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Le riunioni studenti del 2023. Gennaio: il disarmo nucleare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:11

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Le riunioni studenti del 2023. Gennaio: il disarmo nucleare

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Gli incontri del Gruppo studenti sono dedicati ai ragazzi e alle ragazze del Gruppo giovani che studiano all’università. Si tengono mensilmente in ogni regione d’Italia.
Per informazioni su luogo, data e orari potete fare riferimento ai responsabili giovani e studenti della vostra regione.

Nel 2023 come Gruppo studenti approfondiamo le Proposte di pace di Daisaku Ikeda per studiare la visione buddista dei principali aspetti della società.

Con questi articoli diamo uno spunto per le riunioni mensili degli studenti, indicando alcuni degli aspetti più importanti trattati nelle Proposta di pace. I temi scelti da gennaio a maggio saranno: disarmo nucleare, giustizia climatica, educazione, giustizia sociale, economia umana.
A giugno ci focalizzeremo sulla nuova Proposta di pace 2023 e da ottobre fino a maggio ne approfondiremo i temi.

Gennaio 2023 – Il disarmo nucleare

Nichiren Daishonin afferma:

«La vita è il più prezioso di tutti i tesori. […] Una sola vita vale più di tutto l’universo» (Il prolungamento della vita, RSND, 1, 848).

Nel 1957 il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, si schierò contro l’esistenza delle armi nucleari facendo una storica dichiarazione di fronte a 50.000 giovani, affermando che chiunque avesse usato tali armi rappresentava un “demone, un mostro”: «Le armi nucleari sono il prodotto della natura oscura e distruttiva insita in tutte le persone e rappresentano una minaccia fondamentale al nostro inalienabile diritto di vivere» (approfondisci l’articolo: “Josei Toda e la dichiarazione contro le armi nucleari”).

Toda, più che fare una dichiarazione politica, voleva sradicare la logica della minaccia reciproca radicata nella natura umana, affidando questa missione ai giovani discepoli del futuro.
Come discepolo di Toda, determinato a portare avanti la promessa fatta al suo maestro, Daisaku Ikeda fin dal 1983 nelle sue Proposte di pace affronta ogni anno il tema delle armi nucleari attraverso la prospettiva del Buddismo.

Nelle riunioni studenti di gennaio ci baseremo sulla Proposta di pace del 2022 Trasformare la storia umana. La luce della pace e della dignità, in cui il maestro Ikeda incoraggia a osservare il problema delle armi nucleari e la logica della minaccia reciproca come qualcosa di molto attuale ed urgente, incoraggiando gli Stati a compiere importanti passi avanti verso il disarmo e mostrando la straordinaria capacità delle persone comuni riunite nella società civile nell’aver realizzato lo storico traguardo dell’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW).

Come Gruppo studenti desideriamo approfondire la nostra missione come discepoli che ereditano lo stesso spirito del maestro di combattere le ingiustizie e proteggere la vita delle persone, facendo nostro il voto di realizzare un’epoca del rispetto della dignità della vita.

La visione buddista

Nella Proposta di pace del 2022 il maestro Ikeda scrive:

«Convinto che non si possa trasformare il destino dell’umanità senza risolvere il problema delle armi nucleari, il male fondamentale della civiltà moderna, ho costantemente riproposto questo tema nelle mie proposte di pace annuali sin dal 1983, e mi sono impegnato per la messa al bando di tali ordigni».

L’esistenza delle armi nucleari, anche se spesso non consapevolmente, condiziona la vita di ciascuno di noi. La possibilità che una guerra nucleare sia combattuta mette a rischio la vita di ogni essere umano e viviamo sotto un’aura di minaccia che influenza la nostra visione del mondo.

Le armi nucleari sono una perfetta rappresentazione dell’oscurità fondamentale inerente alla vita, che non ci permette di riconoscere la sacralità dell’esistenza e ci rende indifferenti rispetto ai nostri simili creando nei nostri cuori le cause della guerra.

