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Per sempre primavera - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:31

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Per sempre primavera

I fiori raffigurati in un quadro non appassiranno mai. Allo stesso modo i tesori che si accumulano prendendosi cura di ogni singola persona e ricercando allo stesso tempo il continuo miglioramento di sé non perderanno mai il loro valore

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I fiori raffigurati in un quadro non appassiranno mai. Allo stesso modo i tesori che si accumulano prendendosi cura di ogni singola persona e ricercando allo stesso tempo il continuo miglioramento di sé non perderanno mai il loro valore

Oggi vorrei cominciare col parlarvi dello storico e filosofo scozzese Thomas Carlyle. Nacque nel 1795 in un piccolo villaggio, il padre faceva il muratore. Dopo la laurea universitaria insegnò per diversi anni prima di dedicarsi all’attività di scrittore e giornalista. Si occupò in maniera approfondita delle condizioni di vita della classe operaia, criticando aspramente l’ipocrisia e le menzogne che circolavano a riguardo, e i suoi saggi esercitarono una notevole influenza sulle opinioni del suo tempo.
Carlyle considerava suo maestro lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, il quale continuò a mantenere una corrispondenza col giovane scrittore fino alla fine dei suoi giorni, incoraggiandolo e sostenendolo con calore. È famosa anche la sua amicizia con lo scrittore americano Ralph Waldo Emerson.
Tra le molte opere di Carlyle, che morì nel 1881 all’età di ottantacinque anni, abbiamo la satira filosofica Sartor Resartus del 1836 e Sugli eroi e sul culto degli eroi del 1841.
«L’uomo è fatto per combattere […] per un uomo combattere sarà sempre indispensabile» scriveva Carlyle in Passato e Presente (1843). La vita è una lotta e se cerchiamo di evitare di lottare non ci aspetta altro che la sconfitta. Il nostro movimento di kosen-rufu è una lotta per far cambiare radicalmente direzione al modo di pensare delle persone, alla loro motivazione interiore, indirizzandola verso la pace e la felicità.
Mi vengono in mente le parole del presidente Zhou Enlai, grande leader del popolo cinese, uno degli eroi di tutti i tempi, che diceva: «Il potere del popolo è invincibile». La sua preoccupazione principale era sempre per il popolo.
Il popolo è forte e i tiranni sono deboli. È proprio la debolezza dei despoti che li porta ad ammantarsi del potere dell’autorità per arrivare alla follia di reprimere la gente. I veri leader invece si battono anima e corpo al fianco delle persone comuni, per il loro benessere. Zhou Enlai era proprio così.
Diceva: «L’unità è forza. Solo unendoci possiamo portare pienamente a termine il nostro compito». In queste semplici parole c’è la chiave più importante per la vittoria. L’unità è cruciale. Niente è più forte dell’unità. Vinciamo ancora una volta quest’anno grazie all’unità!
Buddismo significa essere vincitori e la vittoria, in qualsiasi impresa o battaglia, immancabilmente porta con sé la gioia. La sconfitta invece rattrista chiunque. I perdenti piangono amaramente mentre i vincitori sono raggianti di gloria. Per questo non possiamo fare a meno di vincere nella vita: è questo lo scopo della nostra fede e della nostra salda unità.
La Cina ha dato moltissimo al Giappone dal punto di vista culturale. Uno dei più famosi poeti e filosofi cinesi del VI secolo, Yu Hsin, scriveva: «I fiori veri cadono subito, invece per gli alberi dipinti è sempre primavera».
L’Università di Nankai mi ha donato un magnifico quadro del pittore Yu Fuquian, nel quale, proprio come diceva Yu Hsin, sboccia un’eterna primavera d’amicizia, pace e speranza. Conserveremo per sempre questo dono come prezioso tesoro della Soka Gakkai. La peonia, uno dei fiori tradizionali cinesi, qui raffigurata in maniera così vivida, è considerata sin dai tempi antichi la regina dei fiori, amata e ammirata come simbolo di pace, felicità, prosperità e ricchezza.
Niente potrebbe rendermi più felice dello sviluppo raggiunto dalla Cina all’inizio del ventunesimo secolo.
