Utilizzando le attività della Gakkai come palestra e sforzandomi di mettere in pratica gli incoraggiamenti del maestro Ikeda, ho potuto consolidare dentro di me lo spirito di non arrendermi mai
Sono cresciuto a Grosseto in una bella famiglia molto unita. Purtroppo le vicende della vita, soprattutto quelle legate alla salute, sono state per noi sfortunate. Anche per questo la mia vita era spesso condizionata dalla paura e da una forte emotività che mi impediva di vivere con soddisfazione: mi sentivo incapace di dare un qualunque contributo alla mia famiglia, non riuscivo ad avere relazioni sentimentali e le serate con gli amici erano la mia principale ragione di vita, per scappare dall’apatia.
A ventisei anni mi sono trasferito a Firenze per lavoro, dove ho ricominciato a frequentare Francesco, un ex compagno di scuola.
Tra una birra e l’altra trovai il coraggio di dirgli quanto lo trovassi cambiato e lui rispose che grazie al Buddismo aveva preso in mano la sua vita. Mi lesse inoltre una frase di Ikeda che da quel giorno ho portato sempre nel mio cuore: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità» (Prefazione, RU, IV).
La settimana dopo ero alla mia prima riunione buddista. Non riuscivo a capire cosa avessero quelle persone per essere così felici, ma di fatto volevo essere come loro. Così iniziai a recitare Nam-myoho-renge-kyo. Col passare dei giorni emergevano una gioia e una fiducia mai provate. Studiando il Buddismo finalmente trovavo le risposte che cercavo per vivere una vita di valore.
Decisi di ricevere il Gohonzon. Il mio cambiamento fu così evidente che Fulvio, un amico, mi chiese cosa fosse successo; vincendo la mia timidezza, gli parlai del Buddismo con grande fatica. Anche lui iniziò a praticare e poco a poco riuscì a superare un momento molto critico della sua vita e ricevette il Gohonzon. Incoraggiato dalla sua vittoria, decisi che avrei sconfitto la mia chiusura per poter condividere la gioia della pratica buddista con gli altri. Sentivo profondamente che se avessi dedicato la mia vita a “liberare il mondo dall’infelicità”, come diceva Toda ne La rivoluzione umana, non avrei più avuto paura. Scrissi al maestro Ikeda che per la realizzazione di kosen-rufu poteva contare su di me. Da quel momento, il mio mal di stomaco, che si presentava nei momenti più critici, divenne un lontano ricordo.
Grazie al Buddismo in questi anni ho potuto illuminare gli aspetti del mio carattere che mi facevano più soffrire. Utilizzando le attività della Gakkai come palestra e sforzandomi di mettere in pratica gli incoraggiamenti del maestro Ikeda, ho potuto consolidare dentro di me lo spirito di non arrendermi mai e sono emersi potenzialità e benefici molto al di là delle mie aspettative.
Nel 2013 mio padre iniziò a non stare bene. Gli venne diagnosticato un tumore all’ultimo stadio, con pochi mesi da vivere. Scoppiò una grandissima sofferenza in famiglia. Mi sforzai di fare Daimoku più possibile per sostenere tutti, nonostante io stesso avessi una grande paura della morte. Mi assunsi la responsabilità di parlare con i dottori e di accompagnare mio padre per le cure. Ci fu perfino un momento di miglioramento durante il quale i miei tornano a ballare il liscio nonostante le chemioterapie… Sono stati mesi in cui abbiamo vissuto insieme con profonda dignità, speranza e spirito combattivo. Grazie al Buddismo e al sostegno dei compagni di fede ho potuto vivere la morte di mio padre come un momento molto doloroso ma naturale della vita.
Nichiren Daishonin scrive: «Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (Grande male e grande bene, RSND, 1, 992). Recitavo Daimoku per mettere in pratica queste parole. Oltre al dolore della perdita, nella mia vita dovevo ancora concretizzare tante cose, tra cui un lavoro stabile e una relazione in cui sentirmi veramente felice. Dopo due mesi si sbloccò la graduatoria di un concorso che avevo vinto due anni prima e venni assunto all’ISTAT a tempo indeterminato. Nel 2015 partecipai con tutto me stesso all’attività per la mostra Senzatomica a Roma.
E fu lì che conobbi una ragazza splendida di nome Letizia. Ero timoroso, volevo assolutamente evitare il fallimento di un’altra relazione, così mi affidai totalmente al Daimoku e alle guide di sensei contenute nel libro Amore e amicizia: è rivolto ai ragazzi delle scuole medie ma per me, a trentanove anni, quei consigli erano utilissimi! Adesso posso dire che ho trovato finalmente la persona con cui essere felice. Nel 2017 ci siamo sposati e siamo andati in viaggio di nozze in Giappone e al Kosen-rufu Daiseido per riformulare insieme la nostra promessa di impegnarci come famiglia per kosen-rufu. Inoltre, un anno fa è nata la nostra meravigliosa figlia Sole Tomoe.
Tenendo sempre nel cuore quella frase sulla rivoluzione umana che mi aveva letto il mio amico parlandomi per la prima volta di Buddismo, due anni fa ho iniziato a studiare duramente per formarmi in materia di “valutazione delle politiche pubbliche”, strumenti statistici poco diffusi in Italia che permettono di analizzare l’impatto di una legge sulla società con lo scopo di sviluppare politiche sempre migliori in termini di spesa di denaro pubblico e di maggiore beneficio per i cittadini.
Qualche mese fa ho proposto in ISTAT l’apertura di tirocini formativi per studenti universitari su questo tema. Oggi, su novanta tipologie di tirocinio, è uno dei più richiesti e gli iscritti sono animati dal desiderio di essere utili al proprio paese. Da quattro anni porto avanti l’attività nella mia zona insieme al Gruppo uomini; stiamo cercando di creare legami gioiosi di amicizia, sostenendoci a vicenda per mettere in pratica i consigli del maestro Ikeda e diventare persone solari, solide e affidabili che si dedicano con passione alla felicità degli altri. Sono determinato a utilizzare sempre di più il mio lavoro come mezzo per diffondere strumenti che aiutano a migliorare le scelte politiche in Italia tenendo sempre come punto di riferimento la condivisione degli ideali dell’umanesimo buddista nella società.