In questa puntata della serie “Impariamo da La nuova rivoluzione umana”, tratta dal Seikyo Shimbun del 29 maggio 2019, il vicepresidente Hiromasa Ikeda evidenzia alcuni punti salienti dell’ottavo volume
Punti principali
- Creare un gruppo, una rete di responsabili con lo stesso spirito del maestro
- “La fase essenziale” dello sviluppo della Soka Gakkai
- Il profondo desiderio di creare rapporti di amicizia tra Corea del sud e Giappone
Nel maggio del 1963, tre anni dopo la nomina di Shin’ichi Yamamoto a terzo presidente della Soka Gakkai, furono create la sede centrale della regione del Chubu e la nuova sede centrale di Hyogo. In questo modo, la Soka Gakkai aveva creato una solida rete composta da venti sedi centrali, ottantasette capitoli generali e 463 capitoli. A settembre fu completata la nuova sede centrale della Soka Gakkai a Shinanomachi, Tokyo. Fu un momento storico, in cui la Soka Gakkai realizzò un grande slancio in avanti.
Shin’ichi Yamamoto «era pienamente consapevole di dover costruire solide fondamenta per kosen-rufu mondiale nel corso della sua vita. Se non lo avesse fatto, la meravigliosa opportunità di far conoscere nel mondo la filosofia del Daishonin […] sarebbe andata perduta per sempre» (cfr. NRU, 8, 31). Per questo era deciso a creare un gruppo di responsabili che condividessero la sua stessa consapevolezza, per far nascere nei loro cuori lo spirito della Gakkai.
Rifletteva su «come preservare in eterno lo spirito dei suoi predecessori, i presidenti Makiguchi e Toda, i quali, senza temere neanche la morte, avevano dedicato la vita al raggiungimento della pace e della felicità del genere umano» (pag. 4).
Per riuscire in questo, Shin’ichi si recò in ogni parte del Giappone per risvegliare le coscienze dei leader e il loro senso di responsabilità, e per infondere in tutti i compagni di fede un rinnovato vigore.
In occasione di un incontro con i rappresentanti del consiglio direttivo, Shin’ichi Yamamoto confermò questa guida del suo maestro: «“Come presidente […] devo essere io il primo a curare la mia crescita. Devo istruirmi e perfezionarmi.” Toda inoltre ammonì che allo stesso modo i responsabili di tutti i livelli dell’organizzazione devono sforzarsi costantemente di migliorare se stessi. Shin’ichi poi, condividendo tutte le sfide che stava affrontando in quel periodo, dichiarò: “Anch’io penso la stessa cosa e condivido la medesima determinazione di Toda”» (pag. 22).
Durante un incontro con i responsabili di Hyogo, Shin’ichi sottolineò l’importanza dell’unità: «La Soka Gakkai è fatta di membri giovani e di membri anziani. Il vero potere della Gakkai può essere rivelato solo quando ogni membro è in grado di utilizzare pienamente il proprio potenziale e tutti possono lavorare insieme in armonia e unità» (pag. 35).
Inoltre, quando si recò presso l’isola di Amami-Oshima, il presidente Yamamoto sottolineò con forza che ciò che può impedire la realizzazione di kosen-rufu «non è rappresentato dalla durezza delle circostanze o dalle difficoltà frapposte dal nostro ambiente, ma dall’eccessivo compiacimento dei responsabili e dalla loro propensione a darsi per vinti» (pag. 72); non solo, parlò anche dell’atteggiamento di un responsabile, spiegando che «“responsabile” è un altro termine per definire chi si assume il compito di realizzare kosen-rufu» (pag. 71).
Shin’ichi inoltre si dedicò anima e corpo alla crescita dei giovani, la “spada ingioiellata” di kosen-rufu.
