La riunione generale in occasione del 50° anniversario della fondazione della Conferenza europea da parte del maestro Ikeda si è tenuta domenica 14 maggio in modalità online e ha visto la partecipazione di oltre 1.000 responsabili da tutta Italia.
Un incontro gioioso che ha segnato una nuova partenza insieme a Sensei e alla signora Kaneko!
Durante la riunione è stata presentata la nuova struttura della Soka Gakkai europea:
Copresidenti: Suzanne Pritchard e Robert Harrap
Segretario generale: Daiki Nakamoto
Consiglieri senior: Hideaki e Sakae Takahashi, Kazuo Fujii
Nella nuova struttura europea, sia gli uomini che le donne avranno il ruolo di vicepresidenti, indipendentemente dal genere (nella struttura precedente gli uomini erano vicepresidenti mentre le donne erano vice responsabili donne).
Tra i vicepresidenti europei, dall’Italia è stata nominata Rosanna Sorelli e sono stati riconfermati Alberto Aprea, Anna Conti, Niccolò Ugolini, Vittorio Sakaki, Francesco Geracitano, Maki Takagi, Franco Malusardi.
Tamotsu e Asa Nakajima, e Mitsuhiro Kaneda sono stati nominati consiglieri europei.
Ha aperto la riunione Tamiko Kaneda, segretaria generale dell’IBISG, spiegando il significato della Conferenza europea che Ikeda Sensei ha istituito nel 1973 quando si trovava al Centro culturale di Sceaux nella periferia di Parigi, ha affermato: «È importante cooperare tra noi compagni di fede europei per realizzare la visione di Sensei di un’Europa libera dai conflitti e aiutare le persone che soffrono a diventare felici! Invito tutte e tutti noi a rinnovare la nostra decisione di portare la pace in Europa come diretti discepoli di Sensei».
Di seguito pubblichiamo alcuni contenuti della riunione che riguardano principalmente il report del Corso europeo che si è tenuto recentemente in Giappone.
In chiusura della riunione i giovani hanno condiviso la loro determinazione di realizzare grandi obiettivi di crescita, e il presidente Aprea ha ringraziato per tutti gli sforzi volti al progresso e allo sviluppo della Soka Gakkai italiana.
Far crescere giovani successori significa aprire la strada verso la pace nel mondo
Alberto Aprea, presidente della Soka Gakkai italiana

Per prima cosa, desidero ringraziare con tutto il cuore ognuno di voi per i vostri preziosi e costanti sforzi per lo sviluppo di kosen-rufu in Italia e per aver deciso di partecipare, nonostante i vostri numerosi impegni, a questa riunione generale, che celebra il 50esimo anniversario della conferenza Europea.
Inoltre ringrazio i nuovi copresidenti della Soka Gakkai Europea, Robert Harrap e Suzanne Pritchard, e il nuovo segretario Daiki Nakamoto di essere qui con noi, per questa nuova partenza del movimento di kosen-rufu in Europa. Da parte di tutti noi, congratulazioni per questo nuovo incarico!
Durante la nostra visita in Giappone abbiamo avuto la fortuna di partecipare alla riunione dei responsabili di centro in commemorazione del 3 maggio.
È stato emozionante, dopo più di tre anni, ritrovarci di nuovo lì in presenza insieme agli altri rappresentanti della SGI, provenienti da otto paesi!
Nel suo discorso il presidente Harada ci ha incoraggiato ad avanzare ancora e ancora nell’espansione di kosen-rufu, continuando a sforzarci per creare “le cause per la vittoria” senza lasciarci influenzare dalle circostanze.
In particolare, riportando una guida di Sensei, ha affermato che la chiave per far progredire ulteriormente kosen-rufu è impegnarsi, in una salda unità, per far crescere “persone di valore”.
Tutto dipende dalle persone. Senza individuare, far crescere e risplendere sempre più persone di valore, non può esserci vittoria.
Quali sono i punti essenziali per far crescere persone di valore?
Sensei ci ha mostrato attraverso il suo esempio che il punto essenziale è dedicarsi a consolidare le basi della pratica, e sviluppare comprensione e convinzione.
Ciò significa anzitutto curare la pratica quotidiana di Gongyo e Daimoku, che è la base delle basi.
Anche quando fu nominato primo responsabile del quartiere di Katsushika, a Tokyo, Sensei affermò che per creare un’organizzazione modello è necessario assicurarsi che ogni membro svolga una forte pratica di Gongyo e Daimoku. Perché questa è la pratica essenziale per conseguire la felicità.
Sia per trasformare il karma che per compiere la propria rivoluzione umana, tutto ha inizio da Gongyo e Daimoku.
Inoltre, nel 1953, come responsabile della prima squadra del Gruppo giovani uomini, Sensei intraprese un’intensa attività per far crescere nuove persone capaci e in un anno riuscì a triplicare il numero dei membri.
In quell’occasione spiegò che la chiave per far crescere nuove persone di valore sta nel chiarire i motivi per cui ci impegniamo nella fede.
Perché facciamo Gongyo? Perché facciamo shakubuku? Per aprire la nostra vita e diventare felici.
Quando una persona sviluppa una chiara e profonda comprensione di questi obiettivi fondamentali, allora si attiva in modo autonomo, con convinzione, e può tirare fuori tutta la sua vera forza e le sue capacità.
Non dimentichiamo mai che questo impegno assiduo, portato avanti con costanza, permette di far crescere davvero le persone di valore.
Inoltre, un altro elemento importante è “conoscere chi abbiamo di fronte”, conoscere la sua storia, la sua situazione.
