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Prova d'esame - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:46

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Prova d’esame

Il 19 novembre si sono svolti in tutta Italia gli esami di primo livello. Una giornata piena di emozioni e di sorprese, come testimoniano alcuni partecipanti e una correttrice dei compiti

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Il 19 novembre si sono svolti in tutta Italia gli esami di primo livello. Una giornata piena di emozioni e di sorprese, come testimoniano alcuni partecipanti e una correttrice dei compiti

Sono stati in tutto novantanove i luoghi in Italia dove si sono svolti gli esami. Hanno sostenuto l’esame anche gli italiani residenti in Grecia, Svizzera e Polonia.
A Firenze, come scrive Carmen Innocenti, «l’atmosfera che si respirava era pervasa dalla voglia di mettersi alla prova. Impegnarsi nello studio, soli o a piccoli gruppi, ha significato accettare la sfida di andare oltre i propri limiti. Inoltre, superando la diffidenza e la paura di essere esaminati, si è percepito che questo è un modo non solo per conoscere meglio questa religione, ma anche per acquisire un mezzo in più per vincere nella vita. Alcuni hanno deciso di affrontare l’esame all’ultimo momento, vincendo sulla pigrizia o sulla sofferenza personale».
A Roma l’atmosfera nelle scuole è stata di grande allegria e, seppure con un’iniziale preoccupazione, le persone sono tornate a casa contente e incoraggiate dalla bella esperienza. Ecco le impressioni di alcuni membri che hanno partecipato all’attività:

Nadia Grotti
«Io e Giuliana abbiamo letto e studiato pagina dopo pagina, incontrandoci la sera, magari stanche dopo una giornata di lavoro ma desiderose di crescere nella pratica e di incidere nei nostri cuori parole di speranza e pace. Desiderose di essere felici. Poi finalmente l’esame; e un’intera giornata davanti a me con una percezione del tempo diversa. Mi è sembrato che fossi io a scandirlo, assaporandone ogni singolo istante. A ritmo con l’universo, a ritmo con la vita, senza paure, libera, con una fede ancora più profonda».

Alfredo Spositi
«Io ho fatto l’attività di assistente. È stata una bellissima attività! All’inizio vedevo le persone piuttosto preoccupate, molto serie. Quando poi abbiamo distribuito i compiti, piano piano ho visto i volti rasserenarsi e l’aria è diventata più leggera. Siamo usciti tutti allegri e incoraggiati».

Raffaella Fiori
«Io mi sono proprio divertita! È stato divertente anche il fatto che tutto il mio gruppo fosse nella stessa classe. Ci è sembrato di essere tornati a scuola, ma con tanti anni in più! Gli esami sono stati facili, ma è stato importante aver “vissuto” lo studio per quasi un anno, attraverso un costante impegno di tutti nel prepararci».

Luisa Giorgi
«Arrivata alla sede d’esame, nel riconoscere la familiarità dei volti dei presenti e nel sentire il loro sostegno mi è passata improvvisamente tutta la tensione che provavo».

Alessandro Casanova
«Sono stato molto contento che tutte le persone del gruppo siano venute a sostenere l’esame. Avevamo partecipato a tutte le riunioni di preparazione, seguiti anche da alcuni responsabili, e questa per me è stata già una vittoria. Sono stato contento che siamo arrivati tutti fino in fondo. Buffo vedere tanti adulti seduti nei banchi dei bambini!».

Andrea Di Paola
«È stata una gioia infinita studiare e anche fare l’esame. Io avevo problemi di memoria fin dai tempi della scuola elementare, ma in questa occasione sono riuscito a superare questo limite».

Laura Oriente
«Pratico da sei anni e fino a oggi avevo sempre evitato di fare l’esame. Quest’anno ho deciso di approfondire lo studio e superare i miei limiti, soprattutto la paura. La sera che ho deciso di fare gli esami ho sognato di essere al liceo ed ero terrorizzata perché non mi sentivo preparata. Sono molto grata a tutti quelli che mi hanno incoraggiata ad andare fino in fondo».

