Per chi pratica con passione e fiducia l’insegnamento del Daishonin, anche le difficoltà concrete del presente possono essere considerate transitorie. Questo è un risultato della fede
Voglio dare il benevenuto e ringraziare tutti i giovani che sono venuti a visitarci dall’estero, sempre esuberanti e pieni di entusiamo. Questa vitalità è una virtù meravigliosa. Da qualsiasi parte le persone hanno problemi e sofferenze, è una cosa naturale; molti devono combattere con le difficoltà finanziarie o la cattiva salute. Ma il segreto sta nel non farsi deprimere o scoraggiare e mantenere, invece, un atteggiamento ottimistico decidendo che più dura è la situazione più intensamente ci sforzeremo. Questo è il modo di vivere che insegna il Buddismo: “incontrare ostacoli è la vera pace e sicurezza” e “i desideri terreni sono Illuminazione”.
Dieci anni fa, nel giugno 1994, mi recai in Scozia per ricevere un dottorato onorario dall’Università di Glasgow. Prima che la cerimonia iniziasse il compianto direttore genrale della SGI-UK, Richard Causton, si congratulò con me esprimendomi tutta la sua felicità e il suo entusiasmo. Quella di Glasgow è una delle università più stimate del Regno Unito e a suo avviso ero forse il primo giapponese della storia ad aver ricevuto un simile riconoscimento da parte dell’Università nel suo complesso e non soltanto da un singolo dipartimento.
Fu una cerimonia nobile e solenne in cui percepii acutamente il valore che l’Università di Glasgow attribuisce alle venerabili tradizioni accademiche. Anche se era giugno faceva freddo e quando uscimmo dall’edificio fummo investiti da una raffica di vento gelido. Causton si levò il cappotto e me lo mise sulle spalle dicendo: «Sensei, non prenda freddo!» Pur apprezzando la sua grande gentilezza glielo restituii: «No, io sto bene con questa toga accademica. È lei la preziosa guida della SGI-UK. È lei quello che non deve assolutamente prendere freddo!».
Causton era sincero e onesto, un vero gentleman inglese. Non dimenticherò mai come si levò il cappotto senza esitare. Non dimenticherò mai il calore del suo sorriso. Dicono che anche per Causton quella giornata a Glasgow rimase un caro ricordo fino alla fine dei suoi giorni.
Nel mondo del Buddismo i legami da cuore a cuore che uniscono i compagni di fede sono forti e profondi. Tantissimi membri in tutto il mondo li hanno costruiti. Oggi la SGI è presente in 190 paesi, uno sviluppo senza precedenti del movimento di kosen-rufu, realizzato grazie alla dedizione completa di tanti nobili pionieri.
Vorrei pregare i giovani, qualsiasi cosa facciano, di non vivere con superficialità i loro anni giovanili, fingendo di sforzarsi e in realtà tirandosi indietro e prendendosela comoda in un’organizzazione che altri hanno costruito. Vorrei che voi, giovani leader della SGI, ereditaste la passione di kosen-rufu e l’essenza profonda dell’inseparabilità di maestro e discepolo che i nostri pionieri hanno coltivato in mezzo alle difficoltà e alle battaglie.
Nella sua biografia del poeta Charles Péguy (1873-1914), Romain Rolland (1866-1944) ne cita le parole piene di passione: «Coloro che non dicono la verità quando la sanno si rendono complici dei bugiardi e degli imbroglioni». Se rimanete in silenzio pur sapendo la verità, in un momento in cui la giustizia è in pericolo, siete uguali ai bugiardi e agli imbroglioni. Spero che tutti sarete coraggiosi paladini della verità e della giustizia che non hanno paura di parlare. Quando udite menzogne o calunnie sul nostro conto, confutatele severamente e dite le cose come stanno. Così facendo, non solo proteggerete l’integrità della Soka Gakkai ma arricchirete anche la vostra vita d’immensa fortuna e di benefici.
