Il primo marzo 1954, il giovane Daisaku Ikeda scrisse nel suo diario:
«Finalmente dopo tanto tempo è arrivata la primavera. Dolci brezze, verdi germogli, nebbia: tutto è contenuto nella mia vita» (Diario giovanile, Esperia, pag. 263)
Nel momento in cui scrisse queste parole si stava impegnando al massimo, agendo per conto del suo maestro ovunque andasse. Sebbene fosse tormentato da una persistente febbriciattola, da giovane rivoluzionario buddista di ventisei anni guardava al futuro con ottimismo e spirito poetico, sempre impegnato in un dialogo con la natura. Era un vero campione di umanità, un magnifico fiore sbocciato con l’incrollabile determinazione cristallizzata nel Sutra del Loto:
«Senza curarci dei nostri corpi o delle nostre vite, avremo a cuore solo la Via suprema» (SDL, 272)
Fu in questo periodo che il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda gli disse:
«Daisaku, ricorda sempre che tutto dipenderà dal terzo presidente. Il terzo presidente è cruciale!»
Poco dopo lo nominò responsabile di staff del Gruppo giovani, dicendogli:
«Affido tutto a te»
Questo mese ricorre il settantesimo anniversario di quella nomina.
Il presidente Ikeda, comprendendo profondamente i sentimenti del suo maestro, si alzò con la determinazione di diventare la forza trainante per lo sviluppo dell’intera Soka Gakkai, impegnandosi al di là del suo ruolo di responsabile del Gruppo giovani. Tale senso di responsabilità è lo spirito originario che tutti i giovani successori, Bodhisattva della Terra, dovrebbero incidere nel profondo del loro cuore.
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Quando incoraggiava i membri, il presidente Ikeda si impegnava sempre a entrare in contatto con loro con profonda empatia, cercando di comprendere le circostanze di ogni persona e rispettando la sua individualità unica. Aveva anche un forte spirito di ricerca, per cui approfondiva sempre il proprio pensiero attraverso l’interazione con i giovani.
Nel marzo 1974 si recò in America settentrionale e centrale per incontrare i membri locali e offrire loro guida. In una sessione di domande e risposte tenutasi in Florida, un giovane uomo gli chiese cosa rendesse unico il Buddismo. Il presidente Ikeda spiegò che la religione esiste per il bene delle persone e non il contrario, e che il Buddismo di Nichiren incarna questa verità. Da quel momento in poi fece notare costantemente come la caratteristica di essere una “religione per il bene delle persone” fosse la quintessenza del Buddismo di Nichiren. Dopo l’incontro sottolineò a noi che lo accompagnavamo nel viaggio l’importanza di quella sessione di domande e risposte e che avremmo dovuto ricordarla per sempre.
Attraverso il dialogo con i giovani avvenuto quel giorno il presidente Ikeda ebbe modo di spiegare chiaramente il suo pensiero. A cinquant’anni da allora, ricordo ancora la forte impressione che quel momento lasciò su di me.
In un saggio pubblicato il 16 marzo (2000), il presidente Ikeda incoraggia i membri ad avere la consapevolezza di essere ciascuno il protagonista della realizzazione di kosen-rufu, ovvero a considerare la Soka Gakkai come parte integrante di sé.
Illuminiamo con calore le nostre comunità e il mondo intero, con la consapevolezza che ognuno di noi è uno Shin’ichi Yamamoto che realizzerà una Soka Gakkai giovane in tutto il mondo! Dopo aver superato il rigido freddo invernale, sbocciamo come splendidi fiori di primavera!
