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Per un mondo libero - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:56

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    Per un mondo libero

    Quali iniziative sta promuovendo l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della lotta agli armamenti nucleari? Quali risultati ci aspettiamo da questo movimento di coscienze? Abbiamo rivolto queste e altre domande a Daniele Santi, coordinatore nazionale di questo progetto

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    Quali iniziative sta promuovendo l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della lotta agli armamenti nucleari? Quali risultati ci aspettiamo da questo movimento di coscienze? Abbiamo rivolto queste e altre domande a Daniele Santi, coordinatore nazionale di questo progetto

    La mostra Senzatomica è stata presentata a Firenze lo scorso anno e a Pesaro nel febbraio 2012. L’impegno e la dedizione costanti dei sostenitori hanno permesso la realizzazione di notevoli risultati. Ci puoi rinfrescare la memoria sull’obiettivo della campagna Senzatomica e aggiornare sulle ultime novità?

    L’obiettivo principale della campagna è informare la società sul tema del disarmo nucleare affinché tutti ne prendano consapevolezza e da lì si attivino. Il titolo della campagna è “Senzatomica: trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”. Il presidente Ikeda ci incoraggia a cambiare la società a partire da noi. Questo obiettivo nasce proprio per portare avanti l’opera dei presidenti Toda e Ikeda ed è necessario che siano i cittadini ad attivarsi per primi al fine di arrivare a “muovere” gli Stati. Il primo passo concreto che dobbiamo compiere è la realizzazione entro il 2015 di una Convenzione sulle armi nucleari. La mostra Senzatomica, che a breve sarà disponibile anche in una versione adatta a essere presentata in allestimenti temporanei in spazi ridotti, contribuisce a creare nella società un’onda che si origina dalla trasformazione dello spirito umano, dal disarmo interiore.

    Tutti gli eventi in programmazione sul sito ufficiale di Senzatomica non sono legati alla mostra e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai non compare come promotore. Potresti spiegarci meglio questo delicato confine legato alle attività svolte a titolo personale e alle attività promosse dall’Istituto?

    L’Istituto ha creato e lanciato la campagna Senzatomica e vi partecipa attraverso la mostra. Le altre iniziative, per quanto abbiano alla base lo stesso desiderio e obiettivo, vengono portate avanti a titolo personale e non sono pertanto quella che chiamiamo “attività” dell’Istituto. Ognuno di noi rappresenta la Soka Gakkai e attraverso il suo comportamento nella società ne diffonde i valori. Il fatto di parlare a titolo personale e non a nome dell’Istituto è inoltre una grande occasione: se decido di trasmettere davvero lo spirito della Soka Gakkai, di toccare il cuore della persona che ho davanti, questo arriverà a prescindere dalla forma con cui io mi presento. Le persone rimangono colpite da chi appoggia nobili ideali come singolo cittadino. I pionieri hanno questa missione.

    Molti giovani che desiderano sostenere la campagna non capiscono perché vengano spese così tante energie per combattere un’arma considerata da tanti obsoleta. Le armi costruite dalle ultime ricerche sono considerate ancora più distruttive. Come risponderesti a queste perplessità?

    Nella proposta “Costruire una solidarietà globale per l’abolizione del nucleare” dell’8 settembre 2009 (BS, 138, 30) il presidente Ikeda ci spiega che il vero nemico non è l’arma in sé, ma il modo di pensare che giustifica le armi nucleari. Esistono già le convenzioni sulle mine anti-uomo, sulle bombe a grappolo, sulle armi chimiche e batteriologiche che rendono questi ordigni illegali. Anche fumare nei locali è vietato, invece le armi nucleari sono ancora legali. Questi ragazzi si sono informati correttamente? Hanno verificato le fonti? Non esiste un’arma più immorale di quella nucleare perché non esiste un’altra arma che minacci l’esistenza stessa della vita su questo pianeta. Il desiderio di Toda era di attaccare il problema alla radice, cioè “strappare” e “denudare gli artigli che si celano nelle estreme profondità di simili ordigni”. Da questa dichiarazione Ikeda ha compreso che “gli artigli nascosti” nelle armi nucleari rappresentano ogni concetto di sicurezza fondato sulla sofferenza e il sacrificio dei cittadini comuni. Ha compreso che Toda ci esorta ad affrontare e trasformare simili mentalità; questa è l’unica soluzione. I membri della Soka Gakkai hanno ereditato lo spirito di Toda e Ikeda: abbiamo quindi la responsabilità di continuare a combattere ciò che va contro la sacralità della vita.

    Come potranno gli eventi, i concerti, le conferenze organizzate dalle singole persone contribuire concretamente alla stesura di una Convenzione sulle armi nucleari nel 2015?

    Ritorniamo al concetto di onda che deve partire proprio dalle persone. In questo momento una regione (oltre a una provincia e tredici comuni) ha aderito alla campagna Senzatomica attraverso la mozione scaricabile dal nostro sito. Ne mancano diciannove. Sono convinto che l’impegno dei cittadini e prima di tutto dei discepoli del presidente Ikeda farà la differenza. La Convenzione nel 2015 è il primo passo concreto. Ci vorranno un po’ di anni affinché si possano vedere gli effetti della sua applicazione su scala globale. Alla base della sensibilizzazione degli enti locali c’è sempre il dialogo da essere umano a essere umano. Sono gli artigli di cui parlava Toda nascosti nelle profondità delle persone a dover essere trasformati. Il cuore di una persona muove il cuore di un’altra. Il presidente Ikeda ci insegna che non c’è differenza tra un capo di stato e un bambino. Dobbiamo sentirci tutti alla pari, dialogare con la consapevolezza che abbiamo tutti lo stesso valore a prescindere dalla posizione sociale.

