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Onde di pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 19:33

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Onde di pace

Per la prima Conferenza mondiale per la pace organizzata a Guam arrivano messaggi di sostegno da pacifisti e personalità della cultura di tutto il mondo. Un rappresentante della Gran Bretagna prende la parola e, a nome dei presenti, esprime il desiderio di creare un’organizzazione globale basata sul Buddismo del Daishonin, che prenderà poi il nome di Lega Buddista Internazionale

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Per la prima Conferenza mondiale per la pace organizzata a Guam arrivano messaggi di sostegno da pacifisti e personalità della cultura di tutto il mondo. Un rappresentante della Gran Bretagna prende la parola e, a nome dei presenti, esprime il desiderio di creare un’organizzazione globale basata sul Buddismo del Daishonin, che prenderà poi il nome di Lega Buddista Internazionale

Dopo l’apertura ufficiale della prima Conferenza mondiale per la pace, furono letti i messaggi di pensatori di tutto il mondo; fra questi vi erano le parole di Aurelio Peccei (1908-84), cofondatore del Club di Roma, di Juan de Dios Guevara Romero (1910-2000), rettore della National University di San Marcos a Lima, del vice rettore dell’Università di Hong Kong Rayson Huang e dei rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti. C’era anche il messaggio di Prasanta Pal, il figlio maggiore di Radhabinod Pal (1886-1967), giurista indiano che diede un verdetto contrario al tribunale di Tokyo sui crimini della Seconda guerra mondiale. Nel suo augurio per il successo della conferenza, Prasanta Pal suggerì che la sopravvivenza dell’umanità dipendeva dagli esseri umani capaci di difendere i propri ideali, e asserì che gli insegnamenti buddisti e i princìpi della nonviolenza sono gli unici mezzi per ottenere una pace mondiale duratura. Molti fra i maggiori pensatori concordavano pienamente con l’ideale buddista della rivoluzione umana.
Salì poi sul podio un rappresentante della Gran Bretagna che disse con enfasi: «Cari amici da tutto il mondo! È con grande piacere che centocinquantotto rappresentanti di cinquantuno fra paesi e territori sono riuniti qui a Guam, una terra di pace, per la prima Conferenza mondiale per la pace. Congratulazioni!». [Per l’Italia parteciparono Mitsuhiro Kaneda e Amalia “Dadina” Miglionico, n.d.r.]. Le sue parole furono salutate da un vivace applauso.
«Questa conferenza è storica, perché è la prima volta che noi, rappresentanti di tutti coloro che abbracciano il Buddismo di Nichiren Daishonin in tutto il mondo, ci incontriamo. Superando le differenze di razza, etnia e costumi, partecipiamo a questa conferenza come primo passo nella costruzione di una pace globale reale e duratura, promuovendo la mutua comprensione fra i paesi attraverso lo scambio da persona a persona, fondato sulla fiducia reciproca. Il tema della conferenza è “Onde di pace”. Prendiamo a cuore questo concetto e solleviamo un’ondata crescente di pace nel ventunesimo secolo!».
L’oratore era un ex maggiore delle forze armate britanniche durante la Seconda guerra mondiale [Richard Causton, divenne in seguito direttore della SGI-UK fino al momento della sua morte, avvenuto nel 1995, n.d.r.]. Quando, nel 1944, l’esercito giapponese lanciò la campagna Imphal nel tentativo di invadere l’India, il maggiore resistette a un feroce attacco nemico che lasciò in lui il segno indelebile della brutalità della guerra. Così egli mise tutto il suo cuore nell’incitare gli ascoltatori a intraprendere la battaglia per la creazione di un mondo pacifico. Come affermò la scrittrice francese George Sand (1804-76): «Sappiamo bene che una grande passione espande l’anima».
Il rappresentante britannico, accalorato, proseguì: «Attualmente gli ostacoli fondamentali per la pace e la prosperità sono i demoni dell’egotismo e dell’arroganza che vivono in fondo al cuore degli esseri umani di tutte le nazioni. Il Buddismo ha il potere di sconfiggere la natura demoniaca che erode e consuma lo spirito umano. Le nubi oscure di problemi globali, come il conflitto armato e l’inquinamento, incombono chiaramente su di noi. Per affrontare efficacemente queste sfide, dobbiamo creare una vasta rete internazionale di individui che si impegnino insieme nel lungo periodo, in un movimento che trascenda i vecchi modelli.
A lungo ci siamo allenati a collaborare strettamente e possiamo realizzare questa unità per rispondere alle esigenze del tempo. A tutt’oggi, pur rispettando l’individualità e l’indipendenza di ciascuna organizzazione nazionale, abbiamo creato la Conferenza europea della Soka Gakkai, la Lega panamericana della Soka Gakkai, e il Comitato culturale buddista del Sudest asiatico. Crediamo comunque che la nostra solidarietà debba espandersi fino ad arrivare al mondo intero. A questo punto propongo formalmente a questa conferenza la creazione di un’organizzazione globale che verrà chiamata Lega Buddista Internazionale (IBL)».
