«Le riunioni di discussione – scrive Ikeda – sono il punto di partenza, sono incontri dove le persone siedono e parlano a lungo, affinché il messaggio del Buddismo possa arrivare al cuore di ognuno». Questi incontri, la cui preparazione comporta un impegno invisibile e costante, sono il punto fondamentale per accendere il cuore delle persone
Il presidente John F. Kennedy (1917-63) definì il coraggio “la più ammirevole delle virtù umane”. Dava sempre un grande valore al coraggio e cercava con fervore persone coraggiose che sapessero apprezzare tale qualità. Credeva anche che persone di questo tipo fossero capaci di apprendere lezioni fondamentali. Comprendo perfettamente i suoi sentimenti: le persone coraggiose possiedono integrità e per questo sono degne di fiducia; le persone degne di fiducia hanno molti amici e hanno successo; le persone integre che vincono nella vita sono immancabilmente persone coraggiose.
A dire il vero, Kennedy espresse il desiderio di incontrarsi con me e avevamo in programma di farlo, ma l’intromissione di alcune persone in Giappone mi portò a cancellare il nostro incontro. Quell’autunno il presidente fu assassinato a Dallas, durante la campagna elettorale. Molti anni più tardi, il 12 gennaio 1978, il fratello minore, il senatore Edward Kennedy, venne a farmi visita alla sede del Seikyo Shimbun a Tokyo. Il senatore Kennedy è un uomo alto e forte, come suo fratello. Quando feci un commento sulla loro somiglianza, sorrise e rispose semplicemente: «Beh, siamo fratelli!». Coraggio: questo è lo spirito incarnato da quei fratelli, che condivisero alti ideali e gli diedero valore.
Anche Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, sottolineò l’importanza del coraggio. Egli dichiarò solennemente che, anche se il Buddismo insegna la compassione, in realtà tutto ruota intorno al coraggio; in altre parole il modo per manifestare una sincera compassione è agire con coraggio. Diceva anche che il coraggio e la compassione sono due facce della stessa medaglia.
Ad esempio, se vedete un estraneo trasportare qualcosa di pesante, ci vuole coraggio per chiedergli se ha bisogno di aiuto. Subito dopo la guerra, quando ero ancora piuttosto giovane, ricordo di aver visto alla stazione una donna anziana portare in spalla un grande pacco di viveri. Io mi offrii di portarlo per lei. Lei accettò con gioia la mia offerta, e io fui felice di aiutarla ma, perbacco… quanto era pesante quel pacco! Quella donna viveva vicino alla nostra casa a Morigasaki, vicino alla baia di Tokyo, a una notevole distanza dalla stazione. Non ci crederete, dopo che avevo arrancato fino a casa sotto quel gran peso e stavo per crollare dalla stanchezza, lei neanche mi ha ringraziato!
Sono cose che succedono, ma il punto è che fare azioni coraggiose serve a manifestare la compassione nella vita quotidiana. La compassione senza il coraggio, senza un’azione che la sostenga, non è sincera. Magari potete avere un pensiero o uno slancio compassionevole, ma se non agite, non è vera compassione. Analogamente, occorre avere coraggio quando qualcuno calunnia la Soka Gakkai o diffonde menzogne e dire: «Questo non è vero» e mettere in chiaro le cose. Tacere in un momento critico, rimanere in silenzio, dimostra una mancanza di coraggio. Dobbiamo respingere con chiarezza calunnie e falsità. Può anche sembrare un atteggiamento severo, ma anche chiarire la verità a favore degli altri è in definitiva un atto di compassione.
Nessuno è più ammirevole di coloro che riescono ad armarsi di coraggio in un momento cruciale. Il coraggio è la vera essenza del Buddismo e di una sincera umanità. Spesso gli uomini che di solito si comportano in modo prepotente e arrogante sono i primi a rivelarsi vigliacchi e a fuggire se sorgono difficoltà. Alcuni dicono che, nei momenti cruciali, le donne mostrano più coraggio e padronanza di sé, un’opinione con cui, ne sono sicuro, molti concordano.
Io stesso ho aperto la mia strada attraverso il coraggio. Quando Toda si trovò ad affrontare una situazione terribile a causa dei suoi problemi di lavoro, gli dissi: «Lavorerò duramente, quindi non si preoccupi» e intervenni per assisterlo e sostenerlo con tutti i mezzi a mia disposizione. Respinsi con fermezza le persone malvagie che diffamavano Toda.