A un giovane che si lamentava perché nella zona di cui era responsabile c’erano pochissimi giovani uomini e la situazione era molto difficile, il presidente Yamamoto rispose senza esitazione: «Devi darti da fare!» (pag. 92), e lo incoraggiò dicendo: «I giovani devono alzarsi da soli! Allora ogni cosa cambierà» (Ibidem). Attraverso la sua esperienza personale della campagna di febbraio, conosciuta anche come “campagna di Kamata”, Shin’ichi lo esortò con forza: «Voglio che tu ti alzi! Devi agire! Io ti terrò d’occhio!» (pag. 93). Shin’ichi incise nel cuore dei giovani la convinzione che nello spirito di “alzarsi da soli” è racchiuso il cuore del maestro che non teme nulla, nemmeno di rischiare la propria vita per la realizzazione di kosen-rufu.
Riconoscere le funzioni demoniache
Durante la riunione dei responsabili dei giovani uomini tenutasi il 1 luglio, Shin’ichi Yamamoto dichiarò che la settima commemorazione della morte di Josei Toda, ad aprile dell’anno seguente – il 1964 – avrebbe segnato l’inizio della “fase essenziale” dello sviluppo della Soka Gakkai.
Questa “fase essenziale” indicava innanzitutto «un periodo in cui kosen-rufu doveva uscire dall’ambito dei concetti e della teoria per essere realizzato praticamente» (pag. 252).
In secondo luogo, si trattava di una fase in cui «sarebbero sbocciati i più splendidi fiori della cultura, nel senso più ampio del termine, non solo nel regno dell’arte e della letteratura, ma anche in quelli dell’educazione e della politica» (pag. 166). In terzo luogo, sarebbe stata la «fase in cui i discepoli avrebbero spiccato il volo» (cfr. pag. 193).
La cosa fondamentale per vincere in questa “fase essenziale” è «pregare davanti al Gohonzon con una fede libera da dubbi che fluisce come una pura corrente, qualunque cosa accada» (pag. 171); inoltre, «la corrente della Soka Gakkai sarebbe dovuta restare pura e immacolata» (pag. 229).
Nel capitolo “Pura corrente”, attraverso l’atteggiamento di un membro che aveva abbandonato la fede e voltato le spalle alla Gakkai, viene mostrata chiaramente la vera natura delle funzioni demoniache. Questa persona infatti «dipinse la Soka Gakkai e Shin’ichi Yamamoto come dei “grandi mali” e se stessa come vittima sacrificale che combatteva per la verità e la giustizia» (pag. 231). Questo è ciò che il Sutra del Loto intende con «demoni malvagi si impossesseranno di altre persone» (SDL, 272).
Lo scopo delle funzioni demoniache è quello di spezzare il legame tra i compagni di fede e creare discordia all’interno dell’organizzazione dedita a kosen-rufu.
Per quanto riguarda le reazioni dei membri alle false accuse da parte di coloro che avevano abbandonato la fede e lasciato l’organizzazione, in questo volume si legge che esse «sono un riflesso dello stato vitale delle persone, del loro carattere e della loro concezione delle cose» (pag. 232). Di conseguenza, l’importante è riconoscere e smascherare la vera natura delle funzioni demoniache.
In questo capitolo vengono anche descritti gli ultimi giorni di vita della donna che aveva voltato le spalle all’organizzazione, colpita da una malattia incurabile. Si legge: «L’offesa di fomentare la discordia all’interno della Soka Gakkai, un’organizzazione che agisce in accordo con l’intento del Budda, è estremamente profonda» (pag. 233). Incidiamo nei nostri cuori questo passo così importante!
Nel capitolo “La grande montagna” del trentesimo volume, vengono citate le seguenti parole del maestro Toda: «La Gakkai, propagando la Legge, ha aiutato a diventare felici così tante persone nell’Ultimo giorno della Legge. Nei futuri testi buddisti verrà indelebilmente impresso il nome “Budda Soka Gakkai”» (NRU, vol. 30, cap. 1, p.ta 55). Successivamente è scritto: «In quanto tale, il “Budda Soka Gakkai” ha il dovere di adempiere alla grande missione di kosen-rufu costruendo un eterno flusso che prosegua questo cammino» (Ibidem, p.ta 57).
Kosen-rufu è una battaglia incessante tra la natura di Budda e le funzioni demoniache.
Desidero che, a prescindere dalle tempeste degli ostacoli e delle funzioni demoniache che possano abbattersi su di noi, continuiamo sempre a mantenere una fede che fluisce come una pura corrente.