Quando Sensei incontra qualcuno, che si tratti del leader di una nazione o di un giovane membro, si informa in modo approfondito sul suo conto, perché ritiene che interessarsi all’altro sia una dimostrazione di rispetto nei suoi confronti.
Il presidente Harada ha inoltre raccontato che una volta, durante una visita in Hokkaido, quando presentarono a Sensei un giovane dello staff, lui gli disse immediatamente: «Grazie! Io ti conosco bene. Sei il pioniere della propagazione a Bekkai, vero? Tre o quattro anni fa, la tua esperienza è stata pubblicata sul Seikyo Shimbun. L’ho letta, è un’esperienza fantastica!».
Il presidente Harada ne fu molto sorpreso, e ancora di più quel giovane, che si commosse profondamente. Sensei afferma:
«Più conosciamo l’altra persona, più la conversazione sarà vivace. Pertanto, è fondamentale impegnarci al massimo per conoscere chi abbiamo di fronte. Dopodiché, basta parlare con sincerità, nel modo che ci è proprio»
Perciò, dialogando con ogni singola persona che abbiamo di fronte, aumentiamo il numero dei membri che si impegnano attivamente nei tre pilastri di fede, pratica e studio, e costruiamo un’organizzazione che trabocchi della gioia e dell’ispirazione che nascono dalla fede!
Devo dire che queste indicazioni date dal presidente Harada, tramite le guide di Sensei, confermano la direzione in cui ci stiamo muovendo come Soka Gakkai italiana, e questo non può che rafforzare la nostra decisione.
Sono preziosi incoraggiamenti rivolti a tutti noi per proseguire su questa strada con ancora più determinazione.
Quest’anno come sapete ci stiamo sfidando, giovani e adulti insieme, per realizzare l’obiettivo di almeno un nuovo membro giovane in ogni gruppo d’Italia entro il 31 dicembre. Mancano poco più di 7 mesi alla fine dell’anno, il tempo corre veloce. Tutto dipende dalla nostra decisione e dall’unità.
I giovani si stanno impegnando tantissimo nello shakubuku, insieme agli adulti, per portare a Sensei la nostra vittoria e porre le basi per una “Soka Gakkai giovane”, mirando al 2030 e oltre.
Utilizzando la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra, siamo ripartiti dal Daimoku e dallo studio quotidiano del Gosho, con la decisione di trasformare l’impossibile in possibile e di risvegliare questa stessa decisione in ogni persona.
Inoltre abbiamo intrapreso una campagna di visite a casa a tutti i responsabili di gruppo e di settore che stanno lottando in prima linea – che in Italia sono circa 12.000 – con l’intento di approfondire i legami umani e incoraggiarli a realizzare lo scopo di shakubuku in ogni gruppo.
Non solo, ci stiamo impegnando a invitare i nostri amici e conoscenti, così come i simpatizzanti, a zadankai, facendo in modo che ognuno si senta parte attiva e possa dare il suo prezioso contributo al movimento di kosen-rufu.
Se il nostro obiettivo di far emergere tanti nuovi giovani di valore diventa l’obiettivo di tutti, potremo generare un cambiamento su ampia scala.
Ognuno di noi lo ha sperimentato: quando ci si unisce intorno a un obiettivo e si lotta insieme fino in fondo per realizzarlo, alla fine si vince sicuramente e la vita si riempie di gioia.
Ora è il momento di risvegliare di nuovo questo entusiasmo, questa passione, di lodare l’impegno dei giovani condividendo con loro le nostre esperienze di fede e il nostro punto di origine del legame di maestro e discepolo, per far crescere una nuova, magnifica generazione di successori!
Mentre ci avviciniamo al decimo anniversario del completamento del Palazzo del grande voto di kosen-rufu, il 18 novembre, creiamo insieme una nuova ondata di espansione con una forte preghiera basata sul voto di maestro e discepolo.
Nel Gosho Ripagare i debiti di gratitudine, il Daishonin scrive:
«Se la compassione di Nichiren è veramente grande e omnicomprensiva, Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l’eternità, perché ha il benefico potere di aprire gli occhi ciechi di ogni essere vivente del Giappone e sbarrare la strada che conduce all’inferno di incessante sofferenza» (RSND, 1, 658)
Kosen-rufu è il nostro grande voto dal lontano passato per salvare tutta l’umanità.
Adesso, in quanto Bodhisattva della Terra, alziamoci danzando di gioia, in unità, e realizziamo il nostro obiettivo di quest’anno, perché espandere la rete di nuove persone di valore e giovani successori significa aprire la strada verso la pace nel mondo e la prosperità della società. È questo il nostro scopo principale.
Ogni obiettivo per kosen-rufu è legato alla nostra rivoluzione umana
Jasmina Cipriani, responsabile nazionale giovani donne

Anche noi giovani, grazie a questa nuova partenza dell’Europa, siamo decisi a recitare un Daimoku ancora più potente per la pace e a raddoppiare i nostri dialoghi quotidiani sul Buddismo, proprio per diffondere tra i nostri amici il messaggio di immensa speranza di cambiamento e rivoluzione umana che offre questa filosofia.
Siamo molto fortunati perché il maestro Ikeda con il suo esempio ci mostra che non c’è limite a quello che possiamo realizzare, e che siamo nati per vincere. Senza questa consapevolezza, qualsiasi sfida che intraprenderemo è persa già in partenza.
Personalmente l’obiettivo di realizzare un nuovo giovane per ogni gruppo mi sta mettendo davanti a tante paure e debolezze, le stesse che sento negli altri aspetti della mia vita. Infatti, non esiste un obiettivo per kosen-rufu che non sia legato alla nostra rivoluzione umana. Anzi, forse il punto per vincere è proprio sentire che questo obiettivo non è un qualcosa da realizzare “fuori di noi”, ma è la nostra occasione irripetibile per realizzare tutti i nostri desideri più profondi.