Le persone coraggiose sono affidabili e apriranno la porta alla vittoria. Per quanto possiamo crescere di numero, se tutti sono codardi, non si percepirà la differenza. La Soka Gakkai ha bisogno di far crescere individui coraggiosi che possiedano integrità, compassione e capacità di vincere.
Il rispetto per le donne
Attualmente sono impegnato in un dialogo con l’attivista argentino per i diritti umani Adolfo Pérez Esquivel. Egli sottolinea sempre l’importanza delle donne. È un uomo lungimirante e durante il nostro dialogo ha detto: «È necessario rafforzare una cultura di pace e comprensione reciproca tra i popoli». Ha anche commentato: «Il ruolo delle donne nel ventunesimo secolo sarà decisivo per la realizzazione di profondi cambiamenti nelle nostre società». Questo è vero e risponde profondamente allo spirito del Daishonin, che ribadiva l’uguaglianza tra uomini e donne.
Nella Soka Gakkai sono state le donne, con i loro sforzi coraggiosi, a fare il massimo per diffondere il Buddismo del Daishonin. E la nostra organizzazione ha raggiunto un solido sviluppo proprio perché noi abbiamo valorizzato e tenuto nella massima considerazione queste donne ammirevoli.
È del tutto inaccettabile che le donne siano trattate con condiscendenza o disprezzo, che debbano tollerare osservazioni spiacevoli o offensive, anche solo per scherzo. Il Daishonin afferma: «Non possono esserci discriminazioni fra […] uomini o donne» (La vera entità della vita, SND, 4, 233). Rispettare e apprezzare le donne è la cosa più giusta e degna. Le donne che si impegnano per kosen-rufu meritano il nostro inesauribile sostegno. Spero che capiate che questa dev’essere la regola fondamentale che governa la Soka Gakkai. La Divisione giovani donne è molto importante. Desidero che ognuna di loro trascorra un’esistenza saggia e fiduciosa. Non vivete il tempo della giovinezza in maniera vuota e priva di obiettivi, perché in seguito avrete sicuramente dei rimpianti. Vi prego di far sentire tranquilli i vostri genitori, rimanendo sul grande sentiero della vera felicità.
Il dottor Pérez Esquivel è dell’opinione che le donne avranno un ruolo primario nella creazione di una cultura di pace. Nel nostro dialogo, egli ha dichiarato: «L’uguaglianza tra i sessi è fondamentale. Consideriamo essenziale che le donne assumano il ruolo di protagoniste sociali, intellettuali e politiche. La loro partecipazione darà un nuovo volto all’umanità, che fino a oggi è stata dominata dagli uomini». La nuova era descritta da Esquivel è già arrivata. Impegnamoci ad apprezzare e rispettare al massimo le donne e progrediamo verso la vittoria mantenendo una salda unità.
Ottenere la Buddità significa vincere
Vorrei spendere qualche altra parola sul coraggio. Il coraggio è la forza trainante verso la vittoria.
Una persona veramente felice è quella che non viene mai sconfitta, qualunque cosa accada. In definitiva, se non vinciamo su noi stessi, sulle nostre debolezze, non saremo mai in grado di aprire la strada verso la vera felicità. Kosen-rufu si sviluppa anche attraverso le nostre vittorie. Il fatto di vincere fa risplendere dall’interno la nostra Buddità. Ottenere la Buddità è solo un altro modo di descrivere la vittoria.
Vinciamo tutti! Per farlo è fondamentale recitare Daimoku e forgiare la nostra forza interiore.
Il cosmonauta sovietico Yuri Gagarin (1934-68), che fu la prima persona a volare nello spazio, dichiarò: «Il successo arride agli audaci». Il successo non arride a chi esita, anzi… ne rifugge! Siate coraggiosi e audaci. La fede è la forma più alta di coraggio. Il coraggio è l’essenza del Buddismo.
L’autore francese Romain Rolland (1866-1944) dichiarò: «Fede è azione. Non ha significato se non viene vissuta». L’azione è molto importante, dice Rolland. Questo è ciò che crediamo noi della Soka Gakkai. La fede senza la pratica o l’azione non si può definire vera fede. La fede deve essere tradotta in azioni e il Buddismo deve essere attuato nel sociale.