La visione buddista ci insegna che la chiave per trasformare l’oscurità, così evidente in quest’epoca, sta nel rientrare in contatto con l’incommensurabile valore di ogni singolo individuo. Se ci basiamo su questi valori è immediato comprendere l’insensatezza di mettere in pericolo o minacciare anche solo una persona.

Il nostro ruolo come persone comuni e membri della Soka Gakkai è fondamentale per contrastare questa spirale di sfiducia e trasformare il karma dell’umanità.

Cosa possiamo fare?

Scrive il maestro Ikeda:

«Se le armi nucleari sono la massima rappresentazione delle forze in grado di dividere e distruggere il mondo, esse possono essere neutralizzate solo dalla solidarietà dei cittadini comuni, che ha il potere di fare della speranza una forza irresistibile che trasforma la storia».

Come Gruppo studenti della Soka Gakkai desideriamo che ciascuno faccia proprio il voto dei nostri maestri di creare un mondo libero dalle armi nucleari, non più basato sulla logica della minaccia reciproca. Ciascuno di noi può contribuire nel momento presente, così com’è e nel luogo in cui è a realizzare esperienze di dialogo e di amicizia, a stringere legami per costruire una solidarietà di persone impegnate per il rispetto della dignità della vita. Proprio come afferma il presidente Ikeda rivolgendosi agli studenti:

«Un singolo faro di speranza può disperdere l’oscurità di questi tempi confusi e travagliati. Una luce calorosa può avvolgere e confortare i cuori di coloro che sono in ansia e si sentono impotenti. Il mio desiderio è che ciascun giovane Soka possa brillare come una luce di speranza per gli altri. Spero che studiate sodo fino alla fine e che vi sviluppiate come persone di grande carattere e capacità» (Corriamo insieme verso kosen-rufu, IBISG, pag. 211).

Spunti di riflessione per la riunione

1. Come possiamo portare nella nostra quotidianità il dialogo sul disarmo nucleare?

2. Cosa posso fare io, come singola persona, per il disarmo nucleare?

3. Quotidianamente dove vedi in pratica situazioni in cui si mette la logica della minaccia reciproca? 

4. Quali azioni desideri intraprendere?


Esperienza

di Rosa Livia La Malfa

Il disarmo parte da me

Ho trentacinque anni, pratico il Buddismo da otto anni e sono responsabile degli studenti della regione Sicilia. Dopo aver abbandonato due volte gli studi universitari, a 30 anni ho deciso di darmi una nuova possibilità iscrivendomi alla facoltà di Lingue e letterature straniere. Non appena iniziato a praticare il Budddismo, mi sono trovata a dover affrontare grossi problemi nella mia relazione sentimentale. In quelle circostanze emerse tantissima rabbia legata a quella relazione, ma anche rabbia accumulata negli anni per importanti problemi familiari e per la morte di mia mamma. 
In quel periodo mi avevano parlato della campagna e della mostra “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” promossa dalla Soka Gakkai italiana per sensibilizzare le persone e diffondere consapevolezza sulla minaccia delle armi nucleari. 

Mi ero subito appassionata a questa iniziativa e desideravo che arrivasse anche in Sicilia. Così iniziai a prendere contatti con un referente della mia regione e, per mettere una causa, decisi che alla prima data in programma sarei andata a visitare la mostra. Nel frattempo, la mia relazione finì e mi ritrovai senza soldi e con gli studi arenati già in partenza. 
Durante quell’anno pieno di tristezza e rabbia, la frase “il disarmo parte da me” mi aveva incoraggiata a illuminare quei sentimenti collerici che emergevano nella mia vita: come avrei potuto diffondere il senso di una campagna sul disarmo nucleare se mi riusciva tanto difficile disarmare il mio cuore, a partire proprio dalle relazioni con chi mi circondava? 

