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Prego e vinco con “La nuova rivoluzione umana” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:33

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Prego e vinco con “La nuova rivoluzione umana”

Elisa Antonini, Roma

Attingendo costantemente agli incoraggiamenti del maestro Ikeda, Elisa affronta una gravidanza difficile e poi la diagnosi della sua bambina con una fiducia profonda e incrollabile di poter trasformare qualunque difficoltà in gioia

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Il 2019 è iniziato per me con grandi lotte in tanti aspetti della vita, tra cui la necessità di lasciare la casa dove vivevo con il mio compagno. Mi sono sfidata con tutto il cuore nel recitare Daimoku e nell’offerta per kosen-rufu, e tutto si è radicalmente trasformato. Poi a luglio è arrivata una meravigliosa notizia: ero incinta! Eravamo molto felici, ma quando abbiamo fatto il test del DNA prenatale, l’esito è stato: sospetta monosomia del cromosoma X, nota come sindrome di Turner. Le probabilità che superasse i primi tre mesi di vita erano dello 0,3%.
È stato un colpo durissimo, era cominciata una lotta che richiedeva fin da subito tutta la nostra determinazione, mettendo in pratica ciò che ogni giorno ci insegna il maestro Ikeda.
Lo stesso giorno abbiamo conosciuto una ragazza che lavorava in un ospedale pediatrico che ci ha subito procurato una visita con il direttore scientifico, il riferimento più autorevole di Genetica di tutto il paese, il quale ci ha tranquillizzati: seppure con tutte le difficoltà, eravamo pronti ad andare avanti.
Ma dopo due giorni ci telefonò un nostro caro amico medico e ci prospettò un quadro opposto a quello che ci era stato dato. Caddi nella confusione più totale.
Cercai subito incoraggiamento nelle pagine de La nuova rivoluzione umana, avevo bisogno del mio maestro: «Il Buddismo è ragione. In uno dei suoi scritti Nichiren Daishonin elogia un discepolo per la “consueta prudenza”. Prendere tutte le precauzioni possibili ed essere preparati a qualsiasi evenienza sono le chiavi del successo» (NRU, 30, 608). Ho pianto insieme al mio compagno, non eravamo soli, avevamo un padre che ci stava parlando e indicando la via.
Eravamo pieni di gratitudine e ci siamo sentiti al sicuro. Il 2 ottobre ho fatto l’amniocentesi. Ho praticato tantissimo col desiderio che non ci fosse nulla, ma sentivo che non era quella la vera preghiera da fare…
Sensei scrive: «La vita può essere considerata una lotta implacabile contro il proprio karma. […] Le difficoltà e le sofferenze ci piombano addosso come le onde furiose di un mare in burrasca, ogni volta sorprendendoci e spingendoci a domandarci se ci siano davvero avversità peggiori di quelle che incontriamo. È per far fronte a tutto questo che esiste la fede. Per renderci ancora più forti. Infatti non esiste, nel modo più assoluto, un karma che non possa essere superato attraverso la fede. La nostra mente verrà temprata, divenendo più forte e profonda, nella misura in cui affronterà fatiche e difficoltà senza arrendersi, e svilupperà così la forza necessaria per superare qualsiasi prova. […] Quando viviamo con tutte le forze per la causa di kosen-rufu, il nostro karma così com’è diventa la nostra preziosa missione, e le sofferenze che viviamo si trasformano in inestimabili tesori del cuore» (NR, 668, 33).
In quel preciso momento, per la prima volta ho ringraziato mia figlia per la grande opportunità che mi stava offrendo. Il mio Daimoku è cambiato e il mio cuore e la mia mente si sono fusi nella preghiera.
Pochi giorni dopo, l’amniocentesi ha confermato la diagnosi precedente: nonostante lo scatto che avevo fatto nella fede, mi è crollato il mondo addosso.
Di lì a poco sono iniziate le mille visite per monitorare la gravidanza. Davanti al Gohonzon, in un singolo prezioso istante ho avuto la chiara percezione che la mia bambina mi stesse chiedendo di stare tranquilla e che preoccuparmi significava non fidarmi della sua vita. E quindi della mia.
Una nuova fiducia è sbocciata in quel momento, quella che il nostro maestro ci chiede di avere, forte e incrollabile.
Ho sentito senza alcun dubbio che quello che stava accadendo era esattamente ciò di cui avevo bisogno per compiere la mia rivoluzione umana.
Da quel momento non dovevo più preoccuparmi di nulla. Ero costantemente circondata dalla famiglia Soka e supportata dal sorriso e dalla grande fede del mio prezioso compagno di vita.
Nel frattempo una mia amica che si era allontanata ha ripreso a praticare e un’altra ha ricevuto il Gohonzon.
Il 18 marzo 2020 è nata Elena. Sensei ha scelto per lei il nome Yumi: Yu ovvero autentica, libera, e Mi come raggiante, luminosa, bella…
La nostra bambina aveva lo 0,3% di possibilità di superare i primi tre mesi di gestazione, ma è stata una leonessa.
Quando è nata, bellissima, senza tratti somatici difficili e con gli organi perfetti, ci hanno chiesto la documentazione della gravidanza perché era impossibile credere che avesse la diversità cromosomica diagnosticata.
Il 1 aprile è arrivata la riposta di Sensei alla lettera che gli avevamo inviato: era piena di calore e ci ha fatto nuovamente sentire che era accanto a noi. Ha chiesto come stava Elena Yumi facendoci i migliori auguri per una felicità assoluta. Ci sono degli aspetti della sindrome che solo vivendo giorno per giorno potremo capire se e come si manifesteranno.
Ma, come scrive Sensei nell’epilogo de La nuova rivoluzione umana: «Siamo tutti Bodhisattva della Terra e abbiamo tutti il diritto di essere felici. […] Trasformiamo i gelidi venti dell’inverno nei caldi raggi del sole primaverile, ovvero trasformiamo la sofferenza in gioia» (NR, 644, 31).

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