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Più scura è la notte, più vicina è l'alba - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:39

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    Più scura è la notte, più vicina è l’alba

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    Il 19 ottobre del 1961 il presidente Ikeda giunse per la prima volta in Italia, a Roma. A quel tempo c’erano solo pochissimi membri giapponesi, ma la sua forte preghiera gettò i semi per lo sviluppo futuro di kosen-rufu nel nostro paese. Da allora tantissime persone hanno abbracciato e propagato la Legge mistica in ogni regione, dialogando e sostenendosi gli uni con gli altri.
    Oggi come allora, è importante muoversi per incoraggiare ogni persona, costruendo relazioni umane con i compagni di fede e nutrendo nel cuore lo stesso spirito del presidente Ikeda. Quando viviamo in sintonia con il maestro emerge una gioia profonda e questo ci consente di superare la nostra oscurità fondamentale. Recitando Daimoku possiamo rompere il guscio del nostro “piccolo io” e risvegliare in noi il desiderio di stare vicini alle persone affinché ognuno diventi felice. L’azione di incoraggiare gli altri deriva da una grande compassione, che porta ad aprirci sempre di più e a comportarci con generosità, gentilezza e altruismo. Di conseguenza anche gli altri si apriranno verso di noi.
    Lo scorso luglio, durante la riunione dei responsabili a Tokyo, a cui ha partecipato anche un gruppo di rappresentanti italiani, il presidente Ikeda ha parlato di tre strade fondamentali per la realizzazione di kosen-rufu:

    1. la relazione tra maestro e discepolo;
    2. l’unità;
    3. il dialogo.

    È davvero importante impegnarsi nel dialogare con ogni persona, creando un “dialogo della vita”, che viene da dentro, da un profondo rispetto per la vita dell’altro, capace di toccare il cuore delle persone. Solo così possiamo realizzare una forte unità.
    In questa epoca incontriamo tanti tipi di problemi e spesso ci ritroviamo davanti un grande buio e una grande incertezza. Come buddisti dovremmo pensare che “più scura è la notte, più vicina è l’alba”, ma non è sempre facile. A volte ci scoraggiamo, o dubitiamo, oppure ci lamentiamo e andiamo avanti con una sorta di rassegnazione, senza più fiducia. Nel messaggio che ha inviato per i corsi estivi europei il presidente Ikeda scrive: «Ricordate che le condizioni più difficili sono la più grande opportunità per compiere la rivoluzione umana, sono la più grande occasione per cambiare il karma e aprirsi a un grande stato vitale pieno di felicità. Questo è il Buddismo. Niente andrà sprecato. Ogni sforzo che fate adesso e ogni problema e difficoltà che state affrontando adesso si trasformeranno in grandi benefici indistruttibili…». Così incoraggia ciascuno di noi ad alzarsi da solo, con una convinzione forte e incrollabile nel Gohonzon, determinati a portare avanti il voto di propagare il Buddismo per realizzare la pace nel mondo e il benessere di ogni persona. E ci esorta a maturare nella fede. In altre parole ciò significa fare la nostra rivoluzione umana, lottando lì dove ci sono ostacoli, a partire da dove viviamo, nelle nostre comunità, nel luogo di lavoro, nelle nostre case.
    Dovremmo utilizzare bene ogni problema e difficoltà che incontriamo, considerandoli una buona chance, una opportunità per trasformare la nostra vita e l’ambiente in cui viviamo. Diciamo spesso che il Buddismo è vincere o perdere, ma cosa significa? Vincere non vuol dire diventare ricchi o famosi, ma significa vincere sulle nostre debolezze, sui nostri limiti, sulle paure che ci impediscono di essere felici.
    «Nella vita o si vince o si perde, vale a dire che si diventa felici o infelici – scrive il presidente Ikeda – Dal punto di vista del Buddismo non ci possono essere cose a metà. Vincere o perdere dipende dalla nostra tenacia. Anche se ci impegniamo fino in fondo nelle attività, non possiamo vincere se non siamo allo stesso ritmo con il maestro» (Daibyakurenge, agosto 2009).

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