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Risvegliamoci Bodhisattva della Terra! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:22

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Risvegliamoci Bodhisattva della Terra!

Il 24 e 25 febbraio si è svolto il Corso nazionale donne al Centro culturale di Roma rivolto alle responsabili di capitolo, per un totale di 505 partecipanti. Anche quest’anno il collegamento streaming ha riunito piu di 8.000 compagne di fede in tutta italia. Anna Conti, responsabile nazionale donne, ha parlato in apertura degli obiettivi del corso

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Il 24 e 25 febbraio si è svolto il Corso nazionale donne al Centro culturale di Roma rivolto alle responsabili di capitolo, per un totale di 505 partecipanti. Anche quest’anno il collegamento streaming ha riunito piu di 8.000 compagne di fede in tutta italia. Anna Conti, responsabile nazionale donne, ha parlato in apertura degli obiettivi del corso

Nel settembre 2016 sensei ha scritto: «Vi prego di promettere insieme a me di lavorare sodo in questi prossimi due anni per espandere la nostra rete di Bodhisattva della Terra e far risuonare per l’eterno futuro il “canto di trionfo di maestro e discepolo” con forza, saggezza e allegria» (NR, 590, 5).
Più di un anno è già passato. Questi prossimi mesi saranno cruciali, quindi, per espandere la nostra rete di Bodhisattva della Terra, divertendoci insieme e costruendo ricordi meravigliosi. “Risvegliamoci, Bodhisattva della Terra!”: questo lo slogan del corso, a sottolineare la necessità di risvegliarci, aprire gli occhi sulla nostra vera identità di Bodhisattva della Terra, comprendere più profondamente la nostra missione. Il sottotitolo è una frase liberamente tratta dal messaggio di Kaneko Ikeda: “Insieme a sensei, scriviamo una storia di brillanti realizzazioni basata sul voto”.

Insieme a sensei

In questo momento è importante approfondire il nostro legame con il maestro, sentirci sempre più “insieme al nostro maestro”, consapevoli della fortuna di poter vivere nella stessa epoca. Ogni giorno possiamo leggere le sue guide, i suoi messaggi, La nuova rivoluzione umana, e possiamo ricambiare il nostro debito di gratitudine vivendo con lo spirito di “Io sono Shin’ichi Yamamoto”. Perciò non lasciamoci sfuggire l’occasione di un anno così speciale!

Scriviamo una storia di brillanti realizzazioni basata sul voto

Per far questo bisogna partire dal Daimoku, da una preghiera forte e determinata per realizzare kosen-rufu, la felicità di tutte le persone.
Sensei scrive: «Il Daimoku dei Bodhisattva della Terra non è una preghiera timorosa o supplichevole. Pregando con tutto il cuore per riaccendere la nostra vita, risvegliamo la Buddità in ogni persona» (NR, 597, 4). Perciò, prima di tutto, bisogna riaccendere la nostra vita, farla ardere di passione per kosen-rufu.
In un recente saggio, sensei ci dà tre punti per realizzare un anno davvero speciale, che apra «ai prossimi cinquant’anni per il nuovo kosen-rufu mondiale:
1. Saggezza: cerchiamo di studiare fino in fondo il Gosho e lucidiamo la nostra saggezza! Questa è la strada diretta che illumina il futuro dell’umanità.
2. Passione: non dimentichiamo la passione per lo shakubuku! Viviamo per la felicità nostra e degli altri. La Soka Gakkai è un’organizzazione eternamente dedita allo shakubuku!
3. Vittoria: vinciamo su noi stessi! Vinciamo oggi! La pratica costante di Gongyo e Daimoku è la sorgente della vittoria» (NR, 620, 9).

Perciò quest’anno bisogna assolutamente vincere. Prima di tutto vincere su noi stessi, sui nostri limiti, sulle nostre paure, su tutto ciò che non ci permette di gioire della nostra vita. Vincere non significa “fare di più”, già facciamo tanto, piuttosto si tratta di risvegliarci più profondamente alla nostra missione. Significa decidere di approfondire la nostra fede e vivere come ci insegna sensei, come discepole che si alzano da sole e agiscono per la felicità di tutti, a partire da noi stesse, dalla nostra rivoluzione umana, dal nostro cambiamento.
È importante fare attività non con il senso del dovere, ma con leggerezza, con la gioia dei Bodhisattva della Terra che emergono danzando. Cerchiamo di acquisire più consapevolezza, allora qualunque problema o difficoltà ci ritroviamo ad affrontare, sicuramente saremo in grado di superarlo. Ricordiamoci sempre che la prima delle cinque guide per le donne è: «Partire sempre da una forte preghiera». Come scrive sensei: «La preghiera è il coraggio di non arrendersi. È una lotta per abbattere la nostra debolezza e la sfiducia in noi stesse. […] È la chiave che apre, porta dopo porta, la piena potenzialità insita in ogni persona» (NR, 619, 25).

