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Ricette e poesie di due studenti speciali - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:14

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Ricette e poesie di due studenti speciali

Francesco Di Vita e Annamaria Sersante, Salerno

Scrivere un libro e portare a termine l’università sono grosse sfide per chiunque. Per Francesco e Annamaria ogni gesto quotidiano è una sfida, eppure hanno deciso di non accontentarsi e di andare fino in fondo per realizzare i loro sogni

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Scrivere un libro e portare a termine l’università sono grosse sfide per chiunque. Per Francesco e Annamaria ogni gesto quotidiano è una sfida, eppure hanno deciso di non accontentarsi e di andare fino in fondo per realizzare i loro sogni

Una lettera alla volta

di Francesco Di Vita, Salerno

Ho ventiquattro anni e pratico dal marzo del 2007 quando mi resi conto che, come i miei genitori che praticano il Buddismo da circa trent’anni, volevo realizzare anch’io kosen-rufu. Nel 2009 in seguito all’aggravamento della mia patologia, la distrofia muscolare di Duchenne, cominciai a praticare con lo spirito che ci trasmette il Daishonin: «È il cuore che è importante» (RSND, 1, 889). Per me che ero e sono, ogni giorno, costantemente impossibilitato in qualcosa, non poteva esserci altro che recitare un Daimoku con un cuore che crede di trasformare l’impossibile in possibile. Dedicarsi a kosen-rufu nonostante la malattia, oggi posso dirlo, è la lotta fondamentale contro la tua stessa oscurità innata, che non ti permette di vedere la tua Buddità.
Ho sempre desiderato fare lo scrittore e nell’aprile del 2011 ebbi un’ispirazione: a causa delle diverse fasi della mia malattia ho seguito molti tipi di alimentazione e tutto ciò é diventato passione per la gastronomia e la cucina. Scrivere per me non era semplice dato che posso usare soltanto tre dita di una mano, e perciò batto una lettera alla volta, e in più non potevo stare al computer un’intera giornata per le terapie che seguo. Produrre un libro mi sembrava impossibile, ma iniziai. Volevo superare i miei limiti, ma sapevo che la sola forza di volontà non bastava, non quando il mio corpo e la mia mente mi dicevano che ci avrei messo una vita e che mi sarei solo stancato.
Viste le mie condizioni di salute avevo preoccupazioni e dubbi sulle mie possibilità future che mi scoraggiavano; perfino l’attività con i membri era un po’ pesante, nonostante la mia famiglia abbia sempre offerto casa per le riunioni.
Nella primavera del 2012 si sarebbe tenuto un corso ad Ascea Marina, e avrei potuto parteciparvi perché vicino a Salerno e privo di barriere architettoniche. Era per me il primo corso e desideravo approfondire la fede e i legami con i membri. Aumentai il mio Daimoku, cosa per me non facile visto il supporto della ventilazione polmonare assistita di cui ho bisogno sedici ore al giorno. Il mio obiettivo era quello di concludere la prima stesura del libro entro l’inizio del corso e, nonostante tutte le difficoltà, ho creduto come non mai nella frase dove Nichiren dice che l’inverno si trasforma sempre in primavera. Il corso era in vista e anche se non riuscii a concludere la stesura non mi scoraggiai perché ero a buon punto. Furono giorni stupendi durante i quali percepii lo spirito di ricerca, ascoltai delle bellissime esperienze e rivitalizzai anche il mio corpo grazie all’aria di mare.
Il mio più grande ostacolo è sempre stato quello di pormi dei limiti a causa della mia malattia, e fondamentale fu chiedere un consiglio sulla fede. Tornai a casa carico come non mai, consapevole che come devoto del Sutra del Loto avrei potuto sempre trasformare l’impossibile in possibile, il veleno in medicina, la sofferenza in gioia e che avrei potuto finire la stesura del libro, tanto che contattai una rivista culturale per curare una rubrica di cucina: entusiasti, accettarono subito la mia collaborazione e da allora pubblico mensilmente un articolo di ricette a chilometri zero. L’inverno veramente si stava trasformando in primavera e la mia mano non subiva più il freddo, anzi aumentai il numero di parole scritte in una giornata e a fine di luglio conclusi la prima stesura del libro. Da allora ho continuato a perfezionarne il contenuto e a portare avanti il desiderio di pubblicarlo con lo spirito di voler fare un’esperienza e dare valore al mio lavoro. Dopo poco mia madre mi regalò un mouse speciale che mi consente di usare con meno fatica il computer e aumentare la possibilità di scrivere più veloce e più a lungo. Sentivo che diventare scrittore non era impossibile, avevo vinto nel momento in cui avevo deciso di superare il limite della mia malattia.
Lo scorso autunno, dopo aver scritto la mia esperienza per una riunione dei giovani, scoprii con mia grande sorpresa che mia madre e mia sorella mi avevano regalato la prima pubblicazione online del mio libro Sinfonie di cipolle – Pranzi.
Tutto ciò rappresenta la mia vittoria interiore e tangibile sulla malattia, un passo avanti verso la mia nuova rivoluzione umana, da cui trarre ancora una volta la missione di kosen-rufu, e rendere fiero di me il presidente Ikeda che scrive: «Per me, dal 16 marzo del ’58, ogni giorno è stata una nuova partenza, animata dalla fresca determinazione di essere in perfetta unità con il mio maestro». Oggi con questo spirito di resilienza e di non lesinare la mia vita, ho pubblicato un secondo libro: Sinfonie di cipolleCene di mare. Ringrazio la mia famiglia, il mio maestro e tutte le persone che mi sono di esempio e di incoraggiamento.

