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Per la rinascita della nostra regione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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Per la rinascita della nostra regione

Emilia Romagna Est

I responsabili dell’Emilia Romagna Est si sono incontrati su zoom il 5 luglio per ripartire in unità insieme al maestro

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Oltre 200 responsabili della regione Emilia Romagna Est si sono incontrati su zoom la sera del 5 luglio per rinnovare insieme la determinazione di ripartire in unità con una forte preghiera e generare una rinascita in tutta la regione, colpita dall’alluvione lo scorso maggio.
Le commoventi esperienze di Stefania, Filippo e Giorgiana hanno toccato il cuore di ogni persona, trasmettendo una grande forza e la convinzione di poter trasformare qualunque difficoltà in occasione di crescita.
A conclusione dell’incontro Anna Conti, vicepresidente della Soka Gakkai italiana, ha lodato e ringraziato ognuno per gli sforzi nel portare avanti con gioia le attività per kosen-rufu nonostante le difficoltà, ed ha riportato la guida del giorno di Ikeda Sensei:

«I momenti più difficili sono un’occasione per compiere un grande cambiamento. Una preghiera e azioni colme di coraggio ci permettono sicuramente di trionfare» (Ai miei amici, 5 luglio)

Infine il presidente Alberto Aprea, ricordando la grande forza dei membri del Tohoku dopo il terremoto del 2011, ha incoraggiato tutti ad avanzare con coraggio uniti al maestro e ai compagni di fede per portare la pace e la felicità a tutte le persone: «Voi tutti con le vostre esperienze di vita state dimostrando il potere della Legge mistica e trasmettete una determinazione di acciaio facendo ardere dentro la vostra vita la passione per kosen-rufu e l’orgoglio di essere discepoli di Sensei. Sarete sicuramente di esempio per tutti i membri italiani. Grazie di cuore!».

Subito dopo l’incontro, i responsabili di regione hanno scritto la loro determinazione da inviare al presidente Ikeda:

«Noi responsabili della regione Emilia Romagna est rinnoviamo da oggi la nostra determinazione rispetto al desiderio di felicità e vittoria di ogni singola persona. Basandoci sullo spirito eterno di itai doshin determiniamo di perseverare, senza cedere di un passo, nella realizzazione della crescita dei giovani, portando a termine l’obiettivo di realizzare un nuovo membro giovane in ogni gruppo, fino all’ultimo giorno dell’anno»


ESPERIENZA

Per il bene collettivo

di Stefania Giacomini, Faenza

Stefania ha condiviso la sua esperienza dell’alluvione affermando con decisione che “tutto è impermanente ma si può sempre ricominciare!”

L’esperienza dell’alluvione è incredibile, raccontarla non è sufficiente, occorre avere i piedi nel fango e guardare i volontari che un pezzo alla volta svuotano casa. La mia casa, le mie cose, i miei mobili restaurati da me con passione, i miei ricordi. Tutto. Dal fango non si salva nulla, a parte qualche stoviglia, e cucinare non mi piace molto… Per capirlo devi esserci, devi viverlo.
La paura che ho provato quella sera, quando il fiume ha esondato e vedevo l’acqua entrare in casa, torbida, scura, veloce e minacciosa, arrivare al soffitto del pianterreno, poi salire fino a metà del primo piano…
Mi ero trasferita lì da poco, con il trasloco ancora in corso, lasciando i miei figli in una palazzina poco distante. Andare ad abitare nell’appartamento di mia madre era stato per me un grande cambiamento, una decisione presa per lasciare loro più spazio.
Ho sperato fino all’ultimo che l’acqua non salisse, ma poi ho capito che non si sarebbe fermata, che dovevo scappare ai piani superiori. Panico!
All’ultimo ho arrotolato il mio Gohonzon e l’ho sistemato più in alto possibile, vicino al soffitto, assieme a un paio di altre cose preziose. Poi ho raggiunto il sottotetto. Il Gohonzon è rimasto lì, arrotolato e asciutto.
La notte è stata un incubo… elicotteri, urla disperate, di richiesta di aiuto. Al mattino sono salita su un gommone che mi ha portato fuori dall’inferno.
I miei due appartamenti sono distrutti ma i miei figli sono salvi, e anche il gatto. I primi giorni in tre siamo stati ospiti da una compagna di fede per la quale provo una profonda gratitudine.
Appena l’acqua è scesa, sono potuta tornare a casa e vedere la devastazione. Una compagna di fede mi ha accompagnato e ha preso in custodia il mio Gohonzon.
In tutta questa bruttura, una cosa bella è sempre stata presente: i giovani volontari, sorridenti, pieni di energia, sempre decisi ad aiutare. Ho pregato sinceramente per la loro protezione e continuerò a farlo perché la loro bellezza e la loro fragranza perduri e illumini il futuro dell’umanità.
Ho ricevuto tanto da tante persone, praticanti e non; il beneficio più grande: un appartamento ammobiliato, in comodato gratuito fino a quando non potrò rientrare nella mia casa. I compagni di fede mi hanno sostenuto col Daimoku e aiutato anche materialmente. Sono grata a tutti.
Il mio Gohonzon è salvo, posso suonare la campana e iniziare a recitare con il preciso obiettivo di trasformare in energia questa rabbia che sento nei confronti della vita. Energia pulita, che mi permetta un passo alla volta di ricostruire, ricucire, rinascere, ma non da sola, insieme ai compagni di fede e alle tante persone che come me hanno perso tutto.
Ogni volta che mi sento schiacciata dai tanti problemi torno davanti al Gohonzon a cercare nuova forza. In città, nei quartieri alluvionati, sono nati diversi Comitati, voglio lottare assieme alle altre persone per ottenere un aiuto reale da parte delle istituzioni.
Nichiren Daishonin scrive:

«Se vi preoccupate anche solo un po’ della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese»
(RSND, 1)

Mi sento come una formica davanti a un elefante, ma recitando Daimoku cresce in me la consapevolezza che tante formiche assieme possono spostarlo un elefante, rimanendo unite, compatte e consapevoli del fatto che stiamo agendo non solo per noi stessi e il nostro piccolo ambiente, ma per il bene collettivo. Oggi sono più che mai consapevole di quanto dovremmo ogni momento ricordarci che tutto può cambiare in un attimo, che tutto è impermanente, noi compresi, ma che si può sempre ricominciare!


ESPERIENZA

In un momento di grande difficoltà una forte determinazione è cruciale

di Georgiana Totolici e Filippo Castagnoli, Ravenna

Anche Georgiana e Filippo hanno raccontato l’esperienza realizzata insieme durante l’alluvione che ha colpito la loro regione

Filippo: Uno dei più grandi benefici che ho vissuto finora grazie alla pratica buddista, è stato il cammino che mi ha portato a cambiare lavoro. Dopo venti anni da impiegato in una grande azienda ho deciso di licenziarmi e di puntare tutto sull’apertura di un’attività in proprio, in società con un amico.
Dopo alcuni anni di difficoltà burocratiche per ottenere tutti i permessi, finalmente l’8 maggio 2021 abbiamo inaugurato la nostra attività di cremazione di animali domestici.
Il mio sogno era svolgere un lavoro dove poter avere un maggior contatto con le persone e questa attività mi sta dando grandi soddisfazioni in tal senso.
I primi due anni sono andati molto bene, con un riscontro molto positivo e la clientela sempre in crescita.
Iniziavo a sentirmi soddisfatto dopo un po’ di anni di grandi incertezze. Recitare Daimoku mi ha sempre sostenuto sia nei momenti difficili sia nei momenti più tranquilli. È innegabile che mi viene più facile essere incisivo nel Daimoku quando le cose si fanno difficili, ma è importante sforzarsi di mantenere alto lo stato vitale anche quando le cose sembrano “tranquille” e tutte in ordine.

Georgiana: A maggio sono avvenuti i primi allagamenti nelle città attorno a noi e abbiamo iniziato a confrontarci su cosa significasse questa calamità dal punto di vista della fede. Tutta questa acqua mi faceva pensare ad alcuni momenti della mia vita in cui ho lasciato correre cose per cui valeva la pena lottare, e invece la mia debolezza, la mia parte oscura aveva preso il sopravvento proprio come faceva quest’acqua con le case delle persone. Abbiamo iniziato a recitare Daimoku insieme ai compagni di fede della zona, e cercavamo di incoraggiare chi era più colpito per dare forza e sostegno mentre si spalava il fango.
Intorno a me vedevo persone che non si parlavano da tempo per via del covid che ora invece recitavano Daimoku insieme. E ho realizzato che mentre il covid in alcune realtà ha creato divisione, il fango è stato l’occasione per creare unità e guardarci negli occhi.
L’attività di Filippo ha due sedi, a Ravenna e a Cesena.
Quando l’acqua arriva a Cesena l’ufficio rimane illeso, invece a Ravenna arriva a quasi un metro di altezza. Tra alti e bassi determino che anche se l’acqua è entrata, non sarà distrutto nulla. Anni addietro abitavamo proprio in quella zona e grazie ai rapporti di fiducia che abbiamo creato con i nostri vicini ci siamo aiutati per agire fisicamente in quella zona che era chiusa alle persone che venivano da fuori… quindi anche per noi.