Ne La nuova rivoluzione umana il maestro Ikeda scrive:
«Non sono gli altri, o il destino, o le circostanze in cui viviamo, a renderci infelici, ma la nostra debolezza. La debolezza interiore è la causa ultima dell’infelicità. È la causa che ci impedisce di risvegliare il coraggio e la speranza, e che ci spinge ad arrenderci. È la causa che ci fa cadere nell’apatia e negli schemi di comportamento autodistruttivi, che ci porta a nutrire rancore verso gli altri e a disprezzare noi stessi. È per questo che, se si vuole condurre una vita felice, la cosa più importante di tutte è forgiare e sviluppare la propria forza interiore quando si è giovani» (NRU, 14, 133)
Sono molto grata, perché pregare con questo atteggiamento, partendo da me stessa e non guardando fuori, anche rispetto all’obiettivo, sta cambiando il mio modo di relazionarmi con gli altri e in modo naturale quotidianamente riesco a creare nuovi dialoghi sul Buddismo. Anche alcuni obiettivi personali che erano fermi da un po’ di tempo si stanno smuovendo uno a uno…
Quindi la domanda è: come possiamo fare quel tipo di rivoluzione umana che è capace di trasformare profondamente il nostro ambiente?
È ricercando il cuore del maestro, sinceramente, attraverso la preghiera e lo studio de La nuova rivoluzione umana, dove troviamo davvero tutto quello che ci serve. Al contrario, qual è l’ostacolo più grande? È pensare che anche se non realizziamo la nostra felicità, kosen-rufu avanza lo stesso: è proprio quello che vuole farci credere la società, che non siamo certo noi a fare la differenza. Piuttosto, abbiamo la possibilità di sperimentare che ognuno è necessario, anzi, che se anche solo uno di noi non diventa felice, non potremo vincere. Sensei afferma inoltre:
«Ogni persona ha una missione. La vera unità nasce quando ognuno si alza e porta avanti pienamente la propria missione personale. Questa è anche la via per creare una nuova storia» (NRU, 14, 130)
Creiamo una nuova storia è il motto che le giovani donne e le donne hanno scelto per le loro riunioni congiunte che si terranno a giugno in ogni settore d’Italia. Guardando a queste riunioni, decidiamo di sperimentare una preghiera mai fatta prima, ricca di saggezza e compassione. Tante giovani donne e donne stanno affrontando sfide importanti dal punto di vista della salute, la perdita di persone care, difficoltà economiche o problemi familiari.
Apriamo il nostro cuore agli altri e confidiamoci, non portiamo tutto il peso da sole!
La vittoria sta nella nostra forza e unità. Per le riunioni di giugno, decidiamo di fare un’esperienza senza precedenti e di vincere su ogni aspetto della nostra pratica e della nostra vita.
Tutto si basa sulla nostra profonda decisione
Michele Giuseppone, responsabile nazionale dei giovani

Recentemente ho approfondito un incoraggiamento di Sensei tratto da La nuova rivoluzione umana:
«Se i giovani non comprendono che il futuro dell’intera Gakkai poggia sulle loro spalle, non potranno diventare i futuri leader del nostro movimento» (NRU, 4, 105)
Quello che mi ha colpito è ciò che scrive subito dopo, ovvero quali erano le sue intenzioni dietro queste severe parole. Scrive infatti:
«Egli stesso aveva dedicato tutto se stesso a realizzare i desideri del suo maestro, assumendosi fin dall’inizio la piena responsabilità del futuro della Gakkai. La portata dei suoi compiti era andata crescendo negli anni, ma il suo atteggiamento era rimasto immutato. Come risultato era stato in grado di utilizzare appieno tutti gli insegnamenti ricevuti da Toda e di realizzare un’incredibile crescita personale. Una tale determinazione, per quanto intangibile e invisibile, è l’unica chiave per il successo» (NRU, 4, 105).
Mi ha colpito tantissimo questo concetto: una determinazione così profonda e grande come quella che ha avuto in cuor suo Sensei, da fuori non si vede e non è quantificabile per nessuno, ma è l’unica risorsa per vincere ogni sfida.
Nell’ultimo anno e mezzo il ritmo della mia pratica quotidiana è aumentato abbondantemente. Questo grande beneficio è avvenuto solo ed esclusivamente perché nella mia vita ho dovuto affrontare sfide estremamente ardue che rimandavo da tempo. Senza accorgermene, ho iniziato a provare gratitudine infinita per la Legge mistica, per i miei genitori, per le mie sorelle e tutte le persone che in questi anni insieme a me hanno lottato per realizzare un sogno dedicando completamente la loro vita, e soprattutto una gratitudine immensa per il presidente Ikeda.
Pochi giorni fa, dopo aver recitato molto Daimoku e rideterminato la vittoria totale nella mia vita, ho scritto a Sensei.
È stato diverso dalle altre volte: ho scritto al maestro decidendo che avrei vinto in tutti gli aspetti della mia vita ovvero sul lavoro, nelle relazioni umane sia di amicizia che sentimentali e soprattutto nella realizzazione di una grande crescita della Soka Gakkai italiana per arrivare a realizzare 100.000 Bodhisattva della Terra.
Perché è stato diverso? Perché è stata la prima volta in cui ho realmente percepito questo legame inscindibile tra la mia vita, la Soka Gakkai e Sensei. Ho quindi promesso al mio maestro che non avrei risparmiato una goccia di fatica: è stata la cosa più normale che potessi fare, con grande gioia, non c’era nessuna pesantezza.
