Il 2 e 3 dicembre si è tenuto a Milano il corso della Consulta nazionale. Riportiamo in queste pagine i contenuti fondamentali, focalizzati sulla cura di ogni singola persona, sullo shakubuku e sulla crescita dei giovani
La nostra meta è kosen-rufu
Tamotsu Nakajima, presidente della Soka Gakkai italiana
La vita è una successione di attimi. In ogni istante ciò che penso stabilisce una causa che avrà un effetto. Per questo è così importante che ognuno rifletta bene su quali passi fare. Gli anni passano, questo istante non tornerà più. Il punto è come viviamo l’attimo presente. Ogni mattina inizia un nuovo giorno: cosa voglio realizzare? In base alla meta stabilita si può ragionare e decidere come avanzare. La nostra meta, come praticanti, è kosen-rufu.
Bisogna avanzare tutti insieme verso questa meta, ognuno utilizzando al meglio ciò che ha. In ogni momento bisogna scegliere: vogliamo aiutare gli altri o non ci interessa? È una nostra decisione. Sicuramente quel pensiero di aiutare gli altri darà un risultato. Dopo cinque o dieci anni la differenza tra chi ha continuato a fare azioni per la felicità degli altri e chi non lo ha fatto diventa evidente. Bisogna essere sempre buddisti, in ogni situazione. Ogni praticante ha un valore immenso. Ognuno di noi ha un legame con il Gohonzon e con la Soka Gakkai, e anche se qualcuno momentaneamente lo ha dimenticato e si sta riposando, ciò che conta è prenderci cura di tutti, nessuno escluso. A volte nelle nostre attività sorgono problemi, spesso litighiamo tra membri, ma non c’è nessun motivo per disprezzare o calunniare gli altri. Se abbiamo qualcosa da dire, possiamo farlo direttamente con la persona interessata. Invece, non avendo il coraggio di parlare direttamente lo facciamo alle spalle, e così creiamo fazioni. Per favore, diciamo all’interessato ciò che abbiamo da dire, e non litighiamo. La Soka Gakkai è forte in virtù del legame che esiste tra tutte le persone. Per questo non può essere distrutta dall’esterno. Solo dall’interno è possibile distruggere questa organizzazione, alimentando l’odio e creando fazioni. È la funzione distruttiva del demone.
Il beneficio del Gohonzon è immenso. Tutti noi dobbiamo avere benefici. Quanto ti impegni nell’attività, quanto ti stai sforzando? Siamo buddisti o siamo egoisti? Abbiamo tutti il diritto di vivere in pace, ognuno deve decidere.
Kosen-rufu è la missione di tutta la vita, non sappiamo quanto tempo ci vorrà per realizzarlo. In Italia il movimento di kosen-rufu è cominciato nel 1961, quando il presidente Ikeda è venuto per la prima volta. Quanto tempo ci vorrà ancora? Tutto dipende dalla nostra decisione. Cerchiamo di realizzare kosen-rufu il più presto possibile.
Shakubuku è il desiderio della felicità delle persone, non significa convincere gli altri. Abbiamo questo mezzo che funziona per tutti, vogliamo condividerlo con gli altri? Coltiviamo questa compassione, diventiamo felici insieme!
Ragionare su come agire è importante, ma a cosa serve se poi non agiamo? Non pensiamo che sia qualcun altro a dover cambiare le cose. L’unico modo di cambiare veramente il mondo è la rivoluzione umana. La nostra, non quella degli altri. È il nostro cambiamento interiore. Se sai che la pratica funziona ma non la utilizzi bene è come disprezzarla.
Non sentite il senso del dovere. Pratichiamo il Buddismo perché fa bene a noi e agli altri. Bisogna essere seri, ma più grande è lo sforzo più si prova gioia. Il nostro scopo non è questione di numeri, ma di quante persone riusciamo a far diventare felici. Bisogna spiegare bene il Buddismo a chi incomincia, mettere fin dall’inizio le persone sul binario giusto. È difficile praticare bene, ma tutti abbiamo un maestro da cui imparare.
Ognuno rifletta bene, almeno sulla propria vita! Se non abbiamo un sogno non possiamo avere speranza, e senza speranza è difficile avanzare.