Il quadro raffigura anche i bei fiori di ciliegio giapponesi che Zhou Enlai amava tanto. Oggi, 8 gennaio, è l’anniversario della sua morte. Io non lo dimenticherò mai. Morì poco più di un anno dopo il nostro incontro a Pechino e la notizia della sua morte rattristò le persone di tutto il mondo.
Nel dipinto appaiono anche alcuni aironi bianchi, simbolo di longevità, resi con immensa maestria e intensità. Il pittore ci ha spiegato che rappresentano i tre presidenti della Soka Gakkai. Accetto questo dono, splendida espressione di profonda amicizia, come immagine del prospero anno che attende tutti i nostri membri disseminati in 185 paesi, un anno nel quale godranno di buona salute, lunga vita e felicità e saranno avvolti da una profusione di fiori di fortuna e benefici.
Zhou Enlai coltivava amicizia e ricercava il dialogo con persone di ogni parte del mondo. Il dialogo è la vera strada per la pace. Egli ebbe anche un caloroso e amichevole incontro con Charlie Chaplin (a Pechino nel 1954). Chaplin era un re della comicità che si schierò dalla parte della verità e che, armato del potere della cultura, sferrò un attacco a Hitler (nel film Il grande dittatore).
Un incoraggiamento che tocca i cuori delle persone può essere chiamato a buon diritto “arte” della vita. In uno dei capolavori di Chaplin, Luci della ribalta, c’è una famosa scena in cui un anziano attore incoraggia una giovane ballerina che deve affrontare una dura prova. Chaplin, che interpreta l’attore, la incita a continuare a lottare, per se stessa e per la sua vita. Le dice: «Pensa al potere che c’è nell’universo, che muove la terra e fa crescere gli alberi. È lo stesso potere che c’è dentro di te, se solo avrai il coraggio e la volontà di usarlo!».
Qualsiasi cosa è una lotta. Questa è l’essenza della vita come dell’arte.
La Soka Gakkai ha raggiunto il suo attuale immenso sviluppo perché si è sempre battuta di fronte ad ogni ostacolo.
Il vice rettore dell’Università di Nankai è anche direttore del Centro di Ricerche su Zhou Enlai ed è noto specialmente per le sue ricerche su quello che fu un periodo decisivo per la vita del premier cinese, i suoi studi giovanili in Europa.
Negli anni venti Zhou studiò in Francia, in Inghilterra e in Germania e, nel marzo 1922, ricevette la notizia dell’assassinio da parte degli oppositori politici in Cina, di uno dei compagni a lui più vicini. Il giovane Zhou provò una rabbia feroce e giurò che avrebbe reagito: «Non permetterò che il mio amico sia morto invano! Dimostrerò quale grande significato abbia avuto la sua breve vita!». Questo è l’atteggiamento di un vero compagno, di un giovane autentico. Per tutta la vita il cuore di Zhou bruciò di un’ardente sete di giustizia.
Rialzarsi dal profondo dolore della perdita di una persona cara e decidere di realizzare il proprio sogno comune con una determinazione ancor maggiore. Non c’è niente di più profondo, nobile e forte di una vita simile. È una cosa che il mio maestro di vita, Josei Toda, diceva spesso con grande solennità.
Zhou, persona di grande carattere e integrità, fino alla sua morte dovette sopportare gli attacchi della tristemente famosa Banda dei quattro. In ogni nazione ci sono sempre persone malvagie che cercano di distruggere i grandi uomini e le grandi donne. Dopo la morte di Zhou, la Banda dei quattro fece di tutto per falsare e nascondere tutto ciò che di notevole egli aveva realizzato. Ma in quel periodo i guerrieri della penna dell’Università di Nankai si levarono indignati e decisi a rendere testimonianza della verità e della correttezza del “presidente del popolo”, in modo che ai posteri fosse tramandata un’esatta visione della storia. Il frutto della loro battaglia è il Centro di ricerche su Zhou Enlai del quale il dottor Kong è direttore. Esso racchiude una sublime eredità spirituale che va oltre la vita e la morte. I membri della SGI sentono una profonda affinità con i suoi intenti e ne plaudono l’attività con tutto il cuore.
Il filosofo greco Platone scrive nella Repubblica: «Il giusto è felice e l’ingiusto è miserabile».
Qualsiasi sia la loro posizione o condizione sociale, le persone rette sono felici mentre chi tradisce la giustizia, per quanto possa apparire grande o godere di un’elevata posizione nella società, sarà profondamente infelice.
La scrittrice del diciannovesimo secolo Emily Brontë afferma in una delle sue poesie:

