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Trent’anni del Centro culturale italiano - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:20

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Trent’anni del Centro culturale italiano

Domenica 26 giugno, a Firenze, si è svolto un grande evento per celebrare il trentesimo anniversario dell’inaugurazione del Centro culturale italiano, avvenuta nel giugno del 1992 in presenza del presidente Ikeda e della signora Kaneko.

Nel corso della giornata, in un’atmosfera festosa, hanno partecipato circa 2.500 persone.

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Domenica 26 giugno, a Firenze, si è svolto un grande evento per celebrare il trentesimo anniversario dell’inaugurazione del Centro culturale italiano, avvenuta nel giugno del 1992 in presenza del presidente Ikeda e della signora Kaneko.

Nel corso della giornata, in un’atmosfera festosa, hanno partecipato circa 2.500 persone.

Nel pomeriggio l’evento si è articolato in due momenti principali:

– alle ore 16.00 una riunione commemorativa alla quale sono intervenuti i rappresentanti nazionali e regionali dei quattro Gruppi (video disponibile sullo Spazio aderenti del sito IBISG);

– alle ore 18.00 la commemorazione ufficiale nell’anfiteatro alla quale hanno partecipato vari ospiti rappresentanti del mondo religioso e delle istituzioni, tra cui il Cardinale Giuseppe Betori e il presidente della regione Toscana Eugenio Giani.

La riunione è trasmessa sulla pagina ufficiale Facebook dell’Istituto (https://www.facebook.com/sgi.italia/).

A questo secondo evento verrà dedicato un ampio report nel prossimo numero di NR.

È stato bellissimo, il 26 giugno, rivedere i giardini, i prati, la terrazza e tutti gli ambienti della storica villa di Bellagio finalmente di nuovo popolati di giovani, adulti, pionieri e tantissimi bambini che circolavano ovunque liberamente per festeggiare insieme il 30° anniversario del Centro culturale italiano.
Dopo due anni di pandemia, una vera ripartenza in unità per la Soka Gakkai italiana, come è stato sottolineato dal presidente Alberto Aprea nel suo intervento.
Una festa piena di amicizia e della gioia di ritrovarsi e scambiare esperienze ed emozioni, finalmente di nuovo insieme.
Quasi seicento i membri degli staff coinvolti e presenti ovunque per accogliere, proteggere e intrattenere più di 2.500 persone confluite per l’evento, tra cui le guide alla mostra, i cuochi, gli autisti e persino i clown e gli artisti di strada che hanno incantato con mille trucchi i bambini all’ombra dei grandi alberi del parco.
Era il 25 giugno del 1992 quando il presidente Ikeda tagliava il nastro inaugurale di questo magnifico, primo Centro culturale italiano.
A distanza di trent’anni sembrava di rivivere ovunque l’atmosfera di quella storica giornata insieme al nostro maestro, nelle foto di archivio esposte sui pannelli ma soprattutto nella gratitudine che si percepiva negli occhi di tutti, e nel bellissimo messaggio che Sensei ci ha voluto inviare per questa ripartenza del movimento di kosen-rufu nel nostro paese, uniti di nuovo insieme a lui.

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Il programma della giornata

Le iniziative sono state moltissime, fin dal mattino:

• giochi e spettacoli di intrattenimento con i bambini;

• incontro con i pionieri;

• apertura al pubblico della mostra L’eredità della vita, che resterà aperta tutta la settimana fino al 3 luglio;

• visite guidate alla storica Villa di Bellagio, sede dell’IBISG;

• spettacoli con artisti disseminati in tutti gli angoli del parco;

• lettura al pubblico della Proposta di pace 2022 di Daisaku Ikeda;

• possibilità di fare l’offerta per kosen-rufu;

• ore 16:00: riunione commemorativa con la partecipazione dei responsabili nazionali e regionali;

• ore 18:00: commemorazione ufficiale con rappresentanti religiosi e istituzionali;

• infine, picnic nel parco e in serata il festival dei giovani!