    Nella quotidianità non è così immediato mantenere la massima attenzione sull’obiettivo della campagna. Qual è la chiave per mantenere vivo il desiderio di dedicarsi a Senzatomica?

    Non è una cosa automatica. È più facile cadere nell’apatia e nella rassegnazione. Uno dei concetti chiave per poter mantenere vivo questo desiderio è lo sforzo. Faccio una domanda: quanti giovani hanno messo tra i loro obiettivi dell’anno “Abolire le armi nucleari”? Tutto parte dalla fede e dalla lotta contro questa sfiducia. Einstein disse: «Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose». È naturale non pensare a questo come a un problema che ci riguardi. Toda chiese a coloro che si consideravano suoi studenti e discepoli di ereditare lo spirito della dichiarazione che pronunciò contro le armi nucleari e domandò loro di far conoscere il suo contenuto in tutto il mondo. Questo suo appello si è impresso da quel giorno nella mente del suo discepolo Ikeda. Lui non ha mai dimenticato l’energico invito ad agire fatto dal suo maestro e ha lavorato incessantemente per creare un movimento di pubblica opinione favorevole all’abolizione degli armamenti nucleari. Dobbiamo ispirarci a lui, al suo profondo legame con Toda. Quindi, credo che il punto di partenza per mantenere vivo questo desiderio stia nel coltivare la relazione di non dualità di maestro e discepolo nella Soka Gakkai.

    E cosa diresti a coloro che non sentono propria questa missione?

    L’aspirazione di Toda era che i membri della SGI diventassero persone responsabili e di spessore capaci di dare il loro contributo al proprio paese e al mondo. Lui sosteneva che i veri praticanti buddisti si preoccupano non solo della propria felicità, ma anche di quella degli altri e del benessere della società. Ikeda inoltre ci spiega che molti giovani di oggi si sentono persi, alienati e cercano la loro strada nell’oscurità. Il suo desiderio è vedere ogni giovane della Soka Gakkai diventare un faro di speranza per gli altri giovani della sua generazione. Mi ha insegnato che la presenza di un giovane, pronto a incoraggiare gli altri con questo spirito, può brillare come un rifugio spirituale e come una rete di sicurezza per le persone che stanno lottando. La grande fiducia del presidente Ikeda nel nostro infinito potenziale ci invita a sviluppare una crescente solidarietà fra persone “buone” nella società così da essere in grado di cambiare i tempi.

    Da quando ti stai dedicando a questa attività che tipo di “disarmo interiore” hai percepito nella tua vita?

    Sono di base una persona molto orgogliosa e ho la tendenza a essere egocentrico. Grazie all’impegno per questa attività mi sono maggiormente reso conto di questa mia tendenza. Ora che ho deciso di cambiarla sento che nella mia vita c’è qualcosa di più profondo. Quando decidi che non vuoi più quegli “artigli” stai già muovendo verso il cambiamento. Sento che è grazie al mio maestro e alle attività che posso davvero andare oltre i miei limiti. Tutto può essere trasformato. Ho il ricordo di mia madre che in passato, a causa della sua preoccupazione, mi ostacolava nella pratica buddista; ora invece prepara le torte per i membri.

    Una volta raggiunto l’obiettivo pensi che gli stati saranno in grado di mantenere l’impegno sul tema del disarmo nucleare? Come pensi possa cambiare il loro atteggiamento nelle dinamiche internazionali?

    Rispetto al riuscire a mantenere l’impegno ti rispondo dicendoti: «Sì!». Intanto raggiungiamo l’obiettivo. Il punto è che dovremmo determinare di farcela assolutamente e quindi impegnarci con costanza. Ikeda in uno dei suoi dialoghi cita Richard Coudenhove-Kalergi, un pensatore austriaco che dichiarò: «Un solo reale passo avanti vale più di un migliaio di passi immaginati». Mi auguro che sempre più persone, anche coloro che rappresentano gli stati, siano sensibili e mettano al centro delle loro azioni la preoccupazione per la sicurezza dell’essere umano. L’atteggiamento degli stati cambierà nella misura in cui noi riusciremo a realizzare kosen-rufu, cioè nella misura in cui ognuno di noi riuscirà a portare avanti la diffusione del Buddismo e la propria rivoluzione umana. Una persona che riuscirà in questo influenzerà immancabilmente la società. Dobbiamo incoraggiare gli altri a fare questo. Tutto parte da questo tipo di rivoluzione umana: se diamo la prova concreta con un’esperienza incredibile susciteremo la stima e l’ammirazione di tutte le persone conquistandoci così la loro fiducia. Il punto non è fare shakubuku ai capi di stato o usare chissà quale altra strategia, ma è proprio realizzare delle vite grandiose e diventare persone attrattive, dei cittadini di valore. Le attività per la pace organizzate dalla Soka Gakkai ci offrono una grande opportunità.

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