Siamo qui per parlare insieme di “Rivoluzioni differenti”, un ciclo di incontri a tema aperti alla cittadinanza che si svolgeranno al Centro culturale di Firenze, a partire dal mese di marzo. Come è nata e quali sono gli obiettivi di questa iniziativa?
Andrea
Il progetto è organizzare al Centro culturale di Firenze delle iniziative di tipo culturale, perché abbiamo delle potenzialità ancora tutte da sfruttare. L’idea è di realizzare eventi per parlare soprattutto ai giovani, a partire da alcune riflessioni legate alla loro sensibilità e alle loro preoccupazioni, ad esempio sull’ambiente, sul cambiamento climatico ecc.
Il presidente Ikeda ha applicato il Buddismo a ogni campo del sapere e ci ha lasciato un patrimonio ricchissimo a cui dare voce. E proprio seguendo il suo esempio abbiamo pensato di dare vita a dei dialoghi riguardo ad alcune tematiche cruciali della nostra epoca, mettendo a confronto la sua visione e quella di specialisti o attivisti nei vari campi.
L’anno scorso abbiamo organizzato un primo evento in stile talk show, in occasione dell’uscita del libro La luce dell’apprendimento, che ha dato vita a un confronto tra varie competenze nel campo dell’educazione, mettendo al centro il libro del maestro Ikeda.
Quest’anno abbiamo progettato un nuovo ciclo di incontri dal titolo Rivoluzioni differenti, con l’intenzione di dare particolare spazio ai giovani… e chiederei a Gabriele di intervenire a questo proposito.
Gabriele
Ci siamo domandati prima di tutto quali siano effettivamente i temi sociali su cui più si interrogano i giovani, e sono usciti fuori quattro temi in particolare: l’ambiente, la qualità dell’informazione – soprattutto dal punto di vista dell’utilizzo dei social e della comunicazione – il tema della salute mentale e quello dei processi economici. Tutti temi abbastanza caldi, direi cruciali per i giovani, che richiamano la parola ANSIA – oggi si parla sempre più spesso, ad esempio, di “eco-ansia”…
Quindi ci siamo chiesti: il Buddismo che risposte può offrire rispetto a questi temi?
Sicuramente, come diceva Andrea, Daisaku Ikeda ha scritto moltissimo, ha dialogato con esperti in ogni campo e ci ha lasciato un materiale enorme per incoraggiare le persone.
Il primo incontro sarà sulla tutela dell’ambiente e si baserà sulle Proposte di pace del maestro Ikeda, dove questo tema è sempre presente. L’idea di fondo è affrontare questi temi trasmettendo la filosofia buddista attraverso le parole del nostro maestro.
Erica
Vorrei sottolineare che sono iniziative aperte alla cittadinanza, sicuramente per i nostri membri ma soprattutto dedicate agli ospiti non praticanti. Vorremmo riuscire ad arrivare a chiunque possa essere interessato a un punto di vista “differente” riguardo al nostro futuro, a come sarà la vita dei nostri figli e nipoti, trasmettendo un messaggio di responsabilità, di speranza, di fiducia, ma evitando il taglio religioso.
Riguardo all’esperienza dell’anno scorso vorrei aggiungere che è stata un po’ la nostra ripartenza dopo la pandemia e siamo rimasti estremamente colpiti dalla risposta dei partecipanti, soprattutto gli ospiti hanno sentito un valore aggiunto nella qualità dell’accoglienza, dei contenuti ma anche dell’atmosfera. Hanno percepito un’organizzazione particolarmente attenta alle persone.
Come si svolgeranno questi eventi, che format avete pensato?
Andrea
Il format è quello del talk show, quindi c’è un conduttore che stimola e pone domande a diversi ospiti, solleva un dibattito con risposte brevi, focalizzate su determinati temi. L’obiettivo non è denunciare o dichiarare catastrofi imminenti, ma far vedere che ci sono delle cose che si possono fare, che c’è gente che le sta facendo con dei risultati interessanti. E che anche noi possiamo farle.