Ci sono, naturalmente, alcune figure religiose che sfruttano la fede delle persone per il proprio profitto, mettendosi al di sopra, in posizione di autorità e predominio e opprimendo gli altri. Non dobbiamo lasciarci ingannare da simili individui.
Descrivendo le idee del grande scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910), Rolland scrisse anche: «La fede è energia vitale. Non si può vivere senza fede». Noi sosteniamo una grande fede. Perciò possiamo avere uno stato vitale altissimo che ci consente di procedere all’infinito.
Le riunioni di discussione
Oggi vorrei riconfermare l’importanza delle riunioni di discussione. Le nostre riunioni di discussione sono la forza trainante e fondamentale per lo sviluppo del nostro movimento ma talvolta persino i responsabili più anziani non prendono parte a queste importantissime riunioni. Questo non va bene. Kosen-rufu si realizza attraverso le riunioni di discussione. Questo è il messaggio che ci ha lasciato Toda. Anche Nichiren Daishonin espose per la prima volta la Legge di Nam-myoho-renge-kyo a un piccolo gruppo di persone (cfr. Lettera ai preti del Seicho-ji, SND, 5, 7), in uno scenario che ricordava quello di una riunione di discussione. Lì proclamò per la prima volta con coraggio l’insegnamento corretto.
Le riunioni di discussione sono il punto di partenza, sono incontri dove le persone siedono e parlano a lungo, affinché il vero messaggio del Buddismo possa arrivare al cuore di ognuno.
Ai suoi tempi, Makiguchi faceva in modo di giungere al luogo di riunione in anticipo. Amava andare alle riunioni di discussione e parlare con i presenti. Era un educatore e un uomo molto onesto e sincero. I responsabili non dovrebbero arrivare alle riunioni in ritardo e con atteggiamento arrogante. I responsabili più alti dovrebbero arrivare presto ed essere pronti a salutare e accogliere cordialmente tutti i membri. Le persone di fede sincera non si comportano in maniera presuntuosa e superba. Gli individui davvero ammirevoli sono quelli modesti e discreti. Questo è il regno della fede.
La prima cosa che Makiguchi faceva arrivando sul luogo di riunione era salutare la famiglia ospite con un caloroso sorriso e ringraziarli per aver messo a disposizione la loro abitazione. Quando stiamo usando la casa di qualcuno, è semplicemente naturale dimostrargli, in maniera tangibile, la più grande cortesia e il nostro apprezzamento. Nonostante varie circostanze e situazioni personali, queste famiglie ci stanno gentilmente permettendo di usare le loro case per le riunioni. I responsabili che si comportano con superbia e arroganza, come se fossero i padroni del luogo di riunione, rischiano di distruggere il regno armonioso della Soka Gakkai. È necessario comportarsi con il massimo rispetto e cortesia perché i membri siano felici di accoglierci nelle loro case. Dopo la riunione dovremmo anche offrirci di aiutare a riordinare, ponendo maggiore attenzione e cura di quella che metteremmo a casa nostra.
Quando Makiguchi si recava a casa di qualcuno, si impegnava sempre a non importunare con la sua presenza. Cercava di fare in modo che non si disturbassero per lui, e piuttosto sedessero insieme a parlare.
Un comportamento gentile è la dimostrazione di una considerazione sincera per gli altri. Ad esempio, quando un padre torna a casa dopo una faticosa giornata in ufficio, un sorriso luminoso di sua figlia può scacciare la stanchezza della giornata e dare di nuovo la sensazione che il mondo sia meraviglioso. Molto meglio che se sua figlia gli dicesse: «Come, sei già a casa?» e poi magari sua moglie aggiungesse: «La cena non è ancora pronta!».
L’arte delle parole
Mi è stato detto che Makiguchi una volta, con occhi scintillanti di ardore giovanile, disse con passione: «La cosa più importante per noi è recitare Daimoku e insegnare agli altri a fare lo stesso» e «Condividere gli insegnamenti è la linfa vitale del Buddismo».
Anche la casa dei genitori di mia moglie è servita regolarmente come luogo di riunione per la Soka Gakkai nei primi anni del nostro movimento e vi andavano in visita sia Makiguchi che Toda. Quando mia moglie frequentava la scuola elementare, una volta andò a prendere Makiguchi alla stazione ferroviaria e lo accompagnò a casa a piedi.
