In questa puntata della serie “Impariamo da La nuova rivoluzione umana”, pubblicata sul Seikyo Shimbun del 26 agosto 2020, il vicepresidente Hiromasa Ikeda evidenzia alcuni punti salienti del ventiduesimo volume
Punti principali
- Lo spirito di Hiroshima
- Le vite di maestro e discepolo unite inseparabilmente
- Il ruolo della Soka Gakkai nella società
Il 6 agosto 2020, che ha segnato il settantacinquesimo anniversario della bomba atomica su Hiroshima, il Seikyo Shimbun ha pubblicato un’intervista a Keiko Ogura, direttrice del gruppo Interpreters for Peace di Hiroshima. Nell’intervista, la signora Ogura – una hibakusha (sopravvissuti ai bombardamenti nucleari, n.d.r.) che all’epoca del bombardamento aveva otto anni – afferma che ci sono state altre due occasioni nel corso della sua vita che le hanno provocato altrettanta ansia e paura: l’incidente della centrale nucleare di Fukushima, nel marzo del 2011, e l’attuale pandemia di Coronavirus. Sottolinea inoltre che lo spirito di Hiroshima di non smettere mai di lottare per la pace non riguarda solamente l’abolizione delle armi nucleari, ma è il potente spirito di lottare contro qualsiasi forma di minaccia all’inviolabile diritto di vivere. A tal fine, esorta i lettori a compiere un nuovo passo avanti in tale direzione.
Una ragione chiave per cui studiamo La nuova rivoluzione umana è che ci aiuta a ereditare un forte impegno dedito alla pace, per impedire che i fatti accaduti settantacinque anni fa vengano dimenticati e per riuscire ad aprire la strada verso una nuova era per l’umanità.
Gli eventi descritti nel ventiduesimo volume si svolgono nel 1975, che segnò il trentesimo anniversario dei bombardamenti atomici sul Giappone e della fine della Seconda Guerra mondiale. Fortemente determinato a cambiare il corso della storia e a far sì che il ventunesimo secolo fosse «un secolo di pace, umanità, vittoria e gloria; un secolo senza più guerre, un secolo di vita» (pag. 1), Shin’ichi Yamamoto viaggiò senza sosta per incoraggiare i membri, recandosi nelle isole Hawaii, a Hiroshima e in altri luoghi.
In vista della riunione generale dei responsabili di centro di tutto il paese, in programma a Hiroshima nel mese di novembre, Shin’ichi si impegnò con tutto se stesso nelle attività per la pace.
Azioni per la pace
Nell’ultimo anno e mezzo, a partire da maggio del 1974, aveva visitato tre volte la Cina e due volte l’Unione Sovietica, con il desiderio di costruire ponti di amicizia tra il Giappone e questi due paesi attraverso scambi basati sulla pace, la cultura e l’educazione. Il 26 gennaio 1975 era stata inoltre fondata la Soka Gakkai Internazionale (SGI).
Durante la sua visita a Hiroshima, Shin’ichi si rivolse ad alcuni giovani del luogo condividendo con loro i sentimenti che guidavano le sue azioni: «Non posso scindere la mia visita a Hiroshima dalla mia lotta per la pace. Fa parte del mio impegno come discepolo del mio maestro, Josei Toda» (pag. 266).
Ciò che animava Shin’ichi era un ardente desiderio di rispondere al suo maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, che si era impegnato in una lotta incessante per la pace fino all’ultimo istante della sua vita. Nel novembre del 1957, la mattina stessa in cui si sarebbe dovuto recare a Hiroshima per una serie di guide, il presidente Toda era stato colto da un malore ed era stato costretto ad annullare il suo viaggio. Solo pochi mesi prima, l’8 settembre, aveva pronunciato la sua storica dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari, e in novembre aveva in programma di intervenire a una riunione presso l’Hiroshima Peace Memorial Hall (l’attuale Hiroshima Peace Memorial Museum) con il desiderio di suscitare una nuova ondata di pace.
