Il trattato di Nichiren Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese sembra acquisire una rilevanza e un’attualità sorprendenti alla luce della pandemia da Coronavirus che ha determinato una situazione di crisi a livello globale che ci porta a riflettere e a interrogarci profondamente.
In queste pagine pubblichiamo un incoraggiamento del maestro Ikeda e alcune riflessioni di Roberto Francini e Marta Bonomo, rispettivamente responsabile e vice responsabile del Dipartimento di studio della Soka Gakkai italiana, che prendono spunto da questo fondamentale trattato del Daishonin.
Lo scopo del Buddismo di Nichiren Daishonin è creare pace e prosperità offrendo alle persone comuni, principale forza motrice della società, i requisiti interiori necessari per trionfare su qualsiasi avversità.
Il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese (Rissho ankoku ron in giapponese), scritto dal Daishonin nel 1260 e presentato ai governanti del tempo, rivela i princìpi base per ottenere questo risultato.
Nichiren Daishonin scrisse quest’opera in un periodo segnato da gravi sconvolgimenti sociali e calamità naturali, come terremoti, carestie ed epidemie. L’essere testimone di queste tragedie lo angustiava «nel profondo del cuore» (RSND, 1, 7).
All’inizio del trattato infatti scrive: «Ora, se prima di tutto vogliamo garantire la sicurezza del paese e pregare per le nostre esistenze, presenti e future, dobbiamo affrettarci a esaminare la situazione e porvi rimedio il più presto possibile» (RSND, 1, 24).
A tale scopo il Daishonin intraprese un’approfondita ricerca nelle scritture buddiste e giunse alla conclusione che per liberarsi dalle catene della sfortuna e portare pace e sicurezza alla società era necessaria una trasformazione dei princìpi su cui si basa il cuore delle persone.
L’opera è scritta in forma di dialogo tra il padrone di casa – che esprime il punto di vista di Nichiren Daishonin – e un suo ospite, una delle più influenti personalità del tempo, Hojo Tokiyori.
Alla fine del dialogo l’ospite dichiara: «Non basta che soltanto io creda nelle vostre parole, ma mi impegnerò ad avvisare anche gli altri dei loro errori» (RSND, 1, 26).
È un chiaro riferimento alla pratica di shakubuku, l’azione di condividere gli insegnamenti del Buddismo con le altre persone.
A questo proposito, il presidente Ikeda scrive: «Il valore che cerchiamo di creare come Soka Gakkai credo che si possa riassumere nell’idea di ridare speranza ed energia alle persone sofferenti che incontriamo, nell’incoraggiarle a basare la loro vita sulla salda filosofia della Legge mistica allo scopo di realizzare pace e sicurezza per tutte le persone e per il mondo intero. Sia la pratica di “adottare l’insegnamento corretto”, sia la missione di realizzare concretamente “la pace nel paese” sono inclusi in questo spirito Soka, o “creazione di valore”, che considera prezioso ogni singolo individuo e si concentra sul dialogo da persona a persona» (cfr. Lezione di D. Ikeda su Adottare l‘insegnamento corretto per la pace nel paese, Esperia, pag. 79).