Nichiren Daishonin scrive: «Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 4). E ancora: «Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra» (RSND, 1, 889). La strategia del Sutra del Loto è il Daimoku. È la nostra decisione che risveglia gli altri, li fa cambiare, li fa decidere. Qualunque sia il problema, prima di ogni cosa bisogna fare un Daimoku “disperato”. Non è facile, bisogna sentire quel desiderio ardente di realizzare kosen-rufu. Così, man mano, tentando, perseverando si diventa capaci, si diventa forti. Sensei ha una grande aspettativa nei nostri confronti. Cerchiamo di diventare più altruisti e creiamo una forte unità. Senza unità è impossibile realizzare i nostri obiettivi. Se i giovani e gli adulti si uniscono, sicuramente realizzeremo un grande risultato!
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Per un autentico dialogo
Suzanne Pritchard, responsabile europea donne e giovani donne
Nella lezione della serie “Il Buddismo del sole per illuminare il mondo” intitolata La religione della rivoluzione umana – Il dialogo, sensei ci offre un fantastico progetto o manuale su come realizzare un autentico dialogo buddista per l’incoraggiamento.
Sensei all’inizio della lezione scrive: «Perché dialoghiamo con le persone che ci circondano? Per aiutarle a diventare felici». Né Shakyamuni né Nichiren Daishonin erano motivati dallo scopo di stabilire una scuola filosofica. Il loro unico desiderio era quello di propagare la Legge, di impegnarsi nel dialogo per l’Illuminazione e l’autentica felicità delle persone.
Qual è il punto di partenza del dialogo? Sensei sottolinea che è la “preoccupazione condivisa” per i problemi che affliggono la persona che abbiamo di fronte. Qualche volta la nostra preoccupazione condivisa si concetra su questioni ad ampio raggio come gli attacchi terroristici, i cambiamenti climatici o l’abolizione delle armi nucleari; altre volte le nostre preoccupazioni riguardano il senso di solitudine, il non sentirsi amati, oppure la malattia o la disgregazione delle famiglie. Qual è la cosa che più preoccupa la persona con cui stiamo parlando? Quali sono i suoi problemi? E i suoi obiettivi? Sensei ci dice che partendo da questa comprensione, facendo nostre queste preoccupazioni, possiamo realizzare dialoghi efficaci che smuovono il cuore degli altri.
Il presidente Ikeda ci racconta che Toda era un “campione di dialogo”, sempre pronto a parlare con chiunque. Perché il maestro Toda era capace di connettersi con ogni persona con cui dialogava? Nella prefazione della lezione di sensei sul Gosho L’apertura degli occhi leggiamo: «Sono fermamente convinto che nei settecento anni trascorsi dalla morte di Nichiren Daishonin nessuno aveva mai letto il Gosho dalla prospettiva che tutti gli esseri umani sono Bodhisattva della Terra».
Sensei afferma che in qualsiasi dialogo ciò che conta non è la conoscenza, la posizione sociale o la posizione all’interno dell’organizzazione. Non importa con chi stiamo dialogando, i punti fondamentali sono sempre la preoccupazione condivisa per la felicità dell’umanità e una condizione vitale che risplenda dei tesori del cuore.
Il significato di “brillanti realizzazioni” è racchiuso in quanto riusciamo a incoraggiare gli altri, a espandere le forze del Budda e ad aumentare il numero di persone che creano legami sulla base del rispetto e delle preoccupazioni condivise. Questo sarà lo slancio per aprire i prossimi cinquant’anni e trasformare la società.
Tuttavia il nostro dialogo non sarà efficace se, pur dicendo agli altri: «Tu hai questo fantastico potenziale!», non siamo sicuri che ciò valga anche per noi stessi. La nostra sfida è recitare Daimoku con lo spirito: «Io decido di avere questa convinzione, così da poterla trasmettere agli altri!». Quando recitiamo in questo modo la nostra preghiera diventa molto più ampia e più libera.
Nel volume 29 de La nuova rivoluzione umana, sensei scrive: «Non esiste conquista più grande nella vita che permettere a un’altra persona di praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin». La responsabile del Gruppo donne in Giappone, la signora Nagaishi nel suo intervento alla riunione dei responsabili di Centro, ha detto che lo shakubuku è anche il modo più alto per ripagare il debito di gratitudine verso il nostro maestro. Con questo spirito sensei ha guidato tutte le grandi campagne di propagazione.