Falso e stupido mortale, sappi
che quando ti prendi gioco del disprezzo del mondo
la tua anima meschina
per quanto tu ti dia arie,
di altri vermi ancor più in basso giace.

Non diventate mai persone false e stupide.
Emily Brontë era una delle tre famose sorelle Brontë. Morì a trent’anni e, l’anno prima della morte, pubblicò il suo immortale capolavoro Cime tempestose. In quei giorni era socialmente inaccettabile che una donna scrivesse romanzi, così ella assunse uno pseudonimo maschile col quale far pubblicare la sua opera. Il libro, un’appassionata storia di amore e odio, all’inizio incontrò feroci critiche ma oggi è considerato uno dei più bei romanzi di lingua inglese, paragonabile a opere di autori molto più conosciuti, come Shakespeare.
Il giudizio della storia è inflessibile: giustizia e verità così come errori e menzogne vengono chiaramente alla luce. Per questo dobbiamo diventare persone sagge che sanno distinguere il bene dal male e ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, basandoci su un’ampia prospettiva storica.
Fino ad oggi la Soka Gakkai è stata oggetto di indicibili calunnie e accuse che si sono tutte dimostrate nient’altro che bugie, architettate per danneggiare la nostra buona reputazione.
Scrive Nichiren Daishonin: «Come le montagne si sovrappongono alle montagne e le onde seguono le onde, così le persecuzioni si aggiungono alle persecuzioni e le critiche si aggiungono alle critiche» (L’apertura degli occhi, SND, 1, 113). È un brano che parla del Giappone nell’Ultimo giorno della Legge e in cui il Daishonin spiega che in quella terra così lontana, in un’epoca così distante da quella di Shakyamuni, il devoto del Sutra del Loto avrebbe incontrato un’opposizione ancor più accanita.
Più le persone sono integre e corrette, più sono attive, più saranno oggetto di invidia, odio, abuso e intrighi malvagi. Il Daishonin aveva colto con grande acume questo aspetto perverso e distorto della società umana.
Il padre dell’educazione Soka, Tsunesaburo Makiguchi, si batté per difendere la giustizia e per questo fu incarcerato dalle autorità militari del periodo bellico. Alla fine morì in carcere ma, anche dietro le sbarre, non si lamentò mai del suo destino, nemmeno per un istante. Dichiarò serenamente che le sue sofferenze erano “infinitamente piccole” se paragonate a quelle, immense, patite dal Daishonin.
Questa è la forza profonda di una persona di fede. Questo è l’atteggiamento di un grande vincitore nella vita.
Nel 1953, in occasione del nono anniversario della morte del presidente Makiguchi, un martire per la causa della pace, il presidente Toda e la Divisione giovani inviarono copie del suo libro Teoria del Valore, nucleo centrale della teoria educativa di Makiguchi per la creazione di valore, a varie università di tutto il mondo [La Teoria del valore è il secondo volume dell’opera in quattro volumi Soka Kyoikugaku Taikei (Educazione per la creazione di valore). Ne fu inviata una copia, accompagnata da una breve presentazione degli argomenti principali, a 422 università ed istituti di ricerca di circa cinquanta paesi, n.d.r.].
Anche se era un’epoca in cui molti giapponesi non si preoccupavano granché della realtà mondiale, ritenemmo che fosse importante far conoscere al mondo l’opera di Makiguchi, non tanto per l’immediato presente quanto pensando al futuro, fra trenta o cinquant’anni. Sono passati esattamente cinquant’anni da allora e oggi il movimento umanistico della SGI si è conquistato immensa fiducia e rispetto nell’ambito di alcune fra le maggiori istituzioni accademiche del mondo. [Il presidente Ikeda ha ricevuto da vari istituti educativi esteri, fra cui l’Università di Nankai, un totale di 138 cattedre e dottorati onorari, che salgono a 151 se si calcolano anche le onorificenze annunciate].
La Legge mistica è la legge fondamentale che permea tutta la vita e l’universo. E, poiché la pratichiamo, ogni nostro passo avanti fa avanzare anche la pace, la cultura e l’educazione. Proprio l’altro giorno un laureato dell’Università Soka che adesso studia all’antica e rinomata Università di Glasgow, in Scozia, mi ha inviato una lettera in cui scrive: «Mi sono molto commosso nel ritrovare in una biblioteca dell’Università di Glasgow – scuola che le ha conferito un dottorato onorario – una copia della Teoria del valore inviata cinquant’anni fa dal Giappone».
Abbiamo costruito un imponente sodalizio di pace, cultura ed educazione basato sul Buddismo, che non ha precedenti nella storia dell’umanità. Questo è un trionfo di maestro e discepolo.
Anche la Soka University of America (SUA), che molti ritenevano solo un sogno utopistico, è adesso una luminosa realtà. Lo testimoniano i rappresentanti del corpo insegnante e studentesco che sono qui con noi oggi, insieme al rettore Daniel Habuki.
Dall’incredibile affluenza alle riunioni per il Gongyo di Capodanno in tutto il Giappone, a cui hanno partecipato tantissimi giovani pieni di entusiasmo, è emerso in maniera indiscutibile che la Soka Gakkai è la prima organizzazione di tutto il Giappone. Invece la setta Nikken è caduta nell’oblio più totale.
