Nella terra dove si è combattuto per i valori di libertà, uguaglianza e fratellanza, Daisaku Ikeda – nella quarta tappa del viaggio nel Vecchio Continente – riflette sul compito della Soka Gakkai: creare un terreno fertile per i diritti umani
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La nuova rivoluzione umana
Nonostante il tempo per la visita fosse assai limitato, Shin’ichi era particolarmente contento di poter vedere la collezione d’arte del Louvre. Mentre ammirava le opere, ricordò la volta in cui il presidente Toda aveva portato un gruppo di cinquanta rappresentanti della Divisione donne a visitare una mostra di arte francese, nell’autunno 1954. L’esposizione mostrava soprattutto capolavori provenienti dal Louvre.
Toda aveva spiegato il motivo per cui era importante portare le responsabili della Divisione donne a visitare la mostra: «Da oggi in poi sarà importante che le donne si occupino di eventi a livello internazionale. Una delle cose più utili sarà conoscere il mondo dell’arte». In quel periodo, molti membri della Divisione donne soffrivano a causa di problemi economici. In tale situazione non avevano né il tempo, né i soldi e neppure la voglia di visitare un museo. Ma fu proprio per questa ragione che Toda volle dar loro un’opportunità per conoscere le belle arti: voleva che crescessero per diventare delle persone di valore ben inserite nella società. […]
«La grande arte è una manifestazione di umanità. Come tale, è colma di libertà e diversità. È l’esatto opposto della barbarie che cerca di controllare la gente con la forza militare, la violenza e altri tipi di pressione esterna. È per questo che l’arte può trascendere le restrizioni della politica e, a un livello più profondo, aiutare a formare dei legami di amicizia. È in questo che intuisco il grande potenziale dell’arte per contribuire alla pace mondiale». Mentre Shin’ichi parlava ebbe la piena coscienza che il Louvre fosse un tempio dell’arte, un santuario del genio creativo, dove la gente di tutto il mondo si recava a rendere omaggio.
(La nuova rivoluzione umana, vol. 5, pag. 26)
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I miei eroi
Lorenz si avvicina al Buddismo da bambino spontaneamente, insieme alla mamma e alla sorella. Leggendo La rivoluzione umana scopre la storia di Makiguchi, Toda e Ikeda che diventano le sue figure di riferimento. Il messaggio lasciatogli da sensei è: lavorate in amicizia e unità
Lorenz Plassmann, responsabile nazionale della Divisione giovani, musicista e imprenditore
Quando hai iniziato a praticare il Buddismo e perché?
Ho cominciato nel 1979, dopo la morte di mio padre. Mia madre aveva appena inziato a recitare quando, spontaneamente, io e mia sorella ci siamo uniti a lei. Avevo cinque anni e rimasi sorpreso e attratto dal suono e dal ritmo del Daimoku. Non c’è stata una ragione particolare per la quale ho iniziato a recitare. La domanda vera è: «Perché da allora ho continuato?». Da bambino ero molto introverso, non avevo amici e non ero particolarmente bravo a scuola. Quando per la prima volta ho recitato Daimoku ho sentito qualcosa di intenso e profondo che mi ha spinto a continuare. Poco a poco cominciai a leggere La rivoluzione umana e in seguito scoprii che i miei eroi erano Makiguchi, Toda e Ikeda. Mi sentivo ispirato dalle loro azioni. Con il passare degli anni, mi sono allenato a partecipare in prima persona alle attività della SGI in Francia, cercando sempre di mantenere vivo lo spirito della relazione tra maestro e discepolo nella mia vita. Le cose, in seguito, sono cambiate. Gli studi sono andati sempre a migliorare: mi sono laureato in storia, ho seguito il mio sogno nel campo della musica, e sento di aver aperto il mio cuore e la mia vita. Naturalmente, la lotta continua ancora adesso.
Qual è la caratteristica delle attività della Soka Gakkai in Francia?
Le nostre attività si svolgono principalmente su base locale. Non stiamo organizzando grandi eventi, tipo festival, come abbiamo fatto, invece, in passato. Adesso per noi la cosa più importante è che la società francese comprenda il nostro movimento di pace per quello che è davvero. Iniziative a cui partecipiamo spesso sono le conferenze interreligiose.
Potresti parlare dell’attività più importante organizzata nel tuo paese?
Sono passati due anni da quando la Divisione giovani francese ha organizzato degli incontri locali specifici su tutto il territorio chiamati “Forum dei giovani”. All’inizio con i nostri compagni di fede abbiamo approfondito il Buddismo di Nichiren Daishonin, basandoci sul libro di Daisaku Ikeda La saggezza del Sutra del Loto. Quest’anno in questi forum stiamo studiando Il mondo del Gosho, un commento – sempre di Ikeda – agli scritti del Daishonin. I giovani sono entusiasti di questi incontri.
Ci racconti un episodio che hai ascoltato da un pioniere sulla prima visita di sensei o di un tuo incontro con Ikeda?
Quando sensei venne in Francia nel 1987, era la seconda volta che lo incontravo. La prima volta era stata nel 1983. Questa volta lo incontrai personalmente a un garden party dopo aver suonato un assolo di violino. Ci scambiammo poche parole e poi tagliammo la torta insieme ad altri giovani. Mentre parlavamo sentivo che lui mi stava “abbracciando” con la profondità della sua vita e che faceva così con ogni persona. Percepivo che per lui ogni singolo istante aveva un valore eccezionale, principio che compresi solo molti anni dopo e posso affermare che quel momento risplende dentro di me come se fosse allora. Due anni più tardi incontrai di nuovo Ikeda a un garden party, nel 1989. Aspettavamo da lui un discorso, invece disse semplicemente che avremmo dovuto goderci la festa, mangiare, bere e costruire amicizie. Trovo che fosse un messaggio importante per la Francia e l’Europa: ciò che conta maggiormente sono proprio la coesione e l’amicizia.
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Dialoghi fra due mondi
Hugo e Huyghe sono forse i due autori francesi citati più frequentemente da Ikeda. Se il romantico Hugo lo ha profondamente ispirato con la lettura delle sue opere, con lo storico dell’arte ha intrattenuto una serie di scambi raccolti in un volume
Victor-Marie Hugo (1802-1885)
Scrittore, poeta, drammaturgo, teorico francese, considerato il “padre del Romanticismo in Francia”, ai primi posti nelle letture di Josei Toda e Daisaku Ikeda. Un’esistenza densa di viaggi, contatti, lingue diverse, separazioni dolorose, uno spirito di ricerca combattivo e “leonardiano”, capace di tenersi lontano dai modelli malinconici che caratterizzavano i poeti del tempo. Una specie di “eroe del mondo” nell’Europa dell’Ottocento, che a quattordici anni scriveva sul suo diario: «Voglio essere o Chateaubriand o niente», dotato naturalmente del senso poetico della vita, quindi dell’arte, dell’arte della parola soprattutto, che si divertì anche a sperimentare tutti i generi letterari, dalla poesia lirica al dramma (uno per tutti: Ernani, trasposto poi in musica e rappresentato dal nostro Giuseppe Verdi), dalla satira politica al romanzo storico e sociale (ricordiamo solo Notre-Dame de Paris, I Miserabili, Novantatrè), con lo sguardo costantemente rivolto ai problemi dell’attualità sociale, impegnato spesso in appassionate lotte contro l’ingiustizia e l’oscurantismo.
René Huyghe (1906-1997)
Non ancora trentenne, diventò curatore capo del dipartimento dei dipinti e dei disegni del Museo del Louvre; ha insegnato al Collège de France; è stato membro della Académie Française, direttore del museo Jacquemart-André di Parigi, presidente del consiglio dei Musei nazionali. Durante la Seconda guerra mondiale organizzò l’evacuazione dei dipinti del Louvre nella zona libera e si fece carico della loro protezione fino alla liberazione. Ha scritto numerosi libri, sull’arte e la psicologia dell’arte, dei quali ricordiamo L’alba dopo l’oscurità (1980) con Daisaku Ikeda, riassumibile nelle parole di Huyghe stesso: «Il miglior modo per avere una visione d’insieme è quello di accostare e comparare modi di pensare che appartengono ai due lati opposti del mondo», e l’autobiografico Una vita per l’arte. Da Leonardo a Picasso del 1994.
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Germogli d’Europa
Il Centro culturale francese
Culla di kosen-rufu in Europa è il Centro di Trets, nelle vicinanze di Aix-en-Provence. Fin dall’inaugurazione, avvenuta nel 1975, è stato teatro di numerosi corsi e festival culturali a livello europeo. Le visite del presidente Ikeda, avvenute nel 1981, nel 1983 e nel 1991, furono scandite dalla realizzazione di alcuni edifici, quali la Maison d’Europe e l’Ikeda Hall, una grande sala che può accogliere seicento persone.
Il Centro di Chartrettes, cinquanta chilometri a sud-est di Parigi, fu inaugurato il 23 luglio del 1991. Il luogo presenta un rilevante interesse storico-culturale: abitato fin dall’età del ferro, nel 1510 vide la costruzione del castello, che nel XVI secolo fu frequentato da Enrico IV, allora re di Francia. Nel 1876 fu acquistato dal generale Salanson, comandante al fianco di Napoleone III, che gli diede la forma attuale. Nel 1937 entrò in possesso della famiglia Winckler, proprietaria di agenzie di stampa e giornali, che, al termine della Seconda guerra mondiale, lo rese sede ufficiale della testata Opera Mundi. Il parco annovera magnifici esemplari secolari, quali sequoie tra le più alte d’Europa, cedri, faggi rossi. Quasi ogni anno il pubblico può visitare questo luogo in occasione della giornata nazionale dei monumenti storici, sotto il patrocinio del Ministero della cultura e della comunicazione.
A sud di Parigi si trova il Centro di Sceaux, attivo dal 1969 e ufficialmente inaugurato nel 1972, in occasione del primo 3 maggio trascorso e festeggiato all’estero da Daisaku Ikeda. Nel cuore di Parigi, nelle vicinanze dell’Opéra, sorge un Centro, che ospita anche incontri di dialogo interreligioso. Infine, la città di Nantes è sede dell’omonimo Centro culturale. Ex cinema teatro, fu inaugurato nel 1993.