Sottolineando che volontari nei diversi paesi avevano già tenuto delle riunioni preparatorie, l’uomo affermò che settantaquattro fra nazioni e territori avevano espresso il loro interesse nell’unirsi.
Specificò inoltre gli obiettivi della Lega buddista internazionale: «Lo scopo della IBL è fare in modo che noi, basandoci sul Buddismo di Nichiren Daishonin, contribuiamo al benessere e alla prosperità dei nostri rispettivi paesi, e che allo stesso tempo, attraverso la cooperazione e la collaborazione, possiamo sommare le nostre saggezze in modo da contruibuire all’amicizia e al benessere di tutti i popoli verso la creazione della pace globale.
Per questo motivo proponiamo che la IBL porti avanti le seguenti risoluzioni: 1) avviare e promuovere diversi eventi per realizzare la pace mondiale; 2) mantenere strette comunicazioni, incoraggiare il sostegno reciproco e coordinare le diverse attività fra le organizzazioni di tutto il mondo; 3) promuovere scambi culturali e di amicizia fra tutte le nazioni».
Il rappresentante britannico passò poi alle nomine del presidente, del segretario generale e di altre posizioni interne alla IBL. La platea applaudì per esprimere la sua approvazione per la neonata organizzazione e per i suoi rappresentanti appena eletti.
«Adesso che avete dato la vostra approvazione, posso dichiarare a nome di tutti che oggi si è ufficialmente inaugurata la Lega buddista internazionale, un’organizzazione per la pace, il faro della speranza che illuminerà il futuro dell’umanità. Congratulazioni!».
Il compito di una religione universale è quello di realizzare la pace. La corretta evoluzione di una religione è quella di sostenere quella competizione umana che ricerca il meglio per tutta la società.
Dopo il resoconto, si alzò a parlare il rappresentante americano, eletto presidente della IBL. Egli propose la nomina di Shin’ichi Yamamoto, presidente della Soka Gakkai, come presidente della lega, e la nomina del patriarca della Nichiren Shoshu, Nittatsu, come presidente onorario. I delegati diedero il loro consenso con un vigoroso applauso.
Echeggiò la voce dell’oratore: «Inoltre, a nome dei suoi discepoli di tutto il mondo, vorrei chiedere al presidente Yamamoto di guidare il movimento globale per la pace in qualità di presidente della Soka Gakkai Internazionale. Poiché questa è la nostra richiesta unanime, spero che accetterà. Che ne pensate?».
I delegati si alzarono tutti insieme e ci fu una lunga acclamazione. Shin’ichi si alzò, si inchinò e tutta la sala scoppiò in un applauso che crebbe fino a diventare un’ovazione. L’oratore, rivolto a Shin’ichi, esclamò: «Presidente Yamamoto, per favore assuma la guida del nostro movimento!».
Quel giorno, in quella occasione, attraverso la volontà unanime dei rappresentanti di tutto il mondo, nacque anche la SGI, movimento per la diffusione della Soka Gakkai a livello mondiale, con Shin’ichi alla sua guida.
La SGI e la IBL condividevano lo stesso obiettivo: contribuire alla realizzazione della pace e della prosperità di tutte le nazioni. La SGI avrebbe avuto inoltre il compito di diffondere gli ideali del Buddismo di Nichiren Daishonin, di guidare e sostenere le attività legate alla fede per aiutare i membri nel conquistare la corretta padronanza del Buddismo e svilupparne fede e pratica. Un’altra funzione della SGI sarebbe stata quella di inviare nel mondo rappresentanti che costruissero organizzazioni nazionali e conducessero corsi di formazione, seminari, cerimonie ed eventi vari. Oltre a fornire solide raccomandazioni basate sul Buddismo di Nichiren per realizzare la pace e la felicità di tutti, la SGI sarebbe stata anche fonte di ispirazione nella fede per i suoi membri e avrebbe mantenuto il vibrante spirito della Soka Gakkai, la forza propulsiva delle sue attività. La creazione di una simile organizzazione era qualcosa che i membri di tutto il mondo avevano sognato e sperato a lungo.
Fino a quel momento le organizzazioni della Soka Gakkai, per facilitare gli sforzi collettivi verso la pace e la felicità basati sul Buddismo e promuovere gli scambi culturali, si erano strutturate nei diversi continenti in reti cooperative. Fra queste c’erano la Conferenza europea in Europa, la Lega panamericana nel Nord e Sud America e il Consiglio buddista del Sudest asiatico in Asia. Tuttavia era desiderio dei membri di tutto il mondo espandere queste organizzazioni e costituire un organismo internazionale all’interno del quale riunire tutti i continenti. Anche Shin’ichi Yamamoto era profondamente consapevole della necessità di un’istituzione che abbracciasse tutte le organizzazioni. [Più avanti e più diffusamente nella prossima puntata sarà spiegato come sorse l’idea di formare la Soka Gakkai internazionale, organizzazione laica distinta dalla IBL, n.d.r.].