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Un incontro di tre generazioni

I cancelli del Centro culturale di Firenze si sono aperti al mattino con l’incontro di tre generazioni nel parco della villa: bambini, genitori e membri anziani – i nostri pionieri di kosen-rufu – che sono stati coinvolti in attività pensate ad hoc dai volontari. Animatori, clown, artisti di strada ed educatori si sono dedicati ai bambini insieme ai giovani del Gruppo futuro. Per i genitori e gli over 70 sono stati organizzati degli incontri di scambio per condividere esperienze e incoraggiamenti. Come in un appuntamento preso tanto tempo prima, ogni persona ha vissuto la gioia di tornare in un luogo riconosciuto come la propria casa, dove poter rivedere amici di vecchia data e stringere nuovi legami.

Un’esposizione con foto di archivio

Per l’occasione è stata allestita anche una mostra con le foto della visita di Sensei nel 1992 e istantanee che ripercorrono le varie fasi dei lavori di ristrutturazione della villa, a cui parteciparono migliaia di volontari da tutte le regioni italiane.

La mostra “L’eredità della vita”

Nella sala esterna del Centro culturale è stata allestita la mostra “L’eredità della vita”, nata nell’ambito della campagna “Cambio io, cambia il mondo”, che ripercorre i temi trattati nel 2012 dal presidente Ikeda sull’emergenza climatica e l’Agenda 2030.

La storia della Villa di Bellagio

Per tutta la giornata è stato possibile partecipare a visite guidate per scoprire l’antica storia della Villa di Bellagio, le cui origini risalgono al Medioevo, e che fu anche proprietà dei Medici durante il Rinascimento. Nel pomeriggio i giardini del Centro culturale hanno ospitato performance artistiche di vario genere in diverse postazioni: musiche, danze e canti hanno accompagnato gli ospiti fino alla conclusione serale.

La riunione commemorativa

Alle 16:00 nella sala Armonia si è svolta una riunione con i rappresentanti nazionali e regionali dei quattro Gruppi, con la partecipazione di Alberto Aprea, attuale presidente della Soka Gakkai italiana, di Mitsuhiro Kaneda, primo presidente, e di Tamotsu Nakajima, secondo presidente. (Vedi report a seguire)

La commemorazione ufficiale nell’anfiteatro

Un altro incontro si è svolto nel tardo pomeriggio nell’anfiteatro del Centro culturale, a cui sono intervenuti anche rappresentanti religiosi e istituzionali, tra i quali il Cardinale Giuseppe Betori e il presidente della regione Toscana Eugenio Giani. Interamente pensato e organizzato dai giovani, l’evento ha abbracciato temi quali il disarmo nucleare, il cambiamento climatico e il dialogo interreligioso per la realizzazione di un futuro di pace e la conservazione del nostro pianeta. In particolare, il presidente Aprea ha sottolineato l’impegno della Soka Gakkai per la realizzazione della pace, basato sul cambiamento del nostro cuore per non ricadere nella logica dei conflitti, rinnovando l’impegno affinché le nostre città diventino un grande esempio di umanesimo, tolleranza e rispetto della dignità della vita. Sua eminenza Cardinale Betori ha sottolineato il ruolo delle religioni nel promuovere un’unica umanità che trasmetta i valori di amore e fratellanza in questo mondo materialista. Il presidente Eugenio Giani ha condiviso il suo appassionato ricordo del maestro Ikeda nel 1992, quando gli fu consegnato il Fiorino d’oro. Ha parlato dello sviluppo dei giovani e della grande funzione sociale e culturale svolta in Toscana dalla Soka Gakkai in questi trent’anni. Infine l’intervento conclusivo dei giovani che hanno espresso la loro decisione di portare questi valori nella società partendo da loro stessi, in base al principio che «la rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità» (RU, prefazione). L’evento è stato seguito in diretta Facebook ed è tuttora visibile per chiunque lo desideri.
Un ampio report sarà pubblicato sul prossimo numero de Il Nuovo Rinascimento (NR, 766).

