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Personale fotografica di Daisaku Ikeda a Mosca - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:40

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Personale fotografica di Daisaku Ikeda a Mosca

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Presso la sala centrale degli artisti di Mosca (Tsentral’nij Dom Xudoshnikov) – la più grande del complesso d’arte moderna e contemporanea – si è svolta dall’8 al 22 novembre la mostra Il mio universo, personale fotografica di Daisaku Ikeda che raccoglie molte immagini scattate nel corso degli anni. All’inaugurazione erano presenti l’ambasciatore giapponese a Mosca, alcuni rappresentanti della Soka Gakkai giapponese ed europea – come il direttore generale Hideaki Takahashi – oltre a membri e responsabili russi provenienti di Mosca, San Pietroburgo, Nishnij Novgorod e Ekaterinburg. Hanno presenziato inoltre alcuni dei maggiori rappresentanti di politica, scienza e cultura della Federazione russa tra cui il rettore dell’Università statale russa Sadovnichi, il ministro della cultura e comunicazioni di massa Sokolov, diversi giornalisti e alcuni amici di Ikeda fra cui il direttore dell’Istituto di fisica statale Logunov e l’astronauta Serevrov. Nel messaggio inviato per l’occasione, sensei ha scritto: «Proprio quest’anno si celebrano i cinquant’anni degli accordi diplomatici tra la Russia e il Giappone. Nel 1956 io e mia moglie abbiamo assistito in Parlamento, come spettatori, alla seduta nella quale si sarebbe deliberata questa decisione e i nostri cuori fremevano per l’esito […]. Nel corso della mia infanzia la cultura russa ha sempre avuto un posto particolare nel mio cuore, soprattutto per quanto riguarda la letteratura classica. Durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, parte della mia biblioteca andò bruciata e con essa il volume di Tolstoj Guerra e Pace che tanto amo e della cui perdita provo dolore ancora oggi. Una perdita che mi fece comprendere come senza questo capolavoro l’umanità sarebbe più povera e più triste».

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Avvicendamento ai vertici della Soka Gakkai giapponese

Il 9 novembre Minoru Harada è stato nominato sesto presidente della Soka Gakkai giapponese al posto di Einosuke Akiya che lascia la carica dopo venticinque anni.
Harada, che era vice direttore generale, è nato a Tokyo l’8 novembre 1941 ed è diventato membro della Soka Gakkai nel 1953. Laureatosi presso la Facoltà di Economia dell’Università di Tokyo, ha ricoperto responsabilità nella Divisione studenti e nella Divisione giovani prima di diventare responsabile delle quattro divisioni dell’area di Tokyo.
Akiya assume la presidenza del comitato esecutivo dei consiglieri.
Masaaki Masaki, cinquantaduenne di Tokyo che ha ricoperto fin’ora la carica di vice presidente, è stato nominato direttore generale della Soka Gakkai giapponese.

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I cinquant’anni della Divisione studenti

I responsabili della Divisione studenti parlano dei prossimi passi e lanciano l’obiettivo di incontrare tutti gli studenti italiani dall’11 al 13 maggio in un corso nazionale

«Shin’ichi, un giorno o l’altro dovremo fondare un’università», aveva detto Toda un bel giorno. «L’aveva già prospettata Makiguchi questa idea, se non ci riesco io, nel tempo che mi resta da vivere, bisognerà che ci pensi tu. Dopo tutto la pace ha per fondamento proprio l’educazione».
(NRU, 1, 279)