Oggi voglio condividere con tutti voi questa mia determinazione per unirci e decidere tutti insieme che lo faremo!
Nella Soka Gakkai tutto si basa sulla profonda decisione di manifestare o meno la nostra vera natura, e qual è questa vera natura? Quella dei Bodhisattva della Terra.
Per quanto pieni di problemi e difetti che vediamo costantemente manifestarsi nella nostra quotidianità, lucidando davanti allo specchio del Gohonzon la nostra vita, ognuno di noi qui presente è in realtà un Bodhisattva della Terra che si è risvegliato e che può sperimentare la gioia di risvegliare altri Bodhisattva. Questo è il vero motivo per cui siamo nati.
Se alla base della nostra sfida è chiara questa consapevolezza, allora ogni giornata sarà un evento straordinario, un’esperienza di fede enorme che porterà grandi risultati, esattamente come scrive Sensei:
«Se un seme viene accuratamente nutrito ed esposto alla luce, un giorno diventerà un grande albero. Ma se non c’è il seme, nessuno sforzo – per quanto grande – potrà dar vita al germoglio. Shin’ichi voleva piantare un seme nel cuore di quei giovani che amava. Il seme era la consapevolezza della missione che li attendeva» (NRU, 4, 105).
Quindi rideterminiamo di portare a termine la nostra promessa al maestro con la ferma convinzione di essere persone che invece che salvarsi tramite la pratica buddista, salvano le altre persone: per questo è importante realizzare una grande crescita, per assicurare il futuro alla Soka Gakkai e alla società intera.
Grazie a tutti e impegniamoci con gioia verso la seconda metà dell’anno!
Una nuova ondata di gioia in tutta Europa
Robert Harrap, copresidente della Soka Gakkai europea

Questa nuova responsabilità è stata una grande sorpresa, ma ora che ho avuto l’opportunità di riflettere e, soprattutto, di recitare Daimoku, sento che è un grande onore potermi impegnare insieme a tutti voi e poter espandere la mia vita in modo inaspettato.
Mi sono preparato per l’inizio del 2023 recitando Daimoku per comprendere profondamente il messaggio di Sensei per il nuovo anno. Chiaramente è un messaggio incentrato sullo shakubuku, però mi sono reso conto che Sensei ha usato molte parole che esprimono la vastità dei benefici che possiamo sperimentare: “traboccante”, “tempo senza inizio”, “benefici immensi”, “creazione di valore senza limiti”, “grandi benefici della Legge mistica”, “cuori eternamente giovani” …
Quindi, dopo aver iniziato a recitare Daimoku con l’atteggiamento di andare “oltre i miei limiti”, mi è giunta la notizia di questa responsabilità, e per fortuna stavo già allenando il mio ichinen a provare una gioia “senza limiti”!
Avendo avuto l’opportunità di essere il direttore generale di SGI-UK per quasi dieci anni, sono felice di avere questa nuova occasione per allenare ed espandere la mia vita, rispondere all’appello di Sensei in questo momento così importante e contribuire in vario modo collaborando insieme a voi per la pace e la cultura in Europa.
Vorrei condividere alcune riflessioni su tre brevi estratti del capitolo “Cittadella della gente” de La nuova rivoluzione umana, in cui si racconta della creazione della Conferenza europea nel 1973.
Il primo brano parla del dottor Yamazaki (pseudonimo Kawasaki).
«Nel suo discorso Kawasaki disse: “I membri di ciascun paese hanno il presidente Yamamoto come loro maestro. I legami di maestro e discepolo nel Buddismo sono immutabili. Vorrei perciò chiedere al presidente Yamamoto di accettare la posizione di presidente onorario della Conferenza Europea della Soka Gakkai. Che ne pensate?» (NRU, 17, 233)
Ricordo che, quando ho visitato Osaka durante un Corso in Giappone, ho avuto l’opportunità di fare una domanda sul “Josho Kansai”, e un responsabile locale ha risposto che un aspetto davvero importante del “Kansai sempre vittorioso” è che ogni membro ha un legame personale e diretto con Sensei, la consapevolezza che “lui è il mio maestro”.
Sono rimasto davvero colpito, perché non era così che avevo inteso il legame di maestro e discepolo, e quelle parole mi hanno davvero aiutato a vedere che si tratta di qualcosa che dovevo creare da solo e per me stesso.
Quindi, la mia determinazione è far sì che tutto questo sia vero anche per l’Europa, che tutti noi possiamo approfondire ancora di più il nostro legame personale e diretto con Sensei, così da poter incoraggiare tutti a vedere più chiaramente il beneficio che deriva dal prendere questa decisione.
Con il nostro motto “One Europe with Sensei” abbiamo la straordinaria opportunità di farlo.
Sempre ne La nuova rivoluzione umana Sensei scrive:
«Durante la riunione, Kawasaki condivise con i partecipanti la sua determinazione come presidente della Conferenza, dicendo: “Il Daishonin afferma: “Quando fra le persone prevale lo spirito di ‘diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno ‘stesso corpo e diverse menti’ non possono ottenere niente di notevole”. Spero che noi, che in Europa stiamo aprendo la strada con la creazione di una nuova associazione, realizzeremo un incredibile sviluppo, avendo l’unità come nostra massima priorità. Come presidente della Conferenza Europea, sono deciso a servire con tutto me stesso i membri europei. Farò assolutamente del mio meglio» (NRU, 17, 234)
Le sue parole traboccavano di sincerità e vigore.
È meraviglioso leggere la determinazione del dottor Yamazaki, basata sull’unità di itai doshin. Naturalmente, l’unità è ancora necessaria e sarà sempre più necessaria, ora e nel futuro. La mia determinazione è di raggiungere qualcosa di veramente straordinario in questa prossima fase di kosen-rufu in Europa.