Costruire ponti di amicizia
Nel 1964, anno che diede inizio alla “fase essenziale” dello sviluppo della Gakkai, in Corea del sud iniziò un periodo di “rapide impetuose” per il movimento di kosen-rufu. A partire dalla prima metà di gennaio, infatti, i membri coreani furono messi a dura prova da una serie di accadimenti, tra cui l’improvvisa diffusione sui giornali di articoli che criticavano aspramente la Soka Gakkai.
Nonostante tutto però, i compagni di fede coreani, nutrendo la ferma convinzione che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbero potuto dedicarsi liberamente alle attività della Gakkai, continuarono a impegnarsi con tutte le loro forze nella fede. Apportando un contributo concreto alla società in quanto cittadini esemplari a cui gli altri avrebbero potuto ispirarsi, ognuno di loro riuscì a espandere il cerchio della fiducia nella società.
Anche Shin’ichi Yamamoto, continuando a recitare Daimoku per i membri coreani, concentrò tutte le sue energie negli scambi educativi e culturali tra Corea del sud e Giappone, con il desiderio di costruire tra i due paesi un “ponte prezioso” di amicizia e fiducia.
Inoltre, nel maggio del 1998, fu conferita a Shin’ichi la laurea ad honorem in Filosofia dall’Università di Kyung Hee. Il 18 dello stesso mese, il presidente Yamamoto visitò per la prima volta la sede della SGI sudcoreana: ciò rappresentava il trionfo dei compagni di fede coreani. Con questa scena si conclude il capitolo “Rapide impetuose”. Nelle puntate pubblicate sul Seikyo Shimbun, si può notare che in questo capitolo viene rappresentata la storia della Corea del Sud a partire dal 17 luglio del 1998.
Questa data segnava l’anniversario della “manifestazione di Osaka”. Il 17 luglio del 1957, infatti, fu il giorno in cui si tenne la riunione generale di Osaka in cui il maestro Ikeda incise nel cuore di tutti i presenti lo “spirito indomito di non arrendersi”, facendo risuonare il ruggito del leone: «Alla fine chi ha una fede incrollabile trionferà sicuramente!» (NRU, 23, 204).
A maggio del 1999, sensei partì dalla città di Fukuoka, nel Kyushu, per la sua prima visita nell’isola coreana di Jeju. In quell’occasione, in cui gli fu anche conferita la laurea ad honorem in Letteratura dall’Università Nazionale di Jeju, intraprese dei dialoghi di pace con l’allora rettore dell’università, il professor Cho Moon Boo. Non solo, Shin’ichi si dedicò con tutte le forze a incoraggiare i membri di Jeju, partecipando anche a molte sessioni fotografiche.
A maggio di quest’anno si è tenuto a Jeju un simposio accademico per celebrare il ventesimo anniversario della prima visita del presidente Ikeda nella città, organizzato dall’Università Nazionale di Jeju insieme all’Università Soka.Il ponte di amicizia costruito dal maestro Ikeda tra Giappone e Corea del sud, come un arcobaleno diffonde sempre più il suo splendore.
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NRU, volume 8 – Contenuti principali
Capitolo “Consolidare le fondamenta”
Lo sviluppo dell’organizzazione prosegue. Shin’ichi si reca presso la distante isola di Amami Oshima, dove consolida le fondamenta della speranza.
Capitolo “La spada ingioiellata”
Shin’ichi annuncia che la settima commemorazione della morte di Josei Toda segnerà l’inizio della “fase essenziale” dello sviluppo della Soka Gakkai. In questo periodo si dedica alla formazione degli studenti attraverso cicli di lezioni come quella dedicata a Le centosei comparazioni.
Capitolo “Pura corrente”
In seguito all’incidente [riguardo questioni di denaro] che coinvolge un responsabile centrale della regione, viene presa in esame in modo approfondito la natura dei “demoni” che creano scompiglio e turbano l’organizzazione dedita a kosen-rufu.
Capitolo “Rapide impetuose”
Il mondo è scosso dall’assassinio del presidente Kennedy. I compagni di fede della Corea del Sud, mantenendo una profonda fede, resistono fino in fondo e affrontano l’inverno delle oppressioni.