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Questi sono i giovani d'Abruzzo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:50

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Questi sono i giovani d’Abruzzo

Dal 10 all’11 aprile si è svolto a Montesilvano (PE) il corso della regione Abruzzo. Tanti i temi trattati ma un unico argomento principe: shakubuku

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Dal 10 all’11 aprile si è svolto a Montesilvano (PE) il corso della regione Abruzzo. Tanti i temi trattati ma un unico argomento principe: shakubuku

Il Daimoku gioioso di quattrocentocinquantasei Budda risuona nell’auditorium del Grand Hotel Adriatico. Per gli abruzzesi questo corso rappresenta la vittoria sulla paura, quella paura che attanaglia la mente e le gambe di fronte a un evento tanto naturale quanto distruttivo come il terremoto che ha colpito un anno fa. Nel ricordo delle compagne di fede Anna e Teresa e con la lettura del messaggio del presidente Ikeda si è aperto il corso della regione Abruzzo, che ha ospitato anche praticanti sardi e molisani. Per tutto il corso non si è parlato d’altro che dello shakubuku, perché nient’altro c’era da dire se non ricordare che nel propagare il Buddismo c’è la “vittoria delle vittorie”. I responsabili delle Divisioni giovani, Roberta, Consiglio e Flavia ci hanno parlato del giovane Daisaku che prima di partire per la campagna del Kansai, aveva nel cuore la paura e il dubbio di non farcela; ma poi iniziò a recitare un Daimoku forte e determinato, riuscendo a trasformare il dubbio in forte fede. Tutto il resto è storia. Il loro messaggio ha colto veramente nel segno: se da un lato i mass media ci vogliono far credere che i giovani di oggi sono superficiali e senza morale, non c’è nulla di più bello che sentire i partecipanti anziani dire, con gli occhi lucidi dall’emozione: «Ora mi sento sereno, se il futuro è nelle mani di questi giovani, possiamo stare veramente tranquilli!».
Durante la tavola rotonda sulle riunioni di discussione, coordinata dal responsabile del Dipartimento di studio Roberto Francini, il racconto ora emozionato, ora allegro e scanzonato di alcuni praticanti ha proposto la “ricetta” dello zadankai ideale. «Grazie allo zadankai posso vivere più vite, le vite delle persone che praticano con me»; «Aprire la porta di casa è come aprire la porta della mia vita»; «Lo zadankai e la mia vita sono la stessa cosa»; «Invece di aspettare il sostegno dei miei responsabili ho deciso di diventare io il loro sostegno»; «La cosa che più mi ha colpito è stato vedere delle persone che ne sostenevano altre senza secondi fini».
Alessandra Di Mattia e Tina Zante

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Tuttinsiemeveloceveloce

Durante il corso Il Nuovo Rinascimento ha incontrato un gruppo di giovani ai quali ha chiesto di parlare dei loro progetti

L’appuntamento è per le ventuno e trenta, arrivano un po’ alla rinfusa, l’espressione di quelli che «e mo’ chissà cosa ci chiede…», e non sanno che io sono più agitata di loro… Ci sediamo in circolo e ci vuole un po’ per catturare la loro attenzione, sono distratti e allo stesso tempo attentamente curiosi, hanno entusiasmo e voglia di raccontarsi la vita e i sogni, con il loro parlare “tuttinsiemeveloceveloce”… e Ginevra mi disorienta immediatamente confessandomi che il suo obiettivo è quello di smettere di dipendere da una persona. Un pensiero molto profondo se si considera che chi lo dice ha solo dodici anni! Io a dodici anni manifestavo una forte dipendenza dai manga giapponesi come Candy Candy. Lo penso e glielo dico. Ridono.
Ludovica ha quindici anni ed è un fiume in piena: «Il rapporto con sensei è una cosa che ho scoperto da poco, venire a questo corso mi è piaciuto davvero tanto perché qui ho conosciuto un sacco di persone simpatiche e un po’ pazze! Quando ritornerò a casa, spero di riuscire a recitare tre ore di Daimoku al giorno perché voglio pubblicare il mio libro di fantasy, prendere otto in tutte le materie e dimagrire di venti chili!».
Lorenzo, anche lui ha quindici anni e un macigno sul cuore: «In questo periodo sento che tutto fa schifo ma voglio uscirne fuori al più presto, anzi ne sono già uscito… Per me la cosa più importante è il dialogo perché la maggior parte dei problemi nascono dalla mancanza di dialogo».
Gustavo ha ventun’anni e sente che questo corso gli ha cambiato la vita. «Il mio messaggio per i giovani? Crediamo di più in noi stessi. Io voglio essere ammesso alla facoltà di medicina e girare il mondo».
Poi c’è Giulia, ventitré anni, pratica da un anno e mezzo e questo è il suo primo corso.
«Il mio più grande sogno è quello di aprire un centro ricreativo per bambini. – Come vedi il futuro per i giovani? – Conosco tanti ragazzi che stanno dietro a un mucchio di cose senza importanza, che si fanno trascinare in brutti giri; allora io gli faccio shakubuku perché vorrei davvero che capissero che siamo tutti dei Budda».
Nel frattempo ne arrivano altri e si siedono rumorosamente. Si prendono un po’ in giro. Giordano è figlio di praticanti e recita Daimoku da quando aveva sette anni; ora ne ha quattordici e le idee molto chiare: «I ragazzi a volte si comportano da superficiali ma se gli parli a quattr’occhi si aprono».
L’ultima a parlare è Giorgia, una diciottenne che pratica assiduamente da sei mesi: «Io voglio realizzarmi in tutto: scuola, amici, amore e famiglia e ai giovani voglio dire di perseverare, senza mai scoraggiarsi».
All’improvviso le luci si spengono, stanno per proiettare il video sulla storia della Soka Gakkai, i loro occhi luminosi come lanterne nel buio a cercare i posti per stare seduti tutti vicini vicini. Sono grata a questo buio che mi avvolge, non avrei resistito oltre, l’emozione è troppo forte. (t.z.)