Molti dei problemi dell’umanità – la minaccia della guerra nucleare, la distruzione in atto dell’ambiente naturale, la discriminazione, la povertà e la fame – andavano oltre i confini nazionali e regionali, e richiedevano quindi una risposta globale. I buddisti hanno la missione di liberare il mondo dalla miseria e dalla sofferenza. Questo è il motivo per cui Shin’ichi considerava assolutamente essenziale creare un’organizzazione internazionale.
A seguito della decisione di tenere la prima Conferenza mondiale per la pace a Guam presa nella primavera dell’anno precedente (1974), iniziarono i preparativi per annunciare la creazione di questa organizzazione internazionale durante la conferenza. I lavori di preparazione furono inizialmente gestiti dallo staff del Centro internazionale di Tokyo, l’ufficio che aveva il compito di supportare i membri d’oltreoceano. A novembre fu convocato il comitato organizzativo della Conferenza mondiale per la pace che riuniva i rappresentanti di tutto il mondo, cui fu trasferita la responsabilità di preparare la fondazione dell’organizzazione internazionale. L’organizzazione venne chiamata IBL, e fu stesa una dichiarazione che recitava: «Lo scopo della IBL, organismo che affonda le radici negli ideali del Buddismo di Nichiren Daishonin, è di cumulare la saggezza dei membri e quella delle organizzazioni che lo costituiscono così che possano contribuire alla pace e alla prosperità dei rispettivi paesi e sostenere attraverso la cooperazione la pace, l’amicizia e il benessere delle persone in tutto il mondo».
La IBL si proponeva di servire da rete di sostegno reciproco fra le sue parti costituenti in tutto il mondo. Ma i membri del comitato sentivano che non era abbastanza. Ciò che volevano veramente era un’organizzazione che desse una solida guida nella fede, pur nel rispetto dell’autonomia delle organizzazioni e dei gruppi di ogni paese. Auspicavano di poter attingere pienamente da essa il sostegno per promuovere la comprensione corretta del Buddismo di Nichiren Daishonin.
I membri di tutto il mondo avevano il forte desiderio di conoscere meglio il Buddismo e la fede, di ricevere una guida per i problemi personali e per le attività buddiste. Questo era ancora più vero in quei casi in cui i responsabili locali erano relativamente giovani nella fede e non avevano molta esperienza nel condurre le attività buddiste. Inoltre, i responsabili di molte nazioni e territori stavano cominciando a notare che per promuovere efficacemente gli insegnamenti di Nichiren Daishonin e ampliarne la comprensione avevano bisogno di ereditare lo spirito della Gakkai e il legame tra maestro e discepolo, evidente fra i primi tre presidenti dell’organizzazione.
Un membro del comitato organizzativo della Conferenza per la pace, rappresentante del Sudest asiatico, stava da tempo riflettendo a fondo su cosa fosse essenziale per poter trasmettere lo spirito dell’umanesimo buddista. Fece una riflessione sulla storia della Soka Gakkai:
«Il primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, combattendo contro l’oppressione delle autorità militari giapponesi, sostenne coraggiosamente il corretto insegnamento di Nichiren Daishonin fino a perdere la vita in prigione per il suo credo. Il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda accompagnò il presidente Makiguchi in prigione, dove comprese che il Budda è la vita stessa. Il Buddismo, in tempi passati, era stato visto come qualcosa di separato dalla vita quotidiana, ma attraverso questa comprensione iniziò a brillare e vivere una nuova vita in questo nostro tempo. Anche Toda si risvegliò alla sua natura intrinseca di Bodhisattva della Terra e alla sua eterna missione di lotta per la felicità di tutta l’umanità. Comprese e abbracciò la verità essenziale nel passaggio del Sutra del Loto: “Le persone che avevano udito la Legge dimorarono in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri” (SDL, 7, 180); il presidente Toda insegnò che il sentiero corretto del Buddismo si trova nella missione che maestro e discepolo condividono nel dedicare la loro vita a kosen-rufu. Inoltre, identificò nel concetto di “stabilire il corretto insegnamento per la pace nel paese” lo spirito di fondo degli insegnamenti di Nichiren Daishonin, e la direzione della missione dei praticanti buddisti nella società. Questo portò il presidente Toda a sostenere l’ideale di cittadinanza globale e perorare con forza la causa della pace mondiale, così come fece nella sua famosa Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari».
Così, il rappresentante del Sudest asiatico giunse alla conclusione che non si possono sostenere correttamente gli insegnamenti di Nichiren Daishonin o aprire la via alla pace e alla felicità per gli altri senza aver interiorizzato lo spirito e la pratica dei tre presidenti nel legame di maestro e discepolo.
La linfa vitale di kosen-rufu e la sua espansione globale sono da ricercare nel sentiero di maestro e discepolo espresso nella successione dei presidenti della Soka Gakkai.

(2. continua)

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