Oggi sono qui riuniti anche i membri della divisione donne, il sole del secolo delle donne. Cosa permise a Deng Yingchao e a suo marito Zhou Enlai di superare ogni sorta di difficoltà? Come faceva acutamente notare il vice rettore dell’Università di Nankai, dottor Kong in un’intervista, ciò accadde non solo perché Deng nutriva l’ardente desiderio di liberare l’umanità e rendere felice il popolo ma anche perché era fermamente convinta di riuscirci.
Da persona che ha avuto l’opportunità di incontrarla in diverse occasioni, non potrei essere più d’accordo. Niente è più forte della convinzione assoluta.
A tutti i responsabili qui riuniti vorrei chiedere di essere pieni di premura e considerazione quando parlate davanti a molte persone, senza mai trascurare i piccoli particolari. Le vostre parole devono far sì che al termine della riunione ognuno dei presenti si senta felice e contento. Spero che non cadrete in monologhi egocentrici, ma comprenderete l’importanza assoluta di accogliere con calore ogni persona e che starete attenti a non trascurare nessuno. Coloro che dimostrano questa scrupolosa considerazione per le altre persone sono grandi leader. Zhou Enlai ne era un esempio.
La regione di Shikoku mi ricorda sempre la canzone della Gakkai Kurenai no Uta che ha avuto origine proprio lì. La gente di Shikoku è famosa per la propria integrità e per la nobiltà dei suoi obiettivi. Sun Yat-sen, il pioniere della rivoluzione democratica in Cina, aveva un carissimo amico originario di questa regione. [Si trattava dell’attivista sociale Nagatomo Kayano, n.d.r.].
Sun diceva che «alla fine le bugie non riescono a vincere sulla verità», che «coloro i quali sono uniti sono forti» e che «la vittoria finale è di chi continua a sforzarsi fino all’ultimo».
Una battaglia si vince con la perseveranza, questa è la massima lode che si possa tributare ai membri di Shikoku.
Qual è la forza trainante più comune eppure più potente per la realizzazione di kosen-rufu? È il settore. Spero che lo ricorderete sempre nelle vostre attività.
Da giovane anch’io mi sono impegnato molto come responsabile di settore e di gruppo. Non sono diventato presidente onorario fin dall’inizio. Mi sono sempre impegnato diligentemente a portare avanti la mia responsabilità in ogni carica che mi veniva assegnata. Anche mia moglie si è sforzata costantemente a partire da quando era responsabile di settore della divisione donne.
Chi assurge di colpo alla fama o raggiunge troppo rapidamente una posizione elevata tende a demoralizzarsi e a crollare altrettanto facilmente, perché manca di basi solide. Non si costruiscono fondamenta senza sforzo e duro lavoro. Basta il buon senso per capirlo.
Fidatevi di chi si è sempre sforzato molto, di chi ha raggiunto la posizione in cui si trova sperimentando ogni livello di responsabilità. Questo è sempre stato lo spirito della Gakkai, sin dai tempi di Makiguchi e Toda, e non va mai perso di vista.
C’è una cosa di cui sono sempre andato orgoglioso e che è stato il mio motto sin da giovane: «Andare sempre nei luoghi e nelle situazioni più difficili! Lottare proprio lì e dare prova concreta! Vincere assolutamente!». E ovunque sono andato ho sempre vinto. È così che si costruisce una Soka Gakkai solida come una roccia.
Non ho mai avuto paura. Ogni volta che mi sono recato in una zona dove c’erano problemi e si stentava a crescere, ho sempre ribaltato la situazione. Mi ero persino guadagnato il soprannome di “signor Io Posso”.
Mi appello a voi, giovani eroi di kosen-rufu: gettatetevi nella mischia, lavorate sodo e diventate grandi campioni della vita.
Come accennava il rettore Kong, un altro frutto della ricerca congiunta delle Università di Nankai e Soka è stato il libro Zhou Enlai e il Giappone che fa seguito a Zhou Enlai e Daisaku Ikeda. In esso compare la prima annotazione che il diciannovenne Zhou scrisse sul suo diario appena arrivato in Giappone per studiare. È datata 1 gennaio 1918. In quel diario giovanile ad un certo punto si legge: «Il Budda insegna che ripagare i propri debiti di gratitudine è della massima importanza […] Col desiderio di ripagare i miei debiti di gratitudine, io voglio realizzare qualcosa di grande e recare la pace della mente alle persone con le quali sono in debito. Non trascorrerò la mia vita invano».
Anche uno degli scritti del Daishonin che abbiamo letto infinite volte afferma: «Non trascorrete questa vita invano o avrete dei rimpianti per i prossimi diecimila anni» (Il problema da meditare giorno e notte, SND, 6, 96). Come può essere una vita non vissuta invano? A mio avviso è una vita dedicata a realizzare kosen-rufu, la solenne promessa di maestro e discepolo, che conduce direttamente alla pace mondiale.
Per concludere voglio offrire ai membri della Divisione giovani una delle frasi di Zhou Enlai che amo di più: «Noi cerchiamo la vittoria, la completa vittoria!».

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