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Padroni della propria vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:32

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Padroni della propria vita

«In ogni impresa l’inizio e le basi sono di vitale importanza» scrive Daisaku Ikeda in questo saggio rivolto ai nuovi membri, già  pubblicato nel numero 388 del Nuovo Rinascimento. E visto che «il Buddismo è il mezzo per ottenere la felicità assoluta, è cruciale essere padroni delle basi corrette: la fede, la pratica e lo studio»

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«In ogni impresa l’inizio e le basi sono di vitale importanza» scrive Daisaku Ikeda in questo saggio rivolto ai nuovi membri, già  pubblicato nel numero 388 del Nuovo Rinascimento. E visto che «il Buddismo è il mezzo per ottenere la felicità assoluta, è cruciale essere padroni delle basi corrette: la fede, la pratica e lo studio»

I fiori che sbocciano a ogni primavera sono meravigliosi. Purtroppo, la storia umana è costellata di eventi duri come il più rigido degli inverni, ma l’importante è perseverare con pazienza e impegnarsi al massimo aspettando con tenacia il trionfante ritorno della primavera.
Circa duecento anni fa il filosofo tedesco Johann Gottlieb Fichte (1762-1814) scriveva: «Solo dal miglioramento radicale della mia volontà sorge in me una luce nuova sulla mia esistenza e sulla mia vocazione». Fichte sosteneva che è questo tipo di trasformazione spirituale a forgiare la saggezza autentica. Le sue parole possono essere considerate un riconoscimento e una conferma della correttezza del grandioso percorso della rivoluzione umana, la trasformazione spirituale che noi della SGI sosteniamo.
Fichte viene considerato, accanto a Kant e Hegel, uno dei massimi filosofi dell’idealismo tedesco. Rinomato educatore, divenne rettore dell’Università di Berlino. Di umili origini, in gioventù dovette affrontare la povertà e molte altre difficoltà lottando strenuamente per acquisire un’educazione. Il grande filosofo Kant ebbe parole di grande apprezzamento per una sua dissertazione giovanile, e fu attraverso la pubblicazione di questo scritto, appoggiata dallo stesso Kant, che Fichte venne riconosciuto per la prima volta come filosofo. Fichte si guadagnò la stima anche del grande Goethe, che lo raccomandò per un posto all’Uni­versità di Jena, dove il giovane si dimostrò un abile oratore, capace di catturare l’attenzione dei suoi uditori. Incoraggiare i giovani e aiutarli a intraprendere il percorso che hanno scelto è di importanza fondamentale. Ma i giovani talenti sono a volte bersaglio d’ingiustizie. A causa delle convinzioni morali alla base della sua filosofia, Fichte incontrò il malcontento del clero dell’Università di Jena e, quando si rifiutò di rivedere i suoi princìpi, fu costretto ad abbandonare il suo impiego.
Tuttavia, l’oro puro non perde mai il suo lustro. Il vero valore di Fichte divenne evidente quando il suo paese fu in pericolo. A Berlino, durante l’occupazione napoleonica, Fichte condusse una serie di lezioni nelle quali rischiò la vita per sostenere i tedeschi scoraggiati. Nei suoi famosi Discorsi alla nazione tedesca sottolineò l’importanza di istituire una nuova forma di educazione per salvare la nazione: «Non dobbiamo assoggettare lo spirito, quindi per prima cosa dobbiamo fornire a noi stessi uno spirito che sia saldo e maturo».