La mattina in cui era prevista la partenza, tuttavia, il maestro Toda, che era stato malato da poco e diventava ogni giorno più debole, crollò a terra. è per questo che Shin’ichi, conoscendo perfettamente la forte determinazione del suo maestro nei confronti di Hiroshima, sentiva di non poter mettere piede in quella regione senza aver prima compiuto decisive azioni per la pace.
Come descritto nel secondo capitolo del ventiduesimo volume de La nuova rivoluzione umana (“Correnti”), i membri di Hiroshima «sentivano che lo spirito di Hiroshima era uno spirito di pace e sinonimo dello spirito della Soka Gakkai. Pertanto, consideravano come loro missione creare una corrente verso la pace globale» (pag. 109).
Il maestro Ikeda ha scelto la data del 6 agosto, il giorno in cui fu sganciata la bomba atomica su Hiroshima, non solo per iniziare ma anche per concludere la stesura de La nuova rivoluzione umana. Credo che ciò sia espressione del suo voto, in quanto discepolo, di ereditare l’ardente desiderio di pace del suo maestro e di trasmetterlo alle generazioni più giovani, assicurando che lo spirito del suo maestro rimanga vivo nel futuro.
I leader e le figure di spicco di tutto il mondo hanno riconosciuto e lodato gli sforzi del maestro Ikeda che si è costantemente rivelato un pioniere nell’agire concretamente per la pace. In definitiva, le nostre azioni concrete per la pace sono ciò che conta di più. Il cammino che conduce alla pace non esiste in qualche luogo lontano da noi. Così come Shin’ichi era convinto che «il modo di accendere una fiamma di pace nel nostro mondo turbolento fosse quello di incontrare gli altri basandosi sulla comune umanità» (pag. 35), anche noi possiamo iniziare a creare legami di amicizia con le persone vicine a noi, nelle nostre comunità locali e nei luoghi di lavoro.
Lo spirito di ricerca
Questo mese di agosto sono trascorsi settantatré anni da quando il maestro Ikeda incontrò per la prima volta il maestro Toda, un incontro che cambiò il corso della sua vita. Da allora, Sensei ha continuato a trasmettere ampiamente lo spirito e le realizzazioni del suo maestro. Nel primo capitolo del ventiduesimo volume de La nuova rivoluzione umana, “Un nuovo secolo”, leggiamo: «Facendo conoscere al pubblico le realizzazioni del nostro maestro, facciamo luce sul punto di partenza del nostro movimento; gli scopi della nostra organizzazione sono radicati negli insegnamenti e nella vita del maestro» (pag. 17).
Finché i discepoli fanno ritorno agli insegnamenti del loro maestro e continuano a imparare dal modo in cui lui ha vissuto, non perderanno mai di vista il cammino corretto. Nello stesso capitolo viene descritta una scena in cui Shin’ichi condivide con lo scrittore giapponese Yasushi Inoue i suoi sentimenti nei confronti del suo maestro: «Josei Toda continua a vivere nel mio cuore, dove talvolta osserva silenziosamente ciò che faccio, e talvolta mi consiglia senza parole. Le nostre vite si sono fuse. Io e lui respiriamo insieme» (pag. 43).
In risposta, Inoue osservò che la relazione maestro discepolo è un tipo di legame particolare, che non dipende dal fatto che due individui si siano effettivamente incontrati di persona.
Nel Sutra del Loto si legge: «Le persone che avevano udito la Legge dimorarono in varie terre di Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri» (SDL, 203). In altre parole, nel Buddismo maestro e discepoli condividono legami eterni che attraversano le tre esistenze di passato, presente e futuro. Maestro e discepoli sono inseparabili, uniti come una sola cosa.
Ciò che conta è lo spirito di ricerca dei discepoli, il loro desiderio di continuare a lottare insieme al maestro facendo ardere luminoso il suo spirito nel proprio cuore.