La casa della sua famiglia fu uno dei principali centri di sviluppo della campagna di febbraio nel capitolo Kamata. Era un luogo molto noto per le riunioni di discussione della Gakkai [nel febbraio del 1952, il presidente Ikeda, allora incaricato per il capitolo Kamata di Tokyo, diede inizio a una energica campagna di propagazione. Insieme ai membri del Kamata, superò il risultato del mese precedente di cento nuovi membri, facendo conoscere il Buddismo del Daishonin a duecentouno persone, n.d.r.]. Il fatto che avessimo luoghi di riunione locali stabili come questo fu una delle ragioni per cui riuscimmo a ottenere uno straordinario sviluppo a Kamata.
Una volta, durante una riunione di discussione, Toda esordì: «Oggi divertiamoci. Mettiamoci tutti in cerchio». Poi con un umorismo pieno di calore dichiarò: «Quando parlo, creo arte. Quindi drizzate le orecchie!». E sicuramente le parole di Toda erano infinitamente sagge e allegre. Ora, se avesse iniziato dicendo: «Sto per parlarvi di Buddismo», quelli che si erano riuniti per la riunione forse non sarebbero stati così pronti ad ascoltare. Dopotutto, parliamo sempre di Buddismo alle riunioni della Gakkai. Il nostro messaggio per diffondere e condividere il Buddismo non avrebbe effetto sulle persone se continuassimo a presentarlo sempre nella solita maniera. Toda aveva detto di proposito ai presenti che “le sue parole erano arte” e che dovevano stare seduti a divertirsi, per metterli a loro agio e incuriosirli su quello che stava per dire.
In un’altra occasione Toda incoraggiò caldamente il figlio della famiglia che ospitava la riunione di discussione. Il giovane stava lottando contro una grave malattia e Toda con grande affetto e compassione gli disse: «Prenditi cura della tua salute. Se sei preoccupato per la tua salute fisica, bisogna che presti attenzione anche alla tua fede. Recita tutto il Daimoku che puoi. Garantisco che ti porterà un risultato positivo».
Quando vediamo qualcuno che soffre, è importante incoraggiarlo con sincerità. I responsabili non dovrebbero mai essere presuntuosi o arroganti. È facile cadere nell’arroganza se non stiamo costantemente in guardia. Mostrate il massimo rispetto per tutti, salutateli come se fossero dei Budda. Il nostro comportamento concreto è ciò che importa. Conto sul fatto che i nostri responsabili in tutto il mondo prendano a cuore questo aspetto.
Vivaci riunioni di discussione con molti giovani
Toda era sempre felice quando vedeva dei giovani partecipare attivamente durante le riunioni di discussione a cui prendeva parte. «È una riunione di discussione di giovani! È meraviglioso essere qui!», esclamava.
Tutti sono felici quando sono presenti dei giovani. È anche fonte di nuova energia per i membri più anziani. Non c’è niente di più bello dei giovani che si impegnano seriamente per le cose in cui credono, diffondendo così nuove speranze nelle loro comunità. Spero che i membri della Divisione giovani frequentino attivamente le loro riunioni di discussione, e che i membri della Divisione uomini e donne facciano tutto il possibile per sostenerli.
Ho annotato scrupolosamente le guide di Toda per i posteri. Una volta egli disse: «La nostra organizzazione ha avuto inizio ed è diventata quello che è oggi attraverso le riunioni di discussione in cui si parlava del significato del Gohonzon e della Soka Gakkai – anche se c’erano solo due o tre persone presenti – avendo l’accortezza che tutti se ne andassero a casa ispirati e rinnovati». Toda identificò nelle riunioni di discussione il perno centrale dello sviluppo del nostro movimento. Osservava: «Quando iniziammo a tenere le riunioni di discussione, spesso percorrevamo lunghe distanze per partecipare a riunioni a cui prendevano parte una, due o tre persone. Voglio che torniate a quello spirito originale e sosteniate i membri con lo stesso grado di sincerità e impegno».
Quanti tra voi presenti hanno partecipato a una riunione di discussione quest’anno? Se smettete di frequentare le riunioni di discussione, vi allontanerete dallo sforzo attivo verso kosen-rufu.