Sensei, nella parte finale della lezione La religione della rivoluzione umana – Il dialogo, scrive: «I dialoghi che conduciamo nel luogo dove ci troviamo adesso promuoveranno la nostra e l’altrui rivoluzione umana e saranno la forza trainante per la trasformazione del mondo».
Siamo proprio all’inizio della nostra impresa in quanto religione mondiale. Finora si è realizzato meno del 10% della visione di sensei.
Provate a immaginare come sarà l’Italia quando avremo centomila membri donne, centomila membri uomini, centomila giovani uomini e centomila giovani donne!
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Uniamoci sempre di più
Alberto Aprea, responsabile nazionale uomini
Non vedo l’ora di tornare e iniziare, voglio fare questa attività insieme ai giovani!
In Italia uniamoci sempre di più, in armonia, rispettandoci, facendo crescere una forza che abbiamo già.
Il 9 novembre sensei ha mandato un messaggio ai partecipanti al corso autunnale della SGI. In questo messaggio sottolinea che il prossimo anno ricorrerà il sessantesimo anniversario della cerimonia del 16 marzo nella quale il maestro Toda dichiarò solennemente ai suoi successori che la Soka Gakkai è sovrana del mondo religioso. Oggi sta accadendo proprio questo. Ora più che mai promuovendo la pace, la felicità e la sicurezza di tutte le persone comuni. Credo che sia fondamentale per noi, per salvaguardare questa preziosa attività per la pace del mondo, rimanere uniti nello spirito di diversi corpi stessa mente rispettandoci l’un l’altro.
A questo proposito mi viene in mente il magnifico Kosen-rufu Daiseido (Palazzo del grande voto di kosen-rufu). Sul lato sud e sul lato nord si trovano otto colonne. Queste simboleggiano gli otto caratteri del passo che esprime il cuore del Sutra del Loto, che è anche lo spirito della Soka Gakkai di avere cura di ogni persona come di un Budda: «Dovrai alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda» (SDL, 440). Il Daishonin chiarisce poi il significato di questi otto caratteri dicendo che «si dovrebbe immancabilmente mostrare ai praticanti del Sutra del Loto il tipo di rispetto che si avrebbe per un Budda» (BS, 123, 53). Questo aspetto non è secondario, ma anzi è fondamentale per vivere veramente da buddisti.
Sensei scrive alla fine del messaggio: «Seguendo il cammino del Daishonin, partiamo verso un nuovo anno di successi puntando in primo luogo al 16 marzo 2018. Inoltre, secondo il principio “dall’indaco, un blu ancora più blu”, impegniamoci nel prenderci cura e incoraggiare sempre più i nostri cari membri affinché crescano come persone di valore e diventino successori migliori di noi» (NR, 617, 19). Uniamoci e contribuiamo attivamente, con rinnovato entusiasmo, alla campagna di 20.000 giovani agendo concretamente in prima persona per dialogare e accompagnare i giovani ai nostri zadankai.
Vorrei concludere con una frase di sensei tratta dalla prefazione del libro L’orgoglio di essere pilastri d’oro di kosen-rufu: «Lev Tolstoj, grande paladino della vita, disse una volta: “Viviamo per noi stessi solo quando viviamo per gli altri. Può sembrare strano, ma provateci e lo capirete con l’esperienza”. È una riflessione che concorda perfettamente con la via del bodhisattva che il Buddismo insegna. Ciò che conta è il cuore».
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Tutto il potere della nostra vita
Anna Conti, responsabile nazionale donne
Ora sensei sta ultimando il trentesimo volume de La nuova rivoluzione umana; ci sta affidando tutto, per il futuro. Come possiamo ripagare il nostro debito di gratitudine nei suoi confronti?
Pensando alla campagna per arrivare a 20.000 giovani in Italia sicuramente ci sono angoli del nostro cuore che sono scettici, che non riescono a credere di poter realizzare.
