Con fiducia e convinzione
dedicate la vostra vita
a questo cammino.
Le bugie
sono effimere come fumo.
«Il mio richiamo è un richiamo alla battaglia» scriveva in Foglie d’erba Walt Whitman (1819-92), noto poeta americano molto amato. Per noi membri della SGI il richiamo è a kosen-rufu, una battaglia fatta di parole e di idee per conquistare il massimo rispetto a favore della dignità della vita. Secondo il Buddismo, l’Ultimo giorno della Legge – l’epoca attuale – è un periodo di “dissidi e contrasti”, durante il quale accuse malevole e ingiurie emergono ovunque. Per questo è importante imparare a riconoscere con serenità le parole false, prive di verità e integrità, effimere come il fumo, e smascherarle con fermezza.
«Kosen-rufu è un grande movimento che ci richiede continuamente di scrivere e parlare per difendere la nostra causa. Dovete sempre reagire di fronte a ciò che va confutato! Non possiamo restare da una parte e lasciare che le bugie più sfacciate mettano a tacere la verità!». Questo insegnava il mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai.
Miei giovani eroi,
prendete posto sul vostro palcoscenico e danzate,
con lo spirito
di denunciare l’ingiustizia
e la disumanità.
In una lettera a Nanjo Hyoe Shichiro, padre di Nanjo Tokimitsu, Nichiren Daishonin scrive: «Per quanto una persona compia azioni molto virtuose, legga o trascriva l’intero Sutra del Loto mille o diecimila volte, sia padrone della contemplazione di ichinen sanzen, se non denuncia i nemici del Sutra del Loto, non potrà ottenere la Via» (Incoraggiamento a un malato, SND, 8, 220). Egli si sforzò di imprimere profondamente queste parole nel cuore del suo discepolo. Se non abbiamo il coraggio di affrontare fermamente i “nemici del Sutra del Loto” – cioè di esprimerci contro l’ingiustizia o la disumanità che distruggono la felicità delle persone – non saremo in grado di ottenere la Buddità.
Dopo la morte del padre, il giovane Nanjo Tokimitsu decise di seguirne le orme e di superarlo nella fede, in accordo con il principio per cui si ottiene “dall’indaco, un blu ancora più intenso”. Rispondendo al severo ma compassionevole incoraggiamento del Daishonin, Tokimitsu ha lottato senza mai farsi indietro contro ogni genere di accuse infondate e di menzogne arroganti. Il suo impegno coraggioso nel difendere la giustizia e la verità continua a vivere oggi nella Divisione giovani.
Il dialogo che conduciamo per kosen-rufu, in cui facciamo chiaramente distinzione tra il vero e il falso, è l’espressione di uno sforzo serio, che abbraccia ogni cosa. Restare codardamente in silenzio porterà alla sconfitta, mentre dire sempre chiaramente ciò che va detto con passione e convinzione è la chiave per la vittoria. Questo è lo spirito che permea le parole del Gran Maestro T’ien-t’ai: «La pratica del Sutra del Loto è shakubuku, la confutazione delle dottrine provvisorie» (SND, 4, 15).
Il drammaturgo tedesco Bertold Brecht (1898-1956), che si oppose fermamente alla crudeltà del regime nazista, nella Vita di Galileo scrisse: «La verità è agguerrita e colpisce […] la menzogna». E ancora: «Nella lotta contro l’ipocrisia, dobbiamo scrivere la verità». Questo spirito, che si potrebbe definire la quintessenza del giornalismo, è stato sempre l’orgoglio del Daibyakurenge, il mensile di studio della Soka Gakkai che questo mese celebra il suo settecentesimo numero. Come sarebbe felice di questo traguardo il nostro presidente fondatore della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, che pubblicò la precedente rivista Kachi Sozo (Creazione di valore) fino a quando non venne bandita dalle autorità militari durante la Seconda guerra mondiale.
Più tardi, in occasione della pubblicazione del primo numero del nuovo Daibyakurenge (luglio 1949), il presidente Toda disse: «Fin tanto che i nostri membri ameranno e leggeranno avidamente questo giornale, la nostra organizzazione continuerà a crescere». Questa era la sua intuizione guida. Oggi kosen-rufu avanza a livello globale, di pari passo con la diffusione di tutte le pubblicazioni della SGI, e molti membri in tutto il mondo percorrono enormi distanze per portare le riviste della SGI ai loro compagni di fede – dalle pendici dell’Himalaya alle rive del Nilo in Africa, fino alle isole della Terra del Fuoco all’estremo sud dell’Argentina.
In una lettera di ringraziamento alla monaca laica Sennichi, il Daishonin scrive: «Quando il leone ruggisce […], i cento cuccioli si sentono incoraggiati e la testa delle altre fiere e uccelli da preda si rompe in sette pezzi» (SND, 7, 217-8).
Recentemente, un’appartenente alla Divisione donne del Kansai che da più di trent’anni distribuisce il Seikyo Shimbun, il quotidiano della Soka Gakkai, ha detto che il suo compito più doloroso è stato quello di consegnare il numero che annunciava le mie dimissioni da terzo presidente (aprile 1979). Quella mattina, ha raccontato, giurò piangendo amaramente di stabilire all’interno della sua comunità una meravigliosa rete di membri veri, leali, legati direttamente ai primi tre presidenti. Sono le voci di donne così che, come il potente ruggito di un leone, hanno protetto la nostra cittadella di Soka, ampliandone il raggio d’azione.
Diversi anni fa ebbi un dialogo con Anthony Marsella, emerito professore di psicologia all’Università delle Hawaii. Diceva che la voce di un solo individuo ha il potere di cambiare la società – teoria che è stata dimostrata da persone come il Mahatma Gandhi, così come dai presidenti della Soka Gakkai e dai suoi membri. Alla fine, la penna è sempre più potente della spada, ha concluso.
Più parliamo apertamente e in modo diretto delle cose, più possiamo cambiare il mondo, tenetelo sempre a mente e siatene orgogliosi.
Con coraggio e integrità,
lasciate ai posteri l’eterno retaggio
della verità
del nostro movimento
di kosen-rufu.