La prima mostra in programma era a Torino, ma io non avevo neanche un centesimo. In quel periodo mi sfidai molto nel recitare costantemente Daimoku e nell’offerta per kosen-rufu. Nel frattempo ripresi a studiare con successo e non tardarono ad arrivare i benefici: trovai il denaro per il viaggio e i miei amici del nord, sapendo che sarei andata alla mostra, mi invitarono da loro. Fu un’esperienza bellissima: in varie città ho conosciuto praticanti, ho partecipato alle loro attività, ho vissuto il calore della famiglia Soka e mi sono sentita costantemente protetta. 

Una delle tappe di questo viaggio aveva per me un significato importantissimo: volevo rivedere mia sorella, figlia di mio padre e della sua seconda moglie. Dopo il loro divorzio, infatti, mia sorella e la sua mamma si erano trasferite a Genova. Non erano state vicende piacevoli e mi rendevo conto che il filo rosso che accomunava le nostre relazioni nella nostra famiglia era la collera. Delle volte si porta avanti una guerra senza sapere più nemmeno perché, ci si abitua, e questo è molto pericoloso.

Inaspettatamente, mia sorella mi invitò a dormire una notte a casa sua. Ero incredula e felicissima perché la relazione tra me e sua madre non era mai stata pacifica. Per la prima volta avrei visto la sua casa, i suoi luoghi e persino le sue sorelle! In quell’occasione io e la madre ci abbracciammo e quel gesto simbolico fu molto importante nel mio percorso, a significare che avevo disarmato un pezzo del mio cuore. Non dimenticherò lo sguardo di mia sorella, né la faccia di mio padre al ritorno a casa, quando gli raccontai l’accaduto. 
Quell’abbraccio era a lì a dirmi: non esiste sofferenza che non possa essere sciolta. Scrivilo bene nel tuo cuore, Rosa Livia, e prometti di essere un ponte per questo messaggio, e di rideterminare tutte le volte che sarà necessario.
Sono trascorsi anni e io oggi faccio attività, insieme ad altri giovani, nel coordinamento nazionale di Senzatomica, le strade si sono aperte e mi sento spesso incredula di far parte di una cosa tanto bella.
Qualche tempo fa, proprio nel giorno della prima riunione con il comitato di Senzatomica, mia sorella, dopo circa un mese di silenzi, mi ha contatta per comunicarmi che la sua mamma se n’era andata. Mai e poi mai avrei voluto che anche lei conoscesse questo dolore! Allora mi sono subito messa a recitare Daimoku e mi sono resa conto che l’ultima volta che avevo visto sua mamma era stato proprio quando ci eravamo date quell’abbraccio disarmante. Ho pianto davanti al Gohonzon ringraziando per quel percorso che non si era chiuso con una guerra nel cuore, e ho realizzato quanta importanza abbia la campagna Senzatomica nella mia vita. 

Grazie a questa esperienza sento forte le parole di Nichiren Daishonin:

«Perciò affrettatevi a cambiare i princìpi su cui si basa il vostro cuore» (RSND, 1, 26).

Spesso parlando di Senzatomica mi sento dire: «Sì ma cosa posso fare io, cosa ha a che fare con la mia vita?». Rispondo con le parole del maestro Ikeda:

«Se vogliamo veramente porre fine all’era degli armamenti nucleari, dobbiamo lottare contro il vero nemico, che non sono le armi atomiche di per sé, né gli stati che le possiedono, bensì il modo di pensare che ne permette l’esistenza: la prontezza ad annientare gli altri quando vengono percepiti come minaccia o impedimento alla realizzazione dei propri scopi» (Proposta di pace 2019, allegato a BS, 194).

Oggi voglio incidere nella mia vita che mai niente al mondo rappresenta una ragione valida per portare avanti le guerre, né nelle vicende personali, né tra i Paesi. E se un obiettivo come il disarmo nucleare ci sembra troppo grande per noi, intanto iniziamo dalla nostra rivoluzione personale, perché “il disarmo parte da me”.  

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