E infine… il festival dei giovani!

Al calar della sera, pic-nic nel parco, con tanti teli colorati che hanno tappezzato il prato adiacente all’Anfiteatro.
Poi il festival dei giovani, con poesie, danze, canti e musica dal vivo fino a tarda sera. Tutti i presenti, soprattutto giovani, hanno ballato insieme. E, a sugellare la giornata, la canzone One Europe with Sensei.

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K30 – La riunione Commemorativa

Uniti per una nuova partenza insieme al maestro

Nella sala Armonia del Centro culturale di Firenze si è svolta la riunione commemorativa con i rappresentanti nazionali e regionali dei quattro Gruppi, alla quale è intervenuto Alberto Aprea, presidente della Soka Gakkai italiana, insieme a Mitsuhiro Kaneda, primo presidente, e Tamotsu Nakajima, secondo presidente. Sono intervenute anche Rosanna Sorelli, responsabile nazionale donne, e Jasmina Cipriani, responsabile nazionale giovani donne.
È stata la prima riunione nazionale in presenza che si è svolta dopo le restrizioni dovute alla pandemia, un segnale di grande incoraggiamento per questa nuova partenza del movimento di kosen-rufu in Italia

I giovani sono la nostra speranza

di Alberto Aprea, presidente dell’IBISG

Desidero innanzitutto ringraziare il presidente Ikeda per il meraviglioso messaggio che ci ha inviato per questo evento, dal quale traspare tutto l’amore e la profonda fiducia che nutre per noi membri italiani.
Non finirò mai di ringraziare Sensei per tutto ciò che ha fatto e continua a fare per lo sviluppo di kosen-rufu nel mondo!
Sappiamo bene quanto siano stati difficili questi ultimi tempi, e ciò nonostante tutti voi avete continuato a sforzarvi con sincero e instancabile impegno per lo sviluppo di kosen-rufu nelle vostre rispettive zone. Grazie di cuore!
Ringrazio anche gli staff che hanno lavorato duramente dietro le quinte per preparare questo importante evento.
Infine permettetemi di ringraziare il signor Kaneda, primo presidente della Soka Gakkai italiana e il signor Nakajima, secondo presidente. Mi riempie di gioia vedervi qui oggi insieme per intraprendere, uniti, una nuova partenza del movimento di kosen-rufu in Italia!
Questo magnifico Centro culturale italiano è stato inaugurato dal presidente Ikeda, insieme a sua moglie Kaneko, trent’anni fa, nel 1992.
Grazie a quella visita di Sensei, e grazie alla sincera dedizione e agli sforzi di tanti volontari di tutte le regioni italiane che parteciparono con entusiasmo ai lavori di ristrutturazione, questo bellissimo “castello della gente comune” è stato il punto di origine di un nuovo progresso del movimento di kosen-rufu in Italia.
Nel suo messaggio Sensei scrive: «Conservo così tanti cari ricordi di questo prezioso castello Soka! Facendo del vostro Centro culturale il nucleo delle attività per kosen-rufu, tutti voi avete continuato ad agire affermando il principio fondamentale della dignità della vita, e a contribuire immensamente al bene delle persone e della società. Senza dubbio il vostro progresso è un esempio per il mondo intero.
Il vostro nobile e instancabile impegno risplende sempre luminoso nel mio cuore» (pag. 5).
Eravamo quasi tutti giovani, e quell’incontro con il maestro accese nel nostro cuore la fiamma della passione.
Grazie alle guide e agli incoraggiamenti di Sensei, grazie alle sue preghiere, innumerevoli giovani Bodhisattva della Terra sono emersi uno dopo l’altro risvegliandosi alla propria missione, e hanno dato origine a uno straordinario sviluppo di kosen-rufu nel nostro paese.
Nel rievocare quei giorni Sensei scrive: «In tutte le persone c’era il fremito della giovinezza e ardevano di passione e saggezza giovanile, lì c’era una luce di speranza: un vulcano che fremeva» (Ai miei cari amici italiani, pag. 118).