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Via la paura, largo alla gioia

di Annamaria Sersante, Salerno

Ho quasi ventidue anni e sono la maggiore di tre fratelli e una sorella. Ho cominciato a praticare nell’agosto 2012 a seguito di un evento che mi aveva segnato: la morte della mia adorata nonna che viveva con me.
Da sempre credevo che non sarei mai potuta diventare felice, vedevo intorno a me ansia, paura e disperazione. Ma fin dal primo Daimoku mi accorsi che qualcosa stava cambiando e pian piano la vera Annamaria cominciava a emergere dal fango proprio come i fiori di loto. Sentivo che la mia vita cominciava ad aprirsi e iniziai a partecipare alle riunioni di discussione, dove ho conosciuto il sostegno dei membri. Ho recitato Daimoku fin da subito per la felicità degli altri perché non voglio essere felice solo io.
Un grande obiettivo è quello di conseguire la laurea in Editoria e Pubblicistica, a cui mi sono iscritta tre anni fa nella mia città. Con lo studio però ho sempre avuto grandi problemi dettati anche dalle difficoltà fisiche. Inizialmente non potevo frequentare i corsi all’università perché non avevo nessuno che mi accompagnasse ma, dopo aver recitato tanto Daimoku ed essermi davvero affidata al Gohonzon con tutte le mie forze, ho ricevuto subito un primo beneficio. Di lì a poco il Comune mise a disposizione un pulmino per trasporto disabili, che tutt’oggi mi accompagna in ateneo. In più, ho sempre avuto problemi di autostima e questo per lunghi anni ha fatto sì che perdessi il centro della mia vita. Non riuscivo a studiare né a fare esami e di conseguenza ne soffrivo molto. Poi a febbraio 2014 sentii che avrei potuto farcela: ora, con mia grande gioia, faccio tranquillamente più esami a sessione.
Nello studio sono da sempre stata affiancata da Serena, una ragazza dolcissima che considero come una sorella maggiore. L’anno scorso ebbe un momento di grande sofferenza e sentii che potevo recitare Daimoku sinceramente davanti al Gohonzon per la sua felicità, certa che nessuna preghiera rimane senza risposta. Ora Serena sta bene e sento di aver contribuito con la mia preghiera a sostenerla. Quando iniziai l’università avevo anche problemi a relazionarmi con gli altri e permettevo alla mia oscurità di prendere il sopravvento, scappando. Ma poi a febbraio tutto è cambiato, ho capito che ogni terra è la terra del Budda, come scrive Nichiren Daishonin in uno dei suoi Gosho, e ho cominciato a parlare al cuore di ogni persona che incontravo all’università. Proprio così ho conosciuto Anna e Mirko, due ragazzi con cui ho stretto un bellissimo rapporto d’amicizia. Adesso la gioia regna nella mia università e io non vedo l’ora di ritornarci.
Ho inoltre realizzato il mio desiderio di scrivere in un giornale, in più gestisco una mia rubrica che si chiama Poesia e…, dove posso parlare anche di Buddismo perché sono profondamente convinta che tutti dovrebbero conoscere l’illimitato potere di Nam-myoho-renge-kyo. A luglio, con mia grande sorpresa, ho vinto anche una borsa di studio. Poco prima avevo partecipato alla prima riunione studenti regionale della Campania e della Basilicata, dove avevo raccontato la mia esperienza provando grandissima soddisfazione. Ho sempre sentito la forza e il potere che scaturiscono nella mia vita grazie al Gohonzon, ho capito che non c’è niente che deve spaventarmi e quindi porterò sempre avanti il mio voto per kosen-rufu. In una delle sue lettere Nichiren esorta così i suoi seguaci: «Non dovresti sentire la minima paura nel cuore. […] è la mancanza di coraggio che gli impedisce di conseguire la Buddità» (I tre ostacoli e i quattro demoni, RSND, 1, 568). E io non voglio sentire la minima paura nel cuore insieme al Gohonzon e al mio maestro Daisaku Ikeda.

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