Durante un corso in Giappone una donna del Sud Africa ha domandato come fare a realizzare una grande crescita nell’organizzazione superando l’ansia di rispondere alle aspettative di sensei e la paura di non riuscirci. Il presidente Harada ha risposto che tutti noi abbiamo i dieci mondi e quindi è naturale avere paura di non farcela. Proprio per questo il Daishonin scrive: «Rafforza la tua fede giorno dopo giorno e mese dopo mese» (RSND, 1, 4). Quando intraprendiamo una sfida, l’importante è continuare ad avanzare con questo spirito, anche solo di un millimetro alla volta, fino a che realizziamo. Anche se non c’è subito un risultato evidente, è importante continuare ad andare avanti passo dopo passo, senza mai arrendersi. Rafforzare la fede “giorno dopo giorno” significa riconoscere e dare valore a ogni piccolo passo compiuto.
Il 2018 rappresenta una nuova partenza verso i prossimi cinquant’anni. Cerchiamo di abbracciare una visione lungimirante, concentrati su ciò che vogliamo realizzare adesso e proiettati verso la nuova era di kosen-rufu.
Anno di brillanti realizzazioni nella nuova era di kosen-rufu mondiale significa realizzare qualcosa che finora non siamo mai riusciti a fare, e regalare questa vittoria a sensei. Come? La chiave è prendersi cura e incoraggiare ogni singola persona, che a sua volta ne incoraggerà un’altra e un’altra ancora, in un circolo virtuoso di incoraggiamento. Per questo sono così importanti le piccole riunioni, gli scambi cuore a cuore, gli zadankai. Per questo il 2018 è stato definito anche “anno dell’incoraggiamento”.
Il futuro del mondo dipende dai giovani, non c’è altra possibilità, perciò è essenziale aumentare il numero dei giovani Bodhisattva della Terra in Italia. Se da qualche parte dentro di noi c’è l’idea che questa “campagna dei 20.000” riguardi solo i giovani, non è così: la crescita dei successori riguarda tutti, ed è importante che ognuno di noi trovi la propria motivazione personale, indispensabile per impegnarsi in prima persona per realizzare questo obiettivo.
Se decidiamo basandoci su un forte Daimoku, possiamo portare un grande contributo, coinvolgendo ad esempio i nostri figli, i nipoti, gli amici dei figli… Se c’è il desiderio sicuramente troveremo il modo di creare legami con tanti giovani e far conoscere loro il Buddismo. Tutto inizia dalla preghiera. Come scrive sensei: «La preghiera è il coraggio di non arrendersi. È una lotta per abbattere la nostra debolezza e la sfiducia in noi stessi che ci porta ad abbassare la testa pensando: “È impossibile per me realizzare”. È l’azione con la quale imprimiamo nella profondità della nostra vita la convinzione che possiamo trasformare qualsiasi situazione, senza alcun dubbio. La preghiera è il mezzo per distruggere la paura. È il modo per bandire la tristezza e accendere la speranza. […]. La preghiera è la chiave che apre, una porta dopo l’altra, la piena potenzialità insita in ogni individuo» (NR, 617, 18).
Come afferma ancora sensei, «C’è ancora tanto di quel potere nella nostra vita che ancora non abbiamo tirato fuori»: questo è il momento giusto per farlo!
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Io sono Shin’ichi Yamamoto
Verso il 18 novembre 2018
Realizziamo ventimila membri giovani in Italia
La campagna Io sono Shin’ichi Yamamoto ha come scopo la realizzazione di 20.000 membri del Gruppo giovani in Italia entro il 18 novembre 2018 (attualmente i membri giovani sono 14.000).
È stata lanciata dai giovani, ma non è solo dei giovani, è l’attività di giovani e adulti che collaborano insieme con gioia e allegria. Il nostro obiettivo è che ogni praticante si impegni nel dialogare con tanti giovani con il desiderio che diventino felici praticando il Buddismo.
Per comprendere lo spirito di questa “campagna” approfondiamo i seguenti brani:
1. «Per un discepolo il momento di lottare non è quando può ricevere direttamente, ogni giorno, le guide dal suo maestro. Questo potrebbe piuttosto definirsi un periodo di allenamento nella fede. La sua lotta decisiva inizia quando il maestro smette di essere direttamente alla guida dell’organizzazione. Eppure ci sono membri che quando il maestro scompare dalla scena approfittano per abbandonarsi al loro egocentrismo e dimenticano lo spirito della Gakkai. Una situazione simile si verificò quando il maestro Toda lasciò l’incarico di direttore della Gakkai. Voi non dovrete per alcun motivo comportarvi in questo modo. Alzatevi con fierezza e determinazione al mio posto! Diventate tutti “Shin’ichi”!» (La nuova rivoluzione umana, vol. 30, cap. 1, p.ta 47).