Nichiren Daishonin cita queste parole di Nan-yüeh, maestro di T’ien-t’ai: «Un bodhisattva che protegge i malvagi invece di castigarli, favorendo in tal modo la crescita del male, causando preoccupazione e confusione nelle persone buone e distruggendo l’insegnamento corretto, non è un vero bodhisattva. Spesso una persona simile affermerà pretestuosamente di stare portando avanti la pratica della perseveranza. Ma quando la sua vita giungerà al termine cadrà nell’inferno insieme a quei malvagi» (GZ, 1374).
Ci sono persone che non si battono contro l’ingiustizia al momento opportuno e proclamano che loro stanno perseverando intrepide davanti agli attacchi e agli insulti, ma il Daishonin denuncia questi codardi e rimprovera severamente lo sbaglio di chi non si schiera apertamente contro l’offesa alla Legge. Se esitate a parlare o trovate le scuse più disparate per rimanere in silenzio quando dovreste levare la vostra voce per difendere la giustizia, state permettendo che la malvagità di coloro che cercano di distruggere l’insegnamento corretto dilaghi. Dobbiamo renderci conto che quando agiamo così stiamo commettendo a nostra volta una grave offesa.
Mi congratulo anche con le giovani donne che ripartono con nuove responsabilità. Quelle organizzazioni o aziende in cui le donne danno un vigoroso contributo prospereranno mentre quelle in cui le donne non sono apprezzate declineranno. È una regola che vale sempre.
Uomini e donne sono uguali. Ma in Giappone il livello di consapevolezza di questa uguaglianza è ancora piuttosto basso. Se c’è qualche responsabile di sesso maschile nella nostra organizzazione che ha scarsa considerazione delle donne, sappiate che non è a ritmo con i tempi e il suo comportamento è da biasimare. Il poeta americano Walt Whitman cantava: «Sviluppata dalla giustizia della donna tutta la giustizia si sviluppa, / sviluppata dalla simpatia di una donna tutta la simpatia» da “Sviluppato dai viluppi”, Foglie d’erba (Einaudi tascabili, 1993, pag. 487).
Agli inizi del ventesimo secolo mio padre fu chiamato alle armi e rimase di stanza a Kejo, l’attuale Seoul, per due anni. Quando ero ragazzo spesso mi parlava di quel periodo. Diceva: «L’arroganza del Giappone verso la Corea è stupefacente. Non sono forse esseri umani come noi? Mi dispiace davvero per il popolo coreano». E ancora: «Perchè i giapponesi sono così disgustosamente prepotenti e arroganti? È una digrazia che il Giappone perseguiti e faccia violenza a quella brava e onesta gente!». Ricordo ancora oggi le sue parole. Per questo mi sono prefissato di apprezzare i nostri amici della penisola coerana più di qualsiasi altro paese al mondo. E manterrò il mio impegno anche nel futuro. Un comportamento che discrimina in base alla razza, che discrimina le persone e ne sminuisce il valore è quanto di più sbagliato. Dobbiamo denunciare assolutamente un simile errore e in termini buddisti combattere con tutta la nostra forza ogniqualvolta vediamo una forza o un gruppo di persone che denigra e offende l’organizzazione o i singoli membri dediti a kosen-rufu che abbracciano l’insegnamento corretto. Il Daishonin stesso si batté per tutta la vita contro coloro che «guarderanno con disprezzo il genere umano» (SDL, 13, 253).
Conoscete il luogo chiamato Onioshidashi (Sporgenza del Diavolo)? È una zona che si trova nella prefettura di Gumma, caratterizzata da grottesche formazioni rocciose create dalla lava proveniente dall’eruzione del Monte Asama nel 1783. Ricordo che Toda mi portò a visitare quel luogo nell’agosto 1957 e che parlammo di quanto può essere feroce la natura. Una donna della regione di Shin’etsu, dove si trova Onioshidashi, una volta mi raccontò dei suoi primi pionieristici tempi di pratica. Ognivolta che doveva attraversare la zona del Monte Asama nelle vicinanze delle formazioni rocciose per recarsi alle attività della Gakkai, tremava di paura. Era particolarmente spaventoso a tarda notte, tanto che non osava girarsi per guardare indietro ma continuava a camminare più forte che poteva tenendo sempre lo sguardo fisso davanti a sé. Ma, nonostante il terrore che provava, continuava ad attraversare quei luoghi, avanti e indietro, per kosen-rufu. Il suo racconto mi commosse profondamente. Non scorderò mai il volto e il nome di quella donna dalla fede sincera e ogni giorno continuo a mandarle Daimoku.