Partendo dalle fondamenta create da Sensei, dai nostri pionieri e dai consiglieri senior, possiamo creare una visione in cui vi siano sempre più membri in tutta Europa, una visione in cui ciascuno di loro abbia vinto a livello personale, una visione di sempre maggiore consapevolezza della figura di Sensei e della sua filosofia di pace, una visione di maggiore fiducia nel nostro movimento, una visione di una prova ancora più concreta della grandezza del nostro movimento.
E mentre mi incammino in questa nuova fase della mia vita, decido di “essere al servizio” di tutti i membri in Europa, di tutti coloro che stanno praticando ora e di tutti coloro che inizieranno a praticare il Buddismo nei prossimi anni.
Quando ho iniziato a praticare da giovane, recitavo Daimoku per un motivo molto personale, che riguardava soprattutto me stesso. Ma continuando ho compreso l’importanza di espandere la mia preghiera in modo che abbracci il resto del mondo. L’ho compreso in modo naturale dalle guide di Sensei ma anche vedendo come la vita degli altri membri cresceva e si sviluppava quando pregavano per kosen-rufu.
Nel continente europeo c’è di nuovo la guerra. Questo è un fatto scioccante, ma in un certo senso non ci dovrebbe sorprendere. L’Europa ha come karma quello di essere il luogo di nascita non solo di grande cultura, varie lingue e cibo delizioso, ma anche di conflitti.
Per migliaia di anni il nostro continente ha assistito al massacro di una tribù o di un popolo da parte di un altro. Nell’ultimo secolo, i conflitti europei si sono trasformati in due guerre mondiali. Tutto questo deve finire. Non deve accadere mai più. Dobbiamo cambiare il karma del nostro continente, e Sensei ci dice come farlo: creando un regno armonioso di amicizia e fiducia nel microcosmo della nostra organizzazione, per poi espanderlo nelle nostre rispettive nazioni e poi nell’intera Europa.
Come afferma Sensei in un altro brano del capitolo “Cittadella della gente”, la cooperazione tra paesi porterà ciascuna nazione a manifestare una forza cinque o anche dieci volte maggiore di quella che ha dimostrato agendo da sola.
Sono entusiasta della prospettiva che attende i paesi in tutta Europa, poiché collaboriamo insieme e vedremo un’ondata di crescita come risultato.
In sintesi, la risposta è creare paesi forti e legami forti. Ovviamente dobbiamo impegnarci a sviluppare i nostri rispettivi paesi, ma non dobbiamo mai dimenticare la necessità e il valore di forti legami e della cooperazione. Assicuriamoci di continuare a cogliere ogni opportunità per ricordarcelo, fino a quando non sarà inciso nel nostro DNA!
Concludo il mio intervento condividendo un altro aspetto della mia determinazione: avanzare come un potente leone di fronte a ogni sfida.
Ricordo che nel messaggio per il Summit europeo di gennaio, Sensei ha affermato: «Il potere intrinseco della vostra vita in quanto Bodhisattva della Terra è davvero immenso» (NR, 793). Questo è un altro aspetto della condizione vitale “senza limiti”, che sto cercando di sviluppare e manifestare. È più facile prendere questa decisione sapendo che ho il sostegno di Sensei, e credo anche di avere tutto il vostro supporto. È più facile prendere questa decisione quando penso a me stesso come a un Bodhisattva della Terra.
Ogni volta che mi è stata affidata una nuova responsabilità ho avuto un momento in cui mi sono chiesto se effettivamente avessi la capacità di fare di più o di realizzare più di quanto avessi fatto in passato, ma quando ho iniziato a recitare Daimoku per questa nuova responsabilità ho sentito la mia vita espandersi. Sono felice di lavorare insieme a Suzanne Pritchard, ai consiglieri senior e a Daiki Nakamoto, mentre iniziamo questa nuova fase, un nuovo inizio per l’Europa insieme a tutti voi!

La preghiera è la nostra forza, l’espressione fondamentale dell’amore
Rosanna Sorelli, responsabile nazionale donne

Per me è stato un onore aver potuto partecipare al corso europeo in Giappone che si è tenuto dal 30 aprile al 5 maggio.
L’ultimo giorno del corso abbiamo visitato il Centro internazionale delle donne che è stato completamente ristrutturato e vi è stata allestita una mostra fotografica dei viaggi di Sensei.
Inoltre noi donne e giovani donne europee abbiamo avuto occasione di partecipare a una sessione di domanda e risposta con Yumiko Kasanuki, responsabile donne della SGI. Vorrei condividere la risposta a questa domanda:
“Come madri, o come responsabili, quale atteggiamento dovremmo avere affinché i nostri figli si risveglino alla loro missione di Bodhisattva della Terra e si attivino nel movimento Soka come nostri successori?”
Nelle guide di Sensei ci sono tanti punti importanti su quale dovrebbe essere il nostro comportamento a riguardo.
Nel 1996 il presidente Ikeda pubblicò dei dialoghi con giovani educatori delle scuole Soka e diede delle guide importanti sull’educazione familiare.
Prima di tutto, Sensei disse:
«Ci sono tanti tipi di famiglia, con situazioni diverse. La cosa importante è far emergere la saggezza in ogni famiglia, in ogni madre, far nascere delle famiglie creative».
Poi disse ancora:
«Voi genitori dovete mostrate le vostre convinzioni con orgoglio. Siate orgogliosi delle vostre attività nella Gakkai, che sono la più alta forma di volontariato. Voi agite per la vostra famiglia, ma anche per la società. Se trasmettete ai vostri figli l’orgoglio di compiere queste nobili attività, loro realizzeranno una grande crescita».
