Ho conosciuto il Buddismo per la prima volta nel 1986, ho iniziato a praticare nel 1994 e ricevuto il Gohonzon nel 1997. Desideravo avere una vita normale, desideravo diventare felice.
Venivo da una famiglia di origine dove quasi ogni mese eravamo senza acqua e luce e arrancavamo per avere il cibo. Dopo essere diventato maggiorenne ed essermene andato di casa ho avuto una serie di dure vicissitudini anche con la giustizia, la mia situazione era disperata.
Quando ho iniziato a recitare Daimoku tutti i giorni, la mia vita è entrata fin da subito in un turbine di cambiamenti e trasformazioni che mi hanno portato a decidere di continuare a praticare e diventare membro della Soka Gakkai.
Ho cominciato a dedicarmi alle attività per kosen-rufu, studiavo tanto e in particolare mi incoraggiava il Diario giovanile del presidente Ikeda: conoscere le sue difficoltà quotidiane e come le affrontava mi affascinava e mi faceva sentire il cuore del maestro.
Senza Ikeda Sensei non avrei saputo come esprimere il potenziale intrinseco alla mia vita che pian piano vedevo emergere grazie alla pratica quotidiana di Daimoku e Gongyo. Il mio maestro mi ha educato a vivere e grazie alla Soka Gakkai ho avuto la possibilità di riversare questo potenziale nella società, mentre la mia famiglia stava prendendo forma.
Nel Gosho c’è un passo che mi ha sempre sostenuto e ispirato a sentirmi libero dalle catene del mio passato:
«I benefici di tutti gli altri sutra sono incerti perché insegnano che prima bisogna creare buone cause e solo dopo, in un tempo successivo, si può diventare un Budda. Invece, per quanto riguarda il Sutra del Loto, se lo si prende in mano, la mano diventa subito Budda, se lo si recita con la bocca, quella bocca stessa è il Budda. È come la luna che, sorgendo da dietro le montagne orientali, immediatamente si riflette sull’acqua o come il suono e l’eco che si producono contemporaneamente. Per questa ragione il sutra dice: “Fra coloro che ascoltano la Legge, nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità”» (Wu-Lung e I-Lung, RSND, 1, 974)
Grazie al Buddismo è emerso il coraggio di vivere e di affrontare ogni situazione anziché scappare rifugiandomi in un mondo pieno di illusioni. Nel frattempo come giovane mi impegnavo in tutte le attività e le responsabilità che mi venivano proposte, spesso sentendomi inadeguato ma sempre basandomi sul Daimoku, sulle guide del mio maestro e sul sostegno dei compagni di fede, a cui sarò eternamente grato.
Così ho trasformato e risolto le questioni legali pregresse, le difficoltà lavorative, una grave malattia e la condizione economica. E ho scoperto che vivere la realtà e affrontarla a viso aperto, diversamente da quanto mi aspettavo, mi faceva sentire felice.
In tutti questi anni la mia vita è completamente cambiata: ho costruito una famiglia e, nonostante abbia solo la terza media, nel mio lavoro ricopro oggi ruoli di responsabilità. Nel 2004 è nata mia figlia Chiara, che oggi è una studentessa e ci riempie di felicità, e nel 2021 dopo 26 anni di convivenza, io e mia moglie ci siamo sposati.
Fare attività dietro le quinte, in particolare l’attività sokahan, mi ha regalato i benefici più grandi. Grazie a questo tipo di attività ho imparato a lavorare mettendomi al servizio degli altri e questo mi ha portato ad avere grandi soddisfazioni in campo lavorativo.
Ho compreso che la cosa più importante è arrivare, non senza sforzo, a quella profonda sincerità del cuore grazie a cui riusciamo a trasformare la nostra vita insieme a quella degli altri.
Oggi non posso che ringraziare il maestro Ikeda e la Soka Gakkai perché mi hanno davvero salvato la vita. L’unico modo che ho per esprimere la mia gratitudine è continuare a incoraggiare ogni singola persona dedicandomi alle attività della Soka Gakkai, e continuare a parlare alle persone del Buddismo. In questi anni ho sempre continuato a fare shakubuku, anche se non sempre è stato facile. Alcune persone hanno iniziato a praticare, altri sono buoni amici e sostenitori del Buddismo, altri non hanno mostrato interesse. In ogni caso, Sensei mi ha insegnato a continuare a fare Daimoku per la felicità di tutti loro.
Ogni giorno è una nuova esperienza, ogni giorno è una nuova pagina della mia rivoluzione umana, ogni giorno davanti al Gohonzon decido di continuare a realizzare kosen-rufu e ampliare i miei legami di amicizia.
Quest’anno abbiamo l’obiettivo che almeno un giovane in ogni gruppo diventi membro della Soka Gakkai e io desidero profondamente dare il mio contributo concreto.
Con il cuore pieno di gratitudine rinnovo il mio voto di realizzare kosen-rufu per l’eternità, determinando ogni singolo giorno di continuare a costruire una famiglia armoniosa, di essere sempre più felice, di superare qualsiasi avversità, di godere di buona salute e longevità, di vincere nella vita. Sempre grazie alla fede.
