondo del cuore “ora mi alzo e combatto!”, il destino cambia, la vita si apre, inizia la storia. Quando decidiamo di realizzare uno scopo di nostra iniziativa e non perché ci è stato detto di farlo, è “quel tempo”, ovvero il tempo della missione (cfr. I capitoli Hoben e Juryo, esperia, pag 15-17).
Tutto ciò non è legato al ruolo che posso o meno ricoprire all’interno del movimento Soka; è una questione di fede e della scintilla che mi fa vibrare e prendere l’iniziativa, che mi fa sentire l’orgoglio e l’onore di contribuire, così come sono, alla costruzione di un mondo migliore.
L’ulteriore sviluppo del movimento di kosen-rufu dipende dalla rivoluzione umana di ogni singola persona, dal desiderio di contagiarne tante altre con la gioia del proprio cambiamento, dall’impegno a sostenere con fiducia le speranze dei giovani, dice Ikeda. Sensei ci incoraggia a pensare a noi stessi come a presidenti della Soka Gakkai, ad assumere la responsabilità di kosen-rufu in prima persona, colmi di coraggio, fierezza e vitalità. Ci esorta a realizzare uno sviluppo così eccezionale che perfino coloro che ci invidiano e parlano male di noi non possano che sorprendersi della nostra energia, del nostro impegno e della crescita esponenziale di persone capaci all’interno del nostro movimento. Tradotto nella quotidianità, significa dare il nostro contributo alle attività del gruppo di appartenenza, recitare Daimoku per e con gli altri, insegnare Gongyo e studiare insieme alle persone nuove. Vuol dire creare buone relazioni con i membri, imparare ad ascoltare e a condividere i nostri pensieri, pronti a scambiare qualcosa con gli altri, valorizzarli e rispettarli. Oppure invitare i nostri amici alle riunioni di discussione e renderle un momento significativo, nei quale tutti abbiamo la possibilità di esprimerci e di sentirci ispirati, senza discriminazioni di sorta.
La luce delle nostre vite che si risvegliano, scrive Ikeda, può essere paragonata alle numerose stelle che accendono la volta del cielo: «Nelle meravigliose galassie che ruotano nello spazio, si verifica un fenomeno astronomico conosciuto come “scoppio stellare”, durante il quale migliaia o centinaia di migliaia di stelle nascono tutte insieme. Quell’esplosione improvvisa e potente nella quale si formano le stelle e fa brillare la galassia in modo straordinario, è uno dei grandi spettacoli dell’universo. Anche nel grande progresso di kosen-rufu ci sono periodi in cui irrompe improvvisamente sulla scena un gran numero di persone di valore. Ed è esattamente ciò che sta succedendo adesso» (NR, 351, 3).