Quando alcuni membri del Gruppo giovani chiesero a Shin’ichi di raccontare qualcosa del maestro Toda, che non avevano mai incontrato di persona, Shin’ichi li incoraggiò in questo modo: «Quasi tutti gli incoraggiamenti del signor Toda sono già stati pubblicati, e io ho già parlato di lui molte volte in passato. Penso che sarebbe meglio per tutti voi riflettere sugli insegnamenti di Toda ed elaborare le vostre idee su di lui e sullo spirito di maestro e discepolo, così come viene tramandato nella Soka Gakkai» (pag. 17).
Non posso fare a meno di sentire che questo anno significativo, in cui abbiamo celebrato il sessantesimo anniversario della nomina del maestro Ikeda a terzo presidente della Soka Gakkai, sia il momento per coloro che si considerano suoi discepoli di fare sforzi ancora più grandi per imparare dal maestro e condividere il suo cuore con gli altri.
In questo senso, la serie pubblicata sul Seikyo Shimbun in cui i giovani intervistano il presidente Harada costituisce un prezioso strumento per i giovani successori, poiché li aiuta a conoscere meglio il maestro attraverso lo studio e l’approfondimento attivo. Impegniamoci in questa direzione e facciamo nostro lo spirito Soka!
La riunione mondiale dei giovani
Nel quarto capitolo del ventiduesimo volume, “Il tesoro della vita”, Shin’ichi «affrontò il ruolo della Soka Gakkai nella società, sottolineando che la missione fondamentale della religione, in un momento di grandi cambiamenti e turbolenze, è quella di fornire a ciascun individuo una fonte di vitalità interiore e di risvegliare in ogni persona la capacità di contribuire a riportare la società su un percorso stabile, solido e positivo» (pag. 283).
Il ruolo della Soka Gakkai nel contribuire a indirizzare la società su un percorso sicuro non è mai stato rilevante come oggi, considerando quanto l’ansia sia ora diventata il sentimento prevalente per le persone di tutto il mondo che si trovano ad affrontare la pandemia di Covid-19 e una serie di eventi meteorologici estremi.
A volte non vorremmo far altro che scappare dalle sfide che ci si pongono davanti. In momenti del genere, ricordiamoci che «lo spirito del Buddismo di Nichiren Daishonin è quello di prendersi la responsabilità di risolvere i principali problemi che la società si trova dinanzi, basandosi sulla prospettiva buddista» (pag. 129); in tal senso, finché continuiamo ad affrontare le sfide che incontriamo, stiamo senza dubbio aprendo la strada per un futuro pieno di speranza.
Con l’obiettivo di celebrare il sessantesimo anniversario del Giorno della pace nel mondo per la Soka Gakkai, il 2 ottobre – i membri del Gruppo giovani, uniti dalla più forte solidarietà che il mondo abbia mai visto, stanno organizzando la riunione mondiale dei giovani che si terrà online il 27 settembre. Puntando a questa data, ciascuno di loro si sta sforzando sinceramente di dialogare con gli altri per espandere la cerchia dell’amicizia, anche nel mezzo della crisi provocata dalla pandemia e nonostante le varie difficoltà che ciascuno si trova ad affrontare.
Nel terzo capitolo, dal titolo “Mare aperto”, vengono riportate alcune affermazioni che il maestro Toda rivolgeva spesso a Shin’ichi: «Ci vorranno probabilmente duecento anni prima che la società apprezzi il vero valore della Soka Gakkai. È un’organizzazione senza precedenti nella storia umana, è questo il motivo per cui ancora nessuno si rende conto di quanto sia meravigliosa» (pag. 209).
Sono certo che la riunione mondiale dei giovani – una cerimonia storica del voto condiviso di maestro e discepolo – costituirà il primo passo che aprirà una nuova storia di kosen-rufu mondiale, verso il centesimo anniversario della Soka Gakkai nel 2030 e oltre, verso il bicentenario della sua fondazione.
Con questo in mente, continuiamo a ispirare e incoraggiare i giovani successori del nostro movimento per costruire insieme una grande rete solidale dei giovani nelle nostre rispettive comunità locali!