L’8 settembre 1957, Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, riunì 50.000 giovani presso lo stadio Mitsuzawa di Yokohama e pronunciò una storica Dichiarazione contro le armi nucleari. In quella occasione disse: «Spero che, come miei discepoli, farete vostra questa mia dichiarazione e che diffonderete il suo scopo nel mondo intero, al meglio delle vostre possibilità. […] Noi, cittadini del mondo, abbiamo il diritto inviolabile di vivere. Chiunque metta in pericolo questo diritto è un “demone”, un mostro. […] Credo che divulgare quest’idea in tutto il mondo sia la missione di ogni membro del Gruppo giovani».
Quella Dichiarazione segna l’inizio dell’impegno della Soka Gakkai per il disarmo nucleare. Un impegno che grazie al maestro Ikeda si è diffuso in tutto il mondo, con innumerevoli iniziative contro le armi atomiche.
In Italia, la Soka Gakkai ha dato vita alla campagna Senzatomica, volta a sensibilizzare le persone e a creare un movimento popolare per l’abolizione delle armi nucleari. Ogni anno, la Proposta di pace che Daisaku Ikeda invia alle Nazioni Unite il 26 gennaio (giorno della fondazione della Soka Gakkai Internazionale) contiene importanti indicazioni incentrate sul disarmo nucleare.
In queste pagine presentiamo dei brani della Proposta di pace di quest’anno dedicati al disarmo nucleare. Segue un approfondimento della campagna Senzatomica.
Nelle sue annuali Proposte di pace il maestro Ikeda affronta le tematiche più urgenti avanzando suggerimenti concreti per costruire una società pacifica. Ne Il Nuovo rinascimento 675 trovate un primo approfondimento della Proposta di pace di quest’anno, intitolata Verso un futuro comune: costruire un’epoca di solidarietà umana.
Di seguito un focus specifico sulla tematica del disarmo nucleare, in cui sono evidenziati quattro punti fondamentali.
1.
L’entrata in vigore del Trattato per la proibizione delle armi nucleari
Innanzitutto il maestro Ikeda scrive: «Per contribuire alla creazione di una società globale sostenibile, in cui ogni persona possa vivere con dignità e senso di sicurezza, desidero adesso avanzare alcune proposte concrete.
La prima riguarda il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Tpnw). È della massima importanza che entri in vigore quest’anno, in cui cade il settantacinquesimo anniversario dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
Così il 2020 sarebbe ricordato come l’anno in cui finalmente l’umanità ha iniziato a lasciarsi alle spalle l’era nucleare» (Allegato BS, 200, 19). Il primo punto è quindi l’entrata in vigore del Tpnw entro il 2020.
“Entrare in vigore” significa che ogni Stato deve rispettare il Trattato per non violare il diritto internazionale. Affinché ciò accada, è necessario che venga accettato da almeno cinquanta Stati. Ad oggi (29 luglio) sono quaranta gli Stati che lo hanno ratificato. Ne mancano solo dieci.
2.
Creare un sostegno popolare globale per il disarmo nucleare
La seconda proposta avanzata dal maestro Ikeda è coinvolgere nel movimento per il disarmo nucleare le persone comuni di tutto il mondo.
Egli scrive: «Per sostenere l’entrata in vigore del Trattato per la proibizione delle armi nucleari e affermarne la rilevanza universale, è essenziale che un grande numero di persone condivida speranze e determinazioni che nascono in seno alla realtà della vita quotidiana. Sono convinto che l’efficacia del Trattato come norma globale dell’umanità verrebbe potenziata da questo ampio sostegno popolare, al di là delle differenze di nazionalità o ideologia. Il Tpnw infatti riesce a coinvolgere non solo coloro che già lavorano per la pace e il disarmo, ma anche chi si preoccupa dei diritti umani e di genere, o del futuro dei propri figli e della propria famiglia» (Ibidem, 23).
3.
Negoziati multilaterali per il disarmo nucleare
Un’ulteriore proposta avanzata dal maestro Ikeda è la promozione di negoziati multilaterali, che coinvolgano più Stati e non solo due, come invece è accaduto fino a oggi in relazione al disarmo nucleare.
In particolare Ikeda incoraggia un negoziato che coinvolga Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina, ossia gli Stati che compongono il Consiglio di Sicurezza (l’organo delle Nazioni Unite cui spetta il potere decisionale più forte) e che possiedono tutti armi nucleari.
«La fiducia che scaturirebbe da questo dialogo – scrive il maestro Ikeda – potrebbe accelerare l’avvio di negoziati relativi a obiettivi numerici di riduzione delle armi nucleari» (Ibidem, 23).
4.
