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Popoli del mondo, unitevi - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:28

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Popoli del mondo, unitevi

La vera saggezza si trova nella gente comune. Le persone sono i veri sovrani da cui imparare. Come affermava il re Ashoka: «Governare significa ripagare i debiti di gratitudine verso il popolo»

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La vera saggezza si trova nella gente comune. Le persone sono i veri sovrani da cui imparare. Come affermava il re Ashoka: «Governare significa ripagare i debiti di gratitudine verso il popolo»

Vincere è esaltante, è qualcosa che porta gioia a tutti. Il Buddismo esiste affinché possiamo vincere. Raggiungere la vittoria finale è la prova della nostra fede. La società si occupa della reputazione, lo stato della ricompensa e della punizione. Il Buddismo invece si occupa della vittoria e della sconfitta. Abbiamo successo nel realizzare i nostri scopi o ci lasciamo sconfiggere? Trionfare nelle battaglie della vita è lo scopo del Buddismo, è lo scopo della fede. Coloro che praticano i corretti insegnamenti del Buddismo sono sicuri di vincere, nella vita e nella società, su tutte quelle forze distruttive che cercano di ostacolarli. Non solo gioiranno di una vita meravigliosa in questa esistenza, ma saranno in grado di forgiare uno stato di felicità assoluta che niente potrà distruggere attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Questa è l’incrollabile convinzione di Shakyamuni, T’ien-t’ai e Nichiren Daishonin. La fede è la lotta che intraprendiamo per diventare felici, quindi dobbiamo vincere a ogni costo.
Come membri della Soka Gakkai, tutti voi siete molto occupati ogni giorno. In un anno riuscite a fare quello che una persona normale farebbe in due. Siete veramente incredibili! Come se non foste già abbastanza impegnati a prendervi cura delle vostre famiglie, a essere buoni cittadini e a dare il massimo sul posto di lavoro, parlate agli altri del Buddismo, sostenete le pubblicazioni, incoraggiate i vostri amici membri, frequentate le riunioni di discussione, recitate Daimoku, studiate i principi buddisti e, dopo tutto questo, fate anche Gongyo, ogni giorno, mattina e sera! Ma proprio perché la sfida è così grande, potete accumulare benefici immensi e conseguire una felicità indistruttibile. Questa è la condizione vitale del Budda. La Soka Gakkai lavora per una società migliore e per la pace e la felicità di tutta la gente basandosi sui corretti insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin. La vita che state vivendo è nobile e degna di lode.
Vorrei parlare brevemente del drammaturgo tedesco contemporaneo Bertolt Brecht (1898-1956), la cui opera innovativa ha attirato il consenso di tutto il mondo. Ancora giovane studente in medicina, durante la Prima guerra mondiale fu inviato a lavorare in un ospedale militare tedesco e, dopo la guerra, intraprese la carriera di scrittore. Quando il nazismo sorse nel paese levò la sua voce per contrastarlo e non appena i nazisti giunsero al potere, Brecht partì in esilio, senza sapere se sarebbe stato catturato o ucciso. Durante gli anni vissuti all’estero, fu privato della cittadinanza e suoi libri vennero banditi e bruciati. Visse in esilio per quindici anni, dal 1933 al 1948, viaggiando di città in città, di paese in paese, giungendo infine negli Stati Uniti, senza mai smettere di opporsi al nazismo con i discorsi e le opere. Fra queste ricordiamo: L’opera da tre soldi (scritta con Kurt Weill) e La vita di Galileo.
Coloro che hanno combattuto apertamente il male sono veri campioni di giustizia e sono degni di rispetto. Brecht scrisse: «Chi ha ancora vita da vivere non dica “Mai!”». Coloro che rifiutano di arrendersi, che lottano con tutte le loro forze fino alla fine sono dei vittoriosi. Lo scrittore tedesco dichiarò inoltre: «Chi si sente perduto e disperato, lotti!».
Non dobbiamo mai rimanere in silenzio di fronte alle oltraggiose affermazioni dettate dalla malvagità. Dobbiamo ribattere con forza, intelligenza e passione e non permettere a queste persone di avere l’ultima parola. Questo era lo spirto di Bertolt Brecht che ha molto in comune con quello che anima la Soka Gakkai.
«Popoli del mondo / unitevi per servire la causa comune!» esortava Brecht, sottolineando l’importanza della solidarietà per la vittoria. Continuiamo quindi a vincere in unità.
