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Realizzando i miei sogni e la mia favola personale - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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Realizzando i miei sogni e la mia favola personale

Laura De Pompeis, Firenze

Laura, 21 anni, racconta le sofferenze che hanno segnato la sua adolescenza e l’hanno portata a sentirsi inutile, cadendo in una voragine dove non aveva più percezione della sua dignità. Poi ha iniziato a recitare Nam-myoho-renge-kyo e a sperimentare i benefici di una pratica costante. Rendendo fertile ciò che nel tempo si era inaridito

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Ho ventuno anni, sono figlia di genitori buddisti e studio violino da quando avevo otto anni. Pratico il Buddismo da un anno e ho ricevuto il Gohonzon nove mesi fa. 
Da piccola ero una bambina serena, amorevole ed estroversa. Sono cresciuta con gioia e spensieratezza. 
Ma a 15 anni avvenne un episodio che mi ha traumatizzata e cambiata: a una festa in cui ero particolarmente ubriaca, un ragazzo che conoscevo approfittò del mio stato e abusò di me. L’intensa umiliazione che provai in quella circostanza creò in me una voragine nella percezione della mia dignità in quanto essere umano, e mi colpì a profondità a me sconosciute.
Da quel momento fu molto frequente per me sentire il desiderio di provocarmi dolore fisico, come per punire il mio corpo. Da ragazza sicura di me e delle mie capacità mi ritrovai a sentirmi sempre più insicura, inutile e indegna di qualunque cosa, con un senso di colpa gigantesco. 

Nel 2020 si aggiunse la pandemia: non provavo più la minima speranza verso il futuro, mi odiavo, pensavo di non meritarmi niente e avevo pensieri suicidi. 
Anche la mia più grande passione, suonare con il violino, si era tramutata in profonda sofferenza e senso di inadeguatezza. Non riuscivo più a produrre una nota e quando ci provavo scoppiavo a piangere. 
Nel 2021 in qualche modo avrei dovuto affrontare l’esame di maturità classica. Non avrei trovato la forza di farlo senza gli incoraggianti di mia madre che veniva costantemente a sostenermi con il suo amore e la sua fede incrollabile nel Buddismo.
Quando realizzai che effettivamente ero riuscita a conseguire la maturità nonostante tutta la sofferenza che mi portavo dentro, iniziai a capire che Nam-myoho-renge-kyo poteva essere lo strumento giusto per ritrovare la speranza nella vita. Così, a settembre 2021 decisi di iniziare a praticare. Ottenni subito grandi benefici che però mi spaventarono profondamente perché ancora mi sentivo indegna di ricevere cose belle dalla vita, quindi smisi. Finalmente, ad aprile 2022, a causa della relazione sentimentale in cui mi trovavo ho ricominciato a praticare, determinata a non lasciare più il Buddismo. 

Dopo un mese arrivò una forte tendinite a entrambi gli arti superiori che mi impediva di premere le corde del violino. Per fortuna al primo zadankai conobbi una compagna di fede che abitava di fronte a casa mia e cominciai a recitare Daimoku con lei. Inoltre iniziai a fare sedute di osteopatia, affrontando la tendinite su due fronti. Recitavo molto Daimoku e studiavo il Buddismo.
Giunto settembre ancora non riuscivo a suonare senza dolori e fui incoraggiata a ricevere il Gohonzon. Lo ricevetti dieci giorni dopo. La tendinite, nella sua forma più grave, sparì, e già un mese dopo riuscii a dare un esame di violino ottenendo un ottimo voto e varie conferme della mia evidente fioritura.

Durante questo inverno mi sono impegnata molto nella pratica buddista, anche accanto a mia sorella e a mio padre, che avevano smesso, tuttavia non ricevevo grandi benefici: non credevo ancora abbastanza in me stessa, i miei amici non cominciavano a praticare e la tendinite non mi mollava. Ho pianto molte volte davanti al Gohonzon ma ho continuato, con sincerità e coraggio, sforzandomi di sviluppare la mia fede ogni giorno di più.
Ad aprile di quest’anno mi sono iscritta all’esame di primo livello di Buddismo che mi ha dato modo di approfondire gli incoraggiamenti del maestro Ikeda e i princìpi buddisti, e quindi il funzionamento della vita. Ho sperimentato l’importanza di una pratica costante, tutti i giorni mattina e sera, e di uno studio assiduo. Ho preparato l’esame con le mie giovani compagne di fede aprendo casa e ospitandole per sei serate di full immersion, creando bellissimi legami.
Tutto questo ha fatto sbocciare molti benefici, alcuni totalmente inaspettati: in modo naturale mi sono rivitalizzata rendendo fertile tutto ciò che nel tempo si era inaridito, e la mia vita si è sintonizzata su un ritmo profondo, in armonia con l’universo.
Ho ricominciato a sentire il desiderio di vivere, libera dai sensi di colpa, provando stima e amore verso me stessa e speranza per il futuro. La tendinite ha smesso di tormentarmi e sono tornata finalmente, dopo tanto tempo, a esprimermi con il violino al pieno delle mie capacità. Sono anche riuscita a far ricominciare a praticare mio padre, che ha sostenuto l’esame di Buddismo insieme a me e a mia madre.

Il 25 maggio, a un anno esatto dall’inizio del mio percorso di rinascita, ho passato facilmente un esame difficile. Inoltre ho partecipato a una masterclass dove ho ricevuto complimenti da parte di un importante insegnante, e dopo un saggio le mie compagne di corso sono venute a dirmi che suonavo così bene che veniva voglia di suonare insieme a me. 
Durante il mio percorso è stato molto importante questo passo del Gosho:

«Potresti pensare di aver fatto offerte alla torre preziosa del Tathagata Molti Tesori, ma non è così. Le hai offerte a te stesso. Tu stesso sei un Tathagata da sempre illuminato e dotato dei tre corpi. Dovresti recitare Nam-myoho-renge-kyo con questa convinzione. Allora, il luogo dove reciti il Daimoku diventerà la dimora della torre preziosa» (La Torre Preziosa, RSND, 1, 264)

Ora mi sto sfidando a dare gli ultimi sette esami mancanti per arrivare a ottobre a laurearmi in violino. 
Il mio desiderio è “realizzare i miei sogni e la mia favola personale”, come diceva Tina Turner, e diventare una figura di riferimento dal punto di vista umano e musicale per incoraggiare ogni persona che incontrerò, soprattutto i miei coetanei e i più giovani.

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