Ci sono così tante persone che, spinte dal desiderio di veder felici i loro amici, percorrono regolarmente lunghe distanze per partecipare alle riunioni di discussione o fare visite a casa. Sono gli sforzi di persone simili che hanno costruito le solide basi di cui la Soka Gakkai gode oggi. Vorrei che i futuri responsabili, membri della Divisione giovani, non lo scordassero mai.
In una lettera a una seguace che gli aveva inviato una veste sfoderata, il Daishonin scrive: «Sii fermamente convinta che i benefici scaturiti da questa offerta si estenderanno ai tuoi genitori, ai tuoi nonni e a un infinito numero di altre persone, per non parlare di tuo marito che tanto ami» (Offerta di un abito estivo, SND, 6, 198), esaltando la grandezza dei benefici che derivano dal fare offerte al Sutra del Loto e il potente influsso che può esercitare la fede di una singola donna. Questo vale anche per le giovani donne che si sforzano nelle loro attività, piene di entusiamo giovanile e di gioia. I benefici della loro pratica buddista si estenderanno all’infinito. Anche se qualcuno nella vostra famiglia non pratica il Buddismo del Daishonin, non c’è nessuna ragione di essere impazienti o preoccupate. Allo stesso tempo è importante prendere senpre in considerazione le varie situazioni familiari e non causare sofferenza alle persone esercitando pressioni su di loro affinché facciano praticare i membri della propria famiglia. La vita è lunga, anzi, le nostre vite sono eterne. Spero che avanzerete col cuore aperto, decisi e fiduciosi che il vostro esempio di pratica buddista e la prova concreta della vostra fede saranno la causa che, prima o poi, farà iniziare a praticare la vostra famiglia e i vostri cari.
In una lettera a Nanjo Tokimitsu, Nichiren Daishonin sottolinea l’importanza di prendersi grande cura dei propri genitori: «Abbiate sempre la premura di offrire cose buone ai vostri genitori e, se questo non è possibile, almeno regalate loro un sorriso due o tre volte al giorno» (GZ, 1527).
Forse qualcuno di voi è alle prese con problemi finanziari e la sua vita non sta andando esattamente come aveva progettato. Spero che considererete ogni vostra battaglia o difficoltà presente come un preludio alle cose meravigliose che la vita ha in serbo per voi nel futuro. Sappiate che chi ha questo atteggiamento positivo si gusta davvero la gioia di vivere e risplende del luminoso potere della fede.
In tutto il mondo siamo ormai entrati nell’epoca delle donne e anche in Giappone è cresciuto il numero di donne che ricoprono posizioni manageriali. È stato riscontrato che quando si operano cambiamenti nel clima aziendale per mettere le donne in grado di dimostrare appieno le loro capacità, si verifica anche un incremento dei profitti. Sfruttare al massimo le capacità delle donne, imparare dalla loro saggezza e dalla loro genialità, è una chiave importante per un nuovo progresso. Anche nella Soka Gakkai, se le donne brilleranno ancor di più, realizzeremo una crescita molto più grande di quella attuale.
Sono convinto che gli uomini dovrebbero trattare le donne con il massimo rispetto, con la cortesia e le buone maniere che si addicono a veri gentiluomini. Finora la maggior parte degli ex responsabili che hanno abbandonato la fede e lasciato la Soka Gakkai, denigrava le donne e non prendeva in considerazione la loro opinione. I responsabili autoritari e arroganti che disprezzano le donne alla fine saranno scansati da tutti. Queste persone altezzose e piene di sé finiscono come dei perdenti. Nemmeno uno di loro ha mai successo. Questa è la conclusione a cui sono giunto in più di cinquant’anni osservando concretamente questi casi. Il Buddismo è severo. È assolutamente inflessibile.