Il rapporto tra nuove tecnologie e armi nucleari
Il maestro Ikeda conclude sottolineando il rischio che lega le nuove tecnologie alle armi nucleari: «Per quanto le nuove tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale, Internet e altri processi informatici abbiano recato molti benefici alla società, desta preoccupazione la loro sempre più vasta applicazione per scopi militari. […] Gli attacchi informatici, per esempio, potrebbero colpire non solo i centri di comando e controllo dei dispositivi nucleari, ma anche una vasta gamma di sistemi a essi legati. […] Nel peggiore scenario possibile un attacco informatico a uno di questi sistemi potrebbe anche condurre al lancio o all’esplosione di qualche ordigno nucleare» (Ibidem, 26).
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La dichiarazione contro le armi nucleari di Toda
L’8 settembre 1957 Josei Toda invitò i giovani della Soka Gakkai a raccogliere la sfida di abolire le armi nucleari sottolineando che vi era sicuramente una soluzione a questo problema creato dall’essere umano.
Questa dichiarazione è diventata l’impulso per l’impegno per la pace della SGI, nel cui ambito l’abolizione delle armi nucleari è un obiettivo primario.
Il maestro Ikeda aveva ventinove anni al momento del discorso di Toda.
Egli ricorda: «Nel fare questa dichiarazione, il mio maestro indicò che quello doveva essere considerato come il suo desiderio principale dai giovani successori e dalle generazioni successive. L’importanza e il valore di questa storica Dichiarazione sono diventati più evidenti con il passare degli anni e sono fiducioso che continueranno a crescere anche in futuro» (www.senzatomica.it).
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La campagna Senzatomica: trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari
Nel 2011 nasce la campagna Senzatomica, frutto della volontà dei giovani di impegnarsi per il disarmo nucleare. Tramite una mostra che ha girato nelle maggiori città d’Italia con l’obiettivo di creare una forza popolare per il disarmo nucleare, affrontando alla radice il male di cui le armi atomiche sono manifestazione
L’8 settembre 1957 di fronte a una folla di 50.000 giovani, Josei Toda, il secondo presidente della Soka Gakkai, pronunciò una storica dichiarazione che condanna le armi nucleari come «un male assoluto», come minaccia al diritto di vivere dell’umanità, e ne chiese il divieto.
Daisaku Ikeda, terzo presidente della Soka Gakkai, assunse la determinazione del maestro Toda come sua missione, guidando la Soka Gakkai Internazionale come movimento globale per la pace, la cultura e l’educazione.
Senzatomica: trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari è la campagna che l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai sta portando avanti da nove anni in Italia (www.senzatomica.it).
La missione di Senzatomica è sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica – in particolare i giovani e gli studenti – sull’importanza di un mondo libero da armi nucleari.
La campagna Senzatomica propone un’opera di “educazione alla pace” nonché di formazione, informazione, sensibilizzazione e responsabilizzazione, in altre parole di empowerment, di ogni persona. L’obiettivo è stimolare un movimento di opinione pubblica finalizzato a bandire lo sviluppo, i test, il possesso, l’immagazzinamento, l’uso o la minaccia dell’uso delle armi nucleari.
Senzatomica attacca alla radice il problema globale del disarmo nucleare, come descrivono le parole di Daisaku Ikeda: «Se vogliamo veramente porre fine all’era degli armamenti nucleari, dobbiamo lottare contro il vero nemico, che non sono le armi atomiche di per sé, né gli Stati che le possiedono, bensì il modo di pensare che ne permette l’esistenza: la prontezza ad annientare gli altri quando vengono percepiti come minaccia o impedimento alla realizzazione dei propri scopi» (Allegato BS, 194, 7).
Il concetto di trasformazione interiore promosso da Senzatomica si basa sull’idea che l’ego e l’ignoranza siano intrinseci alla natura umana ma, allo stesso tempo, sono funzioni interiori che ciascuno di noi può comprendere e trasformare. Senzatomica si basa su una visione sistemica dei problemi del mondo e rifiuta un concetto di sicurezza che prevede una competizione tra persone o Stati, in cui è sicuro solo chi è più forte, o ha più armi nucleari. Al contrario, sostiene il concetto di “sicurezza umana”, in cui sono al centro la libertà e la dignità delle persone ed è rifiutata ogni forma di violenza.
Armi nucleari e Covid-19
Ancora di più in questo momento storico la sicurezza umana è di estrema rilevanza.
Scrive Kevin P. Clements, direttore del Toda Peace Institute: «Il Covid-19 ha rimarcato i limiti della sicurezza nazionale militare, che molto chiaramente non è di aiuto di fronte alle catastrofi sanitarie, al cambiamento climatico e all’eliminazione della povertà. Le armi nucleari e la corsa alle armi convenzionali non possono risolvere i problemi che il mondo sta affrontando oggi. Al contrario, li aggravano e li complicano» (vedi www.ilvolocontinuo.it/affrontare-la-crisi-del-covid-19-pericoli-e-opportunita).
La campagna Senzatomica
La campagna Senzatomica ha portato in oltre ottanta città italiane una mostra che pone il visitatore al centro del problema delle armi nucleari guidandolo in un percorso di empowerment che lo porta a maturare un atteggiamento attivo verso i problemi del mondo.