Alla fine della guerra, dopo essere stato rilasciato dalla prigione, Toda sottolineò più e più volte che riprendere le riunioni di discussione era la chiave per ricostruire la Soka Gakkai. Diceva anche: «Una vera riunione di discussione è molto più efficace nel muovere le ruote di kosen-rufu di un milione di belle parole». Per quanto siate impegnati, spero che riserviate tutto il tempo possibile per frequentare le riunioni di discussione e assorbire lo spirito di kosen-rufu.
Toda diceva: «Le riunioni di discussione della Soka Gakkai sono il luogo deputato per far conoscere il Buddismo agli altri» e «Le nostre riunioni di discussione sono i luoghi in cui confrontarsi sul Buddismo di Nichiren Daishonin. Dovrebbero essere le riunioni più piacevoli del mondo, colme di compassione». Vi prego di imprimere queste lezioni di Toda nel cuore.
Toda sosteneva anche: «Che avvenga in Giappone od oltremare, la propagazione della Legge mistica a opera della Soka Gakkai deve sempre essere basata sul fatto di presentare il Buddismo alle persone a livello individuale, in primo luogo durante le riunioni di discussione». Questo è assolutamente vero: le riunioni di discussione sono occasioni per una genuina comunicazione e condivisione.
«Le riunioni di discussione non sono il palcoscenico per le esibizioni dei responsabili – diceva severamente – e non dimenticate mai di assicurarvi che tutti partecipino. Spesso sento i membri lamentarsi: “È insopportabile quando vengono dei responsabili odiosi” oppure: “Non vogliamo responsabili autoritari alle nostre riunioni!”. I responsabili pensano di essere benvoluti, ma in molti casi non lo sono. Dovete fare attenzione a questo». È un messaggio che tutti i responsabili dovrebbero portare nel cuore e, parlando del significato dei luoghi in cui si svolgono le riunioni di discussione, Toda diceva: «I luoghi di riunione sono importanti “cittadelle” delle fede. Queste cittadelle sono preziosi punti di partenza per kosen-rufu, fortezze dove si preparano individui capaci».
Questo mese facciamo crescere persone capaci proprio nelle nostre riunioni di discussione, che sono la tradizione della nostra organizzazione di cui siamo orgogliosi.
Avere apprezzamento per gli altri
Vorrei ora condividere con voi alcune parole del grande stratega militare cinese Zhuge Liang (181-234), descritto nel Romanzo dei tre regni.
«Per quanto tu possa essere trattato con deferenza, non diventare mai presuntuoso». Questa è una lezione su cui i responsabili più alti in particolare dovrebbero riflettere ogni giorno.
«Per quanto tu possa essere investito di autorità, non diventare mai un dittatore». In altre parole, dovete sempre cercare il consiglio e le opinioni altrui, e non diventare autocratici e dispotici.
«Non cercate mai di nascondere l’aiuto che ricevete dagli altri». E similmente, non dimenticate di mostrare apprezzamento per coloro che vi prestano sostegno e assistenza; ci sono state molte occasioni in cui un solo membro della Divisione giovani donne o donne ha protetto la Soka Gakkai. Non dimenticherò mai il profondo debito che dobbiamo a queste persone preziose.
«Non temete di essere sollevati dal vostro incarico». In altre parole, non fatevi turbare o intimorire dai cambiamenti della vostra posizione nell’organizzazione della Gakkai. Riguardo al fatto che la manteniate o no, siate sempre consapevoli che verrà il momento in cui i vostri responsabili più giovani vi succederanno nel ruolo in cui vi trovate ora. Continuate a sviluppare individui capaci e a dare loro l’opportunità di fare l’uso più completo dei loro talenti. È importante avere lo spirito di rallegrarsi per lo sviluppo e il progresso dei nostri responsabili più giovani.
Zhuge Liang descrive il comportamento di un buon responsabile che possiede tutte queste qualità e che appare «come un gioiello che non può mai essere sporcato», un gioiello che brilla sempre luminoso. Spero che diventiate leader straordinari come Zhuge Liang e permettetemi di condividere con voi qualche suo altro saggio consiglio.