Nel pomeriggio, in tutta Italia sono stati corretti i compiti. Io ero tra i correttori accorsi al Centro culturale di Roma e non credevo che si potesse fare un’esperienza così bella con un’attività che ritenevo in fondo piuttosto sterile, priva, per il suo aspetto squisitamente tecnico, di quelle emozioni che avevo invece fortemente avvertito quando avevo svolto l’attività di assistente nella precedente sessione e, soprattutto, quando avevo sostenuto personalmente gli esami.
E così all’inizio mi sono ritrovata seduta in mezzo a tantissime persone senza sapere bene cosa ci facevo lì e, confesso, avevo una gran voglia di scappare da tutta quella confusione che la superlativa e inaspettata partecipazione aveva inevitabilmente creato.
Ero decisamente di malumore; rimuginavo tra me e me che sarebbe stato molto meglio rimanere a casa dove avevo tante cose da fare invece che stare lì con le mani in mano. Quando però ho preso il primo foglio da correggere, tutto è cambiato. Ho sentito una grande emozione e ho provato un’infinita tenerezza nei confronti di quelle persone a me sconosciute ma di cui percepivo chiaramente lo sforzo, l’ansia e la concentrazione nel dare il massimo in quella sfida.
Con l’attività di correttore mi ero posta anche l’obiettivo personale di “correggere” il mio atteggiamento nella fede e credo proprio che l’esperienza di ieri sia stata una significativa risposta.

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Ogni giorno, un po’ di tempo per lo studio

Sakae Takahashi, responsabile del neonato Dipartimento di studio europeo, conosce pregi e difetti dell’approccio europeo allo studio del Buddismo. Con lei abbiamo fatto un’analisi della situazione europea e ci ha dato anche qualche consiglio per imparare a studiare sempre meglio.

hanno collaborato Maki Okano e Tamiko Kaneda

Che cosa è accaduto in Europa da quando sono iniziati i corsi estivi europei di studio? Ha notato un cambiamento nella consapevolezza della pratica da parte dei membri?

Come afferma il Daishonin nella frase «Esercitati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo» (La vera entità della vita, SND, 4, 235), la pratica e lo studio sono due ruote dello stesso veicolo.
La mia sensazione è che attraverso l’approfondimento delle lezioni del presidente Ikeda, argomento dei corsi – che indicano la quintessenza del Buddismo di Nichiren – questi appuntamenti estivi siano diventati la forza motrice della propagazione del movimento di kosen-rufu nel Vecchio Continente.
Mi pare che i membri europei mostrino una forte tendenza ad avere scarso senso di fiducia in se stessi e a sottovalutarsi, forse per la serietà con cui vivono la spiritualità e anche per il contesto storico e culturale. Fortunatamente, attraverso queste sessioni di studio, il messaggio del Sutra del Loto e del Daishonin che afferma: «Nella tua vita è inerente un tesoro inestimabile»; «Tu sei un’entità di supremo valore» e «Di conseguenza se tu migliori anche tutto il resto migliora» sta penetrando nei membri europei. Se questo aspetto si rafforzerà, allora il movimento di kosen-rufu in Europa riuscirà ad avanzare ulteriormente.

Lei è giapponese, avrà sicuramente notato che gli europei hanno alcune caratteristiche che li accomunano nell’avvicinarsi alla pratica buddista. Ha qualche consiglio per avvicinare le persone il più possibile al Buddismo di Nichiren?

Spesso mi è capitato, approfondendo la dottrina buddista con i membri europei e dialogando con loro, di sentir dire: «Con la testa capisco, ma con il cuore non lo sento». Lo studio del Buddismo non è finalizzato solo a un mero apprendimento. Il presidente Ikeda, attraverso una guida del secondo presidente Josei Toda, ci insegna che “comprendere significa migliorarsi”. Il significato di “applicarsi con diligenza e costanza allo studio del Buddismo” significa sì studiare, ma anche mettere in pratica, migliorare la propria condizione vitale e manifestare un effetto nella vita reale.
L’importante è mettere in pratica ciò che abbiamo appreso da una frase di Gosho o da un punto delle lezioni del presidente Ikeda. Inoltre, mentre facciamo questo, è utile mantenere la coscienza dei problemi e studiare in questa direzione. Così, utilizzando la pratica e lo studio in un “doppio senso”, possiamo approfondire la fede.