La mostra sta avendo molto successo: dal 2011 è stata visitata da più di 350.000 persone di cui un terzo erano studenti, e nell’organizzazione sono stati coinvolti più di 17.000 volontari.
Senzatomica ha assunto negli anni un ruolo sempre più centrale per il disarmo nucleare, in Italia e nel mondo.
Nel 2017 ha partecipato alle negoziazioni per il Trattato per l’abolizione delle Armi Nucleari (TPNW) presso le Nazioni Unite, la prima legge internazionale che mette al bando le armi nucleari.
Insieme a Rete Italiana per il Disarmo è il principale partner italiano di ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari), che ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2017.
Attualmente, Senzatomica porta avanti insieme ad altri partner la campagna #ItaliaRipensaci, che ha come scopo la ratifica del Trattato anche da parte dell’Italia.
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In occasione dei 75 anni dalle bombe Atomiche
Il 6 e il 9 agosto hanno segnato i 75 anni dallo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Senzatomica ha pensato di rendere questo anniversario un’occasione di sensibilizzazione ed empowerment sul tema del disarmo nucleare.
A partire dal 3 agosto sono stati pubblicati sette contenuti di approfondimento che trovate sui canali social e sul sito www.senzatomica.it:
1. Differenza tra “Non proliferazione” e “Proibizione”.
2. Intervista alla hibakusha Setsuko Thurlow sul ruolo dei giovani per il disarmo nucleare.
3. La “sicurezza umana” e le interconnessioni tra i problemi del mondo.
4. Un approfondimento su deterrenza e MAD (“Distruzione mutua assicurata”).
5. Inverno nucleare: non solo un’esplosione.
6. Cosa succederebbe se scoppiasse una bomba nucleare su una città oggi?
7. Disarmo interiore: interviste e approfondimenti.
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Cosa posso fare io per il disarmo nucleare?
Ho conosciuto per la prima volta la campagna Senzatomica nel 2015, grazie alla mostra che si tenne a Roma. L’impatto che ebbe nella mia vita fu enorme. Praticavo il Buddismo da un anno e frequentavo il secondo anno della laurea triennale in Biotecnologie.
Mi impegnavo con serietà nello studio anche se non capivo ancora quale strada avrei voluto intraprendere e molte erano le riflessioni che sorgevano rispetto all’etica del ricercatore.
Mi fu proposto di prendere parte all’attività della mostra Senzatomica come guida, con il compito di illustrare i pannelli presenti nella mostra ai visitatori, trasferendo loro l’importanza dell’abolizione delle armi nucleari e creando un dialogo con ognuno. Il messaggio significativo che veicola la mostra è che le armi nucleari sono il frutto della logica che porta a distruggere qualsiasi cosa possa essere un ostacolo alla realizzazione dei propri obiettivi e arriva a giustificare l’annientamento della vita dell’altro.
Secondo il Buddismo questa logica è la manifestazione dell’oscurità che è propria di ogni essere umano, e, occupandomi della mostra, ho compreso per la prima volta che quell’oscurità ha a che vedere anche con la mia vita.
Mi era difficile immaginare l’effetto di migliaia e migliaia di bombe atomiche che, presenti sulla superficie terrestre, sarebbero potute esplodere, cancellando ogni forma di vita in caso di guerra nucleare. Ma è stato più facile comprendere come ogni conflitto tra due individui “armati interiormente”, pronti a distruggersi reciprocamente, avrebbe contribuito a creare una società incapace di dialogare e di realizzare la pace. Ho sentito, quindi, la responsabilità di prendermi cura dei miei conflitti personali e sperimentare la capacità di trasformare il mio cuore e di mettere al primo posto il rispetto della dignità della vita.
Da allora continuo a sfidarmi quotidianamente per aprirmi sempre di più al rispetto dell’altro e del “diverso da me”.
L’esperienza della mostra ha fatto maturare in me il desiderio di approfondire il ruolo dell’educazione per realizzare una società pacifica e mi sono iscritta a un nuovo corso di laurea in Scienze dell’educazione.
A novembre dello scorso anno mi è stato proposto di far parte del comitato Senzatomica e con gioia mi sto impegnando con altri giovani di tutta Italia a portare avanti le attività di Senzatomica. Il cuore di questo impegno è per me approfondire continuamente la relazione di non dualità di maestro e discepolo.
Nella Proposta di pace di quest’anno Daisaku Ikeda scrive: «Lo spirito del Sutra del Loto sta nell’agire con ancora più forza per far sì che il posto in cui siamo adesso risplenda come la Terra della Luce Eternamente Tranquilla» (Allegato BS, 200, 12).
In relazione a ciò, stiamo riflettendo molto su una domanda molto frequente: «Cosa posso fare io per il disarmo nucleare?». Varie sono le iniziative che ognuno può portare avanti, ma credo che la cosa fondamentale sia continuare sempre a porsi questa domanda, non dando mai per scontato il valore delle azioni quotidiane e continuando a dialogare con il maestro Ikeda nel proprio cuore. (Alice Ferrario)