Filippo: Avrei perso tutto? I danni sarebbero stati irreparabili? Grazie al fatto che cerco sempre di mantenere una buona base di Daimoku e uno stato vitale alto non mi sono fatto abbattere del tutto e dopo un momento di profondo sconforto ho sentito crescere forte dentro di me la determinazione di mettermi davanti al Gohonzon e di FIDARMI. È stato naturale e bellissimo scovare dentro di me questa forte determinazione, ma non è stato scontato né automatico. Ho sentito scattare in me questa necessità, questo desiderio e questo grande privilegio di potermi sedere di fronte al Gohonzon per attingere a piene mani da questa situazione.
Ho iniziato a recitare Daimoku insieme a Giorgia. Dopo poco mi sono fermato e ho cominciato a piangere. Una cosa che non facevo da diciassette anni, da quando ho perso mia mamma dopo una lunga malattia. Da allora non avevo più pianto, ma stavolta mi sono finalmente lasciato andare e dopo un pianto liberatorio insieme a Giorgia ho determinato che in quel preciso momento, in quella situazione apparentemente disastrosa, io avrei incoraggiato gli altri. Così ho scritto ai miei compagni del Gruppo uomini spiegando brevemente la situazione in cui mi trovavo, dicendo loro che non mi interessava se la situazione era catastrofica: io in quel momento sceglievo di fidarmi della potenza del Gohonzon e sceglievo di incoraggiarli.
È stato un momento bellissimo e importante, come bellissimo è stato ricevere l’incoraggiamento di tantissime persone che mi hanno dimostrato la loro vicinanza.

Georgiana: A mia volta capisco che è il momento di essere forte: mi devo concentrare sul recitare Daimoku e studiare il Buddismo.
Scrivo alle nostre responsabili di regione per condividere la nostra difficoltà, e mi consigliano di leggere I tre tipi di tesori, L’offerta del riso e altri scritti di Nichiren. Faccio l’offerta per kosen-rufu, per ringraziare e determinare che dal giorno dopo mio marito avrebbe pulito tutto e dal secondo giorno sarebbe potuto tornare attivo con il lavoro. Anche lui viene incoraggiato e sostenuto dai nostri responsabili regionali e nazionali, e in particolare dal messaggio di Sensei. Quanto calore!!!
Beh che dire… il giorno dopo Filippo è riuscito a entrare nel capannone: praticamente l’acqua si era fermata due dita sotto le prese elettriche; alcuni prodotti biodegradabili su un tavolino basso si erano salvati, con l’acqua si sarebbero sciolti come neve al sole…
Tutto l’impianto era rimasto intatto, anche la cella freezer realizzata il mese prima con un importante investimento in denaro.
Il giorno seguente Filippo è tornato a lavorare, proprio come avevamo determinato, e da allora il flusso di lavoro è in continua crescita.
Ho fatto l’offerta per kosen-rufu anche dopo, e ho il cuore colmo di gratitudine per tutto quello che abbiamo vissuto.

Filippo: L’esperienza che mi porto dentro e che mi ha fatto sentire realizzato in questa vicenda è stato vedere come la pratica buddista mi ha reso capace di mantenere una forte determinazione e una fondamentale serenità d’animo in un momento di grande difficoltà. Lasciarsi trasportare dagli eventi mi avrebbe fatto soffrire e non avrebbe spostato di una virgola l’esito di tutto quanto. Sono molto grato.

Georgiana: Chiudiamo con questa frase di Sensei che ci ha incoraggiato nei primi momenti di incertezza:

«Sono sicuro che molti di voi hanno perso tutto quello che possedevano nel breve volgere di una notte. Tuttavia, dal momento che avete il Gohonzon, accumulerete tanti benefici che ne resterete davvero sconcertati» (Linee guida di kosen-rufu, pag. 47)

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