Sensei ha sempre ben compreso le difficoltà delle donne impegnate nelle attività Soka e le ha incoraggiate dicendo:
«Non dovete sentirvi a disagio perché non potete stare con i vostri figli tutto il tempo. L’affetto non si dimostra in base al tempo trascorso insieme. Diventando iperprotettive si finisce per viziare i figli. Così non li si aiuta a crescere, e anzi diventano dipendenti da voi».
È importante far sapere loro cosa facciamo; dobbiamo comunicare dove andiamo, chi incontreremo, a che ora rientriamo. E poi, anche se il tempo per stare insieme è poco, in quel poco tempo possiamo abbracciare i nostri figli, ascoltare i loro discorsi». Sensei poi raccontò la sua esperienza e disse che anche se lui era stato poco tempo con la sua famiglia, i suoi figli erano cresciuti bene.
I pionieri della Gakkai non avevano tempo libero, ma hanno cresciuto dei figli ammirevoli.
Genitori e figli sono intimamente connessi. E poi noi abbiamo la preghiera!
La preghiera ha un potere immenso. Anche se genitori e figli dovessero essere fisicamente lontani, c’è sempre la preghiera. Dunque pregate con impegno, perché l’espressione fondamentale dell’amore è la preghiera
In seguito, la signora Kasanuki ci ha raccontato l’esperienza di una famiglia.
In estate in Giappone si svolgono concorsi per i ragazzi delle scuole…
Qualche anno fa, una ragazza di nome Kana aveva scritto un tema dal titolo: “Pensare globalmente, agire localmente”, perché questa era la frase che le diceva sempre sua madre, ma lei non capiva. Ricevette anche un riconoscimento per questo tema. Nel tema raccontava: «Mia mamma di solito mi saluta dicendo: “Ciao, vado a fare attività”. E anche mio padre dopo il lavoro si mette subito a fare attività. Quando poi tornano a casa, mi raccontano tutto ciò che hanno fatto. E io sono molto contenta. Dopo l’estate la mamma si è ammalata ed ero preoccupata per le cose che doveva fare, tipo cucinare, sistemare la casa. A un certo punto sono arrivate le vicine per portare tante cose da mangiare, dicendo: “Se hai bisogno di qualcosa chiamaci. Noi ci siamo!”. Quando mio padre è tornato e ha visto tutte quelle cose da mangiare mi ha detto: “Vedi tua madre che cosa faceva tutti i giorni? Incontrava tante donne, le sosteneva e si dedicava ad ascoltarle, ad aiutarle”.
Ecco cosa vuol dire “Pensare globalmente e agire localmente”. Quando sarò grande vorrei anch’io fare tante cose per diventare come mia madre!».
In seguito, sua mamma è stata eletta come rappresentante del suo comune con il Komeito, mentre Kana ha studiato all’Università Soka, è membro del Gruppo Ikeda Kayo kai e ora lavora per le ferrovie giapponesi. Sia la madre che la figlia si stanno sforzando nelle attività buddiste e nella società.
Se i genitori si sforzano correttamente, i figli naturalmente avranno il desiderio di agire. Noi abbiamo la preghiera e possiamo basarci sulla preghiera per vincere.
La preghiera è la forma ultima dell’affetto, dell’amore.
Poi la signora Kasanuki ha concluso che sostenere i ragazzi del Gruppo futuro significa sostenere il futuro delle prossime generazioni. Io ho sentito che nelle nostre attività in Italia siamo in linea con questa affermazione, perché siamo sempre vicini ai giovanissimi del Gruppo futuro e, tra l’altro, abbiamo un Gruppo futuro fortissimo, che quest’anno farà nuovamente un corso nazionale, già in preparazione.
Concludo raccontandovi la mia esperienza personale.
Ho recitato tanto Daimoku prima di questo corso per essere concentrata in modo da poter riportare tutto una volta tornata in Italia, con la consapevolezza che quello era il mio compito. Sento che il risultato di questo corso non è tanto ciò che sto provando in questi giorni, ma il cambiamento che ha generato in me e che vedrò nei prossimi giorni, e anche nei prossimi mesi e forse anni. Infatti le mie determinazioni per il futuro dell’Italia e dell’Europa iniziano di nuovo da questo corso, dove ho riconfermato il mio voto e ho sentito fortemente di aver realizzato il mio personale hosshaku kempon. Ora c’è da lavorare sodo come mi chiede il mio maestro. E io non voglio deluderlo.
Grazie in anticipo a tutti e a tutte voi per l’impegno che porteremo avanti insieme per espandere il nostro movimento.
Il nostro “ruggito del leone” è la chiave per costruire la pace e la felicità
Anna Conti, vice presidente della Soka Gakkai italiana

Durante il corso in Giappone abbiamo avuto occasione di partecipare alla tredicesima riunione di centro, che si è tenuta proprio il 3 maggio.
Sensei ha inviato un bellissimo messaggio in cui ci esorta a compiere una nuova partenza verso una primavera di pace e di coesistenza armoniosa per l’umanità, e a rinnovare i nostri sforzi «per trasformare ogni cosa in direzione della speranza, del progresso e della vittoria» (NR, 809).
È stata una riunione piena di emozioni, si percepiva la gioia di ritrovarsi insieme dopo tre anni e mezzo, felici di fare questa nuova partenza per l’Europa insieme a Sensei e di rinnovare la nostra promessa di realizzare kosen-rufu in tutto il mondo.