I leader non devono mai distogliere lo sguardo dalla realtà. Alcune persone ricercano un paradiso da sogno, ma quella è pura fantasia. In un luogo del genere non esistono inverno ed estate, freddo pungente o caldo torrido e nemmeno la felicità umana o la sofferenza. Cercare di condurre le persone verso un tale obiettivo è un grave errore. Non potrete trarre valore da ideali campati in aria. Riporre la vostra fiducia in tali fantasticherie e in una vuota retorica non porterà mai a una vera felicità. Dobbiamo guidare le persone basandoci su un forte senso della realtà, mentre noi stessi affrontiamo i vari problemi della vita e ci sforziamo costantemente. Dobbiamo progredire ogni giorno, stare al passo con i tempi avanzando, com’è nostra prerogativa, con cuore allegro, superando tranquillamente qualsiasi difficoltà. Una tale positiva visione della vita, fortemente radicata nella realtà, è l’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin.
Il filosofo svizzero Carl Hilty (1833-1909), i cui scritti rivelano una profonda comprensione per l’umanità scriveva: «Stabilite dei legami con la gente e imparate da essa. Le vere idee si trovano fra la gente», ammonendo che chi si allontana dalla gente si impoverisce spiritualmente. Le persone sono il vero sovrano, bisogna imparare da loro, stare sempre in mezzo a loro. Questo è un punto chiave che i leader in ogni campo della società farebbero bene a ricordare.
Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America, una volta consigliò ai giovani: «Ricordatevi sempre che la vostra determinazione di riuscire, è più importante di qualsiasi altra cosa». Essere fermamente decisi a vincere è anche lo spirito della Soka Gakkai, il cuore del Buddismo.
È importante che il capitolo finale della nostra esistenza sia veramente ricco e gratificante. Dobbiamo sforzarci adesso e sfidare il nostro karma negativo se vogliamo che gli ultimi giorni di questa vita siano pieni di soddisfazioni e liberi da ogni rimpianto, se desideriamo godere di pace interiore sapendo che i nostri figli e nipoti vivono in prosperità e la Soka Gakkai continua a svilupparsi.
Tutte le nostre vittorie fino a oggi sono state conseguite grazie agli sforzi sinceri di ogni membro. Nel momento cruciale, sono sempre le persone comuni che raccolgono la sfida e agiscono coraggiosamente. Il Daishonin lodò una coppia così coraggiosa, il pescatore Funamori Yasaburo e sua moglie, che lo protessero durante l’esilio a Izu e divennero in seguito suoi discepoli. Egli scrive: «Pertanto, può essere che tu e tua moglie siate reincarnazioni del signore Budda Shakyamuni apparsi per aiutare Nichiren» (SND, 4, 258). Questo brano contiene un insegnamento profondo. Alla luce del Buddismo, i membri della Soka Gakkai sono dei Budda.
Le scritture buddiste contengono la famosa storia di Tokusho Doji che, come ricompensa per aver offerto una torta di fango a Shakyamuni, rinacque successivamente in India come re Ashoka. Il beneficio nel regno della fede è determinato dalla sincerità e si accorda con la severa legge di causa effetto. Tutti voi lottate per kosen-rufu e, di conseguenza non solo voi, ma anche i vostri antenati e discendenti assaporeranno la felicità attraverso le tre esistenze. Tale è il potere insondabile della Legge mistica. Il re Ashoka dichiarò che “governare” significa “ripagare i debiti di gratitudine verso il popolo”. Su questo credo egli fondò il suo regno. Basandosi sulla filosofia buddista del rispetto e della santità della vita, Ashoka promosse programmi umanitari e di previdenza sociale e si adoperò per la pace e il benessere di tutto il paese. La sua fama di regnante benevolo risplende ancora oggi.
In una lettera indirizzata al suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu, il Daishonin racconta la storia di Tokusho Doji e continua: «Tuttavia, il Budda Shakyamuni insegna che chi fa offerte al devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge anche per un solo giorno, acquisterà una fortuna incomparabilmente più grande che se offrisse innumerevoli tesori al Budda per centomila eoni» (SND, 4, 281). Nelle vostre attività per kosen-rufu ognuno di voi, che ha un legame diretto con Nichiren Daishonin, riceverà un beneficio incommensurabile.
Prima di iniziare la lotta per l’indipendenza indiana, il Mahatma Gandhi conseguì una storica vittoria in Sud Africa, basata sulla nonviolenza. [Grazie alla protesta di Gandhi, fu abrogata una legge repressiva che discriminava gli indiani residenti in Sud Africa, e ne fu approvata una nel 1914 che garantiva loro i fondamentali diritti civili, n.d.r.]