Il Daishonin dice che non devono esistere discriminazioni fra uomini e donne (vedi La vera entità della vita, SND, 4, 229). Uomini e donne hanno un’uguale missione per kosen-rufu e diceva anche: «Le donne che abbracciano questo sutra, non solo sono superiori a tutte le donne, ma eccellono su tutti gli uomini» (Unità fra marito e moglie, SND, 6, 125).
Quando vediamo una persona che si sforza sinceramente dovremmo sempre avere lo spirito di «alzarti e salutarla di lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 28, 435). È essenziale che i responsabili abbiano il massimo rispetto e apprezzamento dei nobili figli del Budda. Avanziamo tutti armoniosamente insieme, uomini e donne, giovani e anziani.
Voglio ringraziare ancora i giovani che sono venuti dall’estero, facendo tanta strada per partecipare a questo corso e approfondire la comprensione del Buddismo. Non ho parole per lodarvi.
Nei suoi ultimi anni il Gran Maestro Dengyo disse che coloro che propagavano ampiamente la Legge erano i veri “tesori della nazione”.
Kosen-rufu è uguale alla pace mondiale. Noi in Giappone e tutti i membri all’estero siamo le persone che lavorano per questa causa. Di conseguenza ognuno di voi è un supremo tesoro per il proprio paese. Avete un valore incomparabile. Siete il “tesoro del mondo”, il “tesoro dell’umanità” e il “tesoro del futuro”. È assolutamente impossibile che diventiate infelici. Vorrei sottolinearlo.
Victor Hugo scrisse che «I giovani posseggono l’istinto della verità, della bellezza e della giustizia; sono la coscienza umana ancora vergine, ancora non ottenebrata o eclissata». Le sue parole erano rivolte a un giovane di vent’anni che cercava di farsi strada come giornalista e di fondare un proprio giornale; la speranza di Hugo era che i giovani avanzassero con sicurezza sul sentiero della verità e della giustizia.
Nell’epoca travagliata in cui viveva, Hugo subì molte amare prove e meglio d’ogni altro sapeva quanto terrificanti e mostruosi possano essere gli uomini. Spesso le persone si dimostrano inaffidabili o ci abbandonano nel momento del bisogno. Per questo egli scorgeva un barlume di speranza nello spirito puro di quel giovane aspirante giornalista.
Anche Toda credeva nei giovani. Quando incontrai il mio maestro per la prima volta avevo diciannove anni. Nonostante la mia giovinezza, Toda nutriva grandi aspettative nei miei confronti e si impegnò a farmi diventare un leader in grado di assumersi pienamente la responsabilità della Soka Gakkai nel futuro. Il suo fu un addestramento severo, ma la sua fiducia era incrollabile e io, a mia volta, ero profondamente deciso a soddisfare le sue aspettative. Questa è la relazione maestro-discepolo.
L’epoca attuale appartiene ai giovani. Dobbiamo affidare tutto a loro. È essenziale che ci dedichiamo al massimo a far crescere i giovani. Io ho un’assoluta fiducia in voi, miei giovani amici, ho fiducia in voi con tutto il cuore.
Sin da quano ero giovane mi sono dedicato anima e corpo alla battaglia per kosen-rufu. La mia gioventù è inseparabile dal mio maestro Josei Toda. Nel dopoguerra gli affari di Toda attraversarono un periodo finanziariamente molto difficile. Le ondate devastatrici della travagliata economia postbellica sferzavano senza sosta la sua azienda. Nel breve periodo che seguì al suo rilascio dalla prigione nemmeno una persona dotata del suo genio imprenditoriale poteva resistere alla corrente inarrestabile che cercava di affondare la sua azienda. I creditori si affollavano nei nostri uffici e lo aspettavano persino a casa. Quando la situazione diventò sempre più grave i miei colleghi se ne andarono l’uno dopo l’altro, abbandonando Toda. Ci furono anche degli impiegati che lo insultarono violentemente, dimenticando completamente il debito di gratitudine che avevano nei suoi confronti.