«I leader devono prestare ascolto alle opinioni di molti altri. Ascoltate con attenzione i punti di vista e le informazioni che vi vengono offerte. Fate vostri gli occhi degli altri, vostre le orecchie degli altri… Rispettare le opinioni altrui è la strada per diventare una persona saggia. Se mancate di farlo, la gente smetterà di darvi validi consigli. Come risultato, la gente maligna prolifererà e il regno ne soffrirà». Questo è un consiglio molto importante.
Zhuge Liang dichiarò: «Gli arroganti si scavano la fossa, e i prepotenti piantano i semi della propria distruzione». Ci sono stati nel passato individui che hanno causato sofferenza ai membri della Gakkai con la loro arroganza. Queste sono parole che i responsabili più alti dovrebbero tenere nel profondo del cuore.
Nel suo romanzo per ragazzi Cuore, l’autore italiano Edmondo De Amicis (1846-1908) asserisce che persino l’individuo più celebre non è altro che «una spregevole creatura» se causa dolore a sua madre. Questo è assolutamente vero. Tutti noi dobbiamo proteggere le nostre madri. Per quanto possiamo emergere come leader, politici o celebrità, se non proteggiamo nostra madre, se non la difendiamo, se non la rendiamo fiera di noi, siamo i più poveri tra i poveri.
Permettetemi di tornare a Zhuge Liang. Egli scrisse: «Un valido combattente non è mai rabbioso e un vincitore non ha mai paura». I combattenti esperti non lasciano che le emozioni prendano il sopravvento. Stimano i loro alleati e affrontano i loro avversari con determinazione e coraggio. Questa è la chiave della vittoria».
I grandi leader non sono dispotici e, per quanto ricevano insulti o attacchi, rimangono incrollabili.
Commentando lo spirito che spronò la popolazione cinese a resistere all’aggressione militare giapponese durante la Seconda guerra mondiale, una persona che prese parte alla battaglia espresse così la fiducia che condividevano: «Il proverbio dice che quando tre popolazioni si uniscono, esse sono intelligenti come Zhuge Liang. Il nostro popolo possiede una creatività infinita. Abbiamo migliaia e decine di migliaia di Zhuge Liang. Abbiamo degli Zhuge Liang in ogni città e villaggio». Questo rimane vero anche per la Soka Gakkai. Ci sono Zhuge Liang di kosen-rufu in ogni quartiere. La saggezza e l’unità dei vari Zhuge Liang si ritrova in tutta la nostra organizzazione. È questo che ci rende forti. Abbiamo bisogno di discutere tutto, di pianificare le migliori strategie, e di porre le cause per la vittoria. L’essenza del Buddismo pulsa nella saggezza e nell’unità.
Avanzare insieme con un obiettivo comune
La pensatrice francese Simone Weil (1909-43) scrisse che qualunque arte di livello elevato era sotto certi aspetti spirituale o religiosa di per sé, cosa che molte persone hanno perso di vista. Sono d’accordo. Un’arte veramente sublime non è possibile senza una sensibilità profondamente spirituale o religiosa. Né è possibile una vera felicità senza la fede. Una delle sfortune del presente è che ce ne siamo dimenticati. Viviamo in un’epoca triste.
L’autore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) scrisse: «In verità, non si può dissentire a lungo con persone che hanno un punto di vista simile al nostro: si finisce sempre per comprendere l’altro». Le persone che condividono le stesse aspirazioni riusciranno a progredire insieme, superando qualunque differenza di opinione lungo il cammino.
In quanto compagni di fede che recitano Nam-myoho-renge-kyo e si impegnano per kosen-rufu, i membri della Soka Gakkai sono una sola entità. Possiamo incontrare opinioni diverse e personalità che si scontrano, ma la cosa importante è avanzare insieme con un obiettivo comune basato sulla fede che condividiamo.
Toda raccontava appassionatamente: «Quando l’8 gennaio 1945 ho saputo che il mio maestro era morto, ho urlato “Chi ha ucciso il mio maestro?”. E ho determinato di dedicarmi totalmente a far conoscere agli altri il Buddismo del Daishonin e a dare la mia vita per Nam-myoho-renge-kyo». E continuava: «Poiché mi sono impegnato a dare la mia vita, perché dovrei temere di incontrare calunnia e persecuzione?».