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Ogni giorno ricevo notizie gioiose dai membri, che mi informano dei dialoghi fruttuosi con i loro amici che hanno preso fede nel Buddismo di Nichiren Daishonin. E ogni volta che ascolto queste storie di determinazione e gioia, mosse da sincerità e amicizia, rimango colpito.
Il fondatore della Soka Gakkai, il primo presidente Tsunesaburo Makiguchi, iniziò a praticare il Buddismo all’età di cinquantasette anni. Parlando dei sentimenti di quel tempo ricordava: «Con una gioia indescrivibile ho cambiato completamente il modo in cui ho vissuto per quasi sessant’anni». Abbracciare il Buddismo di Nichiren Daishonin è il punto di partenza verso una vita completamente nuova. A tutti i nuovi membri, vorrei dire: «Congratulazioni! Insieme, conduciamo vite felici e meravigliose!».
«Accettare è facile; continuare è difficile. Ma la Buddità si trova nel mantenere la fede. Coloro che abbracciano questo sutra dovrebbero essere pronti a incontrare difficoltà» (La difficoltà di mantenere la fede, RSND, 1, 417).
Da quando ho iniziato a praticare il Buddismo, all’età di diciannove anni, ho profondamente inciso nel mio cuore questo brano tratto dagli scritti di Nichiren Daishonin. Durante i decenni trascorsi, ho osservato la vita di centinaia di migliaia, anzi, di milioni di individui. Di conseguenza posso affermare con certezza che coloro che perseverano nella fede sinceramente, come insegna il Daishonin, non mancano mai di diventare felici.
Il Buddismo del Daishonin è un insegnamento per ottenere l’Illuminazione nella vita presente. Ci permette di raggiungere uno stato vitale di felicità assoluta in questo mondo, in questa esistenza. Abbracciando la fede in questo Buddismo abbiamo piantato i semi dell’Illuminazione e messo le radici della vittoria nella nostra vita. È importante che nutriamo questi semi e queste radici così da sviluppare una personalità solida e imperturbabile come un grande albero capace di resistere alle più dure tempeste. La chiave per realizzare questo è perseverare nella fede. Non importa quello che accade, ciò che conta è mantenere la fede e trascorrere la nostra vita insieme alla SGI e ai nostri amici membri.
Il Daishonin afferma: «Quindi il miglior modo per conseguire la Buddità è quello di incontrare un buon amico» (I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia, RSND, 1, 531). L’organizzazione della SGI e tutti i nostri compagni di fede sono proprio questi “buoni amici”. Anche i più anziani nella fede, che lottano nella società come campioni di filosofia e saggezza, hanno imparato le basi della fede e il corretto percorso della vita attraverso la SGI. Come ha detto il noto filosofo e scrittore americano Ralph Waldo Emerson (1803-82) in Condotta di vita: «La vita varrebbe due volte o dieci volte di più se vissuta con saggezza e in fertile compagnia».

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Nei primi tempi, la Soka Gakkai in Giappone era organizzata in “linea verticale”, per cui i nuovi membri, indipendentemente dal luogo in cui vivevano, venivano affidati a un gruppo o a un settore della zona di appartenenza della persona che li aveva introdotti.
Un noto esempio è il caso di Ryutaro e Sachiko Omura di Kushiro, nello Hokkaido, che alla fine degli anni ’50 per circa cinque anni attraversarono regolarmente il Giappone in tutta la sua lunghezza, dallo Hokkaido, nell’estremo nord, fino a Kumamoto, nel Kyushu all’estremo sud, per incoraggiare Yasuyuki e Emiko Ukeba, membri del loro settore. Infatti Yasuyuki, subito dopo aver aderito alla Soka Gakkai a Kushiro, venne trasferito per motivi di lavoro a Kumamoto, la sua città natale. Così ogni due o tre mesi i coniugi Omura, come responsabili di settore, facevano a turno per visitare Kumamoto, affrontando ogni volta un incredibile viaggio in treno di 2.700 chilometri, con diversi cambi, per poter offrire un incoraggiamento nella fede ai coniugi Ukeba e per sostenerli nella propagazione del Buddismo del Daishonin nella loro comunità. Col tempo, nelle prefetture di Fukuoka e Oita, nel Kyushu, iniziarono a emergere nuovi membri, e con la crescita dell’organizzazione a circa duecento famiglie nel settore Kushiro nacque il gruppo Kyushu, di cui i coniugi Ukeba vennero nominati responsabili.
Quando prevale il desiderio sincero di far tesoro e prendersi cura di ogni singolo membro, la distanza non conta. Indipendentemente dalla possibilità di viaggiare per incontrare di persona i membri, fino a quando preghiamo con tutto il cuore per la loro crescita, possiamo manifestare la saggezza per incoraggiarli in un numero infinito di modi.
Condividere il Buddismo di Nichiren Daishonin con gli altri è sempre un’espressione del nostro desiderio sincero che queste persone siano felici. La loro decisione di iniziare a praticare segna l’inizio di un viaggio di gioia attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Spero che, seguendo l’esempio di quelli che vi hanno aiutato a intraprendere il viaggio della fede, voi stessi sosterrete e incoraggerete calorosamente i nostri nuovi membri, aiutandoli a diventare persone che praticano per la felicità propria e degli altri.

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In ogni impresa l’inizio e le basi sono di vitale importanza. Per diventare abili nello sport, i movimenti di base devono essere ripetuti costantemente fino a che il corpo li ricorda senza sforzo. Nessun atle­ta ha mai raggiunto un risultato nel suo campo ignorando o evitando le basi. Poiché il Buddismo è il mezzo per ottenere la felicità assoluta, è cruciale essere padroni delle basi corrette. Le basi del Buddismo sono la fede, la pratica e lo studio. Come afferma il Daishonin: «Impegnati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la pratica che lo studio sorgono dalla fede. Insegna agli altri come meglio puoi, anche una sola frase o un solo verso» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 342).