2. «Sappiamo che Shin’ichi Yamamoto è lo pseudonimo del presidente Ikeda. Ma, anche se riflette esattamente la sua vita, Shin’ichi è anche il personaggio modello in cui si condensano le lotte dei discepoli. In altre parole, chiunque può rispecchiarsi e vivere come Shin’ichi Yamamoto. Rivivendo la vita e lo stato d’animo di Shin’ichi Yamamoto, facendo coincidere il nostro pensiero con quello di Sensei, possiamo proseguire la via della lotta condivisa» (Buddismo e Società 185, pag. 19).
La campagna si articola in tre punti:
Il Daimoku (le recitazioni), lo studio (de La rivoluzione umana vol.10 e de La nuova rivoluzione umana vol.30), lo shakubuku (come impegno personale).
L’attività dunque sarà incentrata sulla prima linea del nostro movimento, gruppi e settori. Vogliamo dialogare con tanti amici per portarli a zadankai. «Dialogare significa espandere i legami con il Buddismo» (La nuova rivoluzione umana, vol. 30, cap. 1, p.ta 70).
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Un karma di vittoria
Mauro Ciullo, responsabile nazionale giovani
Abbiamo lo scopo di 20.000 giovani membri della Soka Gakkai in Italia, ora siamo 14.000. Con questo obiettivo abbiamo lanciato la campagna “Io sono Shin’ichi Yamamoto”! Tengo a precisare che questa non è una campagna dei giovani, ma riguarda tutti e quattro i Gruppi. Facciamo il più bel regalo al nostro maestro, puntando al 18 novembre 2018. La campagna è pensata per permettere a ogni singola persona di diventare felice.
Siamo in un momento cruciale per il movimento di kosen-rufu in Italia. Conoscere la via di maestro e discepolo e percorrere la via di maestro e discepolo sono due cose diverse e adesso, come discepoli di Ikeda, è giunto il tempo di sperimentare fino in fondo la non dualità di maestro e discepolo. Per molti questo sarà l’ultimo anno di attività nei giovani, mentre per altri è la prima occasione in cui fare l’esperienza di vincere, per incidere nelle nostre vite un karma di vittoria
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Tutto parte dal dialogo
Daniele Santi, responsabile nazionale giovani uomini
Concentriamoci sulla cura dei Futuro, dei principianti e dei nostri amici a cui facciamo shakubuku, basandoci sullo studio de La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana. Tutto parte dal dialogo. La campagna “Io sono Shin’ichi Yamamoto” è incentrata sulla prima linea del nostro movimento, gli zadankai, e seguirà delle tappe significative:
2 gennaio: novantesimo compleanno di sensei;
16 marzo: sessantesimo anniversario del giorno di kosen-rufu (1958)
3 maggio: giorno di maestro e discepolo
19 luglio: fondazione dei Gruppi giovani uomini (11 luglio) e giovani donne (19 luglio)
24 agosto: anniversario della conversione di Daisaku Ikeda (1947)
18 novembre: giorno della Soka Gakkai e quinto anniversario dell’inaugurazione del Kosen-rufu Daiseido.
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Sì, ce la faccio
Elena Battistini, responsabile nazionale giovani donne
Abbiamo una grande sfida davanti a noi. Ogni volta che affermiamo: «Sì, ce la faccio!» quella cosa, in virtù del potere della fede, diventa realtà. Mi ha incoraggiato moltissimo il modo in cui sensei ha parlato dell’Italia nel messaggio per il 18 novembre. Ho sentito che è come se ci stesse dicendo: «Avanti! Ce la possiamo fare! Facciamo un grande passo avanti!».
Quando parliamo dei 20.000 giovani stiamo parlando dei nuovi ma anche dei 14.000 che ci sono già, quindi anche di me. Se io decido di vincere sul mio karma, allora posso trasmettere la forza del Daimoku alle altre persone. Costruiamo una fede sempre più forte seguendo l’incoraggiamento del presidente Toda: «Propagare il Buddismo significa credere profondamente “io sono Nam-myoho-renge-kyo”».
Corso della Consulta nazionale