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Prime riunioni generali della SGI africana - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:30

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Prime riunioni generali della SGI africana

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Accra – L’11 agosto si è tenuto presso il Teatro Nazionale di Accra, in Ghana, la prima riunione generale della Soka Gakkai Internazionale dell’Africa Occidentale. Il meeting ha riunito circa 2.200 membri provenienti da varie zone: Ghana, Benin, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Gabon, Liberia, Nigeria, Sierra Leone e Togo.
L’evento si è aperto con il coro delle donne e il messaggio del presidente della Soka Gakkai Internazionale, Daisaku Ikeda, che ha messo in luce sia l’aspetto significativo dei quarant’anni di amicizia tra la SGI e il Ghana sia, ispirandosi al Gosho I tre tipi di tesori, a come le persone, che basano la loro vita sulla Legge mistica, possano portare speranza agli altri nella società. John Dramani Mahama, presidente della Repubblica ghanese e Abla Dzife Gomashie, Ministro del Turismo, Arte e Cultura, presenti alla riunione, ispirandosi al messaggio di Ikeda hanno ribadito l’importanza che siano gli individui a trasformare il proprio cuore per influenzare positivamente la realtà che li circonda.
Nairobi – Il 18 agosto, presso l’Università di Nairobi, in Kenya, si è svolta la prima riunione generale dell’Africa Orientale e successivamente si sono tenute le riunioni di discussioni locali. Tra le varie esperienze raccontate, Blandina Happiness Sembu, responsabile di gruppo in Tanzania, ha raccontato la sua storia: «Ho conosciuto il Buddismo nel 1996 in Kenya, all’epoca ero una madre single che cresceva sua figlia lottando per non soccombere all’ instabilità finanziaria; senza il braccio destro perso in un incidente, ero anche afflitta da una grave forma di asma. Praticando costantemente il Buddismo di Nichiren Daishonin, passo dopo passo, sono riuscita a ottenere un lavoro stabile risolvendo sia i problemi finanziari che familiari». Nel 2000 è diventata direttore di un’associazione che organizza servizi per i diversamente abili in Tanzania e dal 2006 lavora come conduttrice televisiva.

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Aperto a Torino il nuovo Centro culturale del Piemonte e Valle d’Aosta

Anni di Daimoku, di perseveranza e di impegno nella ricerca di una sede hanno finalmente permesso al Piemonte e alla Valle d’Aosta di trovare un nuovo Centro culturale. In Corso Bramante n. 58 interno 9, in una zona centrale e ottimamente servita dai mezzi pubblici, dalla metà di settembre, un’intera palazzina di tre piani ha aperto la porta ai buddisti della Mole. Ecco le impressioni di alcuni praticanti giovanissimi dopo una riunione e una visita al Centro: «Finalmente abbiamo una sala decorosa e ampia per le nostre riunioni», dice Carlo, radioso. Giulia, felicissima dopo una visita al terzo piano che ospita il punto vendita della Creacommercio, con una borsa piena di libri di Ikeda sostiene: «Non mi sembra vero trovare tutto il nostro materiale disponibile e gli accessori». Elena, che pratica il Buddismo da molti anni, nota la mancanza di uno spazio verde ma subito si rallegra, forse riassumendo la determinazione e la decisione di molti con queste parole: «Questo nuovo Centro sarà il luogo dove la gente comune potrà ritrovare sempre la speranza e la fede per cambiare se stessi e il mondo».

Dino Bucalo

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Senzatomica compact: l’unità nella diversità per un mondo di pace
La mostra è stata il catalizzatore che ha riunito scienziati e cittadini nel comune toscano di Castiglioncello, musulmani e buddisti nel comune laziale di Civitavecchia. Ambiti disciplinari diversi uniti da un unico intento: dire no alla guerra

Castiglioncello – Su richiesta del 15° Convegno Internazionale Castiglioncello, organizzato da USPID (Unione scienzati per il disarmo) e Pugwash Conferences, si è tenuta dal 27 settembre al 3 ottobre la mostra “Senzatomica – Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” in versione compact. Il segretario USPID  Diego Latella ha inaugurato i lavori alla presenza del sindaco Alessandro Franchi, del segretario generale Pugwash Paolo Cotta Ramusino e del segretario della campagna Senzatomica Daniele Santi. L’associazione Pugwash Conferences, nata nel 1957 sulla spinta del Manifesto Russell-Einstein, è un’organizzazione non governativa che ha ricevuto nel 1995 il Nobel per la pace insieme a Joseph Rotblat, uno dei suoi fondatori, per la lotta all’utilizzo e allo studio delle armi nucleari.
A Castiglioncello, il segretario Pugwash ha affermato: «Non bisogna dimenticare le ingiustizie. Tutti sanno cosa è accaduto ad Hiroshima e Nagasaki, pochi quello che è accaduto in Iran negli anni ’80 e quali altre guerre si giocano tenendo in pugno il destino di persone innocenti. Siamo tutti responsabili di ciò che accade nel mondo, perché tutti noi possiamo fermare le cose molto prima che accadano. Il senso di questi incontri – ha concluso lo scienziato – è tenere alta l’attenzione su questi temi e convincere le persone che i conflitti possono essere fermati sul nascere scongiurando quelli che possono essere effetti davvero devastanti».

Sara Giuntoli

Civitavecchia – Inatteso ma toccante l’incontro avvenuto tra buddisti e musulmani durante la mostra Senzatomica Compact allestita nel comune di Civitavecchia dal primo al 21 ottobre. Gli sguardi tra le due religioni si sono uniti nel momento in cui i musulmani, guidati da Hossain Monir, si stavano per raccogliere in preghiera all’interno dell’Arena Pincio e i membri dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai erano impegnati nell’accogliere i visitatori di Senzatomica.
La comunità musulmana di Civitavecchia (quasi tutti del Bangladesh) si è avvicinata agli organizzatori della mostra Senzatomica chiedendo di poter usufruire dell’Arena. In un attimo quel pezzetto di terra, allestito con sedie e tavoli per le persone in attesa di vedere la mostra sul disarmo, è stato liberato per la preghiera. «Non dimenticherò mai quest’incontro all’insegna del rispetto e della comprensione», dice Gianluca Di Gennaro. Dopo la preghiera, visitando la mostra hanno condiviso con noi i timori per gli armamenti nucleari e le angosce per le vittime di Hiroshima e Nagasaki. In quel momento siamo stati uniti dallo spirito del disarmo».
«Gli armamenti nucleari – dice Hossain Monir – devono scomparire. Una bomba lanciata ora distruggerebbe tutto e questo non lo vogliamo noi musulmani come non lo vogliono i buddisti e tutte le altre religioni. In Bangladesh – sottolinea metaforicamente – si sente ancora “l’odore” delle bombe atomiche lanciate sul Giappone. Lo sappiamo, siamo uguali, abbiamo tutti due occhi, due mani, due gambe. Nel corpo di ciascuno di noi scorre il sangue. L’umanità deve essere unita nel dire no alla guerra. Questo è quello che dobbiamo insegnare ai nostri figli, ai giovani in ogni angolo del pianeta. Dobbiamo impegnarci seriamente per un mondo di pace».

Patrizia Saladini

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