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A Rho, confronto fra buddisti e cattolici

Un punto in comune: la trasformazione dell’individuo e la creazione di nuovi scenari spirituali

Il 16 aprile, nell’auditorium della città di Rho, si è svolto un incontro dal titolo “Crisi mondiale ed etica: un’occasione di dialogo tra le religioni, confronto tra l’enciclica Caritas in Veritate di papa Benedetto XVI e la proposta di pace di Daisaku Ikeda”. All’evento erano presenti circa trecento partecipanti tra esponenti cattolici e buddisti fra cui il sindaco della città di Rho, Roberto Zucchetti, i relatori della conferenza, Gianmaria Martini, docente di Economia politica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo e Gianni Castoldi del Dipartimento di studio dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
Nella ricerca di una soluzione alla crisi mondiale, i temi e gli spunti comuni tra la proposta di pace e l’enciclica papale sono numerosi. Lo sforzo del confronto e del dialogo consiste nel ricercare quei valori e quelle naturali similitudini che queste religioni hanno. Sia il Papa che Daisaku Ikeda si rivolgono agli uomini di buona volontà ovvero a coloro che agendo in modo responsabile, fanno della loro fede una realtà quotidiana, che non solo si professa e si celebra, ma che anche si vive. Per il Cattolicesimo affrontare la crisi richiede una profonda conversione spirituale, per il Buddismo si parla di “rivoluzione umana”. In entrambi i casi si rende necessaria una sola cosa: cambiare la propria mente, costruendo nuovi paradigmi mentali.
Come un pezzetto di seta possiede in sé i campi e il lavoro dei contadini, un essere vivente possiede in sé l’universo, hanno concordato i relatori. L’incontro si è concluso come si era aperto: coi canti festosi del coro dei Girasoli dell’Istituto Buddista.
Cinzia Rampino

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Edizioni: appuntamento primaverile

Firenze accoglie i collaboratori delle tre testate per l’incontro di messa a punto dei prossimi progetti

«Se la Soka Gakkai perde lo spirito di non dualità di maestro e discepolo, non realizzerà i propri obiettivi, si formeranno fazioni e l’unità si disintegrerà» così il responsabile europeo della SGI, Hideaki Takahashi ha riportato le parole che Daisaku Ikeda ha pronunciato durante l’incontro tenutosi lo scorso 8 marzo in Giappone, al quale lui stesso ha partecipato (v. pag. 10). Ha ricordato che il compito delle riviste è quello di trasmettere il ritmo dell’attività della Soka Gakkai per arrivare a tutti i membri e non solo a loro; i periodici e il Volo web sono infatti anche strumento di diffusione del Buddismo.
«Le riviste trasmettono lo stato di avanzamento di kosen-rufu» ha sottolineato ancora il responsabile europeo, che per quindici anni ha lavorato presso la segreteria personale di Ikeda. Ripercorrendo la storia della nascita delle riviste in Giappone ha ricordato che «il quotidiano della Soka Gak­kai, Seikyo Shimbun, nacque per volontà di Josei Toda il 20 marzo del 1951, quando la sua azienda si trovava sull’orlo del fallimento» questo a dimostrazione dello spirito di non arrendersi di fronte alle difficoltà che sta alla base della nostra organizzazione.
Il presidente Ikeda, ha inviato un messaggio di auguri per la buona riuscita della riunione che ha visto la partecipazione di circa ottanta persone da tutta Italia, collaboratori delle tre riviste e della casa editrice Esperia.
Marianna Bonso

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