Con le lacrime agli occhi Toda giurò che non avrebbe mai dimenticato il modo in cui il presidente Makiguchi era morto in prigione e che avrebbe dedicato la sua vita a scagionarlo. Si sarebbe assicurato che il nome del suo maestro ottenesse fama nel mondo e che fosse inciso per sempre negli annali del Buddismo. Proclamò che avrebbe fatto di questo impegno la sua missione di vita, in quanto discepolo di Makiguchi e a questo si dedicò completamente.
Tale era il profondo legame condiviso da Makiguchi e Toda. Erano davvero maestro e discepolo. Toda era pronto a fare tutto il necessario per dimostrare la grandezza e l’integrità del suo maestro. Mi chiedo quante persone oggi nutrano la stessa devozione.
Dato che Toda lottò con tutto se stesso per realizzare il suo obiettivo, non si lasciò sfiorare dalla minima critica, minaccia o attacco. Io sono così. Comprendo perfettamente i suoi sentimenti. E desidero che comprendiate anche voi questo spirito di relazione tra maestro e discepolo. Conto su di voi!
Avanziamo con il morale alto. Nichiren Daishonin scrive: «Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone» (Risposta a Kyo’o, SND, 4, 149). I leoni sono impavidi, qualunque cosa accada. Desidero che ognuno di voi divenga un leone, un campione che sorride di fronte alle avversità e trionfa su ogni cosa, con la fiducia che potete affrontare qualunque sfida con successo.
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la Testimonianza / Voglio essere così!
Mercoledì 6 febbraio. Molto freddo. In caso di neve la riunione sarà annullata. Usciamo dall’albergo e qualche fiocco cade, forti della nostra determinazione e del Daimoku della Divisione donne di Tokyo ci incamminiamo verso l’appuntamento con gli altri partecipanti.
Gongyo tutti assieme, uno spuntino alle 11, foto ricordo e via verso la riunione con il presidente Ikeda.
Noi sedici dipendenti europei della SGI entriamo nella sala, un po’ di attesa e la riunione inizia: sensei non è ancora arrivato, due interventi di responsabili giapponesi, seri e determinati. Arriva il presidente Ikeda, l’atmosfera diventa festosa, ci saluta, loda noi membri stranieri per essere venuti da lontano. Le donne sono le protagoniste della riunione, tutte sfilano sul palco e vengono premiate. Sensei fa promettere a tutti gli uomini presenti di rispettarle e ascoltarle.
Inizia l’esecuzione di Ningen kakumei (“Rivoluzione umana”), sobbalzo sulla sedia, l’orchestra era dietro di me e non me ne ero accorto; l’emozione è forte.
Ikeda parla del coraggio e della saggezza che nascono dalla compassione, ricorda i suoi maestri, la morte di Makiguchi, il dolore e la determinazione di Toda: «Realizzeremo kosen-rufu». Parla della considerazione che bisogna avere verso chi offre la casa per le riunioni, parla di gratitudine e gentilezza. I suoi gesti e le sue parole sono un insegnamento, tutti si sentono avvolti dal suo calore. Anche io voglio essere così.
Alla fine anche noi, gli uomini stranieri, sfiliamo sul palco. Ho ricevuto una delle mele offerte al Gohonzon; ora troneggia accanto al mio butsudan.
Gino De Simone
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la Testimonianza / Un regalo per tutte le donne
Stavo realizzando il mio desiderio di incontrare nuovamente sensei. Nei giorni precedenti alla riunione generale, avevo immaginato che in quel momento sarei stata agitata, emozionata, invece mi sono sentita a mio agio, serena, come se fossi tornata a casa da papà.
Anche in questa occasione, come nei giorni precedenti in cui il suo immenso cuore era arrivato a noi con messaggi e regali, ci ha incoraggiato stupendoci: cambiando all’improvviso il programma della riunione. Ha voluto regalare subito, invece che a fine riunione come previsto, a tutte le donne presenti una meravigliosa collana di orchidee e garofani provenienti dalle Hawaii.
Tra grandi sorrisi, occhi lucidi e lacrime, noi donne siamo salite sul palco per ricevere questa collana; è stato un momento indimenticabile di grande gioia. Credo che con questo gesto ci abbia voluto insegnare ancora una volta l’impegno continuo per incoraggiare e dare felicità ai membri. Grazie sensei.
Simonetta Amadori