Gli ultimi giorni dell’anno rappresentano spesso per i praticanti buddisti dei momenti di lotta e difficoltà volti a realizzare desideri, attività e superare i propri limiti prima del “critico” Gongyo di Capodanno.
Per la Divisione studenti, quest’anno è un momento particolarmente importante poiché il 2007 segnerà per gli studenti di tutto il mondo una commemorazione di grande valore: nel 1957, Toda e Ikeda, seguendo i desideri del primo presidente della Soka Gakkai, fondarono la Divisione studenti.
Ikeda ricorda spesso quale è il ruolo di questa Divisione e quale quello dell’università: le persone che studiano, si laureano e basano la propria vita sulla conoscenza hanno l’importante missione di proteggere i più deboli con la propria cultura. La cultura non può essere fine a se stessa, ma si “illumina” se utilizzata per nobili scopi. Nella Gakkai, la missione degli studenti è quella di proteggere gli altri nel futuro e migliorare la società in cui viviamo.
Per questi motivi tutti gli studenti hanno la responsabilità di rispondere non solo a un impegno personale, ma di essere i principali fautori del cambiamento della società del futuro, attraverso scoperte scientifiche, nuove teorie, ma anche battaglie e difese nei confronti dei più deboli. Un cammino pieno di ostacoli che ciascun studente deve affrontare, ma per questo è stata fondata la Divisione studenti: lottare insieme ora e domani per un futuro migliore.
Per tutti questi motivi dall’11 al 13 maggio 2007 si terrà il Corso nazionale studenti al quale vorremmo partecipassero tutti gli studenti italiani.
Negli ultimi anni alcuni di voi, insieme ai sottoscritti, hanno sicuramente preso parte ai corsi studenti europei a Trets. Solo nell’estate del 2006 sono stati coinvolti circa centocinquanta studenti da ben diciotto paesi diversi. I pochi partecipanti italiani che hanno avuto questa opportunità sono tornati rincuorati e determinati a vincere nelle proprie battaglie e nei propri studi.
Ripartiamo dunque dal Corso nazionale studenti per vincere negli studi, nelle università e nei quartieri, proprio come ricorda Ikeda: «Abbiamo bisogno di una comprensione più profonda dei nostri illimitati potenziali così come dei nostri aspetti vulnerabili, di come poter sviluppare i nostri punti di forza in quanto individui attraverso il sostegno reciproco» (Japan Times, 9 novembre 2006).
Ecco gli obiettivi della Divisione studenti europea: vincere nello studio; mettere in pratica il proprio studio e diventare leader nelle università di appartenenza; alzarsi da soli con il desiderio di portare pace e felicità nel mondo, mettendo in pratica ciò che studiamo nella società.
Francesco Capone e Karin Sarnacchiaro

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I corsi a Trets nel 2007

18-21 gen Area Piemonte Est
1-4 feb Consulta Nazionale
22-25 mar Area Tosco Umbro
15-18 apr Area Liguria
22-25 apr Lombardia
10-13 mag A. Costa Tirrenica
17-20 mag Adriatico
24-27 mag Lazio, Abruzzo e Molise, Sardegna
27-30 mag Piemonte
3-6 giu Lazio, Abruzzo e Molise
10-13 giu Lombardia
13-16 set Area Marche
20-23 set Area Trevenezie
07-10 ott Lazio, Abruzzo e Molise, Sicilia
10-13 ott Lazio, Abruzzo e Molise, Sardegna
13-16 ott A. Mediterraneo
16-19 ott Lazio, Abruzzo e Molise
15-18 nov Piemonte
22-25 nov A. Toscana Ovest
06-09 dic Lombardia
13-16 dic Area Fiorentina

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Dipendere, perché?

Con una conferenza sulle dipendenze si è concluso il ciclo di incontri organizzato a Firenze dallo staff Sanità