Mentre veniva sommerso da applausi e ringraziamenti, Gandhi dichiarò con grande emozione che tutte queste lodi avrebbero dovuto essere dirette alla gente che si era battuta al suo fianco. Coloro che meritavano gli onori più alti, disse, erano le persone comuni che si erano impegnate con fede e dedizione, senza mirare a un compenso per se stesse, sopportando con coraggio ogni sorta di privazioni e soprusi. Provo per tutti voi lo stesso sentimento; desidero applaudire tutti i miei sconosciuti ma nobili compagni di fede.
Creare un’alleanza per la pace e l’umanesimo, forte di dieci milioni di praticanti, questo era il desiderio di Makiguchi e di Toda. Oggi la Soka Gakkai è diventata una forza di pace globale superando ogni altra organizzazione in Giappone, sia laica che religiosa.
Il nostro movimento è cresciuto fino a formare una rete meravigliosa di cittadini globali, totalizzando più di dieci milioni di persone in centottantasei paesi, incluso il Giappone. Oggi, dovunque andiate nel mondo, troverete membri della SGI.
Jawaharlal Nehru (1889-1964), primo ministro indiano dopo l’indipendenza dal dominio britannico, nell’enfatizzare l’importanza dello sforzo costante per un futuro migliore, disse [alla vigilia dell’indipendenza]: «Il traguardo che celebriamo oggi, non è altro che un passo, l’accenno di un’opportunità per le vittorie più grandi che ci attendono». Dopo esserci assicurati la vittoria, è di vitale importanza consolidarla e farne la base di vittorie future ancora più grandi. Questo, ci dice Nehru, è una lezione della storia.
Tenendo a mente queste parole, manteniamo un atteggiamento umile e avanziamo sicuri verso il futuro.
A novembre, saranno passati dodici anni da quando la setta Nikken ci inviò la lettera di scomunica (datata 28 Novembre 1991). In passato il clero raccoglieva avidamente qualsiasi offerta dai membri della Soka Gakkai, intento com’era ad accumulare più denaro possibile. In seguito, senza il minimo scrupolo tradì l’associazione, a cui doveva un incalcolabile debito di gratitudine. I preti hanno calpestato la sincerità dei membri nel modo più spregevole e crudele, inviando poi in maniera del tutto arbitraria una lettera di scomunica. Mai una volta, nel corso di questi ultimi anni, hanno tentato un dialogo verso di noi. Scomunicare un’intera organizzazione di credenti è un fatto molto grave. Quando il presidente della Soka Gakkai Akiya richiese umilmente l’opportunità di un dialogo, la risposta che ricevette fu così anacronistica da risultare incredibile. Fu dichiarato infatti “indegno di un’udienza” con il patriarca. I preti si basavano sulla stima che almeno duecentomila membri sarebbero passati dalla loro parte e quindi non ebbero alcuno scrupolo nel mettere in atto il loro piano per distruggere la Soka Gakkai. Fu veramente un complotto mirante a dividere l’armoniosa comunità dei credenti. Le loro azioni sono simili agli intrighi di Devadatta che tentò di distruggere l’unità dei discepoli di Shakyamuni, cospirando al fine di provocare uno scisma nell’ordine buddista. Tutti gli sfortunati individui che lo seguirono furono trascinati con lui nel mondo d’Inferno.
Spinto dalla gelosia verso il Daishonin, Ryokan del tempio Gokuraku-ji e le autorità secolari complottarono per screditare il Daishonin e distruggerlo con ogni mezzo possibile. Insieme, rivelarono la loro vera natura malvagia svolgendo la funzione dei tre potenti nemici.
Essere “maledetti e calunniati” come afferma il Sutra del Loto, è un onore per coloro che difendono l’insegnamento corretto. Il Daishonin incoraggia «a considerare gli ostacoli come la vera pace e benessere» (GZ, 750).
La Soka Gakkai ha ereditato il flusso corretto del Buddismo originatosi da Shakyamuni; inoltre ha un legame diretto con Nichiren Daishonin. Questo è il motivo per cui abbiamo lottato coraggiosamente contro i Devadatta e i Ryokan dei nostri tempi e abbiamo vinto. Il Daishonin lanciò la sua sfida a Ryokan, dichiarando: «Il risultato sarà determinato dalla prova concreta» (GZ, 349), e continuò nella lotta fino alla vittoria decisiva. La Soka Gakkai ha combattuto con il cuore del re leone e anch’essa ha vinto in maniera decisiva.