In seguito, quello sviluppo è continuato grazie all’impegno instancabile di tutti i membri italiani che in questi anni hanno dato prova concreta conquistando la fiducia della società in quanto buoni cittadini che si dedicano alla pace e alla prosperità del paese.
Oggi, dopo trent’anni, mentre stiamo gradualmente riaprendo le nostre attività, questo evento coincide con la prima riunione nazionale in presenza. È un segnale di speranza per il futuro, e rappresenta per tutti noi un nuovo inizio insieme al nostro amato maestro. Nel suo messaggio Sensei afferma: «Desidero che, recitando sempre più il Daimoku del ruggito del leone, continuiate a dedicare fino in fondo la vostra vita a kosen-rufu e a trasmettere gli incommensurabili benefici della Legge mistica a tutte le persone con cui avete un legame» (pag. 5). Sensei ci sta dando delle indicazioni molto precise. Non basta più pregare come abbiamo fatto finora.
Per vincere la lotta con la nostra oscurità e con gli ostacoli che stiamo incontrando, dobbiamo tirare fuori più forza.
Per trasformare la nostra oscurità in luce, la distruzione in costruzione, dobbiamo assolutamente recitare il Daimoku del ruggito del leone e ritornare alla promessa che abbiamo fatto al nostro maestro.
Qualunque cosa accada, continuiamo a piantare il seme della Legge mistica nel cuore dei nostri amici e a incoraggiarli affinché possano diventare felici: questa è la chiave per aprire il nobile stato vitale della Buddità, nella nostra vita e in quella degli altri.
In quest’azione coraggiosa vive la gioia dei Bodhisattva della Terra che donano felicità e speranza alle persone.
Inoltre, nel suo messaggio Sensei scrive: «Vi prego di avanzare sempre più in armonia e con spirito giovane, prendendovi cura dei giovani e facendo della tradizione Soka di sostenere i giovani il vostro orgoglio, diventando un modello per tutti!» (Ibidem).
Questa è la fiducia assoluta, l’amore che Sensei nutre per i giovani. I giovani sono il nostro futuro, il nostro orgoglio, la nostra speranza!
Perciò, adesso, con lo stesso amore, con la stessa fiducia dobbiamo concentrare tutte le energie nel sostenere la loro crescita. Proprio come ha fatto Sensei con noi.
Allo stesso tempo, è essenziale che noi adulti continuiamo a mantenere uno spirito sempre giovane, quello spirito pionieristico, quella passione che ci ha trasmesso Sensei di non fermarci mai e di aprire sempre nuove strade!
Oggi, tutti insieme, determiniamo di consolidare una Soka Gakkai italiana unita in itai doshin, basata sulla non dualità di maestro e discepolo.
Per realizzare questo obiettivo, torniamo sempre alle guide di Sensei.
Nella relazione diretta tra maestro e discepolo non devono esserci intermediari, non bisogna permettere a nessuno di frapporsi tra noi e il maestro.
Come discepoli, è importante avere chiaro che maestro e discepolo sono direttamente collegati. Se manca questo, non riusciremo a creare una vera unità di itai doshin. Oggi ripartiamo insieme da questo eterno punto di origine.
Questi dieci anni che ci separano dal 2030 sono cruciali, per questo sono determinato ad affrontare insieme a voi gioie e dolori, a sconfiggere le funzioni demoniache, a scalare la vetta delle sfide più difficili e a vincere insieme.
Sono deciso a pregare con ancora più serietà e intensità per la salute e la felicità di tutti i compagni e le compagne di fede in Italia, e a impegnarmi con tutto me stesso affinché il movimento di kosen-rufu si sviluppi ulteriormente.
Come afferma Sensei: «Ora è il momento di espandere ancora di più la nostra rete solidale di pace e di speranza!» (Ibidem).Grazie mille!