I giovani sono i nostri tesori, con questo pensiero lo staff Sanità ha deciso di dedicare una serie di quattro incontri all’approfondimento di argomenti importanti per gli adolescenti come ansia, bulimia e anoressia, sessualità. L’ultimo incontro, il 5 novembre, è stato dedicato all’abuso di sostanze stupefacenti, un problema nel nostro paese, insieme all’alcol, dove un’indagine su 6000 ragazzi ha rilevato che il 28% di adolescenti tra i 12 e i 19 anni fa uso di sostanze stupefacenti e il 48% beve alcolici in discoteca.
Chi usa sostanze che possono creare dipendenza manifesta spesso una tendenza karmica del mondo di Avidità, dominato dai desideri. Per queste persone la vita ruota intorno al desiderio di assumere ripetutamente queste sostanze, in uno stato d’insoddisfazione quasi permanente rispetto a ciò che già possiedono. Sono spinte dal pensiero che la loro felicità risieda nel possedere o sperimentare qualcosa che è al di fuori della loro portata, o di avere cose in quantità sempre maggiore. Il mondo di Animalità si manifesta anche con l’incapacità di controllare i propri istinti, pulsioni, e azioni. L’illusione porta a credere che la felicità sia rappresentata dal soddisfacimento del desiderio, e dal ricercare l’effetto piacevole che deriva dall’assunzione di queste sostanze. Il mondo di Avidità e quello di Animalità, insieme al mondo di Inferno, nel Buddismo sono chiamati “i tre cattivi sentieri” perché intrappolano le persone nel circolo vizioso delle condizioni vitali inferiori.
Ma è per non sentire la sofferenza che si fa uso di queste sostanze. Si sceglie così una felicità relativa, a scapito della felicità assoluta, che si raggiunge invece nel momento in cui si decide di non essere più dipendenti da qualcosa (o qualcuno) e non si nasconde più il problema, ma anzi ci s’impegna a trasformarlo e a renderlo una fonte di crescita. Riconoscere di essere schiavi di una sostanza è il primo importante passo verso la guarigione, seguito da una pratica volta a curare, lodare e amare la nostra esistenza, rinnovando questo proposito ogni giorno. Recitare Nam-myoho-renge-kyo non è una cura miracolosa e istantanea, per risolvere qualsiasi problema fondamentale ci vuole un profondo e sincero desiderio di sfidarsi, unito a un grande e considerevole sforzo. Per risvegliare il coraggio di affrontare l’esistenza di un determinato problema nella propria vita occorrono tempo e molta recitazione. Ma quando sfideremo la nostra debolezza saremo pronti a superarla, senza bisogno di sentirsi colpevoli per via dei nostri limiti. Perché tutto ciò può divenire l’occasione per cambiare davvero. Oscar, un giovane uomo di vent’anni, che pratica da tre anni, ha raccontato la sua esperienza. «Abusavo abitualmente di sostanze stupefacenti. La mia vita era dominata da ansia, paura, attacchi di panico e sensi di colpa, passavo gran parte del giorno sul letto. Un giorno mi sono sentito molto male, anche perché oltre ad assumere droga avevo bevuto un po’ di alcol – ha raccontato – Mia madre, che praticava da poco, quel giorno tornò dal suo primo turno Corallo. Con lei avevo un rapporto conflittuale e di chiusura, ma quel giorno, di fronte alla sua evidente felicità, trovai il coraggio di aprirmi e le confessai tutte le mie ansie e le mie paure. Lei mi accompagnò davanti al Gohonzon, parlandomi della pratica in modo semplice, facendomi sentire quanto forte era il suo desiderio che io stessi bene. E io che mai avrei pensato di recitare quella frase, recitai cinque minuti di Daimoku e mi sentii subito meglio». Oscar ha deciso in seguito di cominciare a praticare e di smettere di fare uso di droga. «Quando incontravo qualche ostacolo, leggevo un gosho o i libri per i giovani del presidente Ikeda, e trovavo sempre una risposta al mio dubbio. Altre volte chiedevo aiuto ai compagni di fede. Dopo aver toccato il fondo stavo prendendo la “scala mobile” giusta, quella di Nam-myoho-renge-kyo». Nel luglio 2004 Oscar ha ricevuto il Gohonzon. «Grazie alla pratica sono riuscito ad affrontare l’infelicità e la sofferenza che si ripresentava periodicamente, e sono riuscito a uscirne da solo! Ho finalmente la vita nelle mie mani».
Il seminario è stato videoregistrato ed è disponibile in biblioteca.
Cristina Mannini

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Diamanti che intagliano diamanti

Lo scorso luglio lo staff Diamante di Grosseto ha ospitato quello di Parma in un clima di grande cordialità. L’idea era nata a marzo, quando alcuni rappresentatati si erano incontrati durante un corso a Trets. Lo scopo dell’incontro, oltre all’approfondimento della fede, era quello di poter andare oltre i ristretti confini dell’attività locale e sviluppare così relazioni anche al di fuori delle usuali riunioni. L’incontro ha avuto un grande successo, tanto che i responsabili dei due gruppi si sono ripromessi di portare avanti questo tipo di scambio anche con altre città italiane. Inoltre i “diamanti” di Parma, felici di questa visita, hanno invitato a loro volta i compagni di fede toscani in terra emiliana.
Vincent Thierry Atangana

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Il futuro di Oristano

«Come possiamo rendere i promettenti germogli del Gruppo Futuro capaci di far emergere la loro vitalità? Come fare in modo che sviluppino appieno il loro potenziale? Il destino del ventunesimo secolo ruota attorno a tali quesiti». Con queste parole Daisaku Ikeda ricorda l’importanza dei giovanissimi tra i dodici e i diciotto anni. Nei nostri scopi dello scorso anno c’era anche l’obiettivo di “realizzare queste aspettative. Facile a dirsi, ma dove sono questi giovani nella nostra piccola cittadina di Oristano?
Recentemente noi responsabili abbiamo tirato le somme, e così in una stretta collaborazione tra Divisione donne e giovani donne, abbiamo scoperto che ci sono otto ragazzi in questa fascia d’età e tra varie difficoltà, abbiamo organizzato, la prima riunione Divisione Futuro di Oristano. Il 12 novembre giovanissimi, giovani e donne che hanno iniziato a praticare alla loro stessa età, si sono dati appuntamento per un incontro di scambio di esperienze. I ragazzi hanno espresso il desiderio di incontrarsi ogni mese in una riunione per parlare della vita dal punto di vista buddista.
Donatella Marchi

