La pace non esiste altrove,
in un posto lontano.
Bisogna costruire un mondo
di amicizia e fiducia
proprio là dove ci troviamo.
La pace si trova nel luogo
dove espandiamo la nostra cerchia
di fiducia e amicizia.
Parlare in modo unilaterale
non è dialogo.
Prima di tutto, rispettiamo la persona
che abbiamo di fronte
e ascoltiamo con attenzione.
Ascoltare, parlare e ancora ascoltare.
Attraverso questo scambio da cuore a cuore
possiamo abbattere i muri dell’incomprensione
e del pregiudizio nel nostro cuore.
La persona di fronte a noi
è un essere umano, come noi.
Quando arriviamo a comprendere
che non vi è alcuna differenza tra noi,
i nostri cuori riescono a comunicare
e nasce la fiducia.
La Soka Gakkai porta avanti fino in fondo
la missione di sfidarsi, sempre e comunque,
per trasformare la società,
per la felicità di tutte le persone
e per la pace nel mondo.
Ciò racchiude l’essenza di una
“religione della gente”.
Questo è lo spirito fondamentale del Buddismo.
Fin dalle origini,
il Buddismo non è una religione
il cui fine sia raggiungere
l’Illuminazione da soli.
Agire per la felicità delle persone:
la vera Illuminazione è racchiusa
in questa pratica concreta.
“Violenza” o “dialogo”?
In numerose parti del mondo
continuano a verificarsi
terribili conflitti,
una catena incessante di odio e violenza.
Proprio per questo
non dobbiamo smettere di dialogare,
mai e poi mai.
Scegliere risolutamente il dialogo
diverrà una scelta per la pace
e condurrà l’umanità a scegliere la vita.
Ne sono convinto.
Creare un mondo pacifico, senza guerre,
in cui le persone non uccidono le altre persone:
questo è il desiderio sincero di tutti noi,
membri della famiglia Soka.
Questa è la missione della SGI.
(Seikyo Shimbun, 19 gennaio 2020)