Ventimila giovani felici

È chiaro per tutte che questo non è l’obiettivo dei giovani, ma è l’obiettivo di tutti noi, adulti e giovani? Perciò è importante collaborare insieme: uomini, donne, giovani uomini e giovani donne, con fiducia e rispetto reciproco. Solo così tutti i nostri sforzi possono produrre frutti. Per favore non pensate: «È difficile, non è possibile… nel mio capitolo i giovani non ci sono da anni…». Il Daimoku ha il potere di “trasformare l’impossibile in possibile”. Bisogna crederci!
Ora è fondamentale pregare per richiamare i giovani, per avere tante occasioni di dialogare trasmettendo loro speranza e la convinzione che si possono realizzare i propri sogni. Per riuscire a fare questo dobbiamo espandere la ­nostra vita, rompere il nostro guscio e aprire il nostro cuore.
Noi donne possiamo contribuire tantissimo a questa ondata di propagazione, ­perché abbiamo una potenzialità incredibile. Se ognuna di noi realizza quest’anno uno shakubuku a un giovane, possiamo dare un contributo concreto al movimento di kosen-rufu in Italia! Cerchiamo di condividere questa consapevolezza con tutti i membri in modo che ognuno si attivi in questa direzione.
I giovani sono il futuro. Incoraggiamoli con tutto il cuore, ispiriamoli con l’esempio della nostra rivoluzione umana. Prendiamoci la responsabilità di realizzare questo obiettivo, facendo emergere tanti giovani in ogni gruppo, e rendiamoli protagonisti in modo che possano far sbocciare tutte le loro potenzialità!

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Come trasmettere lo spirito di Io sono Shin’ichi Yamamoto?

Risponde Suzanne Pritchard

Lo spirito di Shin’ichi Yamamoto si comprende bene leggendo il decimo volume de La nuova rivoluzione umana, in cui il presidente Ikeda parla della campagna del Kansai, dove voleva creare una rete di persone che abbracciassero la visione del maestro Toda. Durante quella campagna sensei non si preoccupava del risultato numerico, ma di come creare un’unità di persone dedite a costruire il rispetto per la dignità della vita. Se non approfondiamo questo punto le persone possono pensare che stiamo parlando solo di numeri.
Un aspetto fondamentale di quell’attività nel Kansai è che ha prodotto grandissimi risultati nella vita delle persone. Mentre portavano avanti senza sosta la propagazione ognuno di loro veniva incoraggiato a stabilire degli obiettivi personali.
Perciò è essenziale avere chiaro cosa si vuole realizzare personalmente grazie alla campagna “Io sono Shin’ichi Yamamoto”. È importante che alla fine di quest’anno ognuno possa dire: «Mi sono impegnato tanto per kosen-rufu e ho realizzato questi risultati nella mia vita!».
Se non abbiamo chiari gli obiettivi personali, potremo sì conseguire il risultato di shakubuku, ma poi finiremo col sentirci senza energia. Al contrario, se ognuno realizza una grande prova concreta che va di pari passo con l’obiettivo nella propagazione, questo diventerà lo slancio per continuare ancora più forte anche in futuro. Cosa significa avere lo stesso cuore del maestro? È il desiderio di creare felicità e mostrare la prova concreta per ispirare le persone intorno a noi.
A volte sentiamo dire: «Io mi dedico sempre al cento per cento, dò tanto agli altri ma poi rimango esausta…». Ma il Buddismo insegna la non dualità tra noi e gli altri; se non esistessero le persone da sostenere non potremmo rafforzare noi stessi. Perciò stabiliamo grandi obiettivi personali e mettiamo in campo la strategia del Sutra del Loto!
Decidiamo con chiarezza: «Attraverso una forte preghiera, il dialogo e un forte incoraggiamento, voglio realizzare questi obiettivi per kosen-rufu e per la mia vita personale». In base al principio di non dualità tra noi e gli altri, questi sono due aspetti della stessa cosa.
Nel Kansai sensei faceva così tante visite a casa per incoraggiare i membri, che riusciva ad arrivare dappertutto, senza che nessuno lo vedesse, e per questo lo avevano soprannominato “sottomarino”. Cerchiamo di fare la stessa cosa!

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