La vittoria e la sconfitta sono nettamente separate nel Buddismo. Nikken, che ha inflitto incredibili sofferenze ai nostri membri, è stato giudicato colpevole due volte dalla Corte Suprema giapponese, mentre la correttezza delle asserzioni della Soka Gakkai è stata provata al mondo intero. Questo è un fatto inconfutabile e Nikken ha lasciato una macchia indelebile negli annali della Nichiren Shoshu. Dal momento della scomunica, la setta Nikken ha visto precipitare il numero dei suoi membri fino a un misero due per cento del numero iniziale, cadendo in un completo declino.
Il presidente Toda usava spesso dire: «Guardate al destino di coloro che hanno attaccato la Soka Gakkai! La loro fortuna ha subito un rovescio e la loro vita è in declino. Il capitolo finale della vostra vita è determinante. Anche se siete state sconfitti nove volte su dieci, basta esser certi di vincere la battaglia finale! Coloro che agiscono così sono dei veri vincitori. Coloro che mantengono una fede corretta raggiungeranno senza dubbio la vittoria finale».
Al tempo in cui ricevemmo quell’assurda lettera di scomunica, la SGI era presente in centoquindici paesi nel mondo. Da quando ci siamo affrancati dalle catene della setta Nikken, il nostro movimento ha subito una crescita incredibile, fino a raggiungere i centottantasei paesi attuali. Esiste una correlazione mistica fra queste due cose; in poche parole, piuttosto che rimanere isolati, con la scomunica abbiamo guadagnato la nostra indipendenza e siamo diventati un’organizzazione religiosa veramente aperta al mondo. Il Budda dell’Ultimo giorno della Legge, Nichiren Daishonin, ci ha guidato verso questa direzione.
Il giorno in cui la lettera di scomunica arrivò ai quartieri generali della Soka Gakkai alla Sala dell’amicizia internazionale Soka si teneva una cerimonia solenne. In quell’occasione una rappresentanza diplomatica di ventisei nazioni africane mi consegnò un riconoscimento per il mio contributo alla promozione della cultura e della pace. Più la Soka Gakkai viene attaccata, più viene sostenuta dagli amici di tutto il mondo. Questa è la manifestazione delle funzioni di Brahma e Shakra, due dei maggiori dèi tutelari buddisti rappresentanti le funzioni protettrici dell’universo. Questa è una prova lampante che la Soka Gakkai è nel giusto.
Recentemente, è stato annunciato che sarà tenuta in Brasile una seduta speciale della Camera dei Deputati per celebrare l’anniversario della fondazione della Soka Gakkai. Quando i preti ci scomunicarono, il numero delle onorificenze da me ricevute dagli istituti e università di tutto il mondo ammontava a dodici. Oggi, dodici anni più tardi, tale numero è arrivato a circa centocinquanta. Questo prova che moltissimi accademici, letterati e studiosi del mondo approvano il contributo della Soka Gakkai alla pace mondiale e alla felicità di tutti i popoli.
In occasione della mia seconda lezione all’università di Harvard [Il Buddismo Mahayana e la civiltà del XXI secolo, 24 settembre 1993], il professor Harvey Cox, esperto di studi religiosi, commentò ribadendo la sua idea che le religioni tolleranti incoraggiano i legami di amicizia e il dialogo su un piano sociale più ampio. Sottolineò inoltre che il movimento della Soka Gakkai andava lodato per i suoi sforzi di prendere totalmente le distanze da una religione rigida e formale e promuovere la fratellanza universale. I legami d’amicizia favoriscono il processo di pace. Il dialogo fra i popoli porta a un allargamento degli orizzonti futuri. E più cresce il numero di coloro che stabiliscono un legame con il Buddismo più si espande la felicità umana.
Christopher Queen, professore di Buddismo a Harvard, nel libro Il Buddismo impegnato: movimenti buddisti di liberazione in Asia tratta del contributo che la Soka Gakkai sta dando alle società di tutto il mondo. Egli considera la Soka Gakkai una solida organizzazione religiosa che lavora attivamente per la risoluzione dei mali della società; ha inoltre espresso simpatia verso il nostro impegno nel portare avanti correttamente gli insegnamenti di Nichiren Daishonin e per i nostri sforzi di rettificare le ingiustizie e le opinioni distorte. Secondo Queen essere impegnati a costruire valore per una società più umana è il vero spirito del Buddismo. Gli studiosi di tutto il mondo vedono la Soka Gakkai in maniera oggettiva e ci incoraggiano con il loro apprezzamento e il loro sostegno. Guardano a noi con fiducia come una forza indispensabile per costruire la pace sulla terra.

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