Lorenzo
Il nostro obiettivo è incoraggiare le persone e arrivare un po’ a tutti. È un modo per portare fisicamente le persone all’interno del Centro culturale e, d’altra parte, idealmente, portare il Buddismo fuori dal cancello di Villa di Bellagio, per raccontare un po’ anche di noi, soprattutto attraverso le parole di Sensei.
È sicuramente una sfida perché i temi sono complessi e vorremmo fare qualcosa di non banale o noioso, cercare di rendere il tutto rivitalizzante. L’altra volta ci siamo riusciti, mettendo al centro il libro di Sensei.
Inoltre faremo in modo che ogni relatore possa raccontare qualcosa di sé, della sua esperienza, di come sta facendo la sua rivoluzione…
Quindi ci saranno sia studiosi sia relatori esperti per ciò che fanno in pratica. Questo è un aspetto interessante…
Gabriele
Sì, l’idea è portare sul palco anche attivisti ed esponenti di varie realtà concrete, associazioni e aziende, in modo da dare rappresentanza a tanti ambiti della società civile. In particolare al prossimo incontro parteciperanno due associazioni finanziate con l’8×1000 e un’industria che si occupa di vestiti riciclabili della zona di Prato.
Erica
Sì, il taglio vuole essere soprattutto esperienziale, nessuno viene lì a fare una conferenza. I relatori vengono a raccontare quello che stanno facendo, in modo da condividere con i partecipanti la forza del loro impegno quotidiano in una certa direzione. Ed è questa forza che vogliamo trasmettere ai partecipanti.
Queste iniziative sono importanti perché hanno un forte impatto sulla società, come ha dimostrato anche la recente cerimonia commemorativa per il maestro Ikeda che si è svolta a Palazzo Vecchio.
Andrea
A proposito di Palazzo Vecchio, una delle nostre fonti d’ispirazione è stato proprio il messaggio che Ikeda inviò al sindaco Nardella nel 2017. Quell’anno infatti il sindaco organizzò a Palazzo Vecchio un meeting internazionale per la pace intitolato Unity in Diversity, a cui parteciparono i sindaci di tante città del mondo. E in quell’occasione il maestro Ikeda inviò un bellissimo messaggio sul potere della cultura, in cui scriveva:
«Gli scambi in ambito culturale ed educativo hanno il meraviglioso potere di collegare le persone a un livello intimo e profondo e di elevare la loro esistenza verso sommità più alte, trascendendo il tempo e la distanza e persino le differenze etniche e religiose. L’anima gioisce quando scopre un mondo diverso dal proprio, lo comprende ed entra in risonanza con esso» (NR, 571)
Questo è solo un brano di un messaggio estremamente ricco, in cui il nostro maestro dà voce a questa visione per cui gli scambi culturali tra le città sono un ponte di pace.
Erica
Aggiungo un dettaglio pratico che riguarda la comunicazione: io e Gabriele seguiamo la pagina Instagram e Facebook del Centro culturale di Firenze per dare informazioni su quello che avviene o che avverrà, e anche per la prenotazione a questo evento abbiamo introdotto la possibilità di iscriversi tramite queste piattaforme. Così le persone in autonomia possono iscriversi per partecipare in presenza; poiché però i posti non sono molti, c’è anche la possibilità di iscriversi per seguire l’evento in diretta streaming.
Gabriele
Un altro dettaglio secondo me importante è che in fase di prenotazione c’è la possibilità di rispondere alla domanda: “Hai esigenze particolari da comunicare?”, così possiamo organizzarci al meglio per accogliere le persone. Penso sia una cosa importante dal punto di vista dell’inclusività.
Grazie mille, anche per aver condiviso questi dettagli pratici. Ognuno di questi incontri può aprire a sviluppi inaspettati, quindi speriamo che questa iniziativa sia di stimolo e ispirazione anche per altri!