Cosa consiglierebbe a chi lamenta di avere poco tempo per studiare? In Italia si legge poco e lo studio è spesso associato alla scuola e al pezzo di carta.

Come ho risposto anche alla domanda precedente, applicarsi con diligenza e costanza allo studio del Buddismo non significa solo apprendere.
Dovremmo leggere le lettere del Daishonin e le lezioni del presidente Ikeda per superare le sofferenze personali, incoraggiare chi sta soffrendo, portare avanti la pratica di shakubuku. Dovremmo farlo quotidianamente, mantenendo lo spirito di ricerca: questo diverrà il nostro tesoro più importante.
In passato il presidente Ikeda propose di “approfondire ogni giorno per venti minuti la dottrina buddista”. Ad esempio, siccome la mattina siamo tutti di fretta, potremmo creare l’abitudine di leggere una pagina delle nostre riviste o alcune righe di Gosho la sera, dopo aver fatto Gongyo e Daimoku.
In ogni caso il fatto di studiare e quindi di mettere in pratica e alla fine di ottenere dei risultati concreti ci rende veramente felici. Questa felicità è poi quel sentimento che andrà ad alimentare di nuovo il desiderio dello studio. Vuol dire, in altri termini, che le due vie della pratica e dello studio sono ugualmente importanti. Anche io sono decisa a sfidarmi ulteriormente in questi due campi. Diamoci da fare tutti insieme!

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Lo studio nel 2007

Fino a settembre lo studio mensile tratterà approfonditamente il tema del “comportamento da essere umano” nella vita quotidiana, la cui importanza è sottolineata dalla frase del Gosho I tre tipi di tesori: «Il vero significato dell’apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, sta nel suo comportamento da essere umano». Lo scopo è quello di imparare dal Daishonin come vivere concretamente questo spirito, riportando molti brani delle sue lettere che mostrano come lui stesso si comportava, accompagnate da commenti di Daisaku Ikeda. Gli argomenti scelti riguardano le principali problematiche della vita quotidiana, come famiglia, lavoro, relazioni umane ecc. Da ottobre a dicembre saranno proposte delle lettere del Daishonin che insegnano a costruire e mantenere una fede ottimista, profonda e solida di fronte alle difficoltà, necessaria per realizzare nella vita i benefici della pratica buddista.

gennaio
Il rapporto maestro discepolo
brano scelto da Le persecuzioni che colpiscono il Budda (SND, 4, 185)

febbraio
La relazione tra genitori e figli
Sul comportamento filiale (SND, 8, 243)

marzo
I rapporti tra i compagni di fede
brani scelti da Le quattordici offese (SND, 5, 171)

aprile
La relazione tra genitori e figli
Il tesoro di un figlio devoto (SND, 8, 121)

maggio
Il rapporto tra uomo e donna
Unità di marito e moglie (SND, 4, 123 )

giugno
Il rapporto con la società
Risposta a un credente (SND, 5, 163)

luglio
Le relazioni interpersonali
brani dal Gosho Adottare la legge corretta per la salvezza del paese (SND,1, 3)

settembre
Il rapporto con l’ambiente naturale
Sui presagi (SND, 6,129)

ottobre
Non farsi influenzare e sviare dagli eventi
Gli otto venti (SND, 4, 165)

novembre
La convinzione nel potere del Gohonzon
L’inverno si trasforma sempre in primavera (SND, 4, 207)

dicembre
Avere una fede solida e gioiosa
Avere fede nel Gohonzon (SND, 7, 245) Grande bene e grande male (SND, 7, 213) Il significato della fede (SND, 7, 209)

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Le date delle riunioni di discussione

gennaio 11 e 25
febbraio 1 e 15
marzo 1 e 15
aprile 5 e 19
maggio 3 e 17
giugno 7 e 21
luglio 5 e 19
settembre 6 e 20
ottobre 4 e 18
novembre 8 e 22
dicembre 6 e 13

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