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Maestri di felicità

Domenica 12 novembre è ripartita al Centro culturale di Genova l’attività del gruppo educatori. Numerosi i membri, provenienti da tutto il territorio regionale, sostenuti da Giovanna Firpo, responsabile per la Liguria, e dalla partecipazione di Caterina Scarabelli, responsabile Area Nord, e di Marita Bombardieri, responsabile nazionale. Quest’ultima, in particolare, ha sottolineato come, per sua natura, il «gruppo educatori» abbia la possibilità di applicare all’interno del proprio ambiente di lavoro la pedagogia Soka adottando la «creazione di valore» come principio guida. In tal senso, il luogo di lavoro diviene anche àmbito privilegiato per «conoscere, approfondire e, soprattutto, sperimentare» i princìpi del buddismo e le linee pedagogiche dei tre maestri. Il buddismo vive se è vissuto, ha ricordato Marita, non deve rimanere sterile teoria. Perché ciò avvenga occorrono «onde di esperienze» in grado di trasformare il buddismo in realtà, e quest’ultima in fede. Vero rivoluzionario è colui che mette alla prova i princìpi teorici e li traduce in realtà.
A tal fine, ha sottolineato Caterina Scarabelli, è indispensabile provare sulla propria pelle la rivoluzione umana, intraprendere un processo di crescita e di cambiamento personali, con la consapevolezza che il raggiungimento della propria felicità richiede il coraggio di andare «fino in fondo». La chiave per crescere persone di valore consiste, quindi, nello sviluppare se stessi. La crescita altrui dipende dagli sforzi che ogni educatore (e, per traslazione ogni genitore) compie, per crescere e migliorare. I poteri della vita contenuti nel Gohonzon (compassione, coraggio, felicità, missione), attivati da questo tipo di determinazione, generano «onde» che immediatamente si immettono nella fitta rete delle relazioni. In quest’ottica, felicità del singolo e kosen-rufu, pratica per sé e pratica per gli altri coincidono, rivelando la loro effettiva inscindibilità. «Il nostro maestro ci vuole felici soddisfatti e a nostro agio», ha ricordato Marita Bombardieri.
Così, in un percorso sincronico, mentre l’educatore si impegna ad approfondire nel proprio lavoro i principi pedagogici dei tre maestri, «facendo vivere» il buddismo, contemporaneamente si impegna a portare avanti la propria rivoluzione umana «macinando nella propria vita» quegli stessi princìpi.
Non a caso, il gruppo ligure ha deciso di impegnarsi, per il 2007, a lavorare sull’accrescimento dell’autostima e lo sviluppo di un forte io. Scopi personali che rientrano nell’obiettivo più ampio e ambizioso, riaffermato da Caterina Scarabelli, di essere un gruppo di sfondamento della società: “motivati nel cuore”, decisi a sfondare la porta dell’indifferenza, consapevoli di essere parte di un progetto. Un invito a sperimentare il potere insito nella rivoluzione di un singolo individuo, e la forza di trasmissione e di propagazione che una sola «onda di cambiamento» può generare.
Antonella mastrorilli

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Vorrei vedere le lucciole

40 pagine
Euro 12,00
di Daisaku Ikeda
illustrato da Monica Auriemma

La collana Esperia Ragazzi acquisisce un nuovo titolo, il racconto di Daisaku Ikeda Vorrei vedere le lucciole. Si tratta di un racconto che ha come sfondo la guerra tra Cina e Giappone, nel 1945. Due bambini giapponesi si recano con la madre in una città al confine con la Russia per incontrare il padre che è al seguito dell’esercito in Manciuria. Ma proprio in quei giorni la Russia dichiara guerra al Giappone e la famiglia rimane coinvolta in un attacco aereo. I due bambini e la madre cercano disperatamente di fare ritorno al porto di Dalian, ma la piccola Chisato a un certo punto si perde tra le onde durante l’attraversamento di un fiume…
Un racconto che narra della brutalità della guerra e della natura capace di rispondere in modo sorprendente alla bontà insita nell’animo umano.