Preoccupato delle possibili conseguenze negative che il fallimento della sua impresa poteva avere sul progresso di kosen-rufu, Toda diede le dimissioni da direttore generale della Soka Gakkai. Tutti erano preoccupati e si chiedevano che cosa sarebbe stato dell’organizzazione nel futuro ma nessuno fu disposto a mettere da parte i propri interessi personali e proteggere Toda fino in fondo. Solo io, a quell’epoca, rimasi a farlo. Avevo ventuno o ventidue anni, lavoravo, lavoravo con tutte le mie energie nel tentativo disperato di proteggere Toda che era in prima linea nella battaglia di kosen-rufu. Recitavo con tutto il cuore. Non arretrai mai di un solo passo davanti alla sconcertante montagna di debiti, alle inespugnabili mura della realtà che avevamo davanti. Ci fu un lungo periodo in cui non percepii alcun salario. Spesso non avevo abbastanza da mangiare e tutto ciò che avevo da indossare anche in pieno inverno era un’unica camicia col collo aperto. Investii la mia intera vita, diedi volontariamente tutto ciò che avevo per sostenere Toda. Anche se ve lo sto raccontando non so se potete veramente capire com’era. È impossibile da descrivere a parole. Il sentiero di maestro e discepolo è davvero assai duro e severo.
Sia Makiguchi che Toda furono incarcerati dalle autorità militari giapponesi durante la Seconda guerra mondiale. Toda trascorse due anni in carcere e Makiguchi vi morì, come nobile martire della sua causa. La terribile odissea della vita in prigione va oltre ogni immaginazione. Eppure fu ciò che Toda e Makiguchi sopportarono. Rifiutando di farsi sconfiggere dalle atroci sofferenze che li attendevano, rimasero fedeli alla propria fede e alle proprie convinzioni. Questo li rende grandi.
Per amore del mio maestro, abbandonai l’università. In cambio Toda mi istruì personalmente su una grande quantità di materie. Oggi, molte delle più importanti università del mondo mi hanno conferito i più alti onori accademici. Ognuna di queste onorificenze l’ho dedicata al mio maestro. Aver studiato alla “Università Toda” è il mio massimo orgoglio.
Per assicurare la vittoria per i prossimi cinquant’anni, sono stati nominati tanti nuovi responsabili di kosen-rufu in ogni paese. I responsabili non devono cedere all’inerzia e ristagnare. I membri ne soffrirebbero. Non avanzare significa retrocedere. È vitale sforzarsi incessantemente per kosen-rufu, che si espande nella misura in cui noi ci diamo da fare. Nell’universo tutte le cose sono in costante mutamento, niente rimane statico. Il Daishonin scrive che «è il potere della Legge buddista quello che permette alle divinità del Sole e della Luna di ruotare intorno ai quattro continenti» (Consacrazione di una statua, SND, 8, 68).
La Terra ruota sul suo asse e contemporaneamente compie un movimento di rivoluzione intorno al Sole. A sua volta il sistema solare si muove attorno al centro della galassia, chiamata Via Lattea, alla velocità di 220 chilometri al secondo e la galassia stessa ruota con un movimento a spirale. L’universo non rimane fermo nemmeno per un istante e si muove secondo un mistico ritmo. Questa forza universale eterna, questa legge, questo ritmo è Nam-myoho-renge-kyo. Abbracciare la Legge mistica significa possedere la massima saggezza e il più grande potere dell’universo. Non esiste niente di più potente e dunque non c’è niente di cui aver paura.
L’universo è in movimento, tutti i fenomeni sono in movimento. Fondiamo dunque le nostre vite intensamente con il ritmo dell’universo e lavoriamo con vigore insieme alla Soka Gakkai, l’organizzazione che si dedica a realizzare la volontà e il mandato del Budda, per il bene della Legge e di kosen-rufu. Tutti i nostri sforzi per questa causa arricchiranno la nostra vita e colmeranno la nostra famiglia e i nostri cari di fortuna e di benefici eterni. Vi prego di crederci profondamente.