Mi ha colpito molto l’intervento appassionato del nuovo responsabile dei giovani uomini che ha parlato di come coinvolgere le nuove generazioni per creare un flusso di persone di valore che possano raccogliere il testimone di maestro e discepolo, mirando al 2030 e al 2050. Ha sottolineato inoltre l’importanza di espandere i dialoghi per far crescere giovani successori e avanzare basandoci sui due pilastri fondamentali per la Soka Gakkai: le visite a casa e lo shakubuku, ricordando la frase di Gosho che dice:
«Anche un solo seme, quando viene piantato si moltiplica» (RSND, 2, 568)
Il giorno dopo abbiamo partecipato a una lezione sul Gosho Lettera da Sado con il nuovo responsabile del dipartimento di studio, Seichiro Harada.
Vorrei condividere alcuni punti di questo Gosho in cui il Daishonin spiega ai suoi discepoli il “cuore del re leone” e la “trasformazione del proprio karma”, princìpi fondamentali del Buddismo che danno speranza all’umanità.
Lettera da Sado è considerato il “Gosho della Soka Gakkai”, infatti è sempre stato fonte di ispirazione per i presidenti Makiguchi, Toda e Ikeda, che lo hanno inciso nei loro cuori attraverso le loro lotte. Sensei racconta spesso che nei periodi più difficili leggeva ripetutamente questo Gosho per manifestare lo stesso “cuore del re leone” di cui parla Nichiren.
Un punto importante è quando il Daishonin esprime il desiderio che i suoi discepoli lo leggano insieme, infatti scrive alla fine della lettera:
«Vorrei che tutti i credenti sinceri si riunissero e si incoraggiassero leggendo insieme questa lettera» (RSND, 1, 272)
Questo punto è molto importante perché, mentre Nichiren era in esilio a Sado, i suoi discepoli a Kamakura subivano persecuzioni da parte delle autorità e molti di loro avevano abbandonato la fede. Quindi il Daishonin era preoccupato per ognuno di loro, e le sue parole sono piene della determinazione che nessuno si allontani dalla fede e di non lasciare nessuno indietro.
Questo stesso atteggiamento è sempre stato alla base della Soka Gakkai, fin dalle origini. Infatti i maestri Makiguchi e Toda, quando il mondo era diviso dai conflitti mondiali, hanno lottato con lo stesso spirito del Daishonin. E poi il presidente Ikeda, seguendo i loro passi, ha promosso il movimento di kosen-rufu nei cinque continenti, aprendo un varco verso la pace nel mondo.
Non bisogna dimenticare che l’attuale Soka Gakkai e le organizzazioni SGI nel mondo esistono grazie alle lotte affrontate con questa dedizione altruista, senza lesinare alcuno sforzo.
È importante leggere questo Gosho cercando di comprendere lo spirito con cui lo scrisse il Daishonin e la situazione in cui si trovavano i discepoli in quel periodo.
Possiamo immaginare che quando i discepoli di Kamakura ricevettero questa lettera da Nichiren che si trovava a Sado, avranno sentito come un raggio di luce che illuminava l’oscurità in cui si trovavano, e per leggerla si saranno riuniti e avvicinati l’uno all’altro. Ognuno di loro avrà tirato fuori il coraggio e la determinazione necessaria per non soccombere di fronte alle avversità, proprio grazie a quel “ruggito del leone” di cui parla Nichiren.
Attraverso questa lettera il Daishonin mostra ai discepoli qual è la pratica buddista nell’Ultimo Giorno della Legge e allo stesso tempo li esorta ad affrontare le avversità con la sua stessa determinazione.
Il senso di questo Gosho è racchiuso nella frase: «Così ha fatto Nichiren».
E ancora: «Solo sconfiggendo un potente nemico si può dimostrare la propria vera forza».
Qui si coglie il desiderio del Daishonin di trasmettere l’incoraggiamento più importante ai discepoli rimasti a Kamakura. E spiega che l’unico modo per superare le difficoltà che stavano affrontando era manifestare il “cuore del re leone”, proprio come aveva fatto lui.
Infatti scrive:
«[…] chi ha un cuore di leone conseguirà sicuramente la Buddità. Così ha fatto Nichiren» (RSND, 1, 267)
Ciò significa che quando maestro e discepolo condividono lo stesso spirito, non c’è ostacolo che non possano superare.
Nella frase: «Così ha fatto Nichiren», il Daishonin non sta solo trasmettendo ai discepoli di allora la propria condizione vitale, ma sta esortando anche le future generazioni di discepoli a continuare a seguire questo suo esempio.
A proposito di questa frase, il presidente Ikeda scrive:
«Le parole “Così ha fatto Nichiren” rappresentano un appello appassionato ai suoi discepoli, come se li stesse esortando dal profondo del cuore: “Proprio come io ho sconfitto tutte le forze demoniache, così anche voi dovete tirar fuori un cuore da leone e vincere su tutte le forze negative. Battetevi con lo stesso spirito di Nichiren! Combattete al mio fianco, con la mia stessa determinazione!”. […] L’eredità del Daishonin, il re leone altruista, oggi vive nella Soka Gakkai.
Abbiamo ereditato il suo spirito generoso e pieno di coraggio, tracciando un’ampia strada per la realizzazione di kosen-rufu a livello mondiale. Con questa potente convinzione stringiamo legami con un numero sempre maggiore di persone condividendo con loro la grandezza del cammino Soka di maestro e discepolo» (BS, 135).
In queste parole di Sensei è racchiuso il motivo per cui possiamo affermare che la Soka Gakkai è un’organizzazione direttamente legata agli insegnamenti del Budda, la cui missione è lo shakubuku.
Ne La raccolta degli Insegnamenti Orali il Daishonin spiega il significato del “ruggito del leone”, ovvero maestro e discepoli che recitano all’unisono e propagano insieme la Legge mistica.
