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Prendersi cura di ogni persona - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:24

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    Prendersi cura di ogni persona

    La forza della Soka Gakkai è nella relazione umana tra le persone. Fare tesoro di ogni singola persona, incontrarla, recitare Daimoku affinché possa ottenere benefici e superare le sue difficoltà, questa è l’espressione più alta della compassione

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    La forza della Soka Gakkai è nella relazione umana tra le persone. Fare tesoro di ogni singola persona, incontrarla, recitare Daimoku affinché possa ottenere benefici e superare le sue difficoltà, questa è l’espressione più alta della compassione

    Grazie agli sforzi sinceri di ciascuno, kosen-rufu si sta sviluppando nel nostro paese sempre di più, e tante nuove persone stanno entrando nella Soka Gakkai. Perciò è importante prenderci cura di ognuno, senza dimenticare nessuno.
    Il legame che ci unisce tra compagni di fede è molto profondo; anche se apparentemente non lo abbiamo scelto, anche se ci siamo incontrati a uno zadankai, dal punto di vista del Buddismo niente è casuale. Come compagni di fede condividiamo un legame “dal tempo senza inizio”, da quando eravamo insieme alla cerimonia sul Picco dell’Aquila, dove promettemmo di realizzare kosen-rufu.
    Il punto quindi non è “quella persona mi piace, o non mi piace”: abbiamo legami con tutti, perciò bisogna aiutare e incoraggiare tutti con il desiderio di andare avanti insieme.
    Sostenere una persona, prendersene cura, fare Daimoku per lei, queste azioni altruistiche fanno sbocciare la nostra stessa vita. In un gruppo, ad esempio, ci sono tante persone diverse che stanno affrontando vari problemi, e ognuna di loro rappresenta per noi un’occasione preziosa per sfidare i nostri limiti, domandandoci: «Come posso aiutarla?». Innanzitutto con il Daimoku, standole vicino e incoraggiandola a praticare con convinzione per trasformare il proprio karma.
    La difficoltà di un’altra persona è l’occasione per aprire la nostra vita, per migliorare noi stessi tirando fuori più compassione e superando il nostro piccolo io. Se aiuto dieci persone, sono dieci opportunità per me di migliorare! Il Buddismo ci insegna che per creare buona fortuna e trasformare il nostro karma non c’è altro modo che fare shakubuku e aiutare gli altri. Questa è la “ricetta” che il Budda ci ha lasciato. Quindi, ciò che più conta è quanto è profondo il mio desiderio di far star bene gli altri.
    La compassione ci permette di superare il nostro egoismo. Per questo il Daishonin ci ha lasciato il Gohonzon e il Daimoku, la buona “medicina” per trasformare qualsiasi situazione.
    La forza della Soka Gakkai è nella relazione umana tra le persone. Fare tesoro di ogni singola persona, incontrarla, recitare Daimoku affinché possa ottenere benefici e superare le sue difficoltà, questa è l’espressione più alta della compassione. Il presidente Ikeda sottolinea: «Prendersi cura di ogni singola persona, sostenerla e incoraggiarla sono azioni che hanno la stessa origine della costruzione della pace mondiale, in quanto nascono dalla compassione buddista, secondo cui gli individui sono tutti, indiscriminatamente, dei Budda» (NR, 609, 23).
    Solo andando a trovare a casa, ascoltando e incoraggiando ogni singola persona, recitando Daimoku con lei e per lei, vedremo crescere i nostri gruppi. Il contatto cuore a cuore è la cosa più importante.
    Cosa ha fatto il giovane Ikeda durante le famose “campagne” di Kamata, Osaka, Yamaguchi e Bunkyo? Andava a trovare ogni membro a casa, leggeva insieme a loro il Gosho, scriveva poesie e lettere per incoraggiarli, insomma dava un valore straordinario a ogni singolo incontro. In questo modo, dopo un po’ ogni persona sentì nascere gioia, entusiasmo, e cominciò a muoversi all’unisono con sensei, e insieme realizzarono un grande risultato nello shakubuku.
    È proprio come scrive il Daishonin: «Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. La propagazione si svilupperà così anche in futuro. Non vuol dire ciò “emergere dalla terra”?» (RSND, 1, 341).
    Ora è il momento di far emergere tanti giovani Bodhisattva della Terra. In Italia quest’anno vogliamo realizzare 20.000 membri giovani: questo è l’obiettivo di tutti noi, adulti e giovani insieme.
    Non c’è futuro senza giovani. Perciò diamoci da fare! Partiamo innanzitutto dalle nostre famiglie, dai nostri figli, dal nostro ambiente più vicino, e dialoghiamo con quanti più giovani possibile, con il desiderio che possano diventare felici e far brillare le loro vite.

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    Quattro punti per far crescere persone di valore
    di Daisaku Ikeda

    Dietro ogni giovane che si alza e agisce, c’è un’enorme quantità di profondo e sincero incoraggiamento.
    Sessantacinque anni fa, quando mi presi la responsabilità di far crescere il Gruppo giovani uomini, incontravo personalmente un membro dopo l’altro per incoraggiarlo. Ed a quelli che non potevo incontrare, scrivevo lettere o cartoline.
    Sono profondamente consapevole che le nostre cittadelle di persone di valore in tutto il mondo oggi splendono sempre di più grazie soprattutto al caloroso incoraggiamento dei meravigliosi compagni di fede dei Gruppi uomini, donne e giovani.
    Per far crescere persone di valore ho individuato quattro fondamentali capisaldi:

    Primo: parlare con fiducia degli insegnamenti e dei princìpi del Buddismo di Nichiren Daishonin basandoci sulle preghiere per la loro felicità.
    Secondo: dare l’esempio e far sì che i membri si uniscano a noi mentre portiamo avanti le attività per kosen-rufu.
    Terzo: dare a ogni persona l’opportunità di sviluppare coraggio e fiducia così che possa prendere iniziative personali.
    Quarto: lodare gli sforzi dei membri per kosen-rufu, al di là dei risultati, e sostenerli con tutto il cuore.

    Per favore, siate orgogliosi del fatto che incoraggiare anche una sola persona a diventare “un campione con la forza di mille” equivale a espandere il nostro movimento di mille persone.

    (dal Seikyo Shimbun del 22 gennaio 2018)

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