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«Colui che recita Daimoku è colui che vince»

di Mitsuhiro Kaneda, primo presidente dell’IBISG

Per me oggi è un grande giorno. Per restaurare questo Centro sono venute più di trentamila persone da tutte le regioni d’Italia. Ringrazio tutti, in particolare lo staff cucina che ogni domenica preparava pranzo e cena. Dentro di me ricordo tante scene, tanti momenti sono ancora molto vivi.
Ho vissuto la nascita di questo Centro culturale insieme alla signora Amalia Miglionico (Dadina). Per me è stata una grande fortuna conoscerla, mi ha trasmesso un grande spirito di ricerca.
Insieme siamo stati alla fondazione della SGI sull’isola di Guam, nel 1975. Io avevo ventotto anni, ero giovane e lei mi ha insegnato tante cose. Traduceva le guide del presidente Ikeda. Tra queste ne ricordo ancora una: «Colui che recita Daimoku è colui che vince». È esattamente così!
Ho incontrato Dadina per la prima volta a Tokyo, non qui in Italia. Quell’incontro è ancora vivo dentro di me. È stato un incontro determinante, un incontro “con il destino”.
Ringrazio di nuovo chi ha sostenuto il restauro di questo Centro. Vi ringrazio profondamente.

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Una fede pura come l’acqua che scorre

di Tamotsu Nakajima, secondo presidente dell’IBISG

Vorrei ringraziare tutti voi che siete qui oggi, e tutti i membri italiani per l’impegno nel portare avanti il movimento di kosen-rufu.
Il grande sviluppo di kosen-rufu in Italia ha avuto origine dalla visita di Sensei nel 1981, quando ad accoglierlo c’erano tanti giovani.
Da lì è partito tutto.
Durante quella visita, Sensei ci ha dato delle guide fondamentali, che sono tuttora la nostra base, il nostro punto di origine.
Disse che la fede deve essere pura e costante come l’acqua di un fiume che scorre ininterrotta, perché solo una pratica costante per tutta la vita porterà a conseguire l’Illuminazione. Il vero beneficio si sente con il passare del tempo.
Per questo è importante approfondire ogni giorno la fede e impegnarsi sinceramente nella propria rivoluzione umana. Fede, pratica e studio servono per realizzare il nostro cambiamento personale.
Un altro punto importante è l’unità tra compagni di fede. Bisogna creare unità e pregare assumendosi la responsabilità della felicità di tutti. A livello nazionale l’unità si realizza intorno alla figura del presidente. Dal punto di vista della fede siamo tutti alla pari, ma ognuno ha la sua funzione per kosen-rufu. Quindi è molto importante andare avanti uniti, rispettandosi uno con l’altro, con l’obiettivo di realizzare la pace e la felicità di ogni persona. Lo sviluppo di kosen-rufu si basa sulla relazione maestro discepolo e l’unità tra compagni di fede. Perciò studiamo bene il Gosho e le guide del maestro, cerchiamo di comprendere il punto di vista del Buddismo e di farlo nostro. La base delle nostre attività sono i gruppi e i settori, perché lì c’è il contatto diretto con le persone, lì si creano i legami più belli e si comincia a creare l’unità.
Noi abbiamo l’esempio di Sensei. Cerchiamo di diventare come lui, in modo da poter affermare “Io sono Shinichi Yamamoto”.Se teniamo presente il nostro maestro come punto di riferimento, è difficile sbagliare.
Ora ripartiamo da qui, mirando come prossima tappa, al 2030. Collaboriamo insieme, giovani e adulti, mantenendo uno spirito sempre giovane. E ricordiamoci che la pratica buddista, oltre a Gongyo, Daimoku e studio è anche, soprattutto, shakubuku.
Se desideriamo sinceramente e preghiamo per la felicità di una persona, allora sicuramente riusciremo a trasmetterle il nostro cuore, la nostra convinzione.
Questo è il desiderio di Sensei e di Nichiren Daishonin. Grazie a tutti!

