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Realizziamo tutti i nostri obiettivi e i nostri sogni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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Realizziamo tutti i nostri obiettivi e i nostri sogni

Catia Barsottini, Fucecchio (FI)

Catia ha condiviso la sua esperienza durante il corso donne. Catia ha iniziato a praticare il Buddismo a diciassette anni e poco dopo anche suo padre ha iniziato a recitare Daimoku, uno dei primi genitori in Italia, e ha vinto sulla sua malattia. Catia ha sostenuto suo papà fino in fondo nel realizzare tutti i suoi sogni e ha costruito una famiglia unita, felice e armoniosa

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Ho iniziato a praticare il Buddismo a diciassette anni, nel 1977. Avevo problemi in famiglia, mio padre era in forte depressione a causa di una malattia incurabile, la retinite pigmentosa, che l’avrebbe portato alla cecità.
La malattia lo aveva reso autoritario e molto severo. Per diventare membro della Soka Gakkai dovevo avere il suo consenso, pensavo fosse impossibile che approvasse la mia scelta ma soprattutto non avevo il coraggio di dirglielo.
Recitando Daimoku mi venne l’idea di dirgli che stavo iniziando una nuova ginnastica e che avrebbe fatto bene anche a lui, ma che sarebbe dovuto venire a Roma. Con sorpresa acconsentì ad accompagnarmi e lì scoprì che non era una ginnastica ma che avevo incontrato il Buddismo e stavo per ricevere il Gohonzon.
Il mese dopo fui incredibilmente promossa a scuola e i miei genitori dissero: “Questo Buddismo funziona”!
Poco dopo il mio babbo Loris iniziò a recitare Daimoku (fu uno dei primi genitori in Italia) e la situazione in famiglia cominciò a migliorare, tanto che lui vinse sulla sua malattia, scongiurando la cecità, e iniziò a migliorare nel carattere grazie ai tantissimi shakubuku e alla tanta attività che portò avanti. 
Mio marito e io ci siamo sposati il 27 maggio 1981, il giorno prima che il maestro Ikeda arrivasse in Italia. 
Utilizzammo il nostro congedo matrimoniale per fare attività, e anche i miei genitori parteciparono al Garden party di Firenze. Sono passati tanti anni e come pioniera ho sempre dedicato la mia vita a kosen-rufu per far crescere tante persone di valore senza mai risparmiare le forze, nonostante i momenti difficili tra cui la nascita prematura di mia figlia più piccola per distacco di placenta, quando abbiamo rischiato di morire tutte e due, un problema importante di salute di mio marito e la perdita del lavoro. Tuttavia posso dire che i benefici sono andati ben oltre le mie aspettative. Le nostre due figlie si sono laureate e stanno lavorando, una è membro della Soka Gakkai e abita ad Amsterdam.
Nell’ottobre 2018 il mio babbo cadde e si fratturò il femore. In quell’occasione gli fu diagnosticato il Parkinson. Non sapevo come affrontare la situazione, ero preoccupata, disorientata, mi chiedevo come potevo combattere il demone della sua malattia e soprattutto se ce l’avrei fatta. 
Il Daimoku mi dava il coraggio di andare avanti. Volevo assolutamente vincere. Mi vennero in mente le parole del Gosho di Capodanno:

«L’inferno è nel cuore di chi interiormente disprezza suo padre e trascura sua madre» (RSND, 1, 1008)

Recitando un forte Daimoku emerse tutta la mia creatività: mi occupai così della riabilitazione, mentre gli leggevo La rivoluzione umana e i messaggi del maestro Ikeda e lo accompagnavo nei luoghi a cui era più affezionato. 
Nonostante questa situazione familiare difficile iniziai a sostenere anche mia cognata che decise di iniziare a praticare, dopo oltre quarant’anni, e ricevette il Gohonzon!
Il giorno dopo la consegna, spingendo la sedia a rotelle del mio babbo, caddi e mi ruppi il polso destro.
Cominciai a recitare più Daimoku e in convalescenza rilessi tutta La nuova rivoluzione umana, rivivendo così insieme al mio maestro la storia di kosen-rufu nel mondo. 
Nel frattempo la malattia del mio babbo cominciò a diventare più invasiva. Decisi allora che avrei fatto in modo che prima di salutare questa vita potesse realizzare tutti i suoi obiettivi e i suoi sogni.
Da giovane voleva fare il carabiniere ma non gli fu permesso dal padre. Tale sogno non realizzato lo portava, nei momenti di sofferenza dovuti alla malattia, a chiedere aiuto chiamando i carabinieri a gran voce. Così li contattai, spiegai loro la situazione e incredibilmente vennero a casa a trovarlo! Quanto si è emozionato il mio babbo! Dopo questo incontro le sue paure si sono dissolte e lui si è rappacificato col suo passato.
Un altro suo sogno era quello di suonare la fisarmonica, così organizzai un concerto solo per lui in cui cantammo e ballammo… anche se in carrozzina. 
Il giorno del suo compleanno ebbe addirittura l’occasione di fare un giro in sidecar, di cui era appassionato, con un signore incontrato a un semaforo, che gli permise di scorrazzare con lui per tutto il paese.
Inutile dire che abbiamo parlato del Buddismo a ogni persona che lo aveva in cura, compresa la sua logopedista che ci confidò che il suo compagno aveva la stessa malattia agli occhi del mio babbo e con cui condividemmo l’esperienza di vittoria che avevamo vissuto.
Nel settembre 2020 il mio babbo peggiorò e ci prospettarono pochi giorni di vita.
Ogni giorno mio marito e io andavamo a trovarlo per recitare Daimoku davanti al suo Gohonzon, a fianco del suo letto. Nonostante tutto continuava a vivere, senza mai lamentarsi, malgrado i forti dolori.
Decisi di fare l’offerta per kosen-rufu a nome suo perché sapevo quanto ci tenesse, pensando che al momento della morte sarebbe stato orgoglioso di aver fatto l’azione più nobile per un essere umano, come membro della Soka Gakkai.
Nel Gosho Il prolungamento della vita si legge:

«Quando io pregai per mia madre, non solo ella guarì dalla sua malattia, ma la sua vita fu prolungata di quattro anni» (RSND, 1, 847)

C’era ancora un sogno da realizzare per completare la sua personale missione: che mia mamma iniziasse a praticare. Dopo aver visto un incredibile miglioramento della sua condizione di salute, a settembre 2021 mia mamma ha iniziato a praticare il Buddismo e a dicembre, a ottantasei anni, è diventata membro della Soka Gakkai. Che emozione sentire il suo Daimoku! Non solo: incoraggiate da questa sua forte decisione, due donne simpatizzanti hanno deciso di ricevere il Gohonzon insieme a lei!
Il mio babbo ci ha lasciato il 7 novembre 2022. Nell’epigrafe ho fatto scrivere:

«L’essenza vitale di un individuo non si estingue con la morte, vita e morte non sono altro che le fluttuazioni della Legge mistica» (D. Ikeda, Lezione su L’eredità della Legge fondamentale della vita, Esperia, pag. 10)

Due persone che si erano allontanate dal Buddismo vennero al funerale e ora stanno praticando e partecipano alle nostre attività per kosen-rufu.
Questa esperienza mi ha reso molto più forte, la morte non è stata la perdita di un genitore, ma la dimostrazione della prova concreta e dei benefici di questo Buddismo.
Ringrazio in modo speciale il mio maestro e mio marito, un compagno di vita e di pratica che è per me un pilastro fondamentale in ogni momento, e i compagni di fede da cui mi sono sempre sentita sostenuta e incoraggiata.

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