Sensei scrive:
«Il termine “ruggito del leone”, che originariamente indicava la predicazione del Budda, indica qui, per la prima volta, il voto dei discepoli del Budda. Se i discepoli non si alzano in nome dello stesso voto del maestro, il desiderio del Budda non verrà realizzato. […] Questo è il vero significato del “ruggito del leone”: il maestro e i discepoli che si alzano in nome dello stesso voto e che portano avanti la loro lotta condivisa. Proprio perché l’epoca attuale è pervasa da così tanta confusione e incertezza, come membri della Soka Gakkai uniti dal legame di maestro e discepolo “diamo inizio” a un nuovo ruggito del leone e piantiamo ovunque i semi della Legge mistica nel cuore delle persone facendo sbocciare fiori di pace e felicità in tutto il globo» (BS, 192)
Proprio perché l’epoca attuale è pervasa da così tanta confusione e incertezza, il nostro “ruggito del leone” è la chiave per costruire la pace e la felicità, e l’unico modo per farlo è diffondere la Legge mistica, facendo shakubuku con gioia a tutte le persone intorno a noi. Questo è il punto fondamentale per trasformare il karma in missione nei nostri rispettivi paesi: per questo stiamo recitando il Daimoku del ruggito del leone, per trasformare il futuro dell’umanità e rispondere alle aspettative del nostro maestro, facendo emergere sempre più giovani che raccolgano il “cuore del re leone” e costruiscano, con il loro entusiasmo e la loro passione, un meraviglioso castello di maestro e discepolo!
Per quanto mi riguarda, determino insieme a voi di non risparmiare le mie forze per incoraggiare ogni singola persona e far conoscere a più persone possibile la grandezza della Soka Gakkai e la visione di speranza del nostro maestro.
Vinciamo insieme!
Credere con tutto il cuore nei giovani e nelle loro potenzialità
Niccolò Ugolini, direttore del Comitato direttivo finanziario

Il primo maggio abbiamo incontrato il vice presidente Tanigawa in una sessione di domanda e risposta. Oggi vorrei condividere due risposte, la prima su come fare proprio il cuore del maestro; e la seconda su come ottimizzare i rapporti e le comunicazioni tra giovani e adulti.
1) Cosa intendiamo con “cuore del maestro”? Il progresso di kosen-rufu e la felicità di tutti i membri. Durante il lungo percorso di diecimila anni di kosen-rufu si presenteranno infinite difficoltà: è fondamentale affrontarle a testa alta, solo così potremo ottenere vittorie su vittorie.
Ciò su cui dobbiamo focalizzarci per questo progresso è l’incremento e lo sviluppo delle relazioni con il mondo esterno al Buddismo, sia nel dare un ottimo esempio di comportamento nella società, sia nel diffondere i semi della Buddità.
Nel Gosho Le proprietà del riso Nichiren Daishonin afferma:
«Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia. I semi della Buddità germogliano in relazione alla causa esterna» (RSND, 1, 991)
Per far questo, con coraggio e serietà, incoraggiamo il maggior numero possibile di persone affinché ciascuna a sua volta faccia lo stesso nella propria sfera di attività e influenza. Preghiamo con forza affinché i nostri compagni di fede vincano e andiamo a trovarli e a incoraggiarli uno a uno. Abbiamo osservato e letto di come Sensei si sia sempre impegnato in queste lotte e il suo esempio è per noi il miglior insegnamento concreto per diventare suoi degni eredi e rappresentanti. È proprio in questo tipo di azione che fluisce lo spirito di non dualità di maestro discepolo.
2) Unire generazioni profondamente diverse per esperienza, sensibilità e visione è sempre stata una sfida. E anche oggi dobbiamo affrontare questa sfida. Ma se vediamo solo la differenza generazionale non riusciamo a migliorare profondamente né i rapporti, né le comunicazioni.
È di primaria importanza conoscere bene la persona che abbiamo di fronte. Solo così possiamo comunicare a un livello profondo e andare avanti insieme. Itai significa diversi corpi, con storie, sensibilità e visioni della vita tutte diverse, ma c’è assolutamente bisogno di andare avanti con la stessa mente (doshin), con lo stesso spirito.
L’aspetto più importante è non assumere la posizione di insegnare unilateralmente solo perché siamo più anziani nella fede e abbiamo più esperienze… è necessario assumere l’atteggiamento di imparare dalla sensibilità e dalla visione dei giovani.
Altrettanto cruciale è credere con tutto il cuore nella loro missione e potenzialità, e continuare a sostenerli con perseveranza e fiducia.
Anche se le cose nell’immediato non dovessero migliorare, mettiamo la nostra preghiera alla base delle comunicazioni con loro e impariamo ad approfondire la loro conoscenza con l’obiettivo di risvegliare il loro potenziale infinito, di cui molto spesso non sono consapevoli.
Sensei spiega che “guidare” significa alleggerire il cuore dell’altro.
Spesso diciamo di mettere alla guida di kosen-rufu i giovani, ma se poi quella personalità così diversa dalla nostra non l’accettiamo e abbracciamo calorosamente, così com’è, non potremo avere un grande risultato.
Sensei afferma che quando si è consapevoli della propria missione, i germogli dei propri talenti fioriranno con forza e rapidamente.
Assumersi questa responsabilità e portarla fino in fondo è il compito più importante come adulti: non impegnarsi a farlo significa che nel futuro non ci sarà nessuno che porterà avanti la strada di maestro discepolo, e di conseguenza il flusso di kosen-rufu si bloccherà. Non dobbiamo assolutamente permettere che questo accada.