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La mia promessa per l’eterno sviluppo di kosen-rufu in Italia e nel mondo

di Rosanna Sorelli, responsabile nazionale donne

È una grande emozione essere qui per commemorare l’inaugurazione del nostro Centro culturale italiano. Pensando al 1992 e a quei giorni con Sensei, emergono in me tanti ricordi e tante emozioni…
In quel periodo ero responsabile dello staff segreteria del Centro Italia e raccoglievamo tutte le liste dei partecipanti alle varie riunioni con Sensei. Abbiamo cominciato la preparazione diversi mesi prima, affinché tutto fosse perfetto. Gli ultimi giorni lavoravamo fino a notte fonda…
All’arrivo di Sensei e della signora Kaneko c’era un gruppo di persone ad accoglierli lungo il viale e davanti al piazzale, mentre tutti noi degli staff recitavamo Daimoku nella sala esterna, e sentivamo le voci festose delle persone che salutavano Sensei.
Eravamo felici ma anche un po’ dispiaciuti di non poterlo incontrare. A un certo punto ci chiamarono e andammo anche noi a salutarlo!
Eravamo quasi sotto shock per l’emozione. Sensei ci guardò negli occhi, uno a uno.
Sicuramente sulle nostre facce si vedeva la stanchezza di tante notti insonni. Sensei ci disse che adesso era arrivato lui e non ci dovevamo preoccupare più di niente. Dovevamo solo divertirci!
Ricordo perfettamente che tutta la stanchezza accumulata se ne andò all’istante e da quel momento abbiamo fatto attività con tanta gioia.
Il nostro Centro culturale era tirato a lucido per l’occasione, ma ognuno di noi aveva negli occhi i tanti giorni passati a costruire, aggiustare, pulire.
Negli anni precedenti, migliaia di membri da tutta Italia hanno tolto sassi e lavorato per poter realizzare il nostro meraviglioso parco… Tutti i membri italiani di allora hanno contribuito con le loro mani al restauro del nostro Centro.
Proprio per questo il nostro Castello di kosen-rufu è così caro a Sensei, perché si sente il cuore di migliaia di persone che offrivano con gioia il loro tempo libero per venire a lavorare al Centro culturale italiano. Sensei e la signora Kaneko hanno dormito qui durante il soggiorno a Firenze, nel 1992 e nel 1994. Qui hanno passeggiato nel parco e fatto ginnastica. Qui Sensei ci ha dato delle guide meravigliose che sono rimaste impresse nel mio cuore e che ho riletto in questi giorni. Sono guide sempre attuali, nonostante siano passati trent’anni, che mi hanno incoraggiato in tanti momenti difficili.
Nella guida che ci diede il 1 luglio 1992, Sensei conclude così: «La forza motrice che ci permette di aprire il supremo palazzo della felicità è la fede e la recitazione del Daimoku. Una persona che recita Daimoku, una persona che conquista se stessa, sarà in grado di godere appieno della vita nel corso delle tre esistenze. Qualunque cosa accada, spero che continuiate sempre a dedicarvi al flusso eterno di kosen-rufu e al movimento della SGI, avanzando nel mondo in profonda unità. Concludo pregando per la prosperità dell’Italia e per la grande vittoria dei miei cari amici italiani» (Ai miei amici italiani, pag. 49).
Molte persone visitando il Centro culturale di Firenze ci dicono che, al di là della bellezza, si respira un’atmosfera particolare, indefinibile. Si respira gioia e serenità.
Credo che nel nostro meraviglioso Centro culturale si percepisca la fusione del cuore del maestro con il cuore dei suoi discepoli che hanno costruito con le loro mani questo Castello di kosen-rufu, con il desiderio di accogliere non solo il maestro, ma anche i bodhisattva di tutta Italia, dell’Europa e del mondo.
La mia gratitudine verso Sensei è immensa, e oggi voglio rinnovare i
l mio voto, la mia promessa di lottare ogni giorno, senza sosta, con il cuore colmo di gioia e speranza, per l’eterno progresso di kosen-rufu in Italia e nel mondo.Mirando al 2030, sono determinata a sostenere e valorizzare il Gruppo donne e i giovani che sono in prima linea, pregando per la felicità di tutti e per l’assenza di guerre in ogni angolo del mondo.
Grazie Sensei, grazie signora Kaneko! Grazie a tutti voi!

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Saranno i nostri sforzi a creare la Soka Gakkai del futuro

di Jasmina Cipriani, responsabile nazionale giovani donne

Parlando a nome dei giovani, vorrei esprimere quanto ci sentiamo onorati e fortunati nel celebrare i trent’anni del Centro culturale italiano. Questo Centro è nato e si è sviluppato grazie alla dedizione incessante del maestro Ikeda e di tanti membri. Li ringraziamo per averci insegnato attraverso il loro esempio la strada per creare una vita felice e realizzata.
Come giovani determiniamo di impegnarci a far crescere sempre di più questo castello di kosen-rufu e a proteggere la nostra meravigliosa organizzazione da chi tenta di distruggerla con scopi egoistici. Saranno i nostri sforzi per kosen-rufu e per diffondere il Buddismo che creeranno la Soka Gakkai del futuro.
In questo periodo storico, i nostri dialoghi di speranza e di pace assumono un’importanza sempre maggiore.
Grazie all’incoraggiamento cuore a cuore, ogni persona può far emergere il coraggio per trasformare la propria condizione vitale e vincere sulle difficoltà.
Da questa prospettiva, la nostra missione come Bodhisattva della Terra è davvero grande!
Come giovani praticanti del Buddismo la nostra vita è più impegnata e possono esserci momenti in cui ci sentiamo appesantiti da tante responsabilità. In questi momenti è cruciale cercare la gratitudine nel nostro cuore: sia per poter praticare il Buddismo, sia per essere i protagonisti delle attività che promuovono il movimento di kosen-rufu.
Se pratichiamo con gratitudine, dalla nostra vita emergerà la gioia e questa stessa gioia permetterà alle persone con cui abbiamo un legame di conoscere e gioire a loro volta dei benefici della Legge mistica.
Forse non incontreremo il maestro di persona, come succedeva in passato, ma possiamo restare connessi al suo cuore attraverso il Daimoku in qualunque momento o luogo.
Inoltre possiamo rivivere gli eventi e le attività con Sensei, attraverso la sua narrazione nei romanzi La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana, proprio come se fossimo al suo fianco, passo dopo passo.
Possiamo anche farci raccontare le esperienze da coloro che c’erano, e condividere direttamente con Sensei le nostre lotte e vittorie. Siamo davvero fortunati!
Nel suo messaggio Sensei scrive che recitando Daimoku non soltanto la nostra natura di Budda si risveglia, ma quella di tutti gli esseri viventi (cfr. pag. 5).
Con questa convinzione nel cuore, rinnoviamo la nostra determinazione di mettere in pratica il suo invito a «trasmettere gli incommensurabili benefici della Legge mistica a tutte le persone con cui avete un legame» (Ibidem). Grazie di cuore!

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560 volte grazie!

L’evento del 26 giugno è stato reso possibile grazie al coinvolgimento di 560 volontari, di tutte le età, appartenenti a venticinque staff. Dagli autisti alla segreteria, dall’audio-video alla cucina per nominarne solo alcuni, tutti questi volontari si sono avvicendati affinché la giornata si svolgesse nel migliore dei modi, senza alcun incidente, nonostante il gran caldo. Un grazie speciale a ognuno e ognuna di loro per la dedizione ammirevole.

Di seguito alcuni commenti da parte di chi ha dedicato il suo impegno nell’attività dietro le quinte del K30

Martina (byakuren) Questa giornata ha un significato molto grande, dopo due anni in cui di attività ne abbiamo fatta veramente poca.

Essere qui in questa ricorrenza così importante per me rappresenta una rinascita. È proprio come se ci fosse Sensei qui con noi, come trent’anni fa!

Cesare (sokahan) Oggi provo una profonda gratitudine. È una nuova ripartenza: gratitudine e ancora gratitudine!

Lucia (byakuren) Il significato di questa giornata? Per me è rinnovare il legame con il maestro, entrare sempre più in profondità rispetto alla fede.

Anche raggiungere l’impossibile, cioè ricordarmi che questa pratica non deve essere mai statica, ma deve mirare a raggiungere obiettivi grandiosi per dimostrare la prova concreta di questo insegnamento.

Simona (corallo) Il mio obiettivo per questa attività è molto grande, voglio sperimentare profondamente il significato della relazione con il maestro. Il significato di aprire la mia vita agli altri. Lo voglio sperimentare al 100%, quindi la mia sfida oggi è dare il meglio di me stessa.

Leonardo (staff visite guidate) Il senso di questa attività è che “ognuno di noi è il kaikan”. Siamo qui per aprire la nostra casa comune alle persone che vogliono vedere lo splendore di questa villa piena di arte e di storia.

Poterli accompagnare in questo percorso è come portarli a riscoprire la loro casa d’origine, dove tutti noi trasformiamo e vinciamo insieme al maestro.

Giulia (byakuren) Sono molto felice. Mi sto sfidando nell’attività per accogliere tutti i pionieri, è da stamattina che qualsiasi persona arrivi è come abbracciare tutti. Provo tanta gratitudine per il presidente Ikeda, perché è grazie a lui che siamo qui oggi. E spero che tanti giovani prendano spunto da quest’attività perché ci vogliono tante persone capaci che si dedicano a kosen-rufu.

Sabrina (staff visite guidate)

Per me il significato di questa giornata è la rivitalizzazione di noi stesse per andare poi a rivitalizzare la società. Riprendere in mano la propria vita. Risvegliarci al nostro valore come essere umani e percepire anche il valore degli altri.

Gabriele (sokahan) Sono determinato a sostenere tutte le persone che partecipano attraverso il mio stato vitale. Qual è il senso di questa attività? Commemorare, ricordare tutte le persone che hanno contribuito alla costruzione di questo Centro, anche i miei genitori, che hanno partecipato alla ristrutturazione! Io lo vedo come un passaggio di testimone fra chi ha costruito questo Centro e i giovani delle nuove generazioni.

Linda (byakuren) È una ripartenza delle attività in presenza dopo questi due anni di restrizioni, ripartire insieme a Sensei mirando al K40! Provo una profonda gioia e tanta gratitudine.

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Commenti di alcuni partecipanti

Mara Quanti anni ho neanche lo ricordo, dicono 90, facciamo 88… Essere qui oggi è la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita, sto rivedendo tutte le persone che hanno accompagnato la mia esistenza. Provo una felicità che stento a contenere. Grazie.

Massimo Sono mesi che prepariamo questa giornata e dopo le ultime settimane di fatica, stamattina, durante la recitazione di Gongyo e Daimoku mi sono commosso come un bimbo, anche ora mi emoziono mentre parlo…

Alessandra Ho iniziato a praticare nel 1983, per me il restauro del Centro ha rappresentato una rinascita. Oggi rivivo la stessa emozione di quando il presidente Ikeda ha tagliato il nastro per inaugurare il nostro Kaikan, il 25 giugno 1992.

Anita Ho 81 anni e pratico dal 2009. Essere qui oggi è una vittoria. Dopo questi due anni ho il cuore pieno di gioia, non vedevo l’ora di fare l’offerta per kosen-rufu. Nutro tanta gratitudine per il nostro castello di kosen-rufu.

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