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Le religioni si incontrano in toscana

La regione si è fatta promotrice di una serie di importanti inziative nella promozione del dialogo interreligioso e nella sua concreta attuazione.

È un onore e una sfida per la Soka Gakkai italiana essere stata invitata a partecipare alla consulta per il dialogo interreligioso della Regione Toscana, nata lo scorso ottobre da una proposta dell’assessore alla cooperazione internazionale, perdono e riconciliazione tra i popoli, Massimo Toschi. Si tratta di un’iniziativa unica nel panorama italiano, anche perché, come dice Andrea Pugliese, rappresentante del nostro Istituto, «lo spirito non è quello di catechizzare gli altri, è un tentativo molto coraggioso, che ha, secondo me, il suo momento più importante non tanto e non solo in quello che viene detto, ma nel semplice momento di incontro».
Partecipare a questa iniziativa, che ha l’ambizione di far crescere il dialogo fra le confessioni religiose più rappresentative del territorio toscano, significa tradurre in pratica lo scopo della religione in senso lato: affrontare e superare la sofferenza della vita.
La consulta si è impegnata e si impegnerà a promuovere iniziative concrete in alcuni ambiti sociali: la sanità, il carcere e la scuola.
A testimoniare lo spirito di trovare valori comuni e condivisi, la consulta ha prodotto una dichiarazione per la pace tra le culture, composta da dieci punti chiave. Fra questi vi è il dialogo come unica via per l’unità del mondo, la pace come accoglienza dell’altro e la conoscenza come comprensione delle posizioni altrui.
La consulta ha redatto poi un documento per il diritto all’assistenza spirituale nei luoghi di cura, in base al quale ogni persona, all’interno dei servizi sanitari, può ricevere un accompagnamento spirituale e religioso rispettoso della sua fede. La consulta opererà perché tale documento venga adottato come protocollo per l’assistenza religiosa in tutte le strutture ospedaliere del territorio, anche attraverso un convegno, che vedrà la partecipazione di operatori sanitari (dirigenti Asl, medici etc.) e rappresentanti religiosi. Non solo dialogo fine a se stesso, quindi, ma impegno concreto da parte di questo neonato organo politico regionale.
Carmen Innocenti

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Operatori per la pace al centro di firenze

Dal 20 al 22 ottobre il Centro culturale di Firenze ha offerto i propri spazi per ospitare uno dei week-end di studio del Corso di perfezionamento post-universitario dal titolo “Formatori alla trasformazione nonviolenta dei conflitti”. Grazie alla presenza, fra i diciannove allievi, di tre membri dell’Istituto, si è potuta realizzare questa sinergia di intenti.
Iniziato nella scorsa primavera, il corso si è concluso a metà novembre (125 ore in totale). Attraverso metodologie pratiche, come il gioco e le simulazioni esperienziali, prepara i partecipanti alla conduzione di laboratori di formazione dedicati all’apprendimento di competenze e conoscenze relative alla gestione costruttiva dei conflitti, all’educazione alla pace, alla nonviolenza. I partecipanti hanno molto apprezzato l’accoglienza e la calorosa ospitalità, ringraziando per il pranzo, offerto loro dall’Istituto Buddista.

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Guerre sane

Il titolo che fa da comune denominatore di una serie di incontri interreligiosi patrocinati dalla Regione Toscana e proposti dall’Università di Firenze è piuttosto accattivante. Le istituzioni coinvolte sono numerose (comuni, province e istituti/associazioni toscane), e la sede rinascimentale dell’Istituto è stata invitata a ospitare uno di questi incontri (avvenuto il 6 ottobre). L’iniziativa nasce dall’intento di promuovere la cultura dei metodi nonviolenti, di trovare nuove modalità di relazione e comunicazione fra diversi contesti religiosi e spirituali, e di superare le barriere delle differenze per confrontarsi sui punti in comune. L’originalità del progetto consiste nel far incontrare soggetti che normalmente vivono e operano in contesti differenti e in luoghi separati: fedeli, rappresentanti delle religioni, giornalisti, storici, studiosi, psicologi, etnografi etc.
Oltre a sei corsi di formazione religiosa, sono stati organizzati sette laboratori, che hanno concluso i lavori il 20 dicembre, per tradurre la logica discorsiva in progetti pratici.
(www.cultura.toscana.it/intercultura/eventi/guerre.shtml)

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