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Gli scritti del Daishonin illuminano chiaramente un sentiero sconfinato e brillante che porta alla vittoria e al successo nella vita. Questo sentiero di felicità eterna si trova soltanto nell’agire per kosen-rufu. Mentre sradichiamo completamente la sofferenza che sperimentiamo come risultato delle nostre passate offese alla Legge, costruiamo la strada verso un sereno e trionfante regno di felicità, accesi da una missione eterna, una missione che è come una risplendente giovane promessa. Stiamo creando un punto di svolta nelle nostre vite verso una felicità nuova e indistruttibile attraverso gli sforzi per trasformare il nostro karma a un livello più profondo. Senza questa trasformazione non possiamo essere veramente felici, quali che siano le circostanze favorevoli di cui possiamo godere al momento.
Amici miei, per favore non seguite percorsi sbagliati e non conducete vite dominate da collera e sofferenza. Una vita senza scopi chiari è vuota e triste: alla fine scivolerà nell’oscurità. Per favore non permettete a voi stessi di essere dominati dalla negatività interiore. Fate che la vostra vita sia fonte di gioia per voi stessi e per gli altri, non una vita misera che causa sofferenza e dolore!
Oggi, di nuovo, percorriamo un sentiero che è più che mai nuovo e vibrante. Richiamando nuovi amici, nuovi membri che si sono uniti a noi in questo viaggio, incoraggiamoci e rafforziamoci reciprocamente mentre avanziamo riscaldati dall’immortale luce del sole. Fino a quando conserviamo i tesori del cuore che abbiamo accumulato dentro di noi, nessuno potrà distruggerli. Anna Frank, mentre si nascondeva dai nazisti, scrisse nel suo diario: «Ricchezza, prestigio, tutto può andare perduto. Ma la felicità nel tuo cuore può solo essere offuscata; rimarrà sempre lì, per tutta la vita, per renderti felice nuovamente».
Spero che tutti i nostri membri sosterranno quelli che si sono da poco uniti alla nostra organizzazione, dimostrando attraverso il loro esempio la gioia di dedicare la propria vita a kosen-rufu, avanzando insieme in amicizia e armonia. La chiave per realizzare questo è avere la compassione di pregare per i nostri nuovi membri affinché diventino ancora più capaci di noi, incoraggiandoli fino in fondo.
Durante la persecuzione di Atsuhara i tre fratelli Jinshiro, Yagoro e Yarokuro, fedeli discepoli del Daishonin, furono condannati a morte per essersi rifiutati di rinunciare alla loro fede. Questi tre martiri, che sono oggi modelli di kosen-rufu, avevano iniziato a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin da appena un anno. La profondità della fede non si misura con gli anni di pratica, ma con la forza dell’impegno personale. ­Goethe una volta ha ricordato che le persone grandi non perdono mai l’entusiasmo dell’inizio. Ricominciamo con una rinnovata partenza, incoraggiamo i nuovi membri con tutto il cuore e impariamo dal loro spirito appassionato.

(23 aprile 2002)

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Daisaku Ikeda / Vivere il Gosho ogni giorno

Buoni amici

«Dove può condurci la nostra saggezza? Se abbiamo abbastanza saggezza da distinguere il caldo dal freddo, dovremmo cercare un buon amico» (I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia, RSND, 1, 531)

La nostra organizzazione è una meravigliosa assemblea di “buoni amici” del regno del Buddismo. Il Daishonin sicuramente apprezzerebbe le nostre riunioni di discussione dove le persone di tutte le età e con percorsi di vita differenti si riuniscono da pari a pari per incoraggiarsi e sostenersi a vicenda. Quando avanziamo in solida unità come buoni amici lungo il cammino della rivoluzione umana, il potere del Budda si manifesta immancabilmente nelle nostre vite e saremo in grado di superare qualsiasi difficoltà.

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Semi della Legge mistica

«Anche un seme, una volta piantato si moltiplica» (Il tessuto per una veste e la veste sfoderata, WND, 2, 602)

Quando parliamo del Buddismo ai nostri amici, stiamo piantando e coltivando i semi della felicità sia nella loro che nella nostra vita. Impegniamoci per ingaggiare dei dialoghi con una persona dopo l’altra. Questi semi piantati attraverso sforzi sinceri e coraggiosi produrranno benefici come fiori e frutti meravigliosi, al di là di ogni immaginazione, facendo sì